L'ex allenatore della nazionale di atletica è un paladino della lotta al doping Altro, Copertina

Sandro Donati attacca: “Il sistema antidoping è opaco e la WADA è in estrema difficoltà”

29/01/2025 09:26 67 commenti
Sandro Donati
Sandro Donati

Sandro Donati, noto allenatore di atletica leggera e paladino della lotta al doping, attacca senza mezzi termini la WADA sul caso Sinner. Intervistato dal Corriere Trentino, Donati ha parlato a 360°, forte della propria esperienza e del doloroso ricordo da caso Schwazer. Per chi non conoscesse la vicenda, il marciatore altoatesino prese ad allenarsi con Donati in vista delle Olimpiadi di Rio 2016 dopo aver scontato una squalifica per EPO, con piena confessione della propria colpa. Con Donati, Schwazer voleva dimostrare al mondo dello sport e a se stesso che sarebbe stato in grado di eccellere anche senza “aiuti”, preparando in modo irreprensibile i giochi brasiliani e nel frattempo attaccando (insieme al suo allenatore) senza mezzi termini il sistema dei controlli. Proprio un controllo a sorpresa nel gennaio del 2016 lo vide di nuovo positivo a “testosterone sintetico”, ma la faccenda è ricchissima di errori procedurali e ombre: la positività gli fu comunicata solo a poche settimane dai giochi, la catena di controllo delle provette fu più volte compromessa al laboratorio di Colonia in Germania e un’indagine dei RIS di Parma provò che la sua provetta “incriminata” presentava valori non realistici, quindi manomessa (“La concentrazione di DNA è anomala e non corrisponde ad una fisiologia umana”).

Donati inizia l’intervista stigmatizzando l’attacco scomposto della Bild a Sinner appena prima della finale di Melbourne, e quindi passa lui al contrattacco: “Ho sentito l’intervista al suo avversario Zverev: è stato assolutamente corretto e fiducioso in Sinner, non ha mai espresso dubbi” afferma il tecnico. “La stampa tedesca invece avanza illazioni di pessimo gusto; quando sono implicati casi di loro connazionali non usano assolutamente questi metri di giudizio e quando è stato il caso di Schwazer, non hanno minimamente messo in discussione cosa aveva combinato il laboratorio di Colonia. Questi tedeschi che siamo abituati a considerare irreprensibili non lo sono affatto: stanno usando due pesi e due misure. Fare questo alla vigilia della finale dell’Open d’Australia, poi, è talmente plateale nell’intento: solo loro lo hanno attaccato, nessun altro a livello di stampa internazionale”.

Donati si addentra nei fatti della vicenda che ha coinvolto Sinner: “Quel quantitativo, quella concentrazione di Clostebol per la quale è stato sollevato tutto questo polverone, è irrilevante. Loro stessi si rendono conto che questa fattispecie di negligenza (l’aver assunto la pomata, ndr) va ben al di là del concetto di doping. La interpretano come vogliono e alla fine la fanno diventare proposta di squalifica. È una cosa che non sta né in cielo né in terra, tanto è vero che stanno rimettendo mano alla regolamentazione“.

Incredibile quanto rivela Donati: “Un direttore di laboratorio mi ha raccontato sette anni fa, in maniera precisa, che questa pomata è estremamente trasmissibile, al punto che basta dare la mano a uno che l’ha spalmata e chi ha ricevuto la stretta di mano risulta positivo. Nel caso di Sinner è stato il massaggiatore, ma chiunque, anche uno sconosciuto dalle tribune alla fine di una partita, può contaminarti”.

“La WADA si trova in estrema difficoltà” continua Donati. “Se chiudono il fascicolo così, tutti quelli colpiti da questa normativa assurda possono ricorrere e trascinarli in tribunale. Se invece lo condannano, sarà lui a difendersi. Perché che fai, blocchi la carriera di un atleta e i suoi guadagni con una motivazione di questo genere? Qualsiasi tribunale li massacrerebbe. Alla WADA ne combinano una dopo l’altra. Basta rileggere l’intervista di Jack Robertson, ex dirigente capo ispettore della Dea, la Drug Enforcement Administration, poi diventato capo ispettore WADA, che se n’è andato dicendo in maniera chiara che la WADA tutto faceva fuorché combattere il doping. Ha rivelato particolari impressionanti: una discobola russa segnalò che lì c’era un doping diffuso, un doping di Stato, e che lei stessa era oggetto di somministrazioni… e questi hanno girato la sua segnalazione ai russi. Capiamo che gente è questa?”.

Donati è fermamente convinto della onestà di Sinner: “Mi sembra pulitissimo, è correttissimo dentro e fuori dal campo. Quando dice “se fossi stato colpevole non sarei riuscito a vincere” ci leggo una cosa vera: è talmente sereno che non ha paura a confrontarsi con i poteri forti. Le sue prestazioni sono assolutamente regolari e ad altissimo livello. Tutta la normativa va rivista. È a tutela di chi l’ha scritta, ma i diritti dell’atleta passano in secondo piano. Il direttore WADA, Olivier Niggli, dice “dobbiamo essere attenti quando formalizziamo le accuse agli atleti, non possiamo infrangere la loro dignità”. E poi si dà la positività per una micro traccia di una sostanza incontrollabile? Le contraddizioni sono evidenti”.

Ricordando la brutta fine della vicenda Schwazer, Donati lancia una proposta di buon senso: una terza provetta delle analisi da consegnare immediatamente all’atleta in modo che questo possa difendersi in modo limpido: “Il caso Schwazer è stato emblematico, gravissimo, è stato un delitto. Ma non ha cambiato nulla, non ha lasciato tracce. Non credo sia usuale che si manipolino le provette come nel suo caso, d’altronde: immagino sia stato fatto perché interessava in quella circostanza. Bisognerebbe lasciare una terza provetta all’atleta perché possa tutelare i propri diritti. Un organismo onesto non fa resistenza a dare un terzo campione. Se non lo dà è perché vuole avere questo potere in mano, anche il potere di manipolare” conclude l’allenatore.

Marco Mazzoni

 


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67 commenti. Lasciane uno!

Antonella B. 30-01-2025 19:50

Scritto da Alice
…………… L’agenzia antidoping già in equilibrio precario si sta giocando tutto e lo sa. Pensi ancora sia il nostro campione quello che rischia di più?

Purtroppo, credo di sì.. Jannik è un personaggio famoso, ed è il numero 1 in quello che fa. Questa storia gli ha già procurato tanti danni di varia natura, e rischia di subire danni ancora più gravi.

Invece certi anonimi tecnici, politici o burocrati non hanno una faccia pubblica da difendere, e neppure una carriera da numeri 1. Difendono una poltrona, o una poltroncina, o la possibilità di ricevere altri incarichi da CIO o dalle sue “controllate”. Secondo me non è neppure detto che danneggiare la carriera di un tennista e di un personaggio pubblico del calibro di Jannik possa risultare così dannoso per la loro, anzi paradossalmente potrebbe renderli agenti affidabili a cui appaltare altre “missioni speciali”

Chi forse sta davvero rischiando è la presidenza, tanto quella di Wada quanto quella di TAS (sempre roba CIO), ma per quantificare questo rischio occorrerebbe sapere su quali sostegni politici si reggano

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wapi (Guest) 30-01-2025 19:45

Scritto da Alice

La sciocchezza grossa di Naldi. Ecco, diccela per favore.
No mi spiace, il TAS non può fare come vuole e lo ha ben chiarito la Ceo Dell’ITIA, Moorhouse. Se il ricorso non viene respinto può solo adeguarsi alle richieste della Wada: un anno/due, meno non esiste.
Sarebbe possibile forse se le parti si mettessero d’accordo. Non si capisce però perché dovrebbero farlo, visto che una squalifica pur minima non può essere motivo di soddisfazione per chi è stato già assolto da una corte internazionale indipendente dopo ben 5 mesi di indagini serrate. Jannik, che si è sempre detto innocente, andrebbe contro se stesso se l’accettasse, oltre alla macchia che gli resterebbe per sempre. Comprendi, vero, che sarebbe solo per far felice la Wada?
Il rigetto dell’appello e la conferma del ‘no fault no negligence’ è l’unica soluzione giusta e auspicabile.

Se non hai ancora capito adesso la “grossa sciocchezza” che ha combinato Naldi, temo non lo capirai mai…

Se hai problemi di “comprensione del testo” del cap 21 del Codice Wada, leggiti almeno le DUE righe della decisioni Errani che ti ho riportato: lo applica in modo chiarissimo…..

