Dinara Safina scettica sui premi in denaro uguali tra tennis maschile e femminile
Dinara Safina, non si sarà fatta amiche molte giocatrici del circuito WTA, dopo una sua affermazione sui prize money.
La giocatrice russa, che si è ritirata nel 2011 per colpa di un grave problema alla schiena, mentre era in visione della partita tra Novak Djokovic e Stanislas Wawrinka negl ottavi di finale dell’Australian Open ha dichiarato: “Ora so che le mie ex compagne del circuito mi uccideranno, ma percepire un premio in denaro identico tra uomini e donne è difficile da sostenere dopo aver visto questa partita“.
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La risposta alle tue domande è contenuta nel sito che ti ho segnalato.
Non sono certo domande “stupidi”, stante la nostra educazione e il percorso accademico in gran parte fermo sulle posizioni che hai espresso.
Quindi, se vuoi le risposte, sono lì (non equivale a “convincerti” ovviamente, che non è il mio obiettivo).
Grazie, speriamo bene va’ 🙂
non c’è verso Q.E.D.
…tu privatizzeresti anche la difesa riportandoci alle guerre civili tra legioni dei tempi di Cesare.
Per certe cose un monopolio è inevitabile, o vorresti forse costruire due o quattro reti idriche in un comune? Come pensi che possa funzionare la concorrenza se un privato gestisce la rete idrica che per definizione può essere una sola in un dato territorio? Vorresti forse darla in gestione ogni anno ad un privato diverso con bando al ribasso? E con quali soldi si farebbero manutenzione e investimenti a lungo termine se il privato che gestisce solo per poco tempo deve tirare fuori il suo profitto a breve termine?
Questo è solo un esempio, ma per alcuni settori specifici vale la stessa cosa, ripeto solo per alcuni settori non certo in generale.
Esattmente perché in questi pochi casi non c’è una vera possibilità di scelta da parte dell’utente questo non può controllare il gestore.
Sul tuo finale posso concordare, non sono le disparità in se che sono un problema per la società se queste non sono estreme come nel medio evo, ma le “disparità di opportunità” sono il vero problema, è sbagliato tentare di rendere tutti uguali tramite redistribuzione di reddito quello che invece è importante è dare a tutti possibilità di partenza più o meno simili, dare chance simili, chance uguali è praticemante impossibile e nel tentativo di farlo si rompe il giocattolo
questo era il mio ultimo commento qui, ciao e buona privatizzazione 😉
Detto anche “talebano del mercato” 😀
Io cmq non voglio “convertire” nessuno: cerco di chiarire, semplicemente, le mie ragioni.
Poi ognuno si fa la sua idea ovviamente.
è una tautologia: “sono settori monopolistici perché funzionano monopolisticamente”.
Logicamente scorretto.
Poi direi che è il contrario: nel mercato è l’utente che controlla il gestore, perché ha diritto di scelta.
Se fosse come dici, non dovremmo leggere di scandali quotidiani nel nostro paese, non ci troveremmo ad un passo dal default, non avremmo una disoccupazione al 13%, una giustizia da terzo mondo e l’87esimo posto (ottantasettesimo) nella classifica mondiale sulla libertà economica, dietro a paesi come il MADAGASCAR e il RWANDA.
Sintetizzando: la teoria sullo stato e sui beni pubblici “mainstream”, data la situazione in cui versa la maggior parte dei paesi industrializzati, necessita di revisioni.
Non è un mistero che i paesi con reddito pro capite più elevato siano quelli meno statalizzati ed economicamente liberi.
Liechtenstein, svizzera, singapore, hong kong, svezia, nuova zelanda, cile e una volta gli u.s.a. 😥
Tutti lavoriamo per campare!
Nel paese dei balocchi, quello del reddito di cittadinanza, invece, stampando carta diventiamo tutti ricchi e non lavora nessuno. Facciamo solo i lavori che ci piacciono: pornostar, tennista, collaudatore di materassi, mangiatore di torte salate a sbafo, velina 🙂
Non ho detto che è la tua idea e perdonami se è sembrato così, dico solo che basterebbe un po’ di buon senso per scartare queste “proposte”, che sembrano raccogliere consenso tra le masse, immediatamente.
Lo stato “garantisce” una cosa sottraendola ad altri.
Esempio: salario minimo. Col salario minimo, una parte dei lavoratori che non ha una produttività adeguata viene semplicemente sbattuta fuori dal mondo del lavoro.
Paradossalmente, il salario minimo va proprio contro quei poveri che intende (forse) aiutare.
Cmq l’invito, solo se fossi interessato alla cosa ovviamente, anche per te è quello di googlare “Ludwig von Mises italia”.
è una concezione un po’ diversa dell’economia nella quale puoi trovare molto di quello che affermo e che sembra folle.
Tornando in topic: le disparità sono sempre giuste se frutto di una scelta libera e volontaria (non criminale o aggressiva ovviamente).
