In Australia è stato aperto un centro di ricerca per lo studio della terra rossa
Tennis Australia comunica l’avvio di un centro di ricerca per lo studio della terra rossa, presso l’Università di Sydney.
Il centro è stato inaugurato e presentato alla stampa dal presidente di Tennis Australia Steve Healy, e da ex giocatori, tra cui John Fitzgerald, Wally Masur e John Alexander.
Questo centro studierà un modo per adattare al meglio la terra rossa al clima australiano.
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@ mariuz (#761418)
No mossa economica assolutamente no anzi la manutenzione di un campo in cemento porterà notevoli giovamenti in termini economici ai circoli perchè costa più la manutenzione di un campo in terra battuta inoltre sono state fatte delle convenzioni per cui campi omologati itf vengono acquistati dai circoli a costi veramente convenienti. Sul fatto che sia bello giocare sul rosso quello ovviamente è un parere personale (peraltro che condivido in pieno)ma si è chiaramente fatto un progetto con studi approfonditi dietro.
Io sono un po scettico perchè mi sembra una mossa economica per fare girare un po di soldi (rottami i campi in terra e compri quelli in sintetico, da qualcche azienda “specializzata”).
Lo so che la Federazione ha negato qualsiasi intrallazzo economico, ma si sa, “excusatio non petita”.
E poi mi sembra una mossa fuori tempo, in quanto il mondo del tennis sta andando in tutt’altra direzione, senza considerare quanto sono usuranti i campi in duro.
E poi diciamocela tutto, quanto è più bello giocare sulla terra battuta?
@ LucaMI (#761401)
D’accordo infatti sono abbastanza sicuro che quelle frasi riportate sul sito siano state estrapolate da un contesto un pò più ampio e appaiono forse più anacronistiche di quanto non lo siano. Come scritto anche prima mentre noi avevamo il 90% di campi lenti e 10% cemento magari loro avevano il 20% di campi in terra da qua il progetto (simil-americano) di diminuire la forbice di entrambe proprio perchè la terra come dici giustamente te aiuta a livello tattico ed attitudine mentale alla lunghezza dello scambio.
Non essere così cattivo, per me il progetto Campi Veloci è un buonissimo progetto che ovviamente non porterà frutti nell’immediato ma ne gioveremo tra un pò di anni ed associata (speriamo) al boom mediatico quinziano porterà (anche qui grattiamoci) la nascita e la crescita di tennisti in Italia e non più all’estero (Bradenton, Spagna..). Io ci credo molto perchè sono proprio i circoli a crederci molto nonostante la grave crisi che ha colpito l’Italia e l’Europa in generale.
La Federazione Italiana come al solito non ci ha capito niente, il tennis internazionale va verso la terra battuta e i campi lenti, per mille valide ragioni.
E noi che avevamo i campi in terra, passiamo a quelli orrendi campi blu.
Senza parole …
Forse anch’io non riesco a spiegarmi 😉 Credo che abbiano ragione sia quelli della Fit sia gli australiani. Loro hanno solo campi in cemento e qualche vecchio campo in erba (pochissimi), terra nulla. Hanno visto che l’aver giocato ANCHE sulla terra ha aiutato gli europei (quelli che giocano su tutte le superfici) a dominare il tennis perché sono diventati più completi. E stanno cercando di adeguarsi. La terra aiuta i giovani a imparare a variare il gioco, a migliorare la difesa, la capacità di manovrare e vincere scambi lunghi. Chi cresce solo sul veloce quando lo scambio si prolunga in genere perde il punto. Il veloce invece stimola a migliorare servizio e risposta aggressiva, anticipo, aggressività. Quindi ci vogliono entrambi. E poi i bambini devono giocare su entrambe le superfici semplicemente perché il modo di muoversi e di appoggiarsi a terra è diverso, e va appreso al più presto possibile su entrambe le superfici, perché muovere i piedi nel tennis è una abilità coordinativa, che prima la impari e meglio è (come sciare).
Sulla presunta pericolosità del veloce le loro considerazioni paiono anche a me anacronistiche.