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wapi (Guest) 30-01-2025 19:35

Scritto da Ging89

la sentenza del Tribunale indipendente in realtà ha motivato affermando che la contaminazione accidentale non può essere considerata “administration”, che pure nella sua accezione più ampia, presuppone pur sempre un comportamento volontario da parte del medico di somministrare la sostanza all’atleta. Il caso di Naldi è chiaro che non c’era volontà da parte di Naldi di somministrare alcuna sostanza a Jannik (non ha curato le ferite di Jannik con spray o pomata, in quel caso sarebbe stata “somministrazione” ), ma ha effettuato un massaggio e la sostanza è entrata per contatto. Quindi a mio parere la sentenza di primo grado è motivata in modo impeccabile, e il TAS non potrà che confermare questa interpretazione
In più AL CONCETTO DI SOMMINISTRAZIONE NON SONO COMPRESI TUTTI QUEI TRATTAMENTI TERAPEUTICI IN BUONA FEDE FATTI DALLO STAFF CHE HANNO PORTATO A POSITIVITÀ IN MANIERA INVOLONTARIA ANCHE PER LO STESSO STAFF
WADC PAG 87 o 164
In quel caso l’atleta NON È RESPONSABILE delle loro azioni
Per escludere ogni sanzione deve potersi applicare il punto 10.5 (quello finora applicato) che dice
“If an Athlete or other Person establishes in an individual case that he or she bears No Fault or Negligence, then the otherwise applicable period of Ineligibility shall be eliminated.”
Questo requisito del codice è accompagnato dalla nota 65 che dice:
“………….No Fault or Negligence would not apply in the following circumstances:…….b) the Administration of a Prohibited Substance by the Athlete’s personal physician or trainer without disclosure to the Athlete (Athletes are responsible for their choice of medical personnel and for advising medical personnel that they cannot be given any Prohibited Substance);”
Come da tempo ipotizzato e come ora confermato, tutto si gioca sulla responsabilità che hanno gli atleti verso il loro staff.
Di conseguenza, molto si gioca su questa nota 65: se rientriamo siamo fregati e non si applica l’esenzione della sanzione – la sentenza Itia ha escluso che si applichi (punti 71-75 e 99-100) ma non mi pare lo motivi.
Il significato del termine “administration” si trova nelle definizioni allegate al codice Wada.
Come sospettavo, si tratta di un termine con un significato di ampia portata, ben maggiore della semplice “somministrazione” di cibo o farmaci.
“Administration: Providing, supplying, supervising, facilitating, or otherwise participating in the Use or Attempted Use by another Person of a Prohibited Substance or Prohibited Method.”
(il termine “Use” è molto vasto: The utilization, application, ingestion, injection or consumption…..)
SE ci fermassimo qui, penso proprio che saremmo fregati (otherwise participating): quella di Sinner sarebbe una “administration” per cui cadrebbe la possibilità dell’esenzione totale.
Per ns fortuna, invece, la definizione Wada continua così.
“However, this definition shall not include the actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance or Prohibited Method Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification and shall not include actions involving Prohibited Substances which are not prohibited in Out of-Competition Testing unless the circumstances as a whole demonstrate that such Prohibited Substances are not intended for genuine and legal therapeutic purposes or are intended to enhance sport performance.”
Quindi l’”administation” non DEVE (shall) comprendere le azioni (actions) fatte in buona fede dal personale medico (certamente estensibile a tutto lo staff), che coinvolgono sostanze proibite, quando si tratta di azioni con FINALITA’ TERAPEUTICHE effettive e legali.
Ne deriva, secondo me, che l’”azione del massaggio”, con finalità terapeutiche, fatta in buona fede, rientra perfettamente in questa fattispecie che esclude l’”administration” per cui cade il comma b) della nota 65 e l’applicazione del 10.5 non sembrerebbe avere ostacoli stabiliti dalla norma…..
Torniamo ad un caso non previsto a cui non sembra applicabile il principio che gli atleti sono responsabili del loro staff.
Ohhhhh e rispondimi a questo

Per favore, puoi smetterla di COPIARE un post che ho SCRITTO IO ??
E mi chiedi pure di rispondere a ME STESSO !!

E’ il MIO post 21 del lontano 14 dicembre sulla notizia di Niggli
https://www.livetennis.it/post/428021/caso-sinner-il-direttore-wada-spiega-il-ricorso-al-tas-decisione-probabile-verso-marzo/comment-page-1/#comments

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wapi (Guest) 30-01-2025 19:21

Scritto da GIOTAD

Scusami, ma dedurre a posteriori che Naldi non avrebbe competenze sul doping non mi pare un ragionamento logico-giuridico, oltre a non emergere in alcun documento. Se domani Hamilton distrattamente investe un pedone cosa diciamo che è incompetente alla guida e la Ferrari licenziarlo? Naldi ha commesso un grandissimo errore, ma da qui a ritenerlo incompetente in materia doping e quindi attribuire la responsabilità della contaminazione a Sinner per averlo assunto, a mio modestissimo parere non sta in piedi.

Non lo deduco “a posteriori”: infatti mi sembra di aver scritto che, quando lo ha ASSUNTO, dal suo curriculum, non emergevano competenze ed esperienze adeguate in materia di doping.
Ripeto quanto già scritto (non posso farlo sempre).

Naldi è è un “ragazzino” di soli 33 anni, laureato in fisioterapia che ha fatto per 6 anni il secondo o terzo fisioterapista in una squadra di basket, è stato solo poco più di un anno con Sinner e a Fisioterapia Ferrara ci sono solo 2 miseri CFU per parlare di TUTTI i farmaci…..

Se non hai le competenze iniziali, le DEVI acquisire con la formazione ma non c’è evidenza di ciò (il chè però non lo esclude…..)

Ripeto.
C’è tutto un capitolo del codice Wada che si chiama “Education”(18) e c’è pure uno standard collegato sulla formazione.
Wada gestisce direttamente una piattaforma di formazione sul doping (ADEL)
https://adel.wada-ama.org/learn
Le Federazioni internazionali (per noi ITF che delega Itia) e quelle antidoping nazionali (per noi Nado Italia) sono OBBLIGATE a definire, organizzare e attuare piani di formazione per gli atleti e per il personale di supporto in materia antidoping
Questa è la pagina più recente di Itia sull’argomento
https://www.itia.tennis/news/itia-news/international-day-of-education-2025-spotlight-on-prevention/
Puoi leggere che, solo nel 2024, oltre 15.000 persone hanno completato il Programma di formazione (TIPP), OBBLIGATORIO per giocatori e dirigenti di tennis, ma disponibile anche per il personale di supporto.

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wapi (Guest) 30-01-2025 18:53

Scritto da Kenobi

No, non comprende proprio le basi, mi spiace.
C’è una distinzione fondamentale tra processo di definizione delle regole e potere regolatorio una volta che le regole sono stabilite.
Le regole della WADA non sono semplicemente basate sul consenso, ma diventano vincolanti una volta adottate. Il fatto che il processo di definizione coinvolga più parti (stakeholder, consultazioni, revisioni) non significa che l’applicazione delle regole sia volontaria.
ISO, UNI, CEN, CEI sono standard volontari, mentre il Codice WADA è cogente per chiunque voglia partecipare alle competizioni riconosciute.
Una federazione può decidere di non aderire (veda NBA, NCAA), ma se lo fa i suoi atleti non partecipano agli eventi sotto egida CIO o federazioni affiliate.
La WADA impone il rispetto delle regole a chi vi aderisce.
Non è un’autorità nel senso di un’agenzia governativa, ma è di fatto un organismo di regolazione mondiale, perché chi non si adegua subisce sanzioni sportive e politiche (esempio: Russia e RUSADA).
L’adesione delle federazioni non è esattamente “volontaria” nel senso classico:
Una federazione che non aderisce perde la possibilità di far partecipare i propri atleti ai Giochi Olimpici o ad altri eventi sotto il CIO.
Dire che la WADA non impone nulla perché esiste un processo di consultazione è come dire che le regole FIFA sono volontarie perché le federazioni possono teoricamente decidere di non farne parte (con le ovvie conseguenze).
Il Consiglio di Fondazione e il Comitato Esecutivo ovviamente non sono dipendenti nel senso di lavoratori subordinati. Il punto è che la WADA non è una struttura minimale, ma un’organizzazione con governance complessa e numerosi dipendenti operativi che fanno funzionare il sistema.
46 milioni di dollari per un’agenzia con questa influenza non sono pochi. Dire che è una struttura “snella” è discutibile, considerando il numero di membri nei suoi organi di governo e il livello di controllo che esercita a livello mondiale.

Prova a seguirmi un attimo su una serie di passaggi logici e funzionali (e storici)

1)Dopo i disastri e gli scandali degli anni 80 e 90, sulla spinta del primo trattato europeo sul doping ( convenzione di Strasburgo 1989), tutto il mondo dello sport decise di definire, con il metodo del consenso, le REGOLE univoche, valide per tutti, in materia di doping. È il METODO di definizione delle REGOLE che è basato sul consenso (come Iso, Uni, Cei….ecc.

