Uno Sventaglio di Tennis: Lenti come la terra
Uno Sventaglio di Tennis – Numero 23 – Mercoledì 28 Marzo 2012
Occorre svegliarsi di tanto in tanto e ricordare di non confondere umiltà con mediocrità. Accade che il nostro Paolino Lorenzi porta a 6 il numero dei top 100 italiani e, di colpo, federtennis e appassionati “filo-fit” consumano le loro mani a suon di sordi applausi.
Il fatto che un tennista come Lorenzi, classe ’81, ritorni nei 100 non può essere certo l’indice di un movimento “che si sta ritrovando”. L’Italia è in attesa del Messia da troppi anni e appare sempre in affanno rispetto ad altre realtà europee (e non) che fanno scuola senza aspettare. Non è un caso se i top 20 sono un miraggio per gli azzurri da troppi anni.
Le uniche emozioni degli ultimi mesi, in termini di rankng, sono firmate da Lorenzi e Cipolla. Tennisti da pane, challenger e qualificazioni poco inclini alle telecamere ma estremamente efficaci nello sfruttare i loro mezzi.
Dopo la parentesi americana di Marzo raccogliamo solo qualche briciola con la vittoria di Cipolla su Davydenko (o suo fratello?) agli Australian, la finale esclusivamente terraiola di Volandri in Brasile e il challenger vinto da Elettrocardiogramma-Bolelli. Un annata misera per il momento.
Oltre ad essere palesemente in difficoltà sul veloce, i nostri condottieri hanno un serio problema chiamato CEMENTO AMERICANO.
Nel circuito oltre agli US Open si giocano ben 4 Master sul cemento outdoor nordamericano: Indian Wells, Miami, Canada e Cincinnati. Oltre due mesi di tennis complessivo se si contano le qualificazioni.
Come si sono comportati i nostri negli ultimi 5 anni?
I migliori risultati nell’Open riguardano Seppi e Cipolla (entrambi terzo turno nel 2008) e nei Master sempre Seppi raggiunge il massimo con l’ottavo di Cincinnati 2008. Avete capito bene: in America da oltre tre anni nessuno è capace di vincere 2 match consecutivi nei tornei che contano!
Il bilancio è simile a quello del crack-Parmalat
Seppi (12w-19s), Fognini (5-13), Starace (2-14), Bolelli (3-10), Cipolla (3-7), Lorenzi (1-4), Volandri (0-3), Stoppini (0-1). Nel 73% dei casi l’azzurro di turno perde, quanto basta per scommeterci su 10 euro.
Le cause di questa malattia a stelle e strisce possono essere tre:
1) volontà di fare la trasferta per l’assegno del primo round
2) scarsa preparazione sul cemento nelle settimane che precedono questi appuntamenti
3) infanzia terraiola
Cercando di entrare sempre più nello specifico si deve sottolineare come Starace e Volandri sono stati troppo tempo sui campi in terra in tenera età. Fognini e Bolelli hanno qualcosa in più sul piano tecnico ma tra crisi, infortuni e colpi di testa sono lontani anni luce dalla continuità. A Cipolla e Lorenzi non si può chiedere di più.
E Seppi? Indubbiamente sul veloce riesce a fare qualcosa di più dei suoi colleghi anche se il suo problema non è legato esclusivamente agli States ma ha un nome ben preciso: PRIMO SET.
Quest’anno l’altoatesino che tanto ci faceva sperare dopo l’ottimo finale 2011 non ingrana. Il suo problema sembra sempre il solito, nonostante l’esperienza sul circuito che inizia ad essere consistente: su 16 match giocati, 11 primi set persi.
Siamo ancora convinti di essere “un movimento in ripresa”? Possiamo avere anche 8 top 100, ma fin quando qualcuno non abbozzerà un minimo di continuità o un risultato importante nei tornei che contano, sono lontani sia i top 20 che il concetto stesso di “ripresa”.
Alla prossima,
Andrea Martina
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@ DOPPIOMISTO (#641415)
Anche Bracciali, Navarra,Nargiso,Pozzi etc. Se uno vuole giocare da rapido può farlo anche se italiano. Inoltre nessuno vieta a chi vuole crescere sul cemento ed è facoltoso di andare in Florida come i giovani Giapponesi!Si deve viaggiare naturalmente.