@ Luis Piz (#780168)
va beh dai Luis come detto non ha senso, in 3 o 4 commenti hai fatto chiaro a tutti che sei un fondamentalista estremista impossibile da convertire alla ragione 😉
Privatizzare settori che funzionano solo in regime monopolistico non produce vantaggi all’utente ma solo al gestore del monopolio quindi questo gestore deve essere controllato dall’utente.
Dove c’è la possibilità di concorrenza si può privatizzare (e spesso si deve) e lo stato deve solo fare in modo che la concorrenza persista e che non ci sia formazione di cartelli tra i competitors.
Ma non sempre si può abbattere un monopolio, ad esempio in una vallata non ci puoi mettere 3 autostrade, una rete sia essa idrica, informatica o energetica raramente può fare a meno del monopolio
BTW quando ho accennato all’importanza del reddito non stavo argomentando a favore di un reddito di cittadinanza che specialmente in una società individualista/familista come quella italiana sarebbe utopia/follia, in questo concordo con te. Se mai dovesse avere un minimo di senso e non ne sono sicuro potrebbe averlo solo in una società con una forte componente di volontariato e contemporaneamente una educazione media molto elevata, forse in Scandinavia tra qualche generazione se le cose non cambiano (ad ogni modo un reddito di cittadinanza non necessariamente comporta solo conseguenze negative, può anche avere qualche effetto positivo per il datore di lavoro perché in questo modo il datore di lavoro può fidarsi maggiormente dei suoi collaboratori che lavorano da lui perché è un lavoro che vogliono fare e non uno che devono fare per campare, questo ovviamente è avveneristico perché può funzionare solo in un ambiente altamente robotizzato dove tutti i lavori umili vengono svolti da macchine e gran parte della manutenzione avviene su base di volontariato).
Io stavo semplicemente affermando che è importante garantire (tramite regole semplici e chiare) un reddito adeguato a chi lavora (non stavo dicendo di dare un reddito a chi non lavora), nel senso che non basta garantire un posto di lavoro se poi il reddito che questo posto di lavoro produce non è sufficiente perché questo favorisce corruzzione, evasione, lavoro nero, sommerso e molti altri problemi che in Italia conosciamo bene.
In questo senso ho evidenziato la centralità del reddito.
Ho sbagliato a buttarla li così in un frase che si poteva facilmente fraintendere.
Quindi per dirlo in poche parole, non sto dicendo di introdurre un reddito di cittadinanza.
Finiamola qui dai 🙂
Grazie, che il mercato è cattivo l’avevo già sentito al tg5 🙂
Cmq ci sono tantissime inesattezze nel tuo commento; i “fallimenti del mercato”, come dicevo prima, non esistono per tutte le scuole economiche.
Googla “ludwig von mises italia”: potrebbe aprirsi un mondo 🙂
IL “Darwinismo sociale” è un altro di quei miti alimentati dalla cultura marxista e proto comunista dominante.
Sbagliato 🙂
So che può traumatizzare dopo gli studi canonici nelle nostre scuole pubbliche ma il “mercato” potrebbe fornire anche quei beni.
Non posso stare qui a scrivere trattati.
Lo stato è basato sulla forza e sulla violenza; prospettare un altro modo di convivenza vuol dire niente altro che una società che possa organizzarsi in modo pacifico.
Vivendo delle risorse estratte con la forza alle altre persone (il che, secondo molti, di cui sicuramente non avrai sentito parlare, equivale ad un furto vero e proprio), non è altro che un grande organismo parassitario.
Il fatto che rischi di sparire se “abbandonato” dalle cure amorevoli dello stato(tutto da vedere e verificare) non autorizza, almeno secondo un criterio elementare di giustizia, a costringere gli altri a finanziarlo: questo è quello che fa lo stato con le imposte e tasse.
Altrimenti, chiunque di noi potrebbe affibiare l’etichetta “pubblica” alla propria iniziativa e sopravvivere coi soldi estorti a Pantalone.
Quando si chiama lo stato, non si fa altro che chiamare repressione, violenza e forza contro i contribuenti.
Un saluto dal Monte dei Paschi 😀
Ma io conosco bene ciò di cui parli, perché è la vulgata statalista che comanda il nostro tempo e che viene insegnata nelle scuole e nelle università di ogni grado; meno bene si conosce il pensiero di chi propone una società destatalizzata.
Sono luoghi comuni alimentati dall’ignoranza economica, se avessimo spazio e tempo li smonterei pezzo per pezzo.
Come quelli sulle esternalità che hai citato in questo commento.
Come ti ho detto prima comunque, io privatizzerei tutto (anche quello che è ritenuto “bene pubblico”: è possibile, ci sono esempi storici e la razionalità condurrebbe in questa direzione).
