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“Ho perso l’entusiasmo”: Sara Sorribes si ferma per tutelare la sua salute mentale

17/04/2025 13:09 16 commenti
Sara Sorribes Tormo ESP, 08-10-1996
Sara Sorribes Tormo ESP, 08-10-1996

Una decisione coraggiosa, un messaggio potente che risuona ben oltre il mondo del tennis. Sara Sorribes, numero 85 del ranking WTA in singolare e numero 40 in doppio, ha annunciato uno stop alla sua carriera per prendersi cura della propria salute mentale. La tennista spagnola ha condiviso il suo stato d’animo attraverso una toccante lettera aperta pubblicata sul suo profilo Instagram, rivelando un dolore nascosto dietro il sorriso che da sempre la caratterizza.

“Ciao a tutti, volevo dirvi che ho deciso di prendermi del tempo. Un tempo per me, per la mia testa e per il mio corpo”, inizia così il messaggio della tennista di Castellón. “Da molti mesi sto soffrendo dentro un campo da tennis. La Sara allegra e felice che si vede fuori dal campo non è affatto la realtà di tutto ciò che porto dentro.”
Parole che colpiscono, soprattutto perché provengono da una tennista nota per il suo atteggiamento positivo e la sua etica del lavoro esemplare. “Ho perso l’entusiasmo per allenarmi, per migliorare e persino per andare ai tornei”, continua Sorribes. “I momenti di sofferenza sono molti di più di quelli di tranquillità. Lo dice una persona che ha sempre amato lavorare, migliorare e competere.”
La 28enne spagnola non ha precisato se questa pausa sarà temporanea o definitiva: “Per questo, oltre ad aver bisogno di aiuto, sento che ho bisogno di fermarmi/riposare. Non so se definitivamente o temporaneamente. Voglio essere coerente e conseguente con ciò che il mio corpo sente.”

L’annuncio di Sorribes è particolarmente significativo considerando i recenti successi della sua carriera. La tennista spagnola veniva dalla partecipazione con la Spagna alla Billie Jean King Cup e pochi mesi fa ha conquistato una prestigiosa medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024 nel doppio femminile insieme a Cristina Bucsa.
Risultati che all’apparenza potrebbero suggerire un momento positivo, ma che evidentemente nascondevano un malessere profondo. La scelta di accompagnare il suo messaggio con la canzone “Caída libre” di Leiva, dedicata a un amico del cantante con problemi di salute mentale, aggiunge ulteriore profondità al suo gesto.

La decisione di Sorribes si inserisce in un contesto più ampio di crescente consapevolezza sull’importanza della salute mentale nello sport professionistico. Negli ultimi anni, figure di spicco come Naomi Osaka, Simone Biles e più recentemente Jenson Brooksby hanno portato all’attenzione pubblica le pressioni psicologiche che gli atleti affrontano quotidianamente.
Con il suo annuncio, Sara Sorribes contribuisce a normalizzare una conversazione fondamentale: i problemi di salute mentale richiedono la stessa attenzione e lo stesso rispetto di quelli fisici. “Che i problemi a livello mentale sono importanti quanto quelli fisici e che richiedono anche loro un periodo di pausa per essere risolti”, è il messaggio implicito che emerge dal suo gesto.

In un’epoca in cui la carriera sportiva è sempre più pressante e competitiva, la decisione di Sara rappresenta un atto di coraggio e autoconsapevolezza. A 28 anni, nel pieno della sua carriera, ha scelto di ascoltare il suo corpo e la sua mente piuttosto che continuare a soffrire in silenzio.
“Non lasciarsi guidare dall’autostrada senza soste che spesso rappresenta la vita e che ci fa sentire obbligati ad andare in una direzione, anche quando non lo vogliamo” è una lezione preziosa che trascende lo sport e parla a chiunque si trovi a fronteggiare situazioni simili.

L’augurio per Sorribes è che questo tempo di pausa le permetta di ritrovare quell’entusiasmo e quella gioia che sembrano essersi offuscati. Che possa prendersi tutto il tempo necessario per guarire e, se lo vorrà, tornare a fare ciò che ha sempre amato: giocare a tennis. Ma qualunque sia la sua decisione futura, il suo messaggio rimarrà come testimonianza importante della necessità di proteggere e valorizzare la salute mentale tanto quanto quella fisica.



Francesco Paolo Villarico


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16 commenti. Lasciane uno!

Inox 18-04-2025 10:41

Sono d’accordo Pier, era solo per puntualizzare che esistono lavori duri, sbagliato generalizzare come fare demagogia facendo paragoni inopportuni, vedi utente a cui tu hai giustamente replicato, ti seguo sempre con piacere Pier.

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+1: Pier no guest
Pier no guest 18-04-2025 10:17

Scritto da Inox
@ Pier no guest (#4363139)
Sarà anche demagogia ma è innegabile che ci sono lavori duri più di altri te lo dice un operatore sanitario, saluti (già dimenticato il COVID?)