Mah, continuo a pensare che la disquisizione terra/veloce non abbia un gran senso. E’ un problema di tennisti. Panatta è nato in Italia eppure ha ottenuto eccellenti risultati anche sul veloce (vittoria a Stoccolma, quarti a Wibledon, ecc.). Barazzutti ha fatto semifinale all’US Open. Ocleppo era più forte sul veloce. Camporese ha vinto a Rotterdam. Sanguinetti ha fatto finale a Delray Beach e Milano, sul veloce, e quarti a Wimbledonm, ecc.
Ferrer, Monaco, Almagro & company ottengono risultati anche sul veloce ( ?!) semplicemente perchè oggi si gioca dappertutto allo stesso modo : chi tira più forte vince, nella mediocrità assoluta.
In questo contesto, triste per tutto il tennis, i nostri sono semplicemente meno forti, e un pò più mediocri, di Ferrer, Monaco, Almagro & company.
@Chemical,
anche se forse l’argentino ha una base che i nostri terraioli si sognano, l’esempio Juan Monaco è ottimo. Aberrazioni sparse a parte, il problema è chiaramente di tradizione, mezzi e mazzi. Ma il resto, e tanto, lo fa anche l’attitudine conservativa di molti dei nostri. Sta proprio nel Dna. Se hai voglia e cojones per non “accontentarti” di una carriera da ottimo top 60/70 che costruisce la sua carriera per il 95% su tornei terricoli, ma continui a lavorare e migliorarti (anche a 27/28/32anni anni), ti chiami Juan Monaco e tanti altri. Altrimenti resti Starace o Volandri. O, temo, Fognini, se continuerà a credersi McSafin. Tennisti che anche in un periodo in cui tra palline e campi veloci sempre meno veloci la forbice tra le specializzazioni si è assottigliata, sul rapido rimangono assolutamente impresentabili a certi livelli.
Per il resto, meglio dormire.
(ancora scosso da Nocerino che salta Messi).
ma tu proprio non ci riesci mai a collegare il cervello con la tastiera? 🙂
In Alto Adige l’investimento pro capite di comuni e provincia autonoma in strutture sportive (non solo nel tennis, quindi, il mio era un discorso sulle strutture sportive in generale, ma non mi aspetto che tu ci arrivi) è oltre il triplo rispetto alla media italiana.
E comunque anche per il tennis ci sono ottime strutture, un sacco di piccoli palazzetti dove si riesce a giocare anche in inverno. Ne ricordo uno a Solda splendido, ad esempio. Non mi riferivo alla superficie dei campi, ma alla disponibilità di strutture pubbliche.
Siamo messi da schifo se il più cliccato maschietto del sito è uno junior di nome Quinzi. Chi vive sperando muore….Inoltre tutti i tennisti nei 100 hanno l’anagrafe che gli rema contro. Fra 2-3 anni deserto dei tartari nei top 100, femminucce comprese (Errani esclusa)
A me sembra che i nostri azzurri non siano poi così male.
E ricordiamoci che l’anno scorso Seppi ha vinto un torneo ATP!
Quindi, mica stiamo parlando di nullità.
Il panorama del tennis maschile attuale è tristissimo e quando una quindicina di giorni fa l’ho scritto è saltato su un david qualunque, che peraltro ha commentato anche questo articolo, a chiedermi dove vivevo dato che 6 dei nostri nei cento era da tempo che non li avevamo, io gli ho risposto che vivevo sulla terra e che saremmo andati ad IW e a Miami a fare le comparse, come sempre, e così puntualmente è avvenuto….
Brutto momento davvero, speriamo nei ragazzi del ’95 e del ’96, altrimenti son cavoli…
Ciao david, tu dov’è che vivi???
Una cosa però dobbiamo capire bene. Se abbiamo questi tennisti in una buona classifica costruita spesso su tornei terraioli di casa vuol dire che abbiamo più tornei degli altri di una certa importanza seppur piccoli. Ora perchè la Germania che ci sovrasta come campi organizza meno di noi questi eventi? Noi siamo buoni solo a creare piccoli tornei poi vinti da altri? 🙂 Abbiamo il sole e lo scenario ma gli altri hanno solo la quantità amatoriale?