2) Per coordinare e organizzare questi lavori che durarono 3-4 anni, fu costituita Wada nel 1999 che è una Fondazione, senza scopo di lucro, di diritto svizzero (leggi art 1 Statuto)

3) L’output fu il primo codice Wada del 2003, in vigore dal 2004, che viene modificato ogni 4-5 anni, se necessario, sempre con il metodo del consenso, esattamente come avviene per la modifica delle norme Iso, Uni, Cei….ecc.
Successivamente, a seguito di una risoluzione ONU del 2003, venne sottoscritta la Convenzione Unesco del 2005 che recepisce e fa proprio il codice Wada e tutta l’attività conseguente. La Convenzione è adottata da 192 Stati membri Onu.

4)La “governance” della fondazione è in mano ai “soci” della Fondazione che ELEGGONO i membri del Comitato della Fondazione e del Consiglio Direttivo, i quali hanno il compito fondamentale di definire le strategie e CONTROLLARE l’attività della struttura (credo che Niggli sia il dipendente più alto in grado).

5)L’attività della struttura consiste nel coordinare e gestire i gruppi di lavoro, composti da rappresentanti dei SOCI (NON da dipendenti Wada), che definiscono le regole (stesso meccanismo Iso, Uni…ecc.)

6) In più, la struttura ha il compito di SORVEGLIARE l’attività delle Federazioni aderenti, affinchè questa avvenga in conformità alle REGOLE CONDIVISE e lo fa tramite il meccanismo di notifica obbligatoria dei risultati di tutti i prelievi e delle azioni successive (Adams) che sono compiti ESCLUSIVI delle Federazioni per gli atleti internazionali (per noi ITF tramite Itia) e degli organismi nazionali per gli atleti nazionali (per noi Nado Italia).
Wada non ha nessun potere di intervento sugli atleti ne in fase di pianificazione dei controlli ne di prelievo e gestione campioni ne nella fase successiva di emissione sanzioni.
Quindi, Wada ha solo potere di intervento sulle Federazioni aderenti se valuta che il loro comportamento NON sia conforme alle REGOLE condivise, ad es. se non emettono sanzioni mentre, secondo Wada, dovrebbero farlo (il ns. caso, purtroppo).

7)L’adesione delle Federazioni è volontaria ma anche gli atleti delle Federazioni che non aderiscono possono partecipare a tutto purchè si “puliscano la coscienza” (??!!) almeno 3-4 mesi prima. Alle Olimpiadi di Parigi circa il 70% delle medaglia Usa è andato ad atleti dei college che, fino a poco prima, non erano testati secondo le regole condivise (se non è uno scandalo questo…..).

8) L’obbligatorietà del rispetto del Codice nasce dall’adesione delle Federazioni e dai trattati internazionali – ma è sempre un obbligo di rispettare regole condivise.
Analogamente, c’è l’obbligo di rispettare le norme tecniche consensuali Iso, Uni, Cei…. quando, a monte, c’è una disposizione che ti obbliga: ad es. impianti elettrici a norme Cei, prodotti marcati CE secondo std armonizzati….ecc.
In aggiunta, in Italia, per il doping, il divieto di impiegare le sostanze proibite definite da Wada è contenuto su L. 376/2000 e sui relativi decreti di aggiornamento (da ultimo DM 25 maggio 2024).

In questo contesto, dove lo vedi, in Wada, l’autoritarismo e la prevaricazione o un “Moloch” in cui una serie di dirigenti e dipendenti vogliono fare e imporre quello che vogliono ???
Secondo me, è l’esatto contrario: Wada vive in mezzo a delicati e continui equilibri , “tirato per la giacca”, da un lato, dai prepotenti a cui non sta bene che tutti i “soci” valgano uno e, dall’altro, da tutti quelli che scalpitano, per liberalizzare il doping, riducendo i controlli e annacquandoli con valori minimi elevati (micro-doping)

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Alice (Guest) 30-01-2025 16:35

@ Ging89 (#4304748)
Perfetto!

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Alice (Guest) 30-01-2025 16:32

Scritto da Lob

Scritto da Alice

Scritto da wapi

Scritto da walden
Guarda, una mia carissima amica, testimone di nozze di mia moglie, lavora in un ospedale pediatrico per bambini oncologici. Dal momento che quando si trova a contatto con loro deve sempre indossare i guanti, quando si provoca accidentalmnete delle piccole ferite alle mani, usa sempre il Trophodermin perchè favorisce una coagulazione velocissima delle ferite. Quindi non trovo così strano che Ferrara abbia consigliato a naldi l’utilizzo di questo prodotto. Purtroppo c’è stata una leggerezza da parte di entrambi nel fatto di non considerare in rischi di contaminazione. Ma stiamo parlando di due soggetti che non sono tenuti ad astenersi dall’utilizzo del cicatrizzante, e tantomeno lo hanno utilizzato direttamnete verso Sinner. Chiunque non sia malato di formalismo giuridico sa che la norma non ha la funzione di impedire al personale dello staff di utilizzare prodotti segnalati come doping (anche uno spary come il Broncovaleas lo è immaginatevi un massaggiatore, o anche un allenatore che lo utilizza, facendone cadere una piccola parrte sulla mano, che poi venga a contatto con un atleta), ma di sanzionare un contatto, provocato, anche se involontariamente (caso Swiatek), dovuto all’utizzo di un prodotto contaminato. In effetti nel regolamnto, come riportato da alcuni amici contributori, si parla di “bona fide”. La vigilanza dell’atleta, nell’ipotesi di massimo formalismo applicato, vorrebbe dire, come qualcuno ha detto, ispezionare continuamente gli effetti personali dei propri collaboratori. Tale formalismo si è fermato anche in situazioni, come quella della giocatrice di curling, di intimità, che hanno causato la sua positività, e che potrebbero essere maggiormente responsabilizzanti.
In realtà, il non detto di tutto ciò, è che la WADA non creda veramente alla versione di Sinner, e tenti surrettiziamnete di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia il tentativo dell’atleta di doparsi. E questo sarà il punto su cui la difesa di Sinner dovrà lavorare, ossia smascherare il vero intento dell’Agenzia Internazionale.

Condivido la prima parte di quanto hai scritto, anzi, per me, Ferrara di colpa ne ha proprio poca o nessuna, tanto chè, a differenza di Naldi, è già rientrato nel giro.
Ti faccio comunque osservare che in giudizio spesso “la forma è sostanza” e te la giochi sul filo delle parole………..
Ma non tirar fuori anche tu la storia delle ispezioni alle borse o del controllo in bagno…….
Da che mondo è mondo, la prevenzione si fa con la competenza e, se non c’è, con la formazione obbligatoria – ovviamente parliamo di doping, non certo di competenza a fare i massaggi…..
E’ questo il punto debole di Naldi, non tanto perché fa una sciocchezza grossa ma, soprattutto, perché quando è stato assunto non sembra ne sapesse molto di doping…….
Non credo che Wada pensi al microdoping perché sul clostebol sarebbe assurdo (se interessa, poi lo spiego).
E’ il codice Wada che ha un buco grosso come una casa: sostanza specificata, da zero a 2 anni (Errani); prodotto contaminato, da zero a 2 anni (Swiatek).- La bozza di codice 2027, uscita prima del caso Sinner, cambia la dizione “prodotto contaminato” in “fonte di contaminazione” per cui anche a Sinner si applicherebbe da zero a 2 anni………
Con la norma attuale Wada non può chiedere meno di un anno come, forse, farebbe senza quel buco…..
Il Tas però potrebbe, con un po’ di coraggio e applicando il principio di proporzionalità (confido in Radoux), e, se non passa l’assoluzione piena, potremmo cavarcela con 1-2 mesi

La sciocchezza grossa di Naldi. Ecco, diccela per favore.
No mi spiace, il TAS non può fare come vuole e lo ha ben chiarito la Ceo Dell’ITIA, Moorhouse. Se il ricorso non viene respinto può solo adeguarsi alle richieste della Wada: un anno/due, meno non esiste.
Sarebbe possibile forse se le parti si mettessero d’accordo. Non si capisce però perché dovrebbero farlo, visto che una squalifica pur minima non può essere motivo di soddisfazione per chi è stato già assolto da una corte internazionale indipendente dopo ben 5 mesi di indagini serrate. Jannik, che si è sempre detto innocente, andrebbe contro se stesso se l’accettasse, oltre alla macchia che gli resterebbe per sempre. Comprendi, vero, che sarebbe solo per far felice la Wada?
Il rigetto dell’appello e la conferma del ‘no fault no negligence’ è l’unica soluzione giusta e auspicabile.