L’invito scrivere della mail era semplicemente un modo di evitare l’O.T. perenne 🙂
@ Luis Piz (#780063)
In teoria economica anche il liberista più sfrenato sa che a causa dei cosidetti fallimenti del mercato che solo un appiattisi su un ingenuo liberalismo da mano invisibile Smitiana ormai superato da decenni e ideologicamente motivato (nell’Inghilterra di un aristocrazia conservatrice con teorie che comunque privilegiavano il lasciar fare del più forte con evidenti legami con il cosidetto Darwinismo Sociale) occorre comunque una forma di intervento pubblico. Il privato è notorio che abbia limiti a fornire determinati servizi o a far fronte a specifiche esigenze che solo una comunità in grado di indirizzare gli sforzi può assicurare. Quindi il privato è bene che faccia ciò che rientra nell’ambito del mercato a costi competitivi e con efficienza ma sui fallimenti di questo è lo Stato che può e anzi deve intervenire. Il tennis dunque se lasciato a se stesso rischiasse di sparire come sport potrebbe dover richiedere una tutela anche di carattere pubblico nel diffonderlo e promuoverlo tra i giovani più capillarmente magari nell’ambito scolastico e non isolarlo in circoli di anzianotti pensionati/andi dalle ginocchia delicate che più che far sport agonistico si intrattengono per passare il tempo come chi si incontra per giocare a carte.
@ Simbolo (#780075)
Hai afferrato pienamente il senso del mio discorso, è la base ampia che manca. La base ampia che comprende anche i nostri immigrati (praticamente tutti gli ultimi australiani finiscono in -ic, -ov, -is)
Su una base ampia si potrebbe costruire anche un circuito di associazioni sportive come quelle del calcio che favoriscano e finanziano il settore giovanile, se queste ipotetiche associazioni potessero utilizzare i campi pubblici e campi nelle scuole (campi che ovviamente da non non esistono) sarebbero indipendenti dai circoli, e forse ne uscirebbe un Mario Balotelli del tennis.
@ Luis Piz (#780063)
Luis caro mio, evito di ribattere alla prima parte perché andremmo clamorosamente “off topic” e poi da quello che hai scritto si capisce bene che non c’è verso di convincerti di niente altrimenti forse avresti preso qualche minuto in più per capire quello che ho scritto e quello che intendevo e non solo per leggere per trovare gli spunti per ribattere.
Ad ogni modo il punto di base che non sono riuscito a trasmetterti è che tutte le mie considerazioni sui beni pubblici non si riferivano al “mondo italiano” ma al mondo, è un antico problema italiano quello “dell’autosiolamento culturale” non siamo gli unici a soffrirne (anche i russi e i cinesi e molti altri hanno questa tendenza)
Allora quando parlo di “beni pubblici” parlo di cose come la salute e mi fermo qui (ho appreso la lezione) altrimenti è un problema, che te ne esci ancora con mille storie italiane di mazzette, statalismo etc.
Lo sport ha un senso dal punto di vista comune come attivita che favorisce la salute e di conseguenza riduce le spese sanitarie (a livello economico per la comunità lo sport può al massimo avere un senso per l’indotto che produce).
Per questo ha senso costruire infrastrutture che favoriscano la pratica sportiva e non si vede perché il tennis ne debba rimanere escluso solo perché una federazione privata di circoli ci ha messo le mani sopra (mica hanno la proprietà intellettuale del tennis), a maggior ragione se le dimensioni di un campo da basket e pallavolo possono “convivere” con quelle di un campo da tennis (lo so che le dimensioni non sono uguali ma su di un campo pubblico di pallavolo+basket ci stanno anche le righe per uno da tennis, specialmente se sono due campi paralleli).
Ovviamente se tu per ragioni ideologiche non tolleri che lo sport e la salute non siano privatizzati in settori periferici e tutto debba essere privatizzato e uno anche per farsi una corsetta di mattina debba comprare un biglietto allora non ha senso discuterne.
Sulla FIT ti sbagli, non è un ente statale come la SIAE non lo è e molti altri enti che a prima vista sembrano enti statali. La FIT riunisce una serie di circoli privati e ne rappresenta gli interessi, è vero che riceve anche soldi pubblici ma non è un ente statale.
Magari una cosa sola extra-tennis te la chiarisco, quella della raccolta rifiuti.
Se tu dai in mano al privato la raccolta dei rifiuti che vengono bruciati con inceneritori questo non avrà nessun interesse a ridurre i rifiuti perché sono la sua materia prima (che riceve gratuitamente, anzi viene pagato per prenderla) per produrre energia che poi vende sul mercato. Ti dirò di più in Germania questi degli inceneritori evitano persino che funzioni la raccolta differenziata e fanno in modo che le ditte che mandano i camion per raccogliere lascino i bidoni per strada anche se tutto e separato alla perfezione, così al prossimo giro tutto finise nel “secco” e quindi nell’inceneritore.
