Parla il padre di Gianluigi Quinzi: “Aveva alcune posture sbagliate con la schiena ma le ha in gran parte risolte”
Questa una breve intervista realizzata dall’amico Riccardo Bisti di Tennisbest al padre di Gianluigi Quinzi, Luca Quinzi.
Sul prossimo numero di TENNISBEST MAGAZINE, in edicola a inizio luglio, ci sarà un approfondito dossier su Gianluigi Quinzi.
Come procede la crescita di Gianluigi?
“Rispetto a qualche anno fa sono cambiate tante cose, ma la crescita è avvenuta in modo proporzionale sotto tutti gli aspetti: fisico, mentale e tecnico. Fisicamente è a posto, è cresciuto benissimo. Aveva alcune posture sbagliate con la schiena ma le ha in gran parte risolte. La muscolatura è sopra la media e ha fatto un ottimo lavoro di kinesiologia e osteopatia. Non ha avuto infortuni: chissà se è un segno del destino o un colpo di fortuna. Di sicuro è stata fatta accurata prevenzione. Sul piano mentale ha una stabilità eccezionale. Lì c’è poco da fare, o ce l’hai non ce l’hai. Puoi migliorare con le esperienze, e lui ha avuto la possibilità di vivere per tanti anni nel contesto americano. Ha vissuto in prima persona ogni situazione: questo lo ha forgiato. Sul piano tecnico parte da basi naturali elevate, ma deve lavorare molto. Aveva ragione Riccardo Piatti quando diceva che bisogna lavorare molto su questo aspetto. Ci vuole una maggiore pulizia tecnico-tattica e una migliore propensione verso la rete“.
Qualche anno fa lei disse che non avrebbe firmato per un best ranking intorno al numero 20. Conferma?
“Gianluigi aveva 12 anni e ci poteva stare la provocazione. Poi gli anni passano e ti accorgi che l’obiettivo non è così scontato. Tuttavia, ancora oggi, se dovessi metterci la firma, il numero 20 mi starebbe stretto. La differenza è che prima lo dicevo quasi con disprezzo, adesso con grande rispetto perché il numero 20 è un grande campione. Ma vincere il Bonfiglio a 16 anni, con tutte le pressioni che aveva, è una gran cosa. Il risultato conta, e via via conterà sempre di più. Tutto questo mi fa pensare che il lavoro può proiettare a obiettivi ancora più ambiziosi”.
Ma la famiglia Quinzi vive solo di tennis?
“Ne parliamo molto, anche per ragioni organizzative. E’ qualcosa che ci è piombato addosso, non l’avevamo progettato. E non vorremmo che si ripeta con il secondo figlio. La vita del tennista è difficilissima, porta stress incredibili. Essendo uno sport individuale prevede la condivisione con la famiglia, poi a 16 anni c’è una logistica in continua evoluzione. Più sali di livello e più le problematiche si fanno grandi. Io dirigo un tennis club, mia moglie arriva dallo sport…è normale che si parli molto di tennis. Ovviamente non è il nostro unico argomento”.
Ma Gianluigi come vive la pressione? Percepisce l’attesa spasmodica che c’è per ogni suo risultato?
“Né io né lui leggiamo quello che viene scritto su internet. Mi dicono che per 10 post su un qualsiasi giocatore, ce ne sono 400 su Quinzi. E’ normale: c’è voglia di un campione maschio, poi il suo background americano dà un pizzico di colore in più alla sua storia. La miscela può essere esplosiva, ma devi trovare un modo per affrontarla. Gianluigi temeva molto il Bonfiglio proprio per questo, ma la risposta è stata spettacolare. Di certo la parte mentale è il suo punto forte. E poi ha il vantaggio di trascorrere molto tempo fuori dall’Italia”.
Quali difficoltà incontrerà?
“Quelle che propone il tennis, in particolare il passaggio da junior a professionista che spesso è limitato da regolamenti assurdi. Le regole attuali tutelano molto i top 100, perché dai futures e dai challenger è molto difficile emergere. Ci sono in palio pochi soldi e pochi punti, rischi di rimanerci per anni. Da un punto di vista sindacale non mi piace, però egoisticamente credo che Gianluigi sia in grado di filtrare dall’imbuto, un po’ come successo a Tomic. E allora potrebbe andare bene così“.
Fonte: TennisBest
TAG: Gianluigi Quinzi, Italiani, Quinzi
Io riporto solo un estratto di quello che scrissi per la finale del Bonfiglio:
Grazie a te questo sport tremendo tornera’ a far sorridere molta gente, abbiamo bisogno del tuo aiuto, continua a divertirti perche’ ne abbiamo veramente bisogno.
