Gasquet vs Dimitrov, l’essenza del tennis (di Marco Mazzoni)
Giovedì pomeriggio, Parigi.
Gli occhi dei media e degli appassionati di tennis che avevano gioiosamente invaso il Roland Garros erano concentrati sul campo centrale, dove andava in scena un match eroico tra il gigante John Isner e “Paul-o” Mathieu, enfant du pais con alle spalle una “triste” storia di looser dopo epiche battaglie. Ma un match troppo intrigante era in programma sul Lenglen per passare inosservato ai gourmet del nostro sport: “diamantino” Gasquet vs Grigor Dimitrov, bulgaro dal tennis federeriano. Seguire quest’incontro è stata un’esperienza rigenerante.
L’essenza del tennis ha ripreso vita in questo match, dominato da colpi d’altri tempi e movenze eleganti. Non brutali aggressioni alla palla a suon di arrotate assassine, sul canovaccio oggi stancamente consueto nella maggior parte dei match; ma una sinfonia di cambi di ritmo, aperture di campo, variazioni e discese a rete. Due rovesci classici a una mano, a muovere il gioco e suoi tempi; due dritti molto vari, capaci di pennellare traiettorie inconsuete e spesso imprevedibili.
Una classicità che ha illuminato il cielo prima grigio di Ville Lumiere, strappando applausi ad un pubblico colto e raffinato, che sottolineava con sospiri prolungati le traiettorie più belle e applaudiva convinto ogni soluzione balisticamente ardita, anche del rivale di Gasquet.
Il match è stato anche condito da errori e pause, ed è di fatto durato 1h e 53 minuti, fino alla rincorsa assassina e scelleratamente coraggiosa del bulgaro che gli è costata un crampo violento, e di fatto il match. Grigor stava servendo per il secondo set dopo aver vinto il primo per 7-5, e lo sguardo perso di Richard tra un punto e l’altro facevano presagire una vittoria (meritata) per il giovane 20enne bulgaro, più vivace, propositivo e coraggioso. Dopo l’intervento del medico Grigor ha cercato inutilmente di restare in partita, ma il francese ha portato a casa il match in 4 set. Restano quelle due ore di tennis sublime, dove i due attori hanno dato vita ad uno spettacolo d’altri tempi, interpretando in modo classico lo sport della racchetta. La palla correva un filo di meno, ma non come punte di velocità assoluta ma per la scelta di variare di continuo i ritmi di gioco.
In uno stesso scambio si passava da un palleggio di studio sulla diagonale di rovescio mischiando top, colpi piatti e back a improvvise accelerazioni lungolinea, con palle di altezza, velocità, angolo e rotazione molto diverse. Ogni centimetro del campo è stato esplorato, attaccando la rete o smorzando palle delicate, e via un’accelerazione piatta definitiva con traiettoria mozzafiato. Risposte vincenti improvvise, attacchi in contro tempo, il tutto in modo imprevedibile. Che bellezza! Quasi un salto all’indietro di almeno 20 anni, se non di più. La diversità di questo incontro è stata soprattutto nella capacità dei due talenti di esplorare il campo e le situazioni di gioco nella sua interezza, sorprendendo per il continuo variare di schemi e situazioni.
Non un punto uguale all’altro a ricordarci che il tennis è nato come gioco che esalta destrezza e fantasia, non come un brutale match “di boxe” armato da racchette e imbruttito da continui e violenti scambi di mazzate in topspin. Sul Lenglen s’è rivisto un tennis puro, completo, una delizia per palati fini e cultori del gioco (e malissimo che pochi giornalisti erano presenti… Se non tramandiamo noi l’essenza del gioco, chi lo farà?). Solo il campo intitolato alla Divina meritava un così alto spettacolo, un giusto omaggio a chi elevò uno sport agli albori ad arte. E lei lassù avrà sorriso compiaciuta…
Da Parigi Marco Mazzoni
TAG: Dimitrov, Gasquet, Roland Garros, Roland Garros 2012
Alcuni di voi sono molto faziosi 😛
Articolo e tennisti stupendi, ma ” non sempre l’arte paga”.. il motivo è che il caro Richard non ha le PALLE per arrivare più in alto e vincere! Vedremo se le avrà Dimitrov..
Federer ce le ha, abbinate allo sconfinato talento, quindi esaltare Gasquet e criticare Nadal o Djokovic è stupido.
Come nel calcio è vietato toccare il pallone con le mani, dovrebbe essere vietato nel tennis il rovescio a 2 mani… ke kimera, vero?
Bello
Articolo meraviglioso. Chapeau marco
Bell’articolo. Complimenti ! Peccato che me lo sono perso, l’incontro.
L’ho appena letto.
Articolo bellissimo. Complimenti.
Gasquet è Gasquet…
Arte allo stato puro!!! E non sempre l’arte paga, purtroppo…
Molto bello. Condivido. Spero che Nadal, Diokovic, Murray e compagnia smettano alla svelta e nascano altri 10 Dimitrov e Dologopolov.
a marco: nessuno lo ha paragonato a KING ROGER. quello che scrivi è limitativo e forse non hai seguito la partita. in ogni caso non hai speso una sola parola per dire che comunque, emulo di federer o meno, dimitrov, e questa non è una semplice mia opinione, sia un talento naturale ed eccezionale, visto quello che mediamente offre il circuito odierno ed insieme a gasquet, ha espresso un TENNIS da manuale che raramente si riesce a vedere oggigiorno…
Dimitrov è sulla strada buona per diventare stabilmente un top 10.
complimenti,articolo stupendo!!
DIMITROV PUò AVERE I TOCCHI DI FEDERER,MA PARAGONARLO A LUI è UN’UTOPIA,NON HA VINTO NULLA E HA 21 ANNI,SE GIOCASSE ALLA NADAL MAGARI AVREBBE QUALCHE TITOLO IN PIù,PERCHè VOLER IMITARE FEDERER è CONTROPRODUCENTE,DI Rè C’è NE SOLO UNO!KING ROGER
Emozionante. Complimenti.
Bellissimo articolo, completamente d’accordo.
Peccato soprattutto che il match vero sia finito sul 5-4 del secondo perchè c’erano tutte le premesse perchè i due ci regalassero altre ore di un tennis sublime, e ahimè oggi abbastanza raro.
Speriamo che questo ragazzino bulgaro trovi al più presto la strada giusta perchè i piani alti del tennis hanno bisogno di un talento così puro.
mazzoni, mi congratulo con te per lo splendido servizio…anch io essendo ormai un 45enne..ed avendo cominciato a seguire il tennis a meta degli anni 70 sulla scia delle gesta eroiche dei nossti moschettieri piu il giovane di allora gianni ocleppo,sono toccato nelle corde mie piu intime dal profumo del tennis old style..seguire gasquet e dimitrov sembra in effetti di riportarsi ad allora dove la capacita tecnica nel produrre effetti da un attrezzo di legno era la filosofia intrinseca di questo sport che nacque non dimentichiamolo c ome gioco essen zialmente con questa finalita….-
un articolo degno dell’eleganza e creatività del tennis commentato. Complimenti