Alice, mi trovo sostanzialmente d’accordo con quanto affermi. Non lo sono che un eventuale accordo per un ban breve lascerebbe una macchia x sempre. Perché vedi la macchia rimane per gli haters da tastiera che, nonostante la stessa Wada abbia fatto ricorso per una presunta negligenza, continuano a parlare di doping e di altre nefandezze e altro di cui è superfluo continuare a parlare.
Personalmente piuttosto di un all in con il rischio di un ban di 1 anno minimo, pur apprezzando l’ ottimismo di alcuni utenti, un accordo stragiudiziale per una sospensione minima che salvi la faccia a Wada non mi dispiacerebbe.
Hai minimamente idea di quanto possa essere devastante per il nostro campione una squalifica di 1 anno o più?

Certo che sarebbe devastante ed è ovvio che una sospensione minima sia preferibile ad una lunga squalifica. Però è pur sempre un modo per salvare la faccia all’agenzia cialtroni e già questo basta e avanza a renderlo indigesto. Poi dubito che Jannik sarebbe d’accordo, non mi sembra uno che scende a compromessi con la coscienza: sa di non aver fatto nulla di male, sa che tanti l’hanno capito, improbabile faccia retromarcia su ciò che per lui è sicuramente un punto fermo, un’immagine pulita al di là dei meriti sportivi.
La scelta di Lord Dyson come arbitro al TAS non è casuale e punta proprio in questa direzione. Nessun accordo e conferma del ‘no fault no negligence’. O anche ritiro dell’appello se fosse chiaro al TAS che Wada, facendo ricorso per un incidente fortuito senza conseguenze e senza doping, è andata ben oltre le sue competenze.
Si aprirebbe il classico vaso di Pandora: abuso di potere, incalcolabili danni di immagine che questi signori così preoccupati della reputazione degli atleti non potevano non prevedere quindi malafede, perfino corruzione se emergessero pressioni esterne sulla decisione di ricorrere contro il verdetto di un tribunale indipendente, cosa mai successa prima.
L’agenzia antidoping già in equilibrio precario si sta giocando tutto e lo sa. Pensi ancora sia il nostro campione quello che rischia di più?

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+1: Antonella B.
Ging89 (Guest) 30-01-2025 11:13

Scritto da wapi

Scritto da walden
Guarda, una mia carissima amica, testimone di nozze di mia moglie, lavora in un ospedale pediatrico per bambini oncologici. Dal momento che quando si trova a contatto con loro deve sempre indossare i guanti, quando si provoca accidentalmnete delle piccole ferite alle mani, usa sempre il Trophodermin perchè favorisce una coagulazione velocissima delle ferite. Quindi non trovo così strano che Ferrara abbia consigliato a naldi l’utilizzo di questo prodotto. Purtroppo c’è stata una leggerezza da parte di entrambi nel fatto di non considerare in rischi di contaminazione. Ma stiamo parlando di due soggetti che non sono tenuti ad astenersi dall’utilizzo del cicatrizzante, e tantomeno lo hanno utilizzato direttamnete verso Sinner. Chiunque non sia malato di formalismo giuridico sa che la norma non ha la funzione di impedire al personale dello staff di utilizzare prodotti segnalati come doping (anche uno spary come il Broncovaleas lo è immaginatevi un massaggiatore, o anche un allenatore che lo utilizza, facendone cadere una piccola parrte sulla mano, che poi venga a contatto con un atleta), ma di sanzionare un contatto, provocato, anche se involontariamente (caso Swiatek), dovuto all’utizzo di un prodotto contaminato. In effetti nel regolamnto, come riportato da alcuni amici contributori, si parla di “bona fide”. La vigilanza dell’atleta, nell’ipotesi di massimo formalismo applicato, vorrebbe dire, come qualcuno ha detto, ispezionare continuamente gli effetti personali dei propri collaboratori. Tale formalismo si è fermato anche in situazioni, come quella della giocatrice di curling, di intimità, che hanno causato la sua positività, e che potrebbero essere maggiormente responsabilizzanti.
In realtà, il non detto di tutto ciò, è che la WADA non creda veramente alla versione di Sinner, e tenti surrettiziamnete di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia il tentativo dell’atleta di doparsi. E questo sarà il punto su cui la difesa di Sinner dovrà lavorare, ossia smascherare il vero intento dell’Agenzia Internazionale.

Condivido la prima parte di quanto hai scritto, anzi, per me, Ferrara di colpa ne ha proprio poca o nessuna, tanto chè, a differenza di Naldi, è già rientrato nel giro.
Ti faccio comunque osservare che in giudizio spesso “la forma è sostanza” e te la giochi sul filo delle parole………..
Ma non tirar fuori anche tu la storia delle ispezioni alle borse o del controllo in bagno…….
Da che mondo è mondo, la prevenzione si fa con la competenza e, se non c’è, con la formazione obbligatoria – ovviamente parliamo di doping, non certo di competenza a fare i massaggi…..
E’ questo il punto debole di Naldi, non tanto perché fa una sciocchezza grossa ma, soprattutto, perché quando è stato assunto non sembra ne sapesse molto di doping…….
Non credo che Wada pensi al microdoping perché sul clostebol sarebbe assurdo (se interessa, poi lo spiego).
E’ il codice Wada che ha un buco grosso come una casa: sostanza specificata, da zero a 2 anni (Errani); prodotto contaminato, da zero a 2 anni (Swiatek).- La bozza di codice 2027, uscita prima del caso Sinner, cambia la dizione “prodotto contaminato” in “fonte di contaminazione” per cui anche a Sinner si applicherebbe da zero a 2 anni………
Con la norma attuale Wada non può chiedere meno di un anno come, forse, farebbe senza quel buco…..
Il Tas però potrebbe, con un po’ di coraggio e applicando il principio di proporzionalità (confido in Radoux), e, se non passa l’assoluzione piena, potremmo cavarcela con 1-2 mesi

la sentenza del Tribunale indipendente in realtà ha motivato affermando che la contaminazione accidentale non può essere considerata “administration”, che pure nella sua accezione più ampia, presuppone pur sempre un comportamento volontario da parte del medico di somministrare la sostanza all’atleta. Il caso di Naldi è chiaro che non c’era volontà da parte di Naldi di somministrare alcuna sostanza a Jannik (non ha curato le ferite di Jannik con spray o pomata, in quel caso sarebbe stata “somministrazione” ), ma ha effettuato un massaggio e la sostanza è entrata per contatto. Quindi a mio parere la sentenza di primo grado è motivata in modo impeccabile, e il TAS non potrà che confermare questa interpretazione

In più AL CONCETTO DI SOMMINISTRAZIONE NON SONO COMPRESI TUTTI QUEI TRATTAMENTI TERAPEUTICI IN BUONA FEDE FATTI DALLO STAFF CHE HANNO PORTATO A POSITIVITÀ IN MANIERA INVOLONTARIA ANCHE PER LO STESSO STAFF

WADC PAG 87 o 164

In quel caso l’atleta NON È RESPONSABILE delle loro azioni

Per escludere ogni sanzione deve potersi applicare il punto 10.5 (quello finora applicato) che dice
“If an Athlete or other Person establishes in an individual case that he or she bears No Fault or Negligence, then the otherwise applicable period of Ineligibility shall be eliminated.”
Questo requisito del codice è accompagnato dalla nota 65 che dice:
“………….No Fault or Negligence would not apply in the following circumstances:…….b) the Administration of a Prohibited Substance by the Athlete’s personal physician or trainer without disclosure to the Athlete (Athletes are responsible for their choice of medical personnel and for advising medical personnel that they cannot be given any Prohibited Substance);”
Come da tempo ipotizzato e come ora confermato, tutto si gioca sulla responsabilità che hanno gli atleti verso il loro staff.
Di conseguenza, molto si gioca su questa nota 65: se rientriamo siamo fregati e non si applica l’esenzione della sanzione – la sentenza Itia ha escluso che si applichi (punti 71-75 e 99-100) ma non mi pare lo motivi.
Il significato del termine “administration” si trova nelle definizioni allegate al codice Wada.
Come sospettavo, si tratta di un termine con un significato di ampia portata, ben maggiore della semplice “somministrazione” di cibo o farmaci.
“Administration: Providing, supplying, supervising, facilitating, or otherwise participating in the Use or Attempted Use by another Person of a Prohibited Substance or Prohibited Method.”
(il termine “Use” è molto vasto: The utilization, application, ingestion, injection or consumption…..)
SE ci fermassimo qui, penso proprio che saremmo fregati (otherwise participating): quella di Sinner sarebbe una “administration” per cui cadrebbe la possibilità dell’esenzione totale.
Per ns fortuna, invece, la definizione Wada continua così.
“However, this definition shall not include the actions of bona fide medical personnel involving a Prohibited Substance or Prohibited Method Used for genuine and legal therapeutic purposes or other acceptable justification and shall not include actions involving Prohibited Substances which are not prohibited in Out of-Competition Testing unless the circumstances as a whole demonstrate that such Prohibited Substances are not intended for genuine and legal therapeutic purposes or are intended to enhance sport performance.”
Quindi l’”administation” non DEVE (shall) comprendere le azioni (actions) fatte in buona fede dal personale medico (certamente estensibile a tutto lo staff), che coinvolgono sostanze proibite, quando si tratta di azioni con FINALITA’ TERAPEUTICHE effettive e legali.
Ne deriva, secondo me, che l’”azione del massaggio”, con finalità terapeutiche, fatta in buona fede, rientra perfettamente in questa fattispecie che esclude l’”administration” per cui cade il comma b) della nota 65 e l’applicazione del 10.5 non sembrerebbe avere ostacoli stabiliti dalla norma…..
Torniamo ad un caso non previsto a cui non sembra applicabile il principio che gli atleti sono responsabili del loro staff.

