
Corretja avverte Alcaraz: “Giocare a Madrid? Deve pensare con la testa e lasciare il cuore da parte”


Giocare Madrid non al 100% può essere un grave rischio in questo momento della stagione, con la difesa del titolo a Roland Garros che scatterà tra solo un mese. Così Alex Corretja, ex top 10 spagnolo e oggi stimato commentatore per Eurosport e le reti spagnole, manda un sentito avvertimento al più forte tennista del suo paese, che è uscito un po’ malconcio dalla finale persa a Barcellona contro Rune. Un problema all’adduttore l’ha limitato nel secondo set, tanto da spingerlo ad accertamenti nella giornata di lunedì. Al momento non è trapelato nulla su come siano andati questi esami (una risonanza), e gli organizzatori del Masters 1000 di Madrid, già scattato con le qualificazioni, sono tranquilli sulla presenza di Carlos. Tuttavia Corretja ha un punto di vista diverso, che ha spiegato in un breve intervento nel corso del programma “El Larguero”, che riportiamo.
“Nella finale di Barcellona è stato Alcaraz a controllare il ritmo della partita e poi a rallentarla. C’è stato un momento a metà del primo set in cui il danese ha dominato di più e Alcaraz ha commesso più errori. Lì la situazione è girata” afferma Corretja, che poi parla del problema muscolare sofferto da Carlos nel secondo set e delle conseguenze che potrebbe avere nel breve e medio termine.
“Deve pensare con la testa e lasciare da parte il cuore. Giocare una o due partite a Madrid e poi ritirarsi non è la soluzione”, continua Corretja. “Tutti i tornei sono molto importanti e il Madrid Open è uno di quelli chiave del suo calendario, ma se pensa di potersi infortunare, dovrebbe pensare bene se vale la pena rischiare. Se fosse a Roma e non a Madrid, si spingerebbe al limite? Beh, non credo, quindi non dovrebbe farlo solo perché è Madrid, perché potrebbe essere dannoso per le settimane successive”.
“Sono preoccupato per le condizioni fisiche di Alcaraz. Ha accumulato dieci partite in dodici giorni e domenica ha avuto un infortunio muscolare, quindi per essere al meglio tra quattro o cinque giorni a Madrid avrà poco tempo per recuperare e già le prime partite non saranno facili. Vedo la situazione piuttosto incerta. Ho molta fiducia in Carlos, ma mi preoccupa come si sentirà. Ama giocare e ancor più farlo in Spagna, quindi non so. Ma oggi sono scettico su quello che potrà fare a Madrid” conclude il catalano.
Alcaraz, seconda testa di serie del torneo di Madrid, potrebbe già dover affrontare una partita molto dura fisicamente al terzo turno contro un tipo tosto, uno che colpisce forte e lotta molto in campo come Lehecka, nei quarti potrebbe trovare uno tra Musetti, De Minaur o Tsitsipas e in semifinale Djokovic. Per farsi largo e puntare al titolo nella capitale spagnola servirà un Alcaraz non a mezzo servizio ma molto competitivo. Sarà fisicamente a posto, o come indica Corretja, sarebbe meglio non rischiare e recuperare al meglio in ottica Parigi?
Marco Mazzoni
TAG: Alex Corretja, Carlos Alcaraz
E con “per noi” intendi i suoi rivali: tutti.
Il poter riposare un minimo di 36 ore tra una partita e l’altra cambia tantissimo, così come la gestione dei match a 3 o a 5 set…spesso sui 5 set i giocatori si permettono di lasciar perdere un set per concentrarsi sul successivo…le partite a 3 set, sebbene più corte come tempo, spesso sono molto più intense. Comunque Carlos qualche giorno fa affermò che preferisce i 1000 su 7 giorni…forse adesso qualche dubbio potrebbe averlo…tra il 1000 di Montecarlo ed il 500 di Barcelona abbiamo assistito a 2 finali condizionate da infortuni…non so quanto possa gio vale alla popolarità del tennis…credo che con l’intensità fisica a cui si sottopongono oggi si dovrebbe fare in modo di garantire un minimo di 24h di riposo tra una partita e l’altra…a Montecarlo Musetti finì la sua partita alle 19h ed il giorno dopo dovette ripresentarsi in campo alle 12h…vuol dire neppure 17h di riposo…
Forse più che il cuore dovrebbero lasciare il conto corrente da parte…
Comunque 10 partite due su tre in 14 giorni e rompersi é un problema.
Mica é peggio di 7 partite tre su cinque nello stesso lasso di tempo
A Madrid non può non giocare, è casa sua, comunque vada sicuramente salterà Roma, dove a memoria ha partecipato giusto un paio di volte uscendo ai primi turni. Alcaraz, come Sinner, non sarà mai Nadal, uno che su terra li giocava tutti i tornei, senza fermarsi per due mesi di seguito, e li vinceva pure
Mah, serbatoio più pieno degli altri mica tanto visto che è già cotto al secondo dei potenziali 4 tornei che dovrebbe fare su terra prima di Parigi.. non puó essere altrimenti per il tipo di gioco che ha e perché poi, essendo “bravetto” arriva quasi sempre in fondo, quindi ancora più a rischio d’infortunio giocando tanto e recuperando poco..parlare poi di Sinner e Alcaraz come tennisti che giocano un torneo con approccio “soft” ( l’anno passato Jannik non utilizzó Madrid come preparazione per Roma, si ritiró per infortunio, se no avrebbe voluto andare fino in fondo, altroché) in vista di altri, non lo ritengo molto verosimile, opinione mia.. hai detto bene, 2 anni fa arrivò in finale al Roland Garros dopo aver vinto a Barcellona e Madrid, ma non aveva disputato Montecarlo e a Roma era uscito presto.. situazione diversa da quest’anno
Alla fine cavoli suoi, faccia quello che si sente…se arriva a Parigi spremuto come un limone meglio per noi.
Considera però che a Miami è uscito al primo turno perciò ci sta per lui fare tutti i tornei sulla terra avendo il serbatoio più pieno degli altri.Poi dipende anche quando ti si vuole impegnare nei tornei a cui è iscritto,Barcellona e Madrid è di casa e ci sta giocare per vincerli,Roma la può prendere più soft anche uscendo subito com’è accaduto ad esempio 2 anni fa e al Roland Garros è arrivato comunque in gran forma prima dell’episodio con Djokovic,è come dal nostro punto di vista con Sinner,Montecarlo lo gioca perché è di casa per lui,poi scarta Madrid o lo gioca come torneo di preparazione per Roma come aveva intenzione di fare l’anno scorso e poi le cose non sono andate come si sperava
@ Alex77 (#4365270)
E chi se ne frega, lasciamolo giocare, tanto alla fine perde sempre o quasi da qualcuno sulla carta meno forte di lui.
Probabile faccia Madrid e salti Roma, anche l’anno scorso arrivò malconcio per prendere la stesa da Rublev ai quarti.
Considerando che Alcaraz e team sono bidimensionali come i personaggi dei film che non hanno una crescita verticale del personaggio, considerando ciò, ripeteranno gli errori del passato.
Mah, come scritto già in altre occasioni, ho l’impressione che la gestione di Alcaraz sia rivedibile.. troppi tornei, esibizioni, mi sembra che sia un po’ la gallina dalle uova d’oro sui cui tanti vogliono “‘mangiare”.. fare il trittico Montecarlo /Barcellona/madrid e mettiamoci forse pure Roma è da pazzi, mi pare strano che chi lo allena non ne veda i rischi di spremitura.. mah