
Cilic: “È necessario essere umili per tornare al top, ma ancora mi diverto in campo. Nei miei migliori anni c’erano così tanti campioni che vincere un M1000 era quasi impossibile”


Marin Cilic sta lentamente cercando di risalire la china dopo gravi problemi al ginocchio che l’hanno costretto a due operazioni e 20 mesi di stop. A 36 anni, con uno Slam in tasca (US Open 2014) e un best ranking di n.3 (gennaio 2018), molti si chiedono dove il croato riesca a trovare la motivazione per battagliare nel duro tour Challenger invece di pensare ad una pensione dorata. La risposta l’ha fornita Marin in una bella intervista rilasciata al collega Fernando Murciego di puntodebreak: si diverte ancora tantissimo a giocare a tennis. Quella sensazione che si prova stando in campo a competere è un’iniezione di energia e spinta vitale che non trova altrove e lo porta a spingere al massimo per tornare stabilmente nei grandi tornei e provare ancora a togliersi qualche soddisfazione. Cilic considera la vittoria su Federer a US Open il suo capolavoro e tra Alcaraz e Sinner sceglie lo spagnolo, per la sua grande creatività in partita. Afferma anche che il livello di gioco toccato nei suoi anni migliori era superiore a quello attuale per la quantità formidabile di campioni, tutti al loro picco. Ecco i passaggi più significativi dell’intervista di Cilic.
“Perché gioco i Challenger? Mi diverto e ho un obiettivo a lungo termine. Al momento la mia classifica è quella che è: sono sotto i primi 100 dopo essere stato fuori per quasi 20 mesi a causa di un doppio intervento chirurgico al ginocchio” racconta Cilic. “Non è facile ma questo è il tennis, uno sport estremamente complicato in cui puoi perdere l’intera classifica in un solo anno. È qui che arriva il momento di cominciare a ricostruire partendo da zero, giocando nel circuito Challenger. Bisogna essere umili per tornare al top, accettare questa transizione all’interno del tour, anche se oggi più che mai si percepisce il rispetto che tutti i giocatori hanno per ogni livello. Sono entusiasta di migliorare ogni giorno. Sono felice in campo, quindi vedremo cosa mi riserva il futuro”.
L’esempio di Wawrinka, ancora a battagliare ogni settimana a 40 anni compiuti, ispira il croato? Pensa di seguire le orme di Stan? “Perché no? Non si sa mai cosa la vita ha in serbo per noi, soprattutto dopo aver visto come sono finite le carriere di Rafa, Roger e Andy. Puoi stare bene, ma un piccolo dettaglio può far finire tutto. È impossibile sapere quando arriverà la fine, quindi cercherò di continuare a divertirmi e di sfruttare ogni opportunità. Fortunatamente, sono circondato da una squadra fantastica e anche dalla mia famiglia, che viaggia con me ogni volta che può. Mi diverto anche in questi tornei più piccoli, ma ogni settimana c’è una nuova battaglia, tutti inseguono lo stesso successo, soprattutto i più giovani che sembrano più affamati di prima”.
Oltre alla gestione del fisico, per un campione come lui non deve essere facile accettare questa nuova realtà e motivarsi mentalmente… “Mentalmente vedo le cose in modo molto positivo. Continuo ad amare il tennis, così come la mia famiglia e la mia vita privata. Quindi direi che la parte più difficile è mantenersi in salute, anche se un pizzico di fortuna è sempre necessario per riuscire a portare a termine ogni allenamento. Dopodiché bisogna mangiare bene, riposare quanto basta, ecc”.
Tornare in top10? Marin pensa e poi afferma: “Posso immaginarlo e non come impossibile. Prima di tutto mi piace pensare a quanta strada ho fatto nella mia carriera e a tutto ciò che ho realizzato. Ho sempre avuto una grande stima di me stesso come tennista. Sono un giocatore che, se raggiungesse il massimo livello, credo possa ancora competere con i migliori. Anche questa stagione, dopo le esperienze vissute a Doha e Dubai, dove ho giocato grandi partite e battuto grandi avversari, sono tornato con molta fiducia nelle mie capacità. Cerco di fissare buoni obiettivi, di mantenere la motivazione per continuare a lavorare, per continuare a progredire. Il tempo dirà fin dove potrò arrivare, ma prima devo recuperare un po’ di posizioni in classifica”.