Ragazzi ma cosa dite?! Ma lo sapete che dal 45 posto cioè Seppi all’ 84 cioè Cipolla noi e solo noi abbiamo ben 6 e ribadisco 6 giocatori!! Nessuno riesce a tenere il nostro passo, le uniche che limitano i danni sono Spagna con 4 giocatori, Belgio con 3 e Argentina e Croazia con 2, si evince che basta mettere una regola che impedisce di giocare la Davis ai primi 44 giocatori al mondo e la Davis la vinciamo a mani basse, potendo anche schierare come si fa nello sci di fondo Italia 1, Italia 2 e Italia 3!! 😆
Appunto se il tennis è meno popolare relativamente ad altre nazioni o nasce il fenomeno isolato oppure in media avremo giocatori meno bravi degli altri più avanti nella popolarità e diffusione dello sport. Un pò come se volessimo confrontarci nel baseball con il Giappone con Cuba o con gli USA, ci sarà qualcuno bravo ma in media faremo molto meno di chi ha in quello sport un qualcosa di più diffuso e praticato. O come se volessimo il fenomeno dei 100 metri piani con poche piste di atletica e senza grande attività scolastica. O come se volessimo vincere il 6 nazioni di rugby con il Galles o l’Irlanda che hanno il culto per questo sport! in ultima analisi stante la popolarità minore del tennis rispetto alle altre nazioni possiamo sperare solo che nasca uno molto portato per il tennis figlio di un direttore di Circolo! Come sta quasi avvenendo.
@ Roberto Commentucci (#641315)
ma dove si investe in alto adige nel tennis?????????????????
per andare a giocare a tennis, devi andare nei palloni gonfiabil e giochi sulla terra. L´unica struttura decente e´a Ora, dove c é un campo in cemento, a bressanone e a vipiteno cé il granulato come la terra e a Ortisei paghi lóra 30 euro.
Ma su via…
In alto adige d´inverno da Novembre a meta´aprile non giochi. Per andare a giocare a tennis lo scorso fine settimana sono dovuto andare da ganthaler a Vilpiano in un campeggio.
Si investe forse per lo sci o Hockey sul giaccio e le mele e gli gnomi (VENIAMI GIU´DAI MONTI, DAI MONTI DEL TIROLO, LOACKER CHE BONTA´), ma NON per il tennis. Andreas Seppi e´emerso in un panorama in cui gli sport invernali hanno il sopravvento.
scusa ma hai detto la banzonata dell´anno, se esistessi il tapiro per live tennis …
La Germania ha 80 milioni di abitanti ed un reddito procapite che è di quasi il 25% più elevato del nostro. Inoltre da loro i Lander investono tantissimo nelle strutture sportive a livello locale, un pò come da noi accade in Alto Adige.
La Francia e la Spagna vantano un movimento tennistico storicamente molto più esteso: la Federazione francese ha 1 milione di tesserati, noi ne abbiamo poco meno di 300.000 (e bada bene che li abbiamo comunque raddoppiati negli ultimi 10 anni).
@ Roberto Commentucci (#641310)
Si però il dato quantitativo saliente è che comunque la Spagna che è 1/4 di noi in quasi tutti gli indici economici ha tantissimi campi più di noi e la Germania e Francia ci stracciano completamente! A me sembra troppo basso il numero globale di campi rispetto agli altri.
Come forse saprete questo è un tema che mi sta particolarmente a cuore.
Qualche dato.
In Italia i campi in veloce a disposizione dei circoli affiliati sono poco più di 1000 su circa 10.000.
Nella terraiolissima Spagna sono 7000 (7 volte più che da noi!!!) su 18.000.
In Germania 10.000 su 48.000.
In Francia 15.000 su 33.000.
La ripartizione dei tornei per superficie segue fedelmente la disponibilità di campi. In Spagna oltre il 30% di challenger e futures si disputa sul cemento all’aperto. In Germania e in Francia tra cemento all’aperto e indoor quasi il 50% dell’attività minore è sul veloce.
Lo stesso accade nei tornei giovanili, ovvero gli ITF under 18, e prima ancora i tornei Tennis Europe under 12, 14 e 16: mentre all’estero l’attività agonistica e addestrativa è adeguatamente diversificata per superficie, da noi su 20 tornei internazionali ospitati in Italia solo 1 (Correggio under 14) si disputa sul veloce.