Belle parole quelle del padre.
complimenti a baldi… l’avversario era davvero in formissima!ora è giusto fare qualche under 18 per provare a salire in classifica e chissà magari riuscire ad entrare almeno nelle quali degli Us Open junior… poi verso fine anno proverei già qualche futures… a proposito da segnalare alcuni under 18 che parteciperanno alle quali del prossimo future in italia… rizzuti (classe ’95), roncalli (’96), jacopo rossi (’94)!
da gazzetta.it
Avvenire, trionfa Baldi
Milano, 16 giugno 2012
L’azzurrino vince in finale 7-6 6-0 contro l’argentino Pane: era da 43 anni che un italiano non si aggiudicava il torneo milanese riservato agli under 16
Impresona! Dopo 43 anni (Ettore Fontana c’era riuscito nel 1969) Filippo Baldi ha colorato d’azzurro il 48° Trofeo Avvenire. Il 16enne nato a Milano, ma pavese d’adozione, si è imposto in finale al Tc Ambrosiano di Milano – teatro del torneo internazionale, primo per importanza nel circuito dell’European Tennis Association, riservato alle giovani racchette mondiali, ragazzi e ragazze under 16 – sull’argentino Lautaro Pane (ts. n 9) 7-6(7) 6-0.
L’incantesimo è quindi rotto. Prima di lui ci avevano provato senza successo i finalisti Fabrizio Murgia (1976), Omar Urbinati (1979), Diego Nargiso (1986), Massimo Calvelli (1990), Federico Luzzi (1995), Alessandro Piccari (1998) e Davide Della Tommasina (2006). Baldi, che si allena allo Sporting Club Selva Alta di Vigevano (il suo coach è Stefano Dolce) ha dimostrato carattere compiendo più di una rimonta ed è anche stato applaudito (il centrale era esaurito) per alcuni colpi davvero spettacolari. L’azzurrino già campione italiano under 16 è apparso cresciuto in tutti i fondamentali ed è arrivato fino in fondo senza soffrire più di tanto la fatica. Anche a livello di tenuta nervosa, salvo qualche scatto inopportuno, si sono visti miglioramenti sensibili. Baldi (ts n. 15) che si ispira a Rafa Nadal (cui somiglia nei tratti del volto) e sogna di vincere Wimbledon ha battuto in finale il pari età Pane (ts n. 9) nato a Buenos Aires, allenato da Marcelo Gomez e ammiratore di Del Potro. “Sono felicissimo. Adesso mi dedicherò ai tornei Itf (U18) in Tunisia e Repubblica Ceca affrontando avversari più grandi di me in modo da continuare a crescere”.
primo set — L’approccio di Baldi al servizio è ottimo (primi due chiusi a zero). Pane fatica di più ma respinge i tentativi di break dell’azzurrino. La partita corre via regolare fino al 5-5. E’ qui che Baldi cede la battuta e si trova sotto (5-6). Il set viene però ripreso con autorità dall’azzurro che piazza l’immediato controbreak (6-6). Inevitabile il tie-break che vede Baldi avanti 3-1 e 4-2. Due brutti errori rimettono in gioco Pane (4-4) e sul punto successivo (altro errore) del 4-5, Baldi ha un gesto di stizza e butta a terra la racchetta. Per una pallina data buona dal giudice di linea poi però data fuori dall’arbitro su richiesta di Pane (e fatta rigiocare) svanisce il possibile 5-5 e arriva subito dopo il 4-6. Ancora una volta l’azzurrino si riprende e annulla 2 set-point piazzando 3 punti di fila fino al 7-6. Pane non molla e conquista il punto del 7-7. Baldi è carico e non concede più chance all’avversario che in campo appare affaticato e chiude 9-7.
trionfo — Al ritorno in campo appare subito chiaro che Baldi è riuscito a spezzare la resistenza dell’argentino che va subito sotto e non si ritrova più. Sul 3-0 per l’azzurrino Pane chiede anche l’intervento del fisioterapista per una scivolata. Non c’è più storia: Baldi tiene il match in pugno, non commette errori, rimane concentrato e chiude il set e l’incontro 6-0. Per la giovane Italia del tennis è la seconda bella notizia, dopo il fresco successo del 16enne Gianluigi Quinzi al Bonfiglio (U18).