Ohhhhh e rispondimi a questo

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+1: Antonella B.
Lob 30-01-2025 10:14

Scritto da Alice

Scritto da wapi

Scritto da walden
Guarda, una mia carissima amica, testimone di nozze di mia moglie, lavora in un ospedale pediatrico per bambini oncologici. Dal momento che quando si trova a contatto con loro deve sempre indossare i guanti, quando si provoca accidentalmnete delle piccole ferite alle mani, usa sempre il Trophodermin perchè favorisce una coagulazione velocissima delle ferite. Quindi non trovo così strano che Ferrara abbia consigliato a naldi l’utilizzo di questo prodotto. Purtroppo c’è stata una leggerezza da parte di entrambi nel fatto di non considerare in rischi di contaminazione. Ma stiamo parlando di due soggetti che non sono tenuti ad astenersi dall’utilizzo del cicatrizzante, e tantomeno lo hanno utilizzato direttamnete verso Sinner. Chiunque non sia malato di formalismo giuridico sa che la norma non ha la funzione di impedire al personale dello staff di utilizzare prodotti segnalati come doping (anche uno spary come il Broncovaleas lo è immaginatevi un massaggiatore, o anche un allenatore che lo utilizza, facendone cadere una piccola parrte sulla mano, che poi venga a contatto con un atleta), ma di sanzionare un contatto, provocato, anche se involontariamente (caso Swiatek), dovuto all’utizzo di un prodotto contaminato. In effetti nel regolamnto, come riportato da alcuni amici contributori, si parla di “bona fide”. La vigilanza dell’atleta, nell’ipotesi di massimo formalismo applicato, vorrebbe dire, come qualcuno ha detto, ispezionare continuamente gli effetti personali dei propri collaboratori. Tale formalismo si è fermato anche in situazioni, come quella della giocatrice di curling, di intimità, che hanno causato la sua positività, e che potrebbero essere maggiormente responsabilizzanti.
In realtà, il non detto di tutto ciò, è che la WADA non creda veramente alla versione di Sinner, e tenti surrettiziamnete di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia il tentativo dell’atleta di doparsi. E questo sarà il punto su cui la difesa di Sinner dovrà lavorare, ossia smascherare il vero intento dell’Agenzia Internazionale.

Condivido la prima parte di quanto hai scritto, anzi, per me, Ferrara di colpa ne ha proprio poca o nessuna, tanto chè, a differenza di Naldi, è già rientrato nel giro.
Ti faccio comunque osservare che in giudizio spesso “la forma è sostanza” e te la giochi sul filo delle parole………..
Ma non tirar fuori anche tu la storia delle ispezioni alle borse o del controllo in bagno…….
Da che mondo è mondo, la prevenzione si fa con la competenza e, se non c’è, con la formazione obbligatoria – ovviamente parliamo di doping, non certo di competenza a fare i massaggi…..
E’ questo il punto debole di Naldi, non tanto perché fa una sciocchezza grossa ma, soprattutto, perché quando è stato assunto non sembra ne sapesse molto di doping…….
Non credo che Wada pensi al microdoping perché sul clostebol sarebbe assurdo (se interessa, poi lo spiego).
E’ il codice Wada che ha un buco grosso come una casa: sostanza specificata, da zero a 2 anni (Errani); prodotto contaminato, da zero a 2 anni (Swiatek).- La bozza di codice 2027, uscita prima del caso Sinner, cambia la dizione “prodotto contaminato” in “fonte di contaminazione” per cui anche a Sinner si applicherebbe da zero a 2 anni………
Con la norma attuale Wada non può chiedere meno di un anno come, forse, farebbe senza quel buco…..
Il Tas però potrebbe, con un po’ di coraggio e applicando il principio di proporzionalità (confido in Radoux), e, se non passa l’assoluzione piena, potremmo cavarcela con 1-2 mesi

La sciocchezza grossa di Naldi. Ecco, diccela per favore.
No mi spiace, il TAS non può fare come vuole e lo ha ben chiarito la Ceo Dell’ITIA, Moorhouse. Se il ricorso non viene respinto può solo adeguarsi alle richieste della Wada: un anno/due, meno non esiste.
Sarebbe possibile forse se le parti si mettessero d’accordo. Non si capisce però perché dovrebbero farlo, visto che una squalifica pur minima non può essere motivo di soddisfazione per chi è stato già assolto da una corte internazionale indipendente dopo ben 5 mesi di indagini serrate. Jannik, che si è sempre detto innocente, andrebbe contro se stesso se l’accettasse, oltre alla macchia che gli resterebbe per sempre. Comprendi, vero, che sarebbe solo per far felice la Wada?
Il rigetto dell’appello e la conferma del ‘no fault no negligence’ è l’unica soluzione giusta e auspicabile.

Alice, mi trovo sostanzialmente d’accordo con quanto affermi. Non lo sono che un eventuale accordo per un ban breve lascerebbe una macchia x sempre. Perché vedi la macchia rimane per gli haters da tastiera che, nonostante la stessa Wada abbia fatto ricorso per una presunta negligenza, continuano a parlare di doping e di altre nefandezze e altro di cui è superfluo continuare a parlare.

Personalmente piuttosto di un all in con il rischio di un ban di 1 anno minimo, pur apprezzando l’ ottimismo di alcuni utenti, un accordo stragiudiziale per una sospensione minima che salvi la faccia a Wada non mi dispiacerebbe.

Hai minimamente idea di quanto possa essere devastante per il nostro campione una squalifica di 1 anno o più?

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Alice (Guest) 30-01-2025 03:31

Scritto da wapi

Scritto da walden
Guarda, una mia carissima amica, testimone di nozze di mia moglie, lavora in un ospedale pediatrico per bambini oncologici. Dal momento che quando si trova a contatto con loro deve sempre indossare i guanti, quando si provoca accidentalmnete delle piccole ferite alle mani, usa sempre il Trophodermin perchè favorisce una coagulazione velocissima delle ferite. Quindi non trovo così strano che Ferrara abbia consigliato a naldi l’utilizzo di questo prodotto. Purtroppo c’è stata una leggerezza da parte di entrambi nel fatto di non considerare in rischi di contaminazione. Ma stiamo parlando di due soggetti che non sono tenuti ad astenersi dall’utilizzo del cicatrizzante, e tantomeno lo hanno utilizzato direttamnete verso Sinner. Chiunque non sia malato di formalismo giuridico sa che la norma non ha la funzione di impedire al personale dello staff di utilizzare prodotti segnalati come doping (anche uno spary come il Broncovaleas lo è immaginatevi un massaggiatore, o anche un allenatore che lo utilizza, facendone cadere una piccola parrte sulla mano, che poi venga a contatto con un atleta), ma di sanzionare un contatto, provocato, anche se involontariamente (caso Swiatek), dovuto all’utizzo di un prodotto contaminato. In effetti nel regolamnto, come riportato da alcuni amici contributori, si parla di “bona fide”. La vigilanza dell’atleta, nell’ipotesi di massimo formalismo applicato, vorrebbe dire, come qualcuno ha detto, ispezionare continuamente gli effetti personali dei propri collaboratori. Tale formalismo si è fermato anche in situazioni, come quella della giocatrice di curling, di intimità, che hanno causato la sua positività, e che potrebbero essere maggiormente responsabilizzanti.
In realtà, il non detto di tutto ciò, è che la WADA non creda veramente alla versione di Sinner, e tenti surrettiziamnete di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia il tentativo dell’atleta di doparsi. E questo sarà il punto su cui la difesa di Sinner dovrà lavorare, ossia smascherare il vero intento dell’Agenzia Internazionale.