Luca ho capito quello che è scritto forse non mi sono spiegato bene, il problema e da qui la mia parola contraddizione è che loro hanno fatto studi in base al quale per i tennisti forti negli ultimi 15-20 anni, la terra (il fatto di essere cresciuti su terra) avrebbe dato loro un grosso vantaggio, invece il progetto fit è nato proprio dalla considerazione opposta ovvero che servizio e risposta aggressiva(associata al footwork) su cemento associata ad un cambio culturale darebbero un peso notevole sulla crescita dei tennisti stessi.Poi ripeto sarebbe interessante leggere tutto il progetto Aussie da quell’articolo sembra si sia fatta un pò di confusione sia sulle classifiche ATP/WTA perchè chiaramente un top non può arrivare nei 15 del mondo vincendo solo su terra (25% in percentuale dei punti ma chiaramente come dici te sono quelli che raccolgono ovunque) e parlo anche degli infortuni basti pensare che il Prof. Giovanni di Giacomo, uno dei migliori ortopedici del mondo, responsabile medico di Atp e Wta per l’Europa ha detto che i campi sintetici oggi hanno uno strato di materiale gommoso, detto “cushion” che consente di eliminare gran parte delle sollecitazioni a carico di caviglie, ginocchia e colonna vertebrale. E quindi molti allarmi mi paiono ormai non più giustificati.(parole sue)
No scusa Raffaele, ti sbagli, si dicono 2 cose diverse. La Fit dice che il 75% dei punti si assegna sul veloce (che è vero, basta guardare il calendario atp e wta e fare 2 conti). LO dicevano anche nello spot con Pietrangeli.
Invece con la frase “If you look at the ATP and WTA rankings over the past 15 to 20 years, the vast majority have been raised on clay.” gli australiani intendono dire che gran parte dei giocatori arrivati al top negli ultimi anni sono cresciuti sulla terra.
In realtà si riferiscono ai tennisti europei, che da anni dominano il circuito. Questi però (francesi, spagnoli, tedeschi, ceki, ora croati e serbi) sono diventati forti perché giocano sia sulla terra, (soprattutto d’estate) sia sul veloce (soprattutto d’inverno).
@ LucaMI (#761341)
Io ho letto il progetto Fuga dalla terra battuta della Fit (trovalo su google non so se si possano mettere link di altri siti) ed ho trovato una contraddizione sulla percentuale dei punti dei tennisti, premesso che l’articolo australiano non è completo ma è solo una sintesi di un progetto/studio che mi piacerebbe leggere, si parla di percentuale di punti vinti su terra che darebbero un peso notevole nei top15-20 invece dal progetto fit si può notare il contrario. Sugli infortuni non saprei studi accertati dicono che la percentuale di infortuni sarebbe superiore sulle superficie in terra battuta e che comunque su cemento ci sarebbero meno traumi qui si dice il contrario.
E’ ovvio ed in questo sono d’accordo con te, non si sposteranno su terra ma da che avevano il 70% di campi in cemento (non so provo ad indovinare non è una percentuale esatta) ora arriveranno al 60% cemento e 40% terra. Cosìcome noi avevamo il 10% di campi in cemento ora passeremo ad un 30% abbondante.
Io non vedo alcuna contraddizione con il progetto campi veloci della FIT, anzi mi sembra che si parta dalla stessa esigenza.
Il progetto australiano conferma che i giovani devono potersi allenare e gareggiare su tutte le superfici. Così facendo diventano più completi e più competitivi. Loro sono già pieni di campi in cemento, e devono perciò fare campi in terra.
Noi siamo strapieni di campi in terra, e dobbiamo far allenare e gareggiare maggiormente i ragazzi sul cemento.
Anche gli americani da un paio d’anni hanno avviato un progetto simile, che si chiama mi pare “play the clay”, perché anche loro hanno solo campi in cemento.
Credo perciò che questa cosa conferma che il progetto campi veloci è giusto e che la FIT, per una volta, 😀 ha fatto una cosa intelligente.
Ma non si gioca già uno slam in Australia su terra???
@ Niccolò Fava (#761315)
Readzione:occorre correggere ancora la didascalia inerente la foto.
http://www.tennis.com.au/news/2012/11/22/clay-court-research-centre-to-boost-australian-tennis?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+tennis-australia+%28Tennis+Australia%29
L’articolo completo è questo: costruiranno circa 3000 campi in terra rossa e la cosa curiosa è che hanno stabilito che la migliore terra battuta è quella italiana.
Interessante la motivazione del progetto terra battuta australiana: in pratica su terra hanno stabilito ci siano meno infortuni e che chi impara a giocare su terra può adattarsi facilmente al cemento, più difficile il percorso inverso. Inoltre statisticamente negli ultimi 15-20 anni chi è stato al top nelle classifiche ATP-WTA ha ottenuto molti punti su terra.
“For younger athletes clay is such a user-friendly surface. They get less injuries because it’s easier on body … and rallies last longer (because clay is a slower surface) which helps in their development of tactics and concentration. I guess the court does a lot of the coaching for you,” he said.
“If you’re brought up on slow surface you can play on quick surface, but it’s harder for fast court players to adapt to clay. If you look at the ATP and WTA rankings over the past 15 to 20 years, the vast majority have been raised on clay.”
Hanno praticamente fatto il percorso inverso ed in contraddizione (infortuni e percentuale punti) del Progetto Campi Veloci FIT.
Soldi spesi male, la terra australiana è già rossa… Avete presente Ayers Rock?
Adattare la terra rossa al clima australiano credo sia più facile che adattare il clima australiano alla terra rossa..