Addirittura in Germania ci sono delle aziende che hanno sviluppato degli impianti per separazione automatizzata che funziona molto meglio di una raccolta differenziata fatta a mano, beh queste aziende non trovano mercato in Germania perché una differenziazione fatta bene toglierebbe soldi agli inceneritori, quindi devono vendere i loro impianiti per la separazione automatizzata a paesi nell’est dove ancora non hanno preso piede gli inceneritori.
Sulla TV il problema è proprio che in Italia la tv pubblica è gestita come una tv privata (dei partit, dei politici e di chi conta di più), è piena di pubblicità e attraverso essa e la minaccia del ritiro della pubblicità viene presa influenza sui programmi, in questo modo non c’è bisogno di censura perché avviene l’autocensura da parte dei giornalisiti. Il 90% di quanto trasmesso dalla RAI non è di interesse pubblico, questa roba dovrebbe andare in onda sui canali privati.
Quindi in questo senso hai ragione, tutta quella parte andrebbe privatizzata, ma ci vogliono 4 o 5 canali sul digitale terrestre e su internet veramente di “servizio pubblico” senza pubblicità come la BBC e con solo informazione, educazione, divulgazione scientifica e piattaforme per dibattito su tematiche di interesse pubblico (niente cronaca nera e plastici di vespa) e anche sport appunto per i motivi collegati alla salute e prevenzione e riduzione delle spese sanitarie. Pagato da tutti e non solo da quelli con un televisore, perché il valore di questo servizio non é la trasmissione di san remo etc. (che dovrebbero andare sul privato) ma il valore è quello di informare senza censura o autocensura, di divulgare, favorire la oratica dello sport/salute e rendere possibile uno scambio culturale.
OK basta 😉 se vuoi scrivimi pure ma ho la netta sensazione che non ha proprio senso mandarci delle e-mail, avrebbe senso solo scambiarci valutazioni in questa forma su una “piazza pubblica” su internet (piazza pubblica sempre intesa come accessibile a tutti e non piazza statale 😉 che gia ti vedo che non ti va giù) ma non è questo sito del tennis il posto giusto, anzi mi scuso già ora per l’abuso.
Al massimo potremmo farci quattro chiacchiere di persona, ma mandare e-mail che l’altro tanto non legge (sto parlando anche di me, che sono testardo di mio) non ha prorio molto senso
@ Avec Double Cordage (#780057)
sono pienamente d’accordo con te su tutto quello che dici
Per avere il tanto agognato campione devi avere una base ampia che non puó uscire solamente dai circoli, il tennis deve diventare sport di massa; i campi “pubblici” sono fondamentali per un ragazzino per poter approcciare uno sport(il tennis) che altrimenti richiederebbe ben altre risorse economiche. È da quei campi che può nascere il campione che tanto stiamo aspettando.
In Italia e soprattutto Roma cittá dove vivo il tennis è sport elitario
Nei parchi (la città ne è piena) si potrebbero inserire queste strutture e secondo me tutto il movimento ne gioverebbe
si porterebbe il tennis al di fuori dei circoli che lo tengono in ostaggio
nn è questione di pubblico o privato è questione di cultura
Sì, forse stiamo andando O.T. ma mi sembra doveroso rispondere.
Ok. Purtroppo, almeno in italia, pubblico = statale.
Non sono d’accordo.
Io sono “radicale”, nel senso che per me il privato potrebbe fare tutto.
La teoria dei “beni pubblici” è discutibilissima e ne vediamo le implicazioni oggi: i settori gestiti dallo stato (che sono tantissimi) non mi pare proprio scoppino di salute.
A mio avviso, il fatto che non si riesca ad immaginare un “altro mondo”, in cui tutto o quasi tutto sia “privato”, è dovuto al fatto che la statalizzazione selvaggia in cui viviamo ha anche sviluppato anticorpi ed è brava nello scaricare sul “mercato cattivo” i problemi che causa.
Quasi tutti i settori che mi hai citato prima sono al collasso (lasciamo perdere la rai… davvero andrebbe privatizzata stanotte e venduta domattina 😀 ); in quasi tutti questi settori c’è una spinta verso concorrenza e iniziativa privata, che se non implementata porterà alla catastrofe.
Semplicemente concorrenza e proprietà privata sono i pilastri della civiltà (non per niente l’attuale crisi è tutta farina dello stato).
Non credo sia una questione di importanza “strategica”; cosa dovremmo intendere con questo termine? è un concetto assai vago e per me carico di ideologia nazionalista (dalla quale mi trovo lontanissimo).
Direi che è il contrario: la proprietà privata incentiva la manutenzione e il risparmio; il prestatore deve agire diligentemente o, a causa della concorrenza, perderà la sua “posizione” privilegiata.
Guarda un marciapiede pubblico e poi una casa privata. Tira le conclusioni 🙂
si chiama “tragedia dei beni comuni”, è una cosa piuttosto nota.