Condivido la prima parte di quanto hai scritto, anzi, per me, Ferrara di colpa ne ha proprio poca o nessuna, tanto chè, a differenza di Naldi, è già rientrato nel giro.
Ti faccio comunque osservare che in giudizio spesso “la forma è sostanza” e te la giochi sul filo delle parole………..
Ma non tirar fuori anche tu la storia delle ispezioni alle borse o del controllo in bagno…….
Da che mondo è mondo, la prevenzione si fa con la competenza e, se non c’è, con la formazione obbligatoria – ovviamente parliamo di doping, non certo di competenza a fare i massaggi…..
E’ questo il punto debole di Naldi, non tanto perché fa una sciocchezza grossa ma, soprattutto, perché quando è stato assunto non sembra ne sapesse molto di doping…….
Non credo che Wada pensi al microdoping perché sul clostebol sarebbe assurdo (se interessa, poi lo spiego).
E’ il codice Wada che ha un buco grosso come una casa: sostanza specificata, da zero a 2 anni (Errani); prodotto contaminato, da zero a 2 anni (Swiatek).- La bozza di codice 2027, uscita prima del caso Sinner, cambia la dizione “prodotto contaminato” in “fonte di contaminazione” per cui anche a Sinner si applicherebbe da zero a 2 anni………
Con la norma attuale Wada non può chiedere meno di un anno come, forse, farebbe senza quel buco…..
Il Tas però potrebbe, con un po’ di coraggio e applicando il principio di proporzionalità (confido in Radoux), e, se non passa l’assoluzione piena, potremmo cavarcela con 1-2 mesi

La sciocchezza grossa di Naldi. Ecco, diccela per favore.
No mi spiace, il TAS non può fare come vuole e lo ha ben chiarito la Ceo Dell’ITIA, Moorhouse. Se il ricorso non viene respinto può solo adeguarsi alle richieste della Wada: un anno/due, meno non esiste.
Sarebbe possibile forse se le parti si mettessero d’accordo. Non si capisce però perché dovrebbero farlo, visto che una squalifica pur minima non può essere motivo di soddisfazione per chi è stato già assolto da una corte internazionale indipendente dopo ben 5 mesi di indagini serrate. Jannik, che si è sempre detto innocente, andrebbe contro se stesso se l’accettasse, oltre alla macchia che gli resterebbe per sempre. Comprendi, vero, che sarebbe solo per far felice la Wada?
Il rigetto dell’appello e la conferma del ‘no fault no negligence’ è l’unica soluzione giusta e auspicabile.

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Alice (Guest) 30-01-2025 03:13

Scritto da wapi

Scritto da Pippoanzighi
In sintesi la Wada affermerà che la colpa di Naldi e Ferrara è quella di avere acquistato un farmaco contenente Clostebol (il secondo) e di averlo utilizzato per curare una ferita al dito (il primo). Ma non è una colpa o negligenza, perché il fisio e il massaggiatore non scendono in campo, non giocano, non sono sottoposti a controlli antidoping (altrimenti Naldi sarebbe risultato positivo) e quindi possono acquistare quello che vogliono e curarsi le ferite come preferiscono. L’unica cosa che non possono fare è somministrare all’atleta farmaci o integratori contenenti sostanze vietate, pertanto se Naldi o Ferrara avessero curato una ferita di Jannik con lo spray Trofodermin, la squalifica sarebbe certa, a termini di regolamento (e la sentenza di primo grado sarebbe stata certamente una sentenza di condanna). I giudici conoscono bene questa sottigliezza del regolamento, necessaria peraltro altrimenti sarebbe facilissimo per chiunque doparsi e farla franca, affermando di non sapere nulla e che ha fatto tutto il fisio o il medico. Questo è il motivo per cui Iga Swiatek è stata squalificata, a differenza di Jannik, perché lei comunque ha assunto un farmaco su consiglio del suo medico. Jannik non ha assunto nulla, né gli è stato somministrato nulla, pertanto a termini di regolamento è totalmente innocente, come riconosciuto dalla sentenza di primo grado. L’interpretazione di Wada è assurda, contraria alle norme del regolamento e totalmente priva di qualsiasi buon senso, per cui tutti confidiamo che l’appello sarà rigettato dal TAS.
È vero che altre volte il TAS ha dato ragione alla Wada, ma si trattava di casi giudicati dalle federazioni nazionali in maniera un po’ approssimativa, per non dire compiacente, cosa assolutamente non avvenuta nel caso Sinner.

Non è così.
La Wada dice quello che dice la giurisprudenza Tas (lo ha detto chiaro Niggli):” La responsabilità dell’atleta include il fatto che essa è responsabile del comportamento del suo entourage, siano essi i suoi allenatori, il personale medico……. ecc.” (Errani)
Questa giurisprudenza deriva dal capitolo 21 del Codice: ruolo e responsabilità dell’atleta e dello staff
Fra le responsabilità dell’atleta c’è: “…….assumersi la responsabilità (to take responsability) di essere sicuri (to make sure) che qualsiasi trattamento medico ricevuto non violi le politiche e le regole antidoping adottate ai sensi del Codice.”
Fra le responsabilità dello staff c’è: “Essere a conoscenza e rispettare (comply with) tutte le politiche e le regole antidoping……. applicabili …… agli Atleti che supportano.”
Ti sembra che Naldi “fosse a conoscenza e abbia rispettato” le regole antidoping applicabili a Sinner ??
E Wada fa l’equivalenza: colpa di Naldi = colpa di Sinner

Sono andata a vedermi l’articolo 21 e non c’è assolutamente nulla che giustifichi l’equivalenza che dici. Di colpe dell’atleta verso lo staff non si parla proprio.
Naldi lavorava in ambito sportivo prima di incontrare Sinner. Mi piacerebbe sapere come fai ad essere così sicuro che non conoscesse le regole antidoping e che non le abbia rispettate nello specifico. E soprattutto come questa eventuale lacuna si possa addebitare a Sinner. Grazie.

57
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Alice (Guest) 30-01-2025 03:05

Bello l’articolo e molto interessanti i commenti.
Nel caso Sinner c’è da parte della Wada un chiaro abuso di potere che ha provocato danni notevoli a un ragazzo che non lo meritava assolutamente. Invece del doping, qui inesistente, si combatte una presunta negligenza dall’esito sportivo nullo mentre Jannik viene sottoposto ormai da mesi a una gogna mediatica folle, col peso aggiuntivo della squalifica che azzererebbe all’istante anni di lavoro e sacrifici. Senza aver fatto niente!
La Wada è un moloch da cancellare. Intanto l’Italia potrebbe seguire l’esempio USA e dire basta ai finanziamenti: pagare per veder massacrati campioni modello come Sinner, mentre sul doping cinese non si muove foglia, anche no.
STOP FINANZIAMENTI ALLA WADA.

56
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+1: Antonella B.
GIOTAD 29-01-2025 22:48

Scritto da wapi

Scritto da walden
Guarda, una mia carissima amica, testimone di nozze di mia moglie, lavora in un ospedale pediatrico per bambini oncologici. Dal momento che quando si trova a contatto con loro deve sempre indossare i guanti, quando si provoca accidentalmnete delle piccole ferite alle mani, usa sempre il Trophodermin perchè favorisce una coagulazione velocissima delle ferite. Quindi non trovo così strano che Ferrara abbia consigliato a naldi l’utilizzo di questo prodotto. Purtroppo c’è stata una leggerezza da parte di entrambi nel fatto di non considerare in rischi di contaminazione. Ma stiamo parlando di due soggetti che non sono tenuti ad astenersi dall’utilizzo del cicatrizzante, e tantomeno lo hanno utilizzato direttamnete verso Sinner. Chiunque non sia malato di formalismo giuridico sa che la norma non ha la funzione di impedire al personale dello staff di utilizzare prodotti segnalati come doping (anche uno spary come il Broncovaleas lo è immaginatevi un massaggiatore, o anche un allenatore che lo utilizza, facendone cadere una piccola parrte sulla mano, che poi venga a contatto con un atleta), ma di sanzionare un contatto, provocato, anche se involontariamente (caso Swiatek), dovuto all’utizzo di un prodotto contaminato. In effetti nel regolamnto, come riportato da alcuni amici contributori, si parla di “bona fide”. La vigilanza dell’atleta, nell’ipotesi di massimo formalismo applicato, vorrebbe dire, come qualcuno ha detto, ispezionare continuamente gli effetti personali dei propri collaboratori. Tale formalismo si è fermato anche in situazioni, come quella della giocatrice di curling, di intimità, che hanno causato la sua positività, e che potrebbero essere maggiormente responsabilizzanti.
In realtà, il non detto di tutto ciò, è che la WADA non creda veramente alla versione di Sinner, e tenti surrettiziamnete di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia il tentativo dell’atleta di doparsi. E questo sarà il punto su cui la difesa di Sinner dovrà lavorare, ossia smascherare il vero intento dell’Agenzia Internazionale.