Non stupisce che i nostri giocatori siano obiettivamente più scarsi, oltre che poco avvezzi al veloce. Sono più scarsi perché la precoce specializzazione terraiola ne limita lo sviluppo tecnico, li penalizza nei colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva), nella tecnica di spostamento, nell’anticipo.
Se i nostri giocasero di più sul veloce, fin da bambini, sarebbero tennisti più completi e più forti, non solo sul veloce, ma anche sulla terra battuta (perché banalmente, anche sulla terra, se hai un buon servizio sei più forte di un altro che ha i tuoi stessi fondamentali ma ha un servizio più scarso).
E’ un problema di governance generazionale. Poiché nel tennis le strutture utilizzate dai circoli per l’attività amatoriale sono di fatto le stesse che vengono usate per i tornei agonistici, è necessario avere più campi veloci nei circoli.
Purtroppo però lo zoccolo duro dei soci, molti dei quali di età avanzata, si oppone all’adozine dei campi veloci, in barba alle esigenze dei giovani agonisti e di sviluppo del movimento. E siccome nei circoli comandano quasi ovunque i soci anziani, non c’è nulla da fare.
Insomma, siamo al tipico conflito generazionale, in questo come in molti altri settori della vita del nostro povero paese, in cui giovani precari sottopagati finanziano le baby-pensioni dei 50enni.
Uno scenario molto triste, da cui è difficile uscire.
Il problema non è che abbiamo troppi terraioli ma che abbiamo troppi tennisti deboli ovunque! Magari spesso non sono inferori sul piano strettamente tecnico ma le carenze complessive che limitano le potenzialità privilegiano un Ramos Spagnolo che sfrutta appieno il potenziale che ha e meno uno dei nostri.La discontinuità è anche logica: come fa un Fognini ad arrivare ai quarti a Parigi con una gamba sola ma poi ad uscire mestamente 6-3 6-3 con un mestierante in un challenger 30k? Non è in alcun modo razionale ed accettabile una cosa del genere. Abbiamo la capacità di collocarci in contesti perdenti e in situazioni paradossali (fai i quarti in uno slam, smettila con i torneucoli e sviluppa qualità!) deprimendo le buone qualità che di tanto in tanto facciamo emergere.
@ hoilaseppi (#641216)
Dire di un ragazzo di 21 anni,attualmente al 130 circa(pur con tutti i suoi innegabili limiti)che non entrerà mai nei 100 è un’altra stupidaggine bella e buona,come al solito firmata dall’ineffabile Hoila.
ottimo articolo, ottimi commenti….. ma alla fine, dopo aver preso insulti da tutti, state capendo che qualche ragione ce l’ho pure io…..la rovina del tennis italiano è proprio la terra battuta!!!!
facciamo centinaia di challanger e future tutti sulla terra, i pochi sul veloce vengono disertati tanto che le qualificazioni del challenger di recanati negli ultimi anni le avrei pure potute giocare io!!!! E’ ovvio che le classifiche dei nostri giocatori sono gonfiate perchè giocano tanti tornei in casa sulla terra, dove partecipano soltanto i terraioli, molti punti riescono a guadagnarli, ma guarda caso poi quando si giocano i tornei che contano, anche sulla terra, è notte fonda in quanto arrivano anche i giocatori veri.
Onore a cipolla e lorenzi che con i loro mezzi modesti comunque dimostrano di essere molto piu intelligenti della strgrande maggioranza dei tennisti italiani, mentre i vari volandri giannessi starace ecc ecc….
Sono cose che dico sempre.
I terraioli puri oltre ai nostri sono sempre stati gli spagnoli e i sudamericani. Eppure loro hanno capito che solo sulla terra non si può più giocare. Lo evidenziano i risultati dei vari monaco e ferrer… Con l’applicazione, il duro lavoro e la programmazione, si può giocare su tutte le superfici. Ma bisogna applicarsi fin da giovani.
Io ripeto che oltre a dover organizzare i challenger solo su superfici veloci, c’è qualcosa che non va nei nostri maestri.
I nostri giocatori hanno un servizio troppo debole e non può essere un caso. Anche la cultura di tirare una seconda come una normale rimessa in gioco, senza prendere rischi, è la classica cultura da terraioli, come la posizione sulla risposta e tanti altri particolari…
Siamo totalmente impreparati al tennis moderno ed è una cosa a mio parere incredibile. Buttati via interi decenni, speriamo che si muova qualcosa con le nuove leve.