Beh, no, assolutamente no.
Non capisco in base a quale criterio. Lo smaltimento rifiuti ha come interesse lo smaltimento rifiuti.
Non vedo perché si debba produrre più immondizia; smaltire costa.
E in mano ai privati costerebbe meno e sarebbe più efficiente/efficace.
Se questo è quello che vogliono i consumatori, che male c’è?
L’intrusione dello stato nell’economia ha la funzione di proteggere imprese che, altrimenti, sparirebbero: è sempre così.
Dazi, tasse, imposte, hanno questa funzione: redistribuire il reddito nel senso deciso dai pianificatori sociali. Che non siamo noi, ma sono un gruppo di persone che siedono sugli scranni politici.
Alitalia, poste italiane, ferrovie dello stato, fiat, finmeccanica, banche (ciò che è successo oggi), potrei continuare fino a domani e non finirei 🙂
Sono tutte imprese gestite dallo stato che hanno fatto (o faranno a breve) una bruttissima fine.
Come ti dicevo, è proprio il contrario: la manutenzione è prerogativa privata.
Quando la cosa non è di nessuno (perché se “è di tutti”, in un certo senso non è di nessuno)i risultati sono questi.
Guarda come è ridotta la rete idrica: necessiterebbe di manutenzioni ovunque.
L’unico modo è inserire i privati nella loro gestione, come si sta cercando di fare (checché ne dicano i referendum).
In germania le autostrade sono state costruite grazie alla fiscalità generale (imposte e tasse).
Purtroppo è proprio questo quello che intendevo: pensare che lo stato faccia cose “gratuitamente”. Non è così, è semplicemente finanziata dalle tasse, che costituiscono una sottrazione di reddito (bisognerebbe cominciare a discutere di questo: è una sottrazione legittima o no? non ci vorrebbe il consenso della popolazione?).
La Svezia, nell’ultimo ventennio, ha tagliato la spesa pubblica di 18 punti percentuali, riducendo contemporaneamente le tasse.
Contrariamente a quel che si pensa, è uno dei paesi più “Liberisti” in circolazione.
Un posto di lavoro, se reale (cioè non drogato dallo stato) non può non produrre reddito.
Questa idea per cui sia necessario dare i soldi a tutti stampandoli, purtroppo, sta prendendo piede un po’ ovunque.
è una cosa veramente molto pericolosa. Siamo al punto in cui si pensa che la carta stampata possa arricchire le persone.
Si chiama “reddito di cittadinanza” o “reddito minimo”: è una delle “proposte” che, purtroppo, riscutono consenso in rete perché basate sull’ignoranza economica e su una sorta di “emotività di massa”.
Basterebbe poco a capire la sua impraticabilità 🙂
Io privatizzerei tutto amico mio 🙂
Beh, no: la fit non è un circolo privato, perché vive di risorse estratte con la forza ai contribuenti, tasse e imposte cioè.
Come dicevo prima, a me questa storia dell'”Interesse pubblico” sembra solo un altro modo per regalare carrozzoni allo stato, in cui fare sguazzare politici trombati e amichetti di partito,come le cronache quotidiane dimostrano.
Purtroppo, “pubblico” vuol dire “statale”. E “statale” non vuol dire “della collettività”, ma “dei partiti”.
PEr quanto riguarda la fit, credo tu sia a conoscenza della “parentopoli”.
Penso non possa esserci esempio migliore del modus operandi delle agenzie statali deresponsabilizzate (perché le cui perdite vengono ripianate dai contribuenti).
Per me il problema è proprio il finanziamento.
A molte persone non piace il tennis.
Con che diritto vengono usati i loro soldi per la tv federale (per quanto ci piaccia) e la costruzione di campi da tennis?
L’interesse generale, in questo senso, equivale a calpestare le minoranze.
In particolare, l’individuo o la persona, la minoranza più importante.
Chiedo scusa anche io se ho abusato della pazienza dei moderatori andando clamorosamente O.T. 🙂
Ma, in fondo, penso anche di essere tra “amici”, almeno virtuali. E questi sono argomenti importanti, che segneranno le nostre vite e sui quali, al di fuori di questo spazio, invito tutti a riflettere.
Il periodo è veramente buio e, con queste politiche, tenderà a peggiorare.
Speriamo il tennis rimanga ancora tra noi per lungo tempo! 🙂
Cmq se qualcuno fosse interessato a continuare lo scambio, lascio volentieri la mia mail:
info@livetennis.it e gireramo la mail a Luis.
Scusate ancora! 🙂
@ Luis Piz (#779973)
caro Luis, lo stato c’entra ben poco con i campi pubblici, si chiamano pubblici perché accessibili a tutti ma non pubblici perché statali.