Condivido la prima parte di quanto hai scritto, anzi, per me, Ferrara di colpa ne ha proprio poca o nessuna, tanto chè, a differenza di Naldi, è già rientrato nel giro.
Ti faccio comunque osservare che in giudizio spesso “la forma è sostanza” e te la giochi sul filo delle parole………..
Ma non tirar fuori anche tu la storia delle ispezioni alle borse o del controllo in bagno…….
Da che mondo è mondo, la prevenzione si fa con la competenza e, se non c’è, con la formazione obbligatoria – ovviamente parliamo di doping, non certo di competenza a fare i massaggi…..
E’ questo il punto debole di Naldi, non tanto perché fa una sciocchezza grossa ma, soprattutto, perché quando è stato assunto non sembra ne sapesse molto di doping…….
Non credo che Wada pensi al microdoping perché sul clostebol sarebbe assurdo (se interessa, poi lo spiego).
E’ il codice Wada che ha un buco grosso come una casa: sostanza specificata, da zero a 2 anni (Errani); prodotto contaminato, da zero a 2 anni (Swiatek).- La bozza di codice 2027, uscita prima del caso Sinner, cambia la dizione “prodotto contaminato” in “fonte di contaminazione” per cui anche a Sinner si applicherebbe da zero a 2 anni………
Con la norma attuale Wada non può chiedere meno di un anno come, forse, farebbe senza quel buco…..
Il Tas però potrebbe, con un po’ di coraggio e applicando il principio di proporzionalità (confido in Radoux), e, se non passa l’assoluzione piena, potremmo cavarcela con 1-2 mesi

Scusami, ma dedurre a posteriori che Naldi non avrebbe competenze sul doping non mi pare un ragionamento logico-giuridico, oltre a non emergere in alcun documento. Se domani Hamilton distrattamente investe un pedone cosa diciamo che è incompetente alla guida e la Ferrari licenziarlo? Naldi ha commesso un grandissimo errore, ma da qui a ritenerlo incompetente in materia doping e quindi attribuire la responsabilità della contaminazione a Sinner per averlo assunto, a mio modestissimo parere non sta in piedi.

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+1: Antonella B., Kenobi
Antonella B. 29-01-2025 22:27

Secondo me nel caso di Jannik è stata Wada a mettere in difficoltà se stessa. Ora, per limitare i danni, credo basterebbe che la dirigenza Wada semplicemente ritirasse il ricorso da lei voluto, e sarebbe utile anche riconoscere l’esigenza di elaborare su basi scientifiche un protocollo per gestire le possibili contaminazioni da trofodermyn.

Contaminazioni che avvengono più che altro in Italia perché è un prodotto commercializzato solo in Italia – il che credo possa spiegare anche perché un italiano che usi questo spray possa decidere di metterlo sempre in valigia quando viaggia all’estero, scelta secondo me normalissima, ma che ancora sembra astrusa a chi tifa per una sospensione

54
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Silvy (Guest) 29-01-2025 22:05

@ wapi (#4304565)

Scusa ma in quale momento è emerso che Naldi non avesse la formazione e non fosse preparato sul doping??? Non è che Sinner ha chiamato un suo amico del paesello a fargli i massaggi eh, questo Naldi era nel mondo dello sport da anni, era massaggiatore di una squadra di basket mi sembra…e non è che lì le norme antidoping non doveva rispettarle eh! Poi se come dici tu non aveva le competenze come mai non è emerso già nella prima sentenza??

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+1: Antonella B.
Kenobi 29-01-2025 21:37

Scritto da wapi

Scritto da Kenobi
No, la WADA non è un’associazione di federazioni sportive internazionali e organismi antidoping che opera sulla base del consenso ma un’organizzazione indipendente e intergovernativa, nata nel 1999 su iniziativa del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e sostenuta da governi di tutto il mondo. La sua governance è divisa equamente tra il movimento sportivo (incluso il CIO e le federazioni internazionali) e i governi nazionali, che finanziano congiuntamente l’agenzia.
Se la WADA fosse un’associazione basata sul consenso significherebbe che le sue decisioni dipendono dall’accordo volontario di tutti i membri. Invece, la WADA impone le sue regole attraverso il Codice Mondiale Antidoping, che le organizzazioni sportive devono accettare per poter partecipare alle competizioni internazionali riconosciute.
Quindi, la WADA non è una semplice associazione di federazioni sportive che prende decisioni solo se c’è consenso. È un’organizzazione con un’autorità regolatoria che impone standard obbligatori a tutto lo sport mondiale.
Anche il numero dei dipendenti è campato per aria, solo il Consiglio di Fondazione è composto da 38 membri e un Comitato Esecutivo di 16 membri, responsabili della gestione delle attività dell’agenzia.
46 milioni di budget annuali è questa la snellezza.

Ma figurati…..
Le REGOLE Wada sono basate sul consenso, non solo il codice Wada ma anche gli 8 standard che ne fanno parte integrante e le norme tecniche che ne derivano; è lo stesso meccanismo delle norme ISO, UNI, CEN, CEI……
Guardati solo un attimo COME si arriva alla definizione del Codice 2027 e tutte le osservazioni che sono arrivate sulla prima bozza da cui, fra circa un mese, deriverà la seconda bozza
https://www.wada-ama.org/en/what-we-do/world-anti-doping-code/code-review
Wada non impone affatto le regole che sono condivise con tutti gli stakeholder; NON è un’autorità, infatti l’adesione delle Federazioni sportive è totalmente VOLONTARIA (infatti NCAA, NBA e simili non hanno mai aderito: chissà perché….)
Wada gestisce e organizza i processi di condivisione e ha l’obbligo di far rispettare le regole alle Federazioni che le hanno fatte proprie, aderendo, tramite il controllo e la verifica di tutte le notifiche che gli organismi antidoping hanno l’obbligo di far arrivare sul loro portale dedicato (Adams).
Ovviamente le decisioni operative immediate non le prendono consultando tutti ma la struttura che le prende ne deve rispondere agli Organi di gestione, nominati dai membri.
Il “metro” di decisione è SEMPRE il Codice e gli std collegati che, ripeto, nascono dal consenso.
PS. Secondo te, i membri del Consiglio e del Comitato esecutivo sono dipendenti ?? Per favore…..
L’unica italiana presente nei 2 organismi è Gabriella Battaini-Dragoni; prova a cercare il curriculum

No, non comprende proprio le basi, mi spiace.
C’è una distinzione fondamentale tra processo di definizione delle regole e potere regolatorio una volta che le regole sono stabilite.

Le regole della WADA non sono semplicemente basate sul consenso, ma diventano vincolanti una volta adottate. Il fatto che il processo di definizione coinvolga più parti (stakeholder, consultazioni, revisioni) non significa che l’applicazione delle regole sia volontaria.
ISO, UNI, CEN, CEI sono standard volontari, mentre il Codice WADA è cogente per chiunque voglia partecipare alle competizioni riconosciute.
Una federazione può decidere di non aderire (veda NBA, NCAA), ma se lo fa i suoi atleti non partecipano agli eventi sotto egida CIO o federazioni affiliate.

La WADA impone il rispetto delle regole a chi vi aderisce.
Non è un’autorità nel senso di un’agenzia governativa, ma è di fatto un organismo di regolazione mondiale, perché chi non si adegua subisce sanzioni sportive e politiche (esempio: Russia e RUSADA).

L’adesione delle federazioni non è esattamente “volontaria” nel senso classico:
Una federazione che non aderisce perde la possibilità di far partecipare i propri atleti ai Giochi Olimpici o ad altri eventi sotto il CIO.
Dire che la WADA non impone nulla perché esiste un processo di consultazione è come dire che le regole FIFA sono volontarie perché le federazioni possono teoricamente decidere di non farne parte (con le ovvie conseguenze).

Il Consiglio di Fondazione e il Comitato Esecutivo ovviamente non sono dipendenti nel senso di lavoratori subordinati. Il punto è che la WADA non è una struttura minimale, ma un’organizzazione con governance complessa e numerosi dipendenti operativi che fanno funzionare il sistema.

46 milioni di dollari per un’agenzia con questa influenza non sono pochi. Dire che è una struttura “snella” è discutibile, considerando il numero di membri nei suoi organi di governo e il livello di controllo che esercita a livello mondiale.

