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Federico Gómez rivela la sua battaglia interiore: “Ho avuto pensieri suicidi nei mesi più bui della mia vita”
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Nel mondo dello sport agonistico, le statistiche e i risultati raramente raccontano la storia completa di un atleta. Il caso di Federico Gómez ne è l’emblema più recente e toccante. Dopo aver conquistato nel 2024 la migliore stagione della sua carriera, i numeri di questo inizio 2025 stavano silenziosamente segnalando che qualcosa non andava: un bilancio di appena 2 vittorie contro 6 sconfitte, con le ultime sei arrivate consecutivamente.
Dal punto di vista meramente sportivo, non si trattava di una situazione particolarmente allarmante. L’argentino mantiene comunque una posizione rispettabile tra i primi 140 giocatori del ranking mondiale, un traguardo che molti tennisti possono solo sognare. Ma come spesso accade, la vera battaglia si stava consumando lontano dai riflettori e dai campi da tennis.
In un post straordinariamente sincero condiviso sui social media, Gómez ha deciso di abbattere il muro tra la sua immagine pubblica e la sua realtà privata, rivelando che gli ultimi mesi sono stati “i peggiori della mia vita”, periodo durante il quale ha persino lottato contro pensieri suicidi.
La confessione di Gómez mette in luce una verità che nel mondo dello sport professionistico viene spesso ignorata: il benessere psicologico non è necessariamente correlato al successo professionale. Un atleta può conquistare vittorie in campo mentre sta perdendo la battaglia più importante nella sua vita privata.
Il tennis, con i suoi lunghi viaggi solitari, la pressione costante e la natura implacabilmente individuale della competizione, rappresenta un terreno particolarmente fertile per l’isolamento emotivo. Ogni settimana presenta una nuova sconfitta potenziale, con un sistema di punteggio che penalizza brutalmente anche i migliori giocatori del mondo.
La decisione di Gómez di condividere pubblicamente la sua vulnerabilità rappresenta un gesto di coraggio forse superiore a qualsiasi impresa sportiva. In un ambiente che spesso celebra la forza mentale come sinonimo di impenetrabilità emotiva, ammettere di lottare con pensieri suicidi infrange un tabù potente.
Ecco le sue parole: “Caro tennis… Lo sport che mi ha dato tutto e allo stesso tempo mi ha tolto tante altre cose. Sento di aver toccato il fondo, ma allo stesso tempo voglio aggrapparmi a questa situazione per prendere slancio e spingermi verso l’alto per tornare in superficie. Non sono riuscito a parlarne con nessuno, quindi ho cercato l’opzione migliore secondo me. Questo forse sorprenderà molti, ma il 2024 è stato senza dubbio il miglior anno della mia carriera tennistica, ma allo stesso tempo, il peggiore a livello personale, e quest’ultimo periodo non ha fatto eccezione.
Gli ultimi 6 mesi sono stati tra i più duri che ho dovuto vivere come essere umano. Convivere con pensieri di abbandonare completamente il tennis, di chiedermi veramente se tutto questo valga davvero la pena e persino, in diverse occasioni, pensieri suicidi di non voler più vivere e lasciare questo mondo, che mi è molto difficile esprimere, ma volevo che lo sapeste così che possiate capire azioni o comportamenti che ho avuto in quest’ultimo periodo, e questo cerca di spiegare un po’ questo.
Mi costa molto scrivere tutto questo senza piangere a più non posso, ma credo che sia la decisione migliore che potevo prendere in questo momento per togliermi questo grande peso che sento addosso e che mi divora la mente 24/7. Non scrivo tutto questo cercando un minuto di fama, ma lo faccio perché sappiate e capiate che tutti abbiamo lotte interne che stiamo vivendo nonostante non vengano mostrate o siano nascoste nella quotidianità.
Spero che dopo essermi aperto un po’ (cosa che mi costa tanto) possa sentirmi un po’ meglio con me stesso e poter vivere un po’ più in pace facendo ciò che amo, che è giocare a tennis. Sono grato di avere le persone che mi circondano e che cercano di tirare fuori il meglio di me, anche se questo è un compito molto difficile. Cercherò di ritrovare quella gioia naturale che mi caratterizzava e soprattutto di sentirmi bene con me stesso, sapendo che “va bene non stare bene”. Come ho detto prima, mi provoca un dolore enorme aprirmi in questo modo, ma sentivo la necessità di raccontarvi un po’ della mia situazione. Continuo a cercare la mia versione migliore. Lavorerò per cercare quel benessere emotivo che una volta ho provato.
Saluti, El gordo Gomez.”
Forza Federico, il tuo coraggio ispira ben oltre i confini di un campo da tennis.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Federico Agustin Gomez
8 commenti
Come te, del resto.
Chi sarebbe?
La sofferenza psicologica non ha niente a che vedere con il lavoro o col successo, tranne rari casi. È legata alla sfera più antica della nostra vita, quella in cui siamo cresciuti. E anche un campione pluripremiato può soffrire di manie auolesioniste, perché la cura non può che venire dallo stesso ambito in cui quella sofferenza si è formata. È importante fare coming out proprio in queste circostanze, nel mondo sportivo come in quello dello spettacolo, per diffondere un modello realistico di stile di vita che non è solo quello dorato che ci mostrano i media. Tutta la mia solidarietà a Gomez.
Siamo tutti io per primo con te caro Federico! Anch’io ho vissuto cose simili in passato, ma se ne può uscire. Non arrenderti mai!
Purtroppo in queste situazioni occorre avere vicino chi ti vuole bene, è da lì che si riparte e soprattutto dalla volontà di farsi aiutare.
Il mental coach serve ad altro, secondo me.
mai sentito nominare
Siamo tutti con te Federico, bisogna implementare staff multidisciplinari in ATP per aiutare questi ragazzi, soprattutto chi non ha i mezzi economici.
Questo è un serio argomento che andrebbe trattato a fondo.
Purtroppo i social,sempre più spesso non fanno altro che peggiorare le cose.Comunque per chi pratica sport(soprattutto quelli individuali ed il nostro(?),in particolare)appare sempre più importante avvalersi della figura di un mental coach da affiancare ad un allenatore sul campo.