In linea di massima sono d’accordo con te, che il privato in molti settori fa meglio della statalizzazione spinta ma alcuni settori non devono mai essere dati in mano a privati che necessariamente hanno bisogno di monetizzare nel breve termine, alcuni di questi settori sono i beni pubblici come aria, acqua, energia e rete energetica, smaltimento rifiuti, trasporto pubblico, infrastrutture strategiche come autostrade e rete telematica, difesa, servizio pubblico radiotelevisivo e alcuni altri che coprono funzioni simili.
Forse è meglio dire anche perché per non essere fraintesi, partiamo da quelli già in parte privatizzati come energia e autostrade o trasporto pubblico. Privatizzando energia e acqua viene incentivato il consumo e trascurato servizio e manutenzione, le due cose sono in diretta opposizione con l’interesse pubblico (pubblico come vedi non significa necessariamente statale nel senso di classe dirigente dello stato ma significa interesse generale, interesse di tutti).
Lo stesso si può dire per lo smaltimento rifiuti che se in mani private ha come interesse principale la produzione di più rifiuti e non quello di ridurrne la produzione.
Simile è la situazione dando in mani private le autostrade, verrà disincentivato l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici come i treni e verrà trascurata la rete ferroviaria, esattamente quanto successo negli anni 50 e 60 con gli accordi tra Fiat e politici di allora. Poi se dai le autostrade in mano ai privati si riduce la manutenzione e aumentano i costi anche se le strade sono state costruite con soldi pubblici, e in Germania tanto per fare un esempio le autostrade sono pubbliche e non c’è pedaggio, perché le autostrade come l’internet servono per far marciare l’economia e non per ingrassare il Benetton di turono… in Svezia l’accesso a internet è praticamente un diritto del cittadino quasi come l’aria da respirare perché serve a campare producendo reddito. (BTW va bene il diritto al lavoro ma nel nostro sistema economico monetraio quel che più serve è il diritto al reddito, perché di un posto di lavoro non te ne fai niente se questo non ti produce reddito)
mi fermo qui dai che siamo su un sito di tennis
ad ogni modo il tennis non è uno dei settori che non vanno privatizzati, su questo hai ragione, va beissimo se in mani private e la FIT è praticament una struttura privata, ma lo sport e la salute sono settori di interesse pubblico. E quindi invstire in infrastrutture che promuovano la pratica dello sport è giustificabile, entro certi limiti ovviamente anche con soldi comunali o statali.
I campi pubblici dei quali parlo io sono intesi in questo senso, non sono dei “circoli statali” come mi pare hai frainteso tu, sono semplicemente dei parchi comunali con alberi, prati e giochi per bamabini con in più due o tre campi multifunzionali dove giocare a basket, pallavolo, (calcio no perché per quello è pieno e se proprio vogliono possono giocare a calcio nel prato o quando non c’è nessuno sui campi) e anche tennis, con vicino una parete per palleggio in modo che ci si possa allenare anche se soli.
Praticamente sono delle strutture già esistenti (e quasi sempre vuote), basta tracciare le righe sul campo e mettere dei ganci per attacare una rete o una fune che fa da rete.
Tutto molto spartano, sono campi solo per principianti non per i pensionati che vorrebbero risparmiare sull’iscrizione nel circolo.
Il senso di questi campi è solo quello di rendere possibile ai ragazzini dai 5 ai 12 anni di accedere al tennis, prendendo una racchetta trovata in soffitta e andando al parco vicino a casa. Poi li magari trovano altri ragazzini che hanno visto Nadal in TV.
Se poi a questi ragazzini della classe media o figli di immigrati interesserà veramente il tennis e hanno talento finiranno anche nei circoli, ed avendo inziato per interesse loro e non dei genitori saranno anche più motivati, specialmente se fili di immigrati.
Guarda Sampras, Agassi, Chang e molti altri, tutti figli di immigrati con grande voglia di arrivare.
Carissimo, rispetto la tua opinione ma non condivido.
Credo ci sia la tendenza a mitizzare realtà vicine leggermente migliori: classica frase “eh, ma qui siamo in Italia, non dimenticare!” usata in ogni contesto; non credo sia tutto rose e fiori.
Per quanto riguarda la Francia, ne so qualcosa, avendo amici francesi.
Molto meno so riguardo gli altri posti.
Questione campi “pubblici”: sinceramente qui salta fuori la mia formazione “politica”; penso lo sport possa essere meglio gestito da privati rispetto allo Stato.
Tendo a dubitare di tutto ciò che è “gratis”: solitamente è pagato dalla fiscalità generale (imposte e tasse).
Dal mio punto di vista è ingiusto che mio fratello, il quale non apprezza per nulla il tennis, debba essere costretto a finanziarlo con le sue tasse.
Dico questo per riallacciarmi alla questione dei compensi: come ha bene evidenziato Shuzo, essi dovrebbero essere stabiliti dal mercato, che non è un’entità mitica ma rappresenta, semplicemente, le preferenze di tutti noi (come consumatori almeno).
