Intervista ad Andreas Seppi dopo il primo successo in carriera ad Eastbourne

Andreas Seppi classe 1984, n.38 del mondo

Intervista di ATPWorldTour ad Andreas Seppi dopo la vittoria di Eastbourne. Un Grazie a Jerzy N.1

Avresti mai pensato di vincere il tuo primo torneo proprio sull’erba?

“
No, proprio no. Anche se avevo già ottenuto buoni risultati sull’erba: ho raggiunto una semifinale a Nottingham e due volte il terzo turno a Wimbledon. Mi piace sempre giocare sull’erba, ma non mi aspettavo di vincere il mio primo titolo su questa superficie”.

Da quando sei divenuto Pro nel 2002 hai giocato quasi 200 tornei nel tour. Cosa si prova ad avere finalmente rotto il ghiaccio?


“È una bella sensazione. Era appena la mia seconda finale. Ho giocato parecchie semifinali e sono andato molto vicino al titolo a Gstaad nel 2007, dove ho servito per il match e ho finito per perdere 7-5 al terzo. Sicuramente è una sensazione molto particolare vincere il primo titolo. Spero di potermelo godere per parecchi giorni”.

Laurence Tieleman è stato finalista al Queen’s nel 1998. Gli Italiani però non sono certo famosi per le loro prestazioni sull’erba. Come ci si sente ad essere uno specialista dell’erba?


“Specialista è una parola grossa! Ma come ho detto, mi piace veramente giocare sull’erba e ho sempre creduto di poter giocare bene su questa superficie. È una bella vittoria per me e spero di far bene in altri tornei nel proseguo della stagione”.

Cosa hai fatto di particolare in questa settimana per riuscire a vincere 5 match in fila e poter sollevare il trofeo a fine torneo?


“Penso di aver servito molto bene durante tutta la settimana. E di aver risposto altrettanto bene. Penso che questi siano i due colpi più importanti su erba. Inoltre c’era un bel po’ di vento durante questa settimana e per questo ho cercato di giocare un po’ più al centro, di non rischiare troppo e giocare in modo “solido”.

La tua ultima finale è stata Gstaad 2007 – hai sempre creduto che sarebbe giunto questo momento?


”Certo è passato un bel po’ di tempo ed inoltre quella finale era giunta inaspettata, perchè venivo da un periodo in cui non stavo giocando particolarmente bene. Penso di aver accumulato molta esperienza negli anni seguenti e di aver migliorato il mio tennis, perciò ho sempre pensato: “probabilmente avrò un’altra possibilità”. Questa settimana sicuramente mi sarà d’aiuto per il resto della mia carriera”.

Tu sei molto solido su tutte le superfici. Qual’è la tua preferita?


“Sicuramente ho ottenuto i miei migliori risultati sulla terra, anche perchè in Europa giochiamo la maggior parte dei tornei su questa superficie. Perciò gioco volentieri sulla terra; penso sia la superficie sulla quale gioco meglio. È strano che la terra sia la mia superficie preferita ed io abbia vinto il mio primo torneo sull’erba! Penso di riuscire ad esprimere un buon tennis su ogni tipo di superficie. Dipende sicuramente da come mi sento in quel momento. Cerco sempre di dare il meglio su ogni superficie”.

Al momento ci sono tre giocatori italiani tra i top 50; qual’è la situazione del tennis italiano?


“Sicuramente abbiamo buoni, solidi giocatori. Fognini a Parigi, al Roland Garros, ha raggiunto i quarti dopo molti anni in cui non c’era più riuscito nessuno. È stato sicuramente un bene per noi. Penso che in Italia, per creare più movimento, ci sia solo bisogno di un giocatore che arrivi tra i Top 20 o Top 15. Abbiamo solo bisogno di un giocatore veramente forte”.

Hai appena vinto il tuo primo titolo… quali sono i tuoi obiettivi per il resto della stagione?


“Penso che i miei obiettivi non siano cambiati. Cerco sempre di dare il massimo e di divertirmi quando entro in campo. Spero solo di non avere infortuni per il resto dell’anno, questa è la cosa più importante. Tutto qui”.

C’è qualcuno che agli inizi della tua carriera ti ha aiutato in modo particolare per riuscire ad ottenere questi risultati ? Avevi qualche idolo quando eri giovane?


“Non proprio… Certamente avevo degli idoli. Il mio giocatore preferito era Yevgeny Kafelnikov; anche lui era un buon giocatore sull’erba! Ma non avevo una persona che mi fosse proprio d’esempio. Desidero però ringraziare i miei genitori, perchè da giovane mi hanno lasciato scegliere autonomamente tra sci e tennis. Non mi hanno mai creato pressioni e penso sia stato un bene per me dovermi assumere le mie responsabilità. Penso che ciò sia d’aiuto anche in campo, quando bisogna decidere il da farsi. Penso sia molto importante”.