Uno Slam vinto, n.3 del mondo, finale a Wimbledon e Australian Open, semifinale a Parigi… eppure quando si parla dei migliori della sua era pochi inseriscono Cilic nel club dei top. Una mancanza di considerazione che il croato avverte e considera ingiusta? Onesta e interessante la sua risposta: “Sì e no… Nel corso della mia carriera ho sempre accettato i miei alti e bassi, ho accettato che non sarei sempre stato al top, questo è stato uno dei grandi ostacoli che mi ha impedito di rimanere a lungo vicino alla top 5 mondiale. Certo, ho avuto momenti incredibili in certi tornei, ma se si guarda alle prestazioni di una stagione intera, ho sempre sofferto di troppi alti e bassi, momenti favolosi ma anche brutti periodi. Penso di aver mostrato il mio massimo livello con buona costanza tra il 2016 e il 2018 ed è questo che mi ha spinto a essere nella top 10. Per quanto riguarda il riconoscimento da parte della gente… lo sento, anche se non è qualcosa di enorme. Non mi lamento, mi piace, so di aver giocato con alcuni dei migliori tennisti di tutti i tempi e di aver detto la mia“.
Per Cilic i migliori dei suoi tempi avevano più varietà di gioco rispetto ai quelli attuali: “Oggi i migliori sono diversi, sia mentalmente che tennisticamente, rispetto a quelli che comandavano nei miei anni migliori. I giocatori di oggi hanno uno stile più simile, forse trovavi più varietà nei tennisti di 15 anni fa. Gasquet, Monfils, Tsonga, Roddick, Roger, Rafa, Andy, Novak, Del Potro, Nalbandian, Berdych, Ferrer… solo questa lista è una combinazione molto varia, così come un gruppo di giocatori che hanno raggiunto un livello di costanza incredibile. Come livello complessivo? Non è un tema facile da affrontare, ma penso che nei miei migliori anni giocavo contro gente come Roger, Rafa, Novak, Andy, Stan, Del Potro… tutti questi hanno giocato il loro miglior tennis nello stesso momento, è qualcosa di unico. Era praticamente impossibile vincere un Masters 1000 per giocatori del calibro di Davydenko, Berdych o Ferrer, atleti formidabili che avrebbero vinto una moltitudine di tornei in questa categoria. Adesso abbiamo Alcaraz e Sinner, che sono ancora molto giovani, ma stanno progredendo bene. Sono loro a guidare il cammino, è una nuova generazione, quindi vedremo. Solo il futuro ci dirà se saranno una generazione migliore oppure no”.
Altra considerazione generazionale di Cilic: “Arrivare oggi in top10 è più facile. Al momento non vediamo molta costanza tra i giocatori migliori; vincono e perdono quasi contemporaneamente, anche se è vero che la maggior parte di loro è ancora molto giovane e cerca di portare il proprio gioco al livello più alto. Continuo a pensare che sia incredibilmente difficile vincere uno Slam”.
“Il mio miglior match in carriera? Contro Federer a US Open e ovviamente quello resta il mio torneo del cuore. Il più grande rivale? Djokovic. ATP o PTPA? Credo siano necessarie entrambe. Cosa cambierei nel tennis? Nei grandi match sarebbe bello che nel campo ci fossero solo le righe del singolare. Sinner o Alcaraz? Alcaraz perché mi piace molto il suo stile, creativo, atletico, con una creatività impressionante”.
Marco Mazzoni
TAG: Marco Mazzoni, Marin Cilic
@ Kenobi (#4365611)
Ha detto che è difficilissimo vincere uno slam anche adesso. Quindi non mi pare che Cilic abbia denigrato l’attuale top10.
Quantomeno sino a 2016 compreso (anno in cui peraltro lui ha vinto Cincinnati, direi)
Su una cosa Marin ha perfettamente ragione. Alla sua epoca, vincere un MM per chi era appena fuori del Big Four era un’impresa memorabile… Che è come dire che, per certi detentori attuali di MM (penso ai Norrie, ai Popyrin e a vari altri) l’impresa sarebbe stata arrivare ai quarti, massimo una semi, se proprio avevano fortuna, ma non di più
I dileggiatori sono una minoranza rumorosa che poco ha a che fare con l’analisi obiettiva… Fognini comunque non ha avuto grossi infortuni o problemi fisici come gli ex top che gli sono dietro in classifica.
Probabilmente è il contrario ma sono paragoni che non hanno senso.