Inox lo so benissimo,mia moglie poi è un funzionario ULSS.
È demagogia perché lo sportivo è non fortunato,di più,la sua passione si coniuga col lavoro,ottiene visibilità, guadagni spesso importanti.
Ma parametrare la loro fatica a quelle di attività “comuni” è sbagliato perché è troppo semplicistico. C’è gente che per portare la pagnotta a casa fa lavori di fatica con tre ernie,sopporta vessazioni del caporeparto perché ha un mutuo,resiste alla maleducazione (e magari violenza) del pubblico come le forze dell’ordine o gli operatori sanitari.
Il giocatore che ha una vescica non scende in campo,il calciatore è stanco la domenica per il match infrasettimanale e possono sembrare stupidaggini ma loro sono volti alla prestazione massima:un pilota di moto corre la domenica con la frattura del sabato,un centometrista per una presunta elongazione salta più gare.
L’errore sta nel dire “ti lamenti? E quelli che ogni giorno ecc ecc” perché allora nessuno nel proprio mestiere dovrebbe pretendere,ad esempio, condizioni migliori perché nel mondo ci sarà sempre chi sta peggio.
Se un tennista ,vedi Anisimova,molla per un po’ il tennis certamente può permetterselo,se è stata oculata può vivere di rendita ma nel suo mondo non riuscire a fare con serenità ciò che da hobby è diventato un lavoro( molto proficuo) è comunque difficile perché è ciò che ha fatto per una vita e col mondo reale ha un contatto limitato.

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Inox 18-04-2025 09:28

@ Pier no guest (#4363139)

Sarà anche demagogia ma è innegabile che ci sono lavori duri più di altri te lo dice un operatore sanitario, saluti (già dimenticato il COVID?)

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Koko (Guest) 18-04-2025 08:58

Date una chiave interpretativa sul fatto che proprio i pallettari più dedicati e irredimibili sostengano senza remore Alcaraz! Avrebbero voluto essere più talentuosi nel gioco creativo e divertente.

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Ozzastru (Guest) 17-04-2025 17:31

Beati loro che se lo possono permettere di staccare la spina….

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+1: Psyco Fogna, Taxi Driver, artadian, Inox
-1: merlino
Pier no guest 17-04-2025 17:24

Scritto da Linda e Brenda Fruhvirtova future campionesse
Bene…allora vada in fabbrica 12 ore al giorno 6 giorni su 7 con la pressione del lavoro e del titolare per 1500 euro al mese

Oppure andare in miniera 7 giorni su 7;o fare la guardia carceraria in una struttura sovraffollata;o fare il manutentore di strade con gli automobilisti distratti;o fare l’operatore sanitario coi pazzi che girano per i Pronto soccorso;oppure…dai ancora un po’ di banalità e demagogia spicciola…il domatore di leoni nervosi? Il venditore di vino incerto per i dazi?

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+1: merlino, Racchetta, artadian
Linda e Brenda Fruhvirtova future campionesse (Guest) 17-04-2025 16:38

Bene…allora vada in fabbrica 12 ore al giorno 6 giorni su 7 con la pressione del lavoro e del titolare per 1500 euro al mese

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-1: Lory99, Racchetta, artadian
Italo (Guest) 17-04-2025 15:11

Quello che ha fatto la spagnola è un atto coraggioso…
E nel maschile gente come Medvedev, Rublev e Tsitsipas non sono così distanti da questa condizione

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nastase (Guest) 17-04-2025 14:34

Scritto da Angie76
Sinceramente..e mi prenderò sicuramente tanti dislike, non sentirò la sua mancanza sia per il suo gioco che per quell’odioso grugnito.
Deve essere il nome….

concordo in pieno, meno che sul nome eh eh eh

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nastase (Guest) 17-04-2025 14:34

e anche per tutelare il tennis……. fra le peggiori stilisticamente che siano mai esistite, una pallettara di livello disgustoso. Purtroppo ha anche vinto qualcosa

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+1: Fabblack
-1: Matte, kicks, Racchetta
Angie76 (Guest) 17-04-2025 14:01

Sinceramente..e mi prenderò sicuramente tanti dislike, non sentirò la sua mancanza sia per il suo gioco che per quell’odioso grugnito.
Deve essere il nome….

6
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+1: Fabblack
-1: j, Matte, beta
Pier no guest 17-04-2025 13:53

Scritto da cataflic
Ha da sempre un gioco troppo dispendioso a livello mentale, una iattura per chi la incontra, per chi la guarda e financo per chi la deve commentare in telecronaca.
Purtroppo a volte queste impostazioni portano a burnout prematuri, vedasi Borg, Wilander, Sundstrom ed altri di quel periodo.

Concordo.Il tennista dotato di creatività a volte può non trovare il bandolo della matassa ma quel tipo di giocatore,quello di rimessa,che attende l’errore dell’avversario (soprattutto negli anni 80 e tuttora tra le donne) è un giocatore volto all’abnegazione,alla pazienza, all’allenamento atletico di resistenza,al raccogliere rari applausi.E questo fin da bambini molto spesso e ci vuole una certa tigna nonché una sorta di masochismo.
Wilander uscì dagli schemi per battere in modo straordinario Lendl a Flushing al punto da scoppiare.

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+1: Marco M., Taxi Driver
Brufen (Guest) 17-04-2025 13:53

Scritto da cataflic
Ha da sempre un gioco troppo dispendioso a livello mentale, una iattura per chi la incontra, per chi la guarda e financo per chi la deve commentare in telecronaca.
Purtroppo a volte queste impostazioni portano a burnout prematuri, vedasi Borg, Wilander, Sundstrom ed altri di quel periodo.

Hahahaha esatto, letteralmente inguardabile e soprattutto inascoltabile. Vabbè, al di là delle valutazioni sulla giocatrice, si augura il meglio alla donna. Suerte all’urlatrice valenciana.

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Andreas Seppi 17-04-2025 13:44

Torna a remare Sara. Riprenditi

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mattia saracino 17-04-2025 13:39

Grazie dell’ informazione.

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cataflic (Guest) 17-04-2025 13:28

Ha da sempre un gioco troppo dispendioso a livello mentale, una iattura per chi la incontra, per chi la guarda e financo per chi la deve commentare in telecronaca.
Purtroppo a volte queste impostazioni portano a burnout prematuri, vedasi Borg, Wilander, Sundstrom ed altri di quel periodo.

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