Non ho conoscenza degli esempi che citi comunque. Non saprei rispondere nello specifico.
Grazie per la risposta e complimenti per gli articoli.
Li trovo spassosi! 🙂
A presto
@ Luis Piz (#779947)
per “campi pubblici” intendo “public courts” come esistono in America ma anche altrove.
Campi acessibili a tutti senza bisogno di essere iscritti a club o federazioni o tessere di abbonamento con prezzi bassissimi e con qualche campo anche completamente gratuito
Sempliciemente vai li e giochi se il campo non è occupato, se poi arriva uno che ha telefonato e riservato pagando 2 euro o un cifra simile significa che ti devi spostare su un altro campo o se è tutto pieno vai e ti prenoti anche tu per un ora
non è utopia in Austria e Germania esiste, sono spesso strutture universitarie ma funziona così e 3 o 4 campi vuoti ci sono sempre
Ma è chiaro che da noi non è possibile ora come ora, perché la nostra federazione a differenza di quelle di altri paesi è una associazione di circoli che hanno come interesse principale quello di far funzionare i circoli che poi li si giochi a calcetto si faccia la sauna o partite di briscola interessa relativamente
Francamente Binaghi qualcosa ha fatto per aumentare l’interesse del tennis mettendo le mani nel settore professionistico e coppa davis e riportando il tennis in chiaro in TV con supertennis, quindi per questo va ringraziato, ma rimane il problema di fondo che la FIT non può avere come primo interesse la crescita del tennis come sport popolare perché rappresenta in primo luogo interessi di circoli semi-snob
non è così in tutto il mondo e nemmeno nel resto d’eropa, in Germania la situazione è simile ma essendo uno stato federale anche la federazione tennis tedesca è strutturata in modo federale e ci sono quindi più federazione ogni regione ha la sua e c’è chi fa meglio e chi peggio non a caso Becker e Graf sono stati sfornati entrambi dallo stesso centro.
In Francia non è come da noi e la federazione favorisce molto di più il tennis come sport popolare, certo loro hanno anche i soldi del Roland Garros… ma fino a 30 anni fa non se la passavano per niente bene mentre gli internazionali di Roma valevano moltissimo (certo non più del Roland Garros ma più di quanto Miami valga oggi) e noi avevamo Panatta, Pietrangeli e tutti i magliari
…poi ci ha fregati Galgani
non sono per il fondamentalismo mujaheddin della dittatura Bin-Aghen ma bisogna dire che almeno così è meglio dell’anarchia che c’era prima e in fatto di corruzione non penso che prima era tutto in ordine
se GQ e la sua generazione dovesse sfondare per davvero allora si sarebbe importante fare ordine e cambiare la struttura FIT per evitare di far passare il treno nuovamente come è successo con Panatta e in Germania con Becker (invece di costruire campi accessibili a tutti è successo che i circoli hanno raccolto il reddito short-term ma finita la carriera di Panatta e Becker non è rimasto nulla anzi il tennis dopo in entrambi casi è stato considerato uno sport da snob dei circoli con zero interesse per i giovani e antipatico a chi segue altri sport in tv perché i palinsesti erano intasati da ripetizioni di partitelle di primo turno tra carneadi in tornei sperduti). Meglio hanno fatto in paesi con federazioni deboli come Spagna e Argentina che non avevano la potenza per canalizzare i soldi nei loro pozzi, e così a Vilas sono seguiti sempre nuovi talenti e lo stesso in Spagna fino al boom con Nadal
@ bao.bab (#779937)dispiace ma questi non sono argomenti che si possono predere in considerzione in modo serio, e qui non stiamp parlando di classificeh GOAT e altre fanboyate, stiamo parlando di soldi e nel mondo materialista che ci circonda c’è ben poco di più serio
ha ragione Shuzo (mitico Matsuoka 😉 ) è molto semplice basta vedere in quanti seguono cosa, e fidati fai parte di una minoranza se dici che le partite lunghe di Rafa-Nole non ti interessano, come anche gli adepti di Jon Wertheim che predicano il best of three negli slam per aiutare i palinsesti televisivi, l’era delle telvisioni tipo CBS è finita e stanno per capirlo anche loro… il futuro è lo streaming con smart TV, canali tematici e internet
in futuro con conterù più quanto dura una partita e se la si può inserire nel palinsesto di un canale che deve mandare telegionrali e telenovelas ma se il prodotto ha troppe fasi morte o se fin da subito c’è spettacolo, drama e suspense che tengono gli spettatori (con atention span sempre più striminzita da video giochi e tempi moderni) incollati all’aggeggo (che sia un televisore, computer o tablet)
Abbiamo scritto praticamente la stessa cosa! 🙂
Big quote.
Ma perché glieli devi “togliere”? Hanno fatto qualcosa di male? 🙂
Si chiama “mercato”, ne è rimasto un briciolo, se togliamo anche quello la Russia comunista sarà il nostro approdo (la supereremo probabilmente).