Bella intervista, ha un’attitudine molto positiva e mi piace. Non lo facevo così saggio. Ha ragione anche nella parte in cui parla della differenza generazionale, inutile girarci attorno.
Per Cilic è un’affermazione che va a denigrare l’attuale top ten.
Come se dicesse che se fosse stato all’apice in questo periodo avrebbe vinto di più.
Puro biases.
Perché Walden esiste un profondo senso di invidia.Che un giocatore a fine carriera non sia quello d’un tempo è inevitabile ma anziché dire “beato lui che si diverte,che accetta il tempo che passa e si diverte anche a livelli inferiori” si dice che starebbe rovinando l’immagine di sé.
L’immagine? È oggettiva? No. Per qualcuno Federer con quel 0/6 fece una figuraccia,per me il provarci nonostante i dolori a fare match,arrivando ai quarti (quarti!) a 40 anni fu un esempio.
Temo Walden che alcuni qui siano a 30 anni tutt’uno col divano e che l’ultima ora di attività fisica sia stata fatta alle superiori.
@ walden (#4365545)
Senza WC,chi?
Solo 21 in poco più di due anni e ben 6 in M1000,in ogni parte del pianeta.
No Marin, mi spiace, sei stato un grande giocatore ma anche al tuo top, con la lentezza che avevi negli spostamenti, verresti piallato dalle nuove leve.
Ora invece ci sono solo Sinner Alcaraz Djokovic Medvedev Zverev Tsitsipas De Minaur Fritz Rublev Mensik Draper Fils Fonseca
Non sono d’accordo su Sinner che avrebbe fatto fatica,o almeno non la versione da fine 2023.Impone una velocità di palla e un ritmo asfissiante per chiunque che non gli esprimere il loro gioco,già i giocatori di oggi fanno molta fatica a reggerà,figuriamoci quelli di 15 anni fa che erano abituati a velocità molto più basse
Non si capisce, però, perchè Fognini, che, peraltro, senza WC, è davanti ad alcuni di questi, venga continuamente dileggiato, gli dicano di ritirarsi, che è una vergogna, etc. Fabio offre anche lui spettacolo (anche arrabbiature, ma lo fa da vent’anni), in questo inizio d’anno, in cui si è infortunato alla prima partita, dopo 4 games, ed ha saltato più di 2 mesi e mezzo, sta continuando a lottare per essere nei 100. Merita tutto il nostro rispetto.
Forza cilic.
Il tennista palindromo si diverte ancora… 😉
Come Fognini, DJ, Waw, LaMonf, RBA, Nishi, e molti altri… 🙂
Ora caro Marin è ben peggio di giocatori da 1000 ce ne sono il triplo che ai tuoi tempi.e dico poco
Credo che bisogna mettersi in testa che il circuito è fatto di tennisti all’apice,in erba e sul viale del tramonto.
E che in queste categorie ci sono siano campioni che ex sia giocatori non di prima fascia (anche se un 100 al mondo nel suo lavoro per me è altro che uno dei tanti).
Così come quelli in arrivo meritano fiducia e pazienza così campioni meritano rispetto e riconoscenza.
Un doppio con Bopanna,Cilic, Nishikori e pure quel buontempone di Kyrgios mi avrebbero tra gli spettatori perché se non fanno gli show alla Baharami (che però a 68 anni è motivo d’invidia) sarebbe un’occasione di tennis vero.
Ma purtroppo il tennis da casa permette di scegliere,di cambiare canale pigramente mentre aggirarsi tra i campi,vedere un Wawrinka esplodere ancora oggi un rovescio è gioia per gli occhi.
Forse però occhi da intenditori a questo punto.
Vabbè ma è Taxi Driver, che ti aspetti? Per lui sono tutti dei falliti ad eccezione di Sinner e Alcaraz
Ai tempi di Nadal, Federer, Djokovic , Murray, per non parlare di qualche specialista sul rosso o dello stesso Del Potro,avrebbero fatto decisamente più fatica anche Sinner e Alcaraz…immaginatevi gli altri che sono 1/2 gradini sotto.
Hai scritto per mesi che non meritava il PR…
Hai cambiato idea?
Nel caso Alleluia!!!
Il solo fatto di misurare lo sport in base ai biglietti venduti dimostra la totale mancanza di cultura sportiva…
un vero campione….
Cilic cè il doppio con zio Bopanna che ti aspetta.
Cilic/Bopanna vs Nishikori/Kyrgos
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