Marco Lottaroli
non capisco tutte queste critiche… a me sembra che la famiglia Quinzi stia affrontando dei sacrifici enormi. I risultati parlano a favore del ragazzo, non c’è nessuna mania di grandezza da parte del padre…. se diventerà un campione noi saremo tutti felici e i meriti oltre al ragazzo andranno sicuramente condivisi con i genitori… che sono da ammirare e vanno sicuramente incoraggiati e non criticati. Continua così luca
@ Mich (#685134)
no tranquillo non sono luca quinzi…
non so ma io nell’intervista leggo altro… per questo dico che non è un genitore montato… dice che quando suo figlio aveva 12 anni guardava quasi con disprezzo ad arrivare nei primi 20 mentre adesso lo guarda con grande rispetto… dice che più sali di livello e più le problematiche si fanno grandi… la vita del tennista è difficilissima e porta stress incredibili… che con l’attuale regolamento è difficile emergere… segno che sa che la strada è ancora lunga e le difficoltà sono tante… certo ha grande fiducia nel figlio ma non so dove leggi che è sicuro che diventerà un campione!io papà giorgi non lo vedo come un modello… lo vedo piuttosto come un genitore iperprotettivo… il classico genitore che impedisce ai figli di crescere e di affrontare la vita e le difficoltà in prima persona…
mi pare che goerges faccia della considerazioni intelligenti e gran parte di quello che scrive è assai condivisibie.
personalmente ribadisco che è condizione essenziale, per provare a diventare campioni, non porsi limiti.
ovvio che diventare 20 del mondo e rimanerci con una certa continuità vuol dire essere dei campioni in uno sport individuale e cosmopolita come il tennis.
ti dico anche, che in uno sport come il tennis che va approcciato in tenerissima età, il contributo economico e “partecipativo” è dei genitori è essenziale.
mi sembra che in questo caso, si abbia a che fare con persone intelligenti e di buona cultura, che sanno quali devono essere i limiti dei loro interventi.
poi, come si dice, chi vivrà vedrà.
con stima
@ GOERGEStuttalavita (#685130)
d’accordo con te in generale… ma la tua ultima frase dovrebbe farti capire il perchè di tanto interesse da parte nostra nei confronti di GQ… un ragazzo che ama il tennis… ambizioso e che lavora molto per migliorarsi e superare i propri limiti… con queste caratteristiche e visti i risultati ottenuti è lecito puntare in alto… poi siamo tutti consapevoli che ciò non basta per arrivare… ma la strada intrapresa è quella giusta!
@ Roberto Commentucci (#685029)
Però risulta ancora iscritto nel G1 in GRAN BRETAGNA
A me non pare proprio. Se vogliamo trovare un padre e coach modello, andate a leggere le interviste del papa’ di Camila Giorgi. In questa intervista leggo le parole di un uomo sicuramente in buona fede e che ha fiducia nel figliolo, ma che risulta borioso e un po’ gonfiato. In generale, non mi piacciono i padri-padron(cini) che vedono nei figli delle future star, indipendente che questi li diventino o meno. Anche perché la certezza con la quale dice che il simpatico figlio sara’ un campione mi suscita molti timori su come possa reagire a una carriera filiale magari al di sotto delle aspettative, magari neanche da top 20, ma da rispettabilissimo top 30.
P.s. Se sei tu Luca Quinzi sotto mentite spoglie, scusa la franchezza 🙂
@ quinzino (#685095)
La mia era un considerazione generale. Il padre di Quinzi sarà anche degnissima persona ma volevo solo sottolinere il fatto che tanti bambini tirano calci a un pallone e\o prendono in mano una racchetta in primis per divertirsi poi vengono fagocitati dai genitori che li privano del divertimento per buttarli nella “professione” e farli diventare quello che “loro” nella vita non sono riusciti ad essere.
Se qualcuno di questi ragazzi ha le qualità e ama lo sport che fa sono il primo a dire che andrebbe sponsorizzato ai massimi per puntare al vertice
@ Al sig. Quinzi
Spero che non abbiate lavorato sul potenziamento della catena posteriore per “sistemare” la postura, quella va lasciata stare (no dorsali e lombari), altrimenti a breve i nodi verranno al pettine! 🙁
@ GOERGEStuttalavita (#685037)
ti dò solo un consiglio… rileggiti l’intervista perchè secondo me molte cose ti sono sfuggite… a me sembra un genitore modello…
Uno che primeggia la classifica mondiale da under 14, 16 e 18 con 2 anni di anticipo, cosa deve ambire??? A fare una capatina nei top 100??? Poi se son rose fioriranno, ma mi sembra il minimo ambire ai top 10! Se migliora? L’anno scorso, ha iniziato a vincere dei G4/5, ed usciva al primo turno dei GA! Ora vince già i GA e ha battuto come miglior scalpo il numero 218 ATP Estrella! Che settimana scorsa ha battuto kukushkin! E non venitemi a dire che uno perde volutamente contro un sedicenne! Ultima cosa, ribadisco, che quando Quinzi avrà 20/22 anni, la sua carriera non si scontrerà con Federer Nadal Djokovic, Murray, Ferrer etc… Forza GQ!!!!!!