Sinceramente, non so cosa intendi per campi “pubblici”; io ho sempre pagato per giocare dai privati cattivoni.
Il fatto è che c’è una cosa che si chiama “diritto di proprietà”; senza proprietà vi è incuria totale.
Le federazioni sono organi di pianificazione: come tali, non hanno la possibilità dell’analisi costi – benefici e dei prezzi, quindi non possono performare efficacemente.
Non devo raccontarti dei tremila scandali, vero? 🙂
E poi, la questione è sempre lì: perché il tennis deve essere finanziato con le tasse di tutti? LO finanzino solo gli interessati.
è così per tutti gli sport oggi; a me non sembra un modo civile di raccogliere finanziamenti.
Please, non sono nazionalista: quindi del “lustro del paese” non mi interessa sinceramente.
Ora, tornando in tema: secondo la vulgata, “maschi e femmine sono uguali” (non è così naturalmente).
Quindi, se percepiscono uguali premi perché “uguali”, perché non farle giocare 3 set su 5?
Per me potrebbero guadagnare anche più le femmine dei maschi:non è una questione di sesso.
L’importante è che siano gli spettatori, gli sponsor e gli appassionati a pagare.
E non il pubblico disinteressato attraverso le tasse.
In effetti quando è un giocatore a fare dichiarazioni di questo tipo (vedi Tipsarevic), si è pronti a dargli del misogeno, adesso è una donna. Io torno a dire che è il mercato a stabilire quanto debba guadagnare un uomo o una donna in base ai risultati che ottiene. Nel senso che dipende dal seguito di spettatori, televisivi e sugli spalti, che un certo torneo è in grado di calamitare e di conseguenza anche quanti sponsor e quanti soldi.
Se meno gente segue il tennis femminile, questo vale tanto per gli spettatori di sesso maschile, quanto quelli di sesso femminile. Ed è per questa ragione che i tornei maschili hanno montepremi mediamente più elevati rispetto ai tornei femminili. Unica eccezione sono i tornei dello Slam dove i montepremi sono identici. Adesso, se si vuole fare una valutazione obiettiva per stabilire che anche nei tornei dello Slam deve esserci differenza di montepremi, basta controllare quanti spettatori sono presenti sugli spalti nel corso di un match maschile e quanti nel corso di un match femminile. Oppure fare un controllo analogo a livello di indice di ascolti. Si dice sempre che l’aritmetica non è un’opinione.
@ Avec Double Cordage (#779931)
A parer mio tutto dipende dal prodotto che vendi e da quanto questo abbia “appeal”… Il tennis ipertrofico dei pallettari e’ onestamente inguardabile… Se mi devo sorbire 6 ore di Nadal – Djokovic ben vengano le veline sul campo… mai come oggi il fatto che le donne giochino 2 su 3 andrebbe considerato un “plus” nei confronti di partite 3 su 5 noiose che fanno saltare tutti i palinsesti televisivi… se poi la logica e’ 2 su 3 vs 3 su 5 allora un maratoneta dovrebbe guadagnare infinitamente piu’ di Usain Bolt…
@ bao.bab (#779930)
parzialmente vero anche questo, ma vale solo fino ad un certo livello, poi il fattore veline non funziona più
…Bah! Business is Business… ed oggi come oggi il tennis femminile e’ decisamente piu’ televisivo di quello maschile. La presenza sul campo di 2 ragazzotte con abitini succinti lo rende un prodotto piu’ appetibile commercialmente parlando… Ma secondo voi la Sharapova o la Ivanovic hanno sponsorizzazioni meno ricche Ferrer o Berdych?
Il tennis maschile e’ lo sport noioso, non televisivo per eccellenza.
brava!
Poi detto questo francamente non vedo tutto questo problema. Avrebbe senso se i soldi risparmiati venissero investiti per far crescere il tennis in Africa e Asia e renderlo più accessibile in paesi anche ricchi dove non ci sono campi pubblici perché bloccati da federazioni di circoli o country club (come in Italia e in parte Germania e UK), e se i soldi venissero investiti in modi che valorizzassero il gioco dei giocatori fuori dai 100 allargando la base dei pro capaci di vivere decentemente del loro tennis da 150 a 500 o 700.
Ma se dobbiamo solo togliere soldi alle ragazze per darli a Roger, Rafa e Nole o 10.000 in più per i soliti che escono al primo turno allora non ha senso farne un dramma.
e dopo aver visto Ferrer? 😀
credo intenda dire: perché negli altri sport gareggiano sulla stessa distanza e nel tennis no (3/5 vs 2/3)?
Che centrano le maratone?
Finalmente una tennista che si esprime su una questione molto calda da tempo.Condivido.
ha ragione. Perchè nelle maratone di 40km corrono allo stesso modo uomini e donne e nel tennis no? regola ridicola
Fosse solo per quella partita…