Ruud si confessa: “Norvegia, Arabia Saudita e il peso delle parole”
In un’intervista rilasciata a Nettavisen durante le Qualifiers di Coppa Davis, Casper Ruud, attuale numero 5 del ranking mondiale, ha affrontato diversi temi delicati, mostrando una franchezza insolita per un giocatore solitamente riservato.
Il Rapporto con i Media
“Ho un piccolo piano per, forse, non parlare più così tanto di questi argomenti”, ha esordito sorprendentemente Ruud. “Non direi che sia fastidioso, ma c’è sempre una grande reazione da parte di ogni tipo di persona, il che è completamente ragionevole. Le persone hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni, è questo il significato della libertà di espressione. Non è una questione semplice, ma comprendo tutto ciò che accade quando si diventa una figura pubblica, dove la tua voce va oltre il campo da tennis.”
La Scelta di Restare in Norvegia
Il tennista norvegese ha anche affrontato il tema della residenza fiscale, argomento sempre scottante nel tennis professionistico: “Nel mio caso, ho sempre avuto chiaro che sarei rimasto in Norvegia, anche se ammetto di aver pensato più di una volta di trasferirmi altrove. Molti altri giocatori hanno fatto le valigie e sono partiti, ma io no, per ora scelgo di restare. Mi sento molto a mio agio in Norvegia, dove ho tutti i miei amici e familiari vicini. Ogni volta che ci penso, sento che sarebbe un sacrificio troppo grande trasferirmi da qui.”
“Siamo un grande paese sotto molti aspetti, quindi non è giusto uscire e lamentarsi di tutto, anche se abbiamo il diritto di opinare su tutti i temi di attualità. Alla fine sono solo un cittadino, come chiunque altro qui. È giusto che la gente reagisca a quello che dico, tutti abbiamo il permesso di parlare e opinare. Nonostante tutto, forse in passato ho detto più di quanto avrei dovuto, quindi in futuro potrei dire meno”, ha aggiunto con una punta di sarcasmo.
La Questione Arabia Saudita
La parte più controversa dell’intervista ha riguardato il suo rifiuto di partecipare a eventi in Arabia Saudita. Nonostante il tentativo del suo addetto stampa di evitare l’argomento, Ruud ha scelto di affrontare la questione con trasparenza:
“All’epoca dissi quello che pensavo e lo manterrò fino a quando non ci sarà un cambiamento drastico in questi paesi. Non ho bisogno di dire altro perché è un tema delicato da discutere. È perfettamente giusto che alcuni siano d’accordo con le mie parole e altri no, è ‘la bellezza del gioco’, che ti permette di parlarne. Non mi aspetto che tutti siano d’accordo, ho semplicemente espresso la mia opinione, cercando di formulare la mia risposta nel modo più corretto possibile.”
La posizione di Ruud potrebbe però metterlo in una situazione complicata, considerando la crescente influenza dell’Arabia Saudita nel circuito ATP, che potrebbe rendere inevitabile un futuro confronto con questa realtà.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Casper Ruud
@ Demorpurgo (#4306915)
Tutto vero non fa una piega, ma trovo le posizioni di Ruud sinceramente demagogiche perché per gli stessi principi non dovresti giocare rispettivamente in Cina, Stati Uniti, Qatar, Russia ecc… Tutti stati che sicuramente hanno colpe minori dell’ Arabia Saudita, ma non assenti…
La stima che ho per lui cresce sempre di più.
@ LupoCasanova (#4306916)
Comunque Nadal ha giocato in Arabia Saudita nella ricca esibizione di ottobre scorso
@ Demorpurgo (#4306915)
Fortunatamente non fanno tornei in Israele, altrimenti chissà cosa avresti scritto. @ trepi53 (#4306811)
Ma va?
Rimani norvegese casper fallo per la tua nazionale.
L’utente Walden chiaramente non ha capito nulla visto che la posizione di Ruud è a titolo personale, mentre la Norvegia come Stato riconosce l’Arabia Saudita e ci traffica a livello commerciale senza nessuno problema. Prima di parlare contare fino a mille.
Persona frutto di un paese con un sistema socio culturale avanzato…anche i tennisti norvegesi sono superiori all’italiano di livello medio alto…
Complimenti Casper. C’è ancora chi crede che, con un po’ di impegno, il mondo possa essere un posto migliore. Hai tutta la mia stima.
Ruud fa sul serio.
Che dire
Imbarazzante la distanza siderale a livello morale di Ruud da altri TOP TEN che sul campo magari gli sono superiori ma fuori al confronto sembrano cioccolatai alla NASA.
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Il paese dove si giocano questi due eventi e come esso rispetti o meno i diritti umani.
In questa intervista Ruud dice testualmente “manterró la mia posizione finché in certi paesi non ci sarà un cambiamento drastico”
Perché Federer e Nadal sono noti per le loro violazioni dei diritti umani e lo smembramento di giornalisti dissidenti in ambasciate turche?
Participare alla Laver Cup significa prendere parte a una ricca esibizione che non aggiunge niente al tennis mondiale. Participare a un torneo in Arabia significa contribuire agli sforzi di sport washing di un regime tirannico, medioevale, che incarcera e assassina gli oppositori, non concede diritti alle donne, lapida le persone lgbt e così via. Direi che c’è una bella differenza.
Ammappe, per me cambia abbastanza
E infatti non capisci na’mazza…
Spero di non ricevere il dark,per aver detto questo
Boh io non trovo grosse differenze tra partecipare alla Laver Cup e torneo in Arabia.
Molto coerente!
Gran bella persona!
Signori si nasce e Ruud naque
Ovviamente era un’avvisaglia
Quando la grandezza va oltre lo sport…
Ne riparliamo a breve anche di questo…
Credo/aiamo(includo il mio specchio MM&I),che per lui sarà davvero dura la vita nei tornei e nei tabelloni(già agli AO c’è stato un avvisaglia ndr),nei prossimi mesi con conseguenti ripercussioni sul suo ranking…
Davvero un maestro di dignità.
Ad ATP interessano i soldi del petrolio, non i diritti, né tantomeno riformare con più senso e logica il circuito aiutando giovani meno fortunati e rendendolo il più lineare possibile, serve fatica, progetti strutturali, tempo, investimenti, etc…
Ed i giocatori si allineano, tutti i top player andranno prima o poi a baciare i piedi agli sceicchi, poco importa se le donne sono poco più di oggetti sessuali e la forza lavoro venuta dall’Asia è usata come sfosse schiavitù delle piramidi.
Abbiamo visto in Cina che nonostante il rapimento della Peng è tornato tutto come prima e la Cina è uno dei posti dove i diritti sono utopia, sarà fatto così anche in Russia.
Ed i giocatori hanno libertà di parola QUI, ma parlare male (o dire le cose come stanno) di quei paesi diventa un ban a vita LAGGGIÚ .
Basta vedere la Jabeur o le tenniste cinesi che dovrebbero avere a cuore le sorti delle loro compagne invece si prodigano per difendere chi le viola.
Gran Signore….!