Se aspiri a fare l’astronauta magari poi riesci a fare il pilota di linea. Ma se ambisci a diventare tranviere magari non riesci nemmeno a prendere la patente. E poi grazie a Dio sognare non costa nulla. Vai GQ, io ti sogno n. 1
@ Roberto Commentucci (#685029)
meglio parlare di tennis va 🙂
@ solotifo (#685025)
Guarda che l’italiano con l’ambizione di raggiungere il top nell’articolo è il padre non il figlio. E di quei padri che portano i figli a giocare a tennis o a calcio con l’ambizione di farne un N° 1 non ne mancano di sicuro
Intanto GQ si è cancellato dal G2 di Halle, dove invece sarà presente Napolitano.
A quanto ne so Gian andrà comunque ad Halle per allenarsi sull’erba, prima di giocare Roehampton e Wimbledon.
Come direbbe un mio caro amico di Roma…………..”ma che te rode………..”.
Finalmente un italiano che ragiona con l’ambizione di voler raggiungere il top. Non ne posso più della mentalità sparagnina dei nostri connazionali che si accontentano dei primi risultati, felici di essere tra i primi 50, specialisti solo della terra battuta, come se il tennis fosse solo quello giocato sul “rosso”.
Bisogna puntare al top, poi se arriva bene altrimenti potrà sempre dire di averci provato.Comunque a titolo di cronaca in questi giorni il ragazzo si sta allenando a casa sua e stanno lavorando molto sul servizio e il gioco a rete.
L’unica cosa che mi è piaciuta di questa intevista è che il padre di GQ dichiara che il ragazzo non legge i post di commento su di lui su Internet. Speriamo, non gli farebbe bene sentire così tanta pressione e aspettative.
Siccome però, ne sono quasi certo, il padre di GQ leggerà questa intervista (e questi post), umilmente gli dico che un top20 (stabile) a fine carriera ha guadagnato tranquillamente 8-10 milioni di eruo.
prima di fare certe affermazioni ,io ci andrei cauto,visti gli innumerevoli giocatori bruciati ,le parole del padre mi sembrano fuori luogo,o per lo meno dette da uno che invece di far ragionare il buon senso, sia infatuato del figlio e di tutti quelli che gli stanno attorno
Continuiamo così facciamoci del male…
Io ribadisco che uno stabile ingresso nei primi 20 giocatori del pianeta non sia un’obiettivo minimale e che un sano realismo non faccia male anche a tutti i giovani che si approcciano al tennis.
L’obiettivo Nadal è alla portata di pochi, gli altri dovranno attrezzarsi alla vita di tutti i comuni mortali se non vorranno diventare dei disadattati. Fine del pistolotto e su Quinzi vi lascio la palla che 400 post conto i 10 della Vinci o di Seppi non li merita ancora
a domanda provocante (per non dire peggio) si risponde in modo provocante. ciò che mi sembra chiaro è che sono chiare le enormi difficoltà che arrivare a certi livelli comporta.
credo tuttavia che nessuno sportivo si debba porre dei limiti: questi sono al momento sconosciuti a me, a te, a lui stesso, al padre e a tutti i tecnici del mondo.
ma che delirio di onnipotenza
l’ambizione è la base di OGNI sport quando lo si approccia dal punto di vista agonistico
senza di quella non vai da nessuna parte.
anzi secondo me nel sue enturage sperano diventi il nr. 1 al mondo
non ci riuscirà ma guai se non lo pensassero
pensate che la la famiglia nadal, o federer, o chiunque altro non pensassero la stessa cosa?
@ GOERGEStuttalavita (#684990)
Censurato. Quinzi non si può proprio toccare. E che è ? un monumento nazionale? Per adesso è sotto i 1000. Gli auguro ogni bene ma qui
ci si sta proprio esaltando di brutto. L’astinenza da tennisti campioni è peggio che quella da droghe pesanti
@ quinzino (#684979)
Dici bene, il tennis maschile è un’altra cosa e quinzino dovrà rosicare altri ossi che una Goerges al maschile. Se facesse la carriera di un seppi 24….