Sono d’accordo sulle considerazioni complessive evidenziate nell’articolo. Dissento solo su un punto : non penso sia un problema di terraioli, ma proprio di valore dei ns tennisti di vertice. Il loro livello è buono ma nulla più; inoltre molti di loro sono obbiettivamente vecchiotti e alcuni in fase calante. In questo contesto si spiegano le sconfitte in aumento, ad esempi, per Starace che, a mio avviso, perderà molto quest’anno anche sulla terra e anche nei challenger. A fine anno vedrete che non ne avremo molti nei 100. Io penso che Fognini, Starace, Lorenzi e Cipolla usciranno e che Seppi ci andrà molto vicino.
Purtroppo continuamo a non voler imparare…..la vicenda Giannessi sta diventando agghiacciante…..
Seppi continua nel suo percorso di mediocre di livello ( e lo dico con l’amarezza del tifoso) Starace e Volandri sono oramai al tramonto di una onesta carriera (ma sbagliata nell’impostazione), Cipolla e Lorenzi stanno trando il massimo dalla loro carriera. Cosa rimane: Fognini e Bolelli. Insomma tempi bui ci attendono…. Oppure potremmo fare una norma federale che equipara per la stampa i challenger sulla terra ai master 1000. Così potremmo dire che Giannessi è il nuovo che avanza…
Ma Giacomo Miccini che fine ha fatto?
Quali sono i suoi programmi futuri….?
@ Luca C (#641207)
allor adimmo quali giocatori pensi siano competitivi sul duro.
A chi ti riferisci, io non gli conosco, apparte Seppi e forse Cipolla.
Gianessi non entrera´mai nei 100, troppo macchinoso…
Completamente: inutile gonfiarsi il petto riportando con il petto gonfio le sole e poche statistiche favorevoli per il nostro tennis maschile.
Se si approfondisce appena un po’ l’analisi, come fatto nell’articolo, si scopre che i nostri giocatori fanno una maledetta fatica a vincere complessivamente una partita (non dico arrivare alle fasi finali!) nei tornei più importanti) e che la loro classifica è costruita sui tornei minori e sui challenger.
Inoltre l’età media dei nostri top-100 è piuttosto elevata e la quasi totalità di loro ormai ha già toccato il culmine della propria carriera.
L’unico dato positivo è che la maggior parte di loro ha dimostrato di essere competitiva non solo sulla terra ma anche sul duro: ed è stato proprio questo fatto, secondo me, a determinare la loro buona classifica; ad ulteriore conferma che per scalare il ranking essere competitivi su più superfici è quasi indispensabile e che il progetto campi veloci della FIT è una buona idea.
Per il nostro miglior giovane attuale, Giannessi, la strada per i 100 sarà molto più dura avendo lui la sola terra a disposizione.
@ david (#641194)
quello che ci interessa e´il movimento di punta. Che se ne importa averne anche 10 tra il numero 70 e il numero 100. Il tennis che conta si gioca nei top 50, quelli che ti garantiscono la partecipazione nei master series.
E in questo contesto l´unico che può dire la sua e´Seppi, che sarà´quel che sarà´ma sul veloce si fa rispettare. Averne altri come lui, sarebbe importante.
Fognini ha da prendere da tutti…pure dai ballboys
@ Chemical (#641192)
@ Chemical (#641192)
Penso che Fognini abbia da prendere da Monaco, grinta, carattere, costanza
daccordo in sostanza con te. dal punto di vista quantitativo stiamo bene. Abbiamo sei fra i 90 e sette fra i 110. In passato da questo punto di vista siamo stati molto peggio. Dal punto di vista sia della continuita’ sia della qualita’amen…
Ottimo articolo (come al solito del resto) e questa notte mentre in streaming guardavo Roddick-Monaco mi chiedevo: quando mai un italiano (alla Fognini o alla Starace per intenderci) grazie all’esperienza e all’applicazione, imparerà a giocare sul cemento come ha fatto uno dall’infinita “infanzia terraiola” come Monaco…?
il problema di Seppi è sartori.per preparare BENE : la trasferta americana non si è iscritto a Dubai.da Marsiglia dove ha perso con Cipolla fino ad arrivare a Montecarlo sono 7 settimane in cui seppino ha giocato quattro dico 4 partite.ma vi sembra una programmazione logica????