Molto interessanti le parole sullo sviluppo fisico del ragazzo. Basta un minimo di lavoro sulla schiena e poi, terminata la fase della crescita, si può lavorare sullo sviluppo muscolare. Fisicamente mi sembra già piazzato bene.
Chi riesce a spiegarmi in altre parole “serve una maggiore pulizia tecnico/tattica”?
Capitolo obbiettivi. Se non si può sognare in grande con un prospetto di questo livello significa che tanti anni di delusioni ci hanno reso un popolo tennisticamente triste e rassegnato.
@ alberto1 (#684972)
Immagino che a 16 anni si possa migliorare tecnicamente o è già troppo vecchio? Mi pare che Nadal migliori ancora e ha 26 anni. E dire che i genitori non si fanno vedere mai nei tornei. E’ stancante stare sempre a leggere attacchi gratuiti. Fortuna che il giovanotto sta quasi sempre all’estero. Beato lui.
Spero finalmente che alcuni smettano di scrivere la classica frase:NON METTIAMOGLI PRESSIONE:Avranno capito che in nostri post contano solo per parlare di tennis tra di noi?Secondo me un qualche megalomane c’e’ ancora!
@ GOERGEStuttalavita (#684974)
vero che il tennis maschile è un’altra cosa… ma se c’è arrivata miss passarella Goerges nelle 15… non vedo perchè non possa ambire ai top ten uno che vive per il tennis e lotta su ogni palla…
Se se…il giovane più promettente delle classi ’94, ’95 e ’96 e dovrebbe firmare per top20? Ma non farmi ridere…
Poi se lo scricciolo Volandri senza servizio è arrivato al n° 25 non vedo perché Quinzi che ha vinto il Bonfiglio e una vagonata di altri tornei a 16 anni ed è gia attorno al 1000 atp con 2-3 futures giocati, non possa ambire ad arrivare nei top ten.
@ GOERGEStuttalavita (#684974)
Senza ambizione non si va da nessuna parte. Se non ci avesse creduto non avrebbe speso chissà quanti soldi per farlo giocare a tennis in giro per il mondo.
Il numero 20 gli starebbe stretto ? Delirio di onnipotenza.
Firma subito che fra qualche anno ti va stretto anche il 100
sono daccordo con l’ultima affermazione, ma mi sembra che il padre di quinzi si sia amontato un pò troppo la testa, cosi come il figlio, cosi come molti appassionati di tennis. ora vince molto grazie alla sua solidità mentale (per carità, finalmente un italiano non fragile mentalmente è una benedizione), che gli altri udnder 18 non hanno, ma i suoi colpi non sono davvero niente di speciale, soprattutto quel dritto così estremo, se trova uno che non sbaglia come lui non so…Ad esempio quel ragazzo che era in finale con lui al Bonfiglio giocava tecnicamente molto bene e con colpi davvero potenti e penetranti, ma sbagliava troppo, se quello inizia a non sbagliare piu son dolori
da: ilgiornale.it
Il tennis italiano giovanile sta vivendo a Milano una stagione positiva, che apre interessanti prospettive. Con il marchigiano Gian Luigi Quinzi ha conquistato due settimane fa il trofeo «Bonfiglio» internazionale under 18, oggi ha l’opportunità di raddoppiare con Filippo Baldi nel trofeo «Avvenire» under 16.
Sono 43 anni che un azzurro non vince la competizione al TC Ambrosiano, l’ultimo e unico è stato l’alessandrino Ettore Fontana nel 1969 che da allora ha un albo d’oro molto prestigioso con i successi, fra gli altri, di Borg, Lendl, Cash, Edberg, Ivanisevic e in tempi più vicini Del Potro. Sui campi di via Feltre sono transitati anche Federer e Djokovic.
Filippo Baldi, pavese che si allena a Vigevano con il coach Stefano Dolce, numero 53 nella classifica mondiale di categoria, affronta oggi in finale l’argentino Lautaro Pane, numero 124, che giunge all’epilogo con un cammino autoritario, non ha perso nemmeno un set e ha lasciato agli avversari pochi game, soltanto due con il duplice 6-1 all’ucraino Lebedin, testa di serie numero 2 e tecnicamente favorito. Baldi ha conquistato la finale sovvertendo il pronostico contro il cipriota Chrysochos, numero 5 nel ranking mondiale e grande favorito.
Perduto il primo set 6-4 e sotto 3-1 nel secondo l’azzurro ha rimontato con autorità pareggiando il conto 6-4 e terminando in scioltezza 6-2 esprimendo un gioco in progresso, colpi profondi e veloci con opportuni rallentamenti e improvvise accelerazioni.
prossimamente top 100 😉