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+1: GIOTAD
wapi (Guest) 29-01-2025 21:13

Scritto da walden

Guarda, una mia carissima amica, testimone di nozze di mia moglie, lavora in un ospedale pediatrico per bambini oncologici. Dal momento che quando si trova a contatto con loro deve sempre indossare i guanti, quando si provoca accidentalmnete delle piccole ferite alle mani, usa sempre il Trophodermin perchè favorisce una coagulazione velocissima delle ferite. Quindi non trovo così strano che Ferrara abbia consigliato a naldi l’utilizzo di questo prodotto. Purtroppo c’è stata una leggerezza da parte di entrambi nel fatto di non considerare in rischi di contaminazione. Ma stiamo parlando di due soggetti che non sono tenuti ad astenersi dall’utilizzo del cicatrizzante, e tantomeno lo hanno utilizzato direttamnete verso Sinner. Chiunque non sia malato di formalismo giuridico sa che la norma non ha la funzione di impedire al personale dello staff di utilizzare prodotti segnalati come doping (anche uno spary come il Broncovaleas lo è immaginatevi un massaggiatore, o anche un allenatore che lo utilizza, facendone cadere una piccola parrte sulla mano, che poi venga a contatto con un atleta), ma di sanzionare un contatto, provocato, anche se involontariamente (caso Swiatek), dovuto all’utizzo di un prodotto contaminato. In effetti nel regolamnto, come riportato da alcuni amici contributori, si parla di “bona fide”. La vigilanza dell’atleta, nell’ipotesi di massimo formalismo applicato, vorrebbe dire, come qualcuno ha detto, ispezionare continuamente gli effetti personali dei propri collaboratori. Tale formalismo si è fermato anche in situazioni, come quella della giocatrice di curling, di intimità, che hanno causato la sua positività, e che potrebbero essere maggiormente responsabilizzanti.
In realtà, il non detto di tutto ciò, è che la WADA non creda veramente alla versione di Sinner, e tenti surrettiziamnete di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia il tentativo dell’atleta di doparsi. E questo sarà il punto su cui la difesa di Sinner dovrà lavorare, ossia smascherare il vero intento dell’Agenzia Internazionale.

Condivido la prima parte di quanto hai scritto, anzi, per me, Ferrara di colpa ne ha proprio poca o nessuna, tanto chè, a differenza di Naldi, è già rientrato nel giro.
Ti faccio comunque osservare che in giudizio spesso “la forma è sostanza” e te la giochi sul filo delle parole………..

Ma non tirar fuori anche tu la storia delle ispezioni alle borse o del controllo in bagno…….
Da che mondo è mondo, la prevenzione si fa con la competenza e, se non c’è, con la formazione obbligatoria – ovviamente parliamo di doping, non certo di competenza a fare i massaggi…..
E’ questo il punto debole di Naldi, non tanto perché fa una sciocchezza grossa ma, soprattutto, perché quando è stato assunto non sembra ne sapesse molto di doping…….

Non credo che Wada pensi al microdoping perché sul clostebol sarebbe assurdo (se interessa, poi lo spiego).
E’ il codice Wada che ha un buco grosso come una casa: sostanza specificata, da zero a 2 anni (Errani); prodotto contaminato, da zero a 2 anni (Swiatek).- La bozza di codice 2027, uscita prima del caso Sinner, cambia la dizione “prodotto contaminato” in “fonte di contaminazione” per cui anche a Sinner si applicherebbe da zero a 2 anni………
Con la norma attuale Wada non può chiedere meno di un anno come, forse, farebbe senza quel buco…..
Il Tas però potrebbe, con un po’ di coraggio e applicando il principio di proporzionalità (confido in Radoux), e, se non passa l’assoluzione piena, potremmo cavarcela con 1-2 mesi

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wapi (Guest) 29-01-2025 20:31

Scritto da Fabio
@ wapi (#4304098)
Ma cosa centra micro doping? La Wanda stessa ha detto contaminazione,che non doping micro doping .che scemenza hai detto

Non so bene a cosa ti riferisci…..
Non centra niente il microdoping nell’attuale caso Sinner, salvo, secondo me, nel retropensiero di quelli che sollevano dubbi e perplessità, continuando a citare le DUE violazioni successive e lasciando intendere che quella fosse una prassi sistematica e continua cioè che fosse microdoping

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-1: ACL
wapi (Guest) 29-01-2025 20:24

Scritto da robi

In sostanza per te Jannik è un dopato? Senza giri di parole si o no?

Ma figurati se Sinner è dopato…….
Per me, la presunta colpa di Sinner, secondo il Codice, è quella di aver assunto un massaggiatore incompetente in materia di doping.
Credo di averlo già scritto e motivato parecchie volte…

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wapi (Guest) 29-01-2025 20:18

Scritto da Tim Mayotte

Dare del disinformato a Donati è come dire a Sinner che è una pippa a tennis! Visto che sul Clostebol e sulle microdosi ti sei, giustamente, informato (anch’io sono partito dagli stessi articoli) ti consiglio, quando avrai tempo, di approfondire il caso Schwazer ovvero la summa di tutti i problemi della WADA.

Guarda, senza andare tanto a fondo, emerge che la Federazione Internazionale di atletica, il 20 novembre 2023, ha respinto la richiesta di Schwazer di ridurre la sua squalifica di 8 anni.
Schwazer ha fatto appello al Tas contro questa decisione e il Tas ha, anch’esso, respinto l’appello il 15 marzo 2024 per cui deduco che quanto emerso in sede penale in Italia sia stato giudicato irrilevante e NON da Wada ma da 2 organismi giudicanti diversi…….
Forse perchè i principi della Giustizia Penale e della Giustizia Sportiva sono (quasi) opposti….
https://www.tas-cas.org/fileadmin/user_upload/CAS_Media_Release_10209.pdf

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wapi (Guest) 29-01-2025 20:05

Scritto da Kenobi

No, la WADA non è un’associazione di federazioni sportive internazionali e organismi antidoping che opera sulla base del consenso ma un’organizzazione indipendente e intergovernativa, nata nel 1999 su iniziativa del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e sostenuta da governi di tutto il mondo. La sua governance è divisa equamente tra il movimento sportivo (incluso il CIO e le federazioni internazionali) e i governi nazionali, che finanziano congiuntamente l’agenzia.
Se la WADA fosse un’associazione basata sul consenso significherebbe che le sue decisioni dipendono dall’accordo volontario di tutti i membri. Invece, la WADA impone le sue regole attraverso il Codice Mondiale Antidoping, che le organizzazioni sportive devono accettare per poter partecipare alle competizioni internazionali riconosciute.
Quindi, la WADA non è una semplice associazione di federazioni sportive che prende decisioni solo se c’è consenso. È un’organizzazione con un’autorità regolatoria che impone standard obbligatori a tutto lo sport mondiale.
Anche il numero dei dipendenti è campato per aria, solo il Consiglio di Fondazione è composto da 38 membri e un Comitato Esecutivo di 16 membri, responsabili della gestione delle attività dell’agenzia.
46 milioni di budget annuali è questa la snellezza.

Ma figurati…..
Le REGOLE Wada sono basate sul consenso, non solo il codice Wada ma anche gli 8 standard che ne fanno parte integrante e le norme tecniche che ne derivano; è lo stesso meccanismo delle norme ISO, UNI, CEN, CEI……
Guardati solo un attimo COME si arriva alla definizione del Codice 2027 e tutte le osservazioni che sono arrivate sulla prima bozza da cui, fra circa un mese, deriverà la seconda bozza
https://www.wada-ama.org/en/what-we-do/world-anti-doping-code/code-review

Wada non impone affatto le regole che sono condivise con tutti gli stakeholder; NON è un’autorità, infatti l’adesione delle Federazioni sportive è totalmente VOLONTARIA (infatti NCAA, NBA e simili non hanno mai aderito: chissà perché….)
Wada gestisce e organizza i processi di condivisione e ha l’obbligo di far rispettare le regole alle Federazioni che le hanno fatte proprie, aderendo, tramite il controllo e la verifica di tutte le notifiche che gli organismi antidoping hanno l’obbligo di far arrivare sul loro portale dedicato (Adams).
Ovviamente le decisioni operative immediate non le prendono consultando tutti ma la struttura che le prende ne deve rispondere agli Organi di gestione, nominati dai membri.
Il “metro” di decisione è SEMPRE il Codice e gli std collegati che, ripeto, nascono dal consenso.

PS. Secondo te, i membri del Consiglio e del Comitato esecutivo sono dipendenti ?? Per favore…..
L’unica italiana presente nei 2 organismi è Gabriella Battaini-Dragoni; prova a cercare il curriculum

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wapi (Guest) 29-01-2025 19:46

Scritto da Pippoanzighi
In sintesi la Wada affermerà che la colpa di Naldi e Ferrara è quella di avere acquistato un farmaco contenente Clostebol (il secondo) e di averlo utilizzato per curare una ferita al dito (il primo). Ma non è una colpa o negligenza, perché il fisio e il massaggiatore non scendono in campo, non giocano, non sono sottoposti a controlli antidoping (altrimenti Naldi sarebbe risultato positivo) e quindi possono acquistare quello che vogliono e curarsi le ferite come preferiscono. L’unica cosa che non possono fare è somministrare all’atleta farmaci o integratori contenenti sostanze vietate, pertanto se Naldi o Ferrara avessero curato una ferita di Jannik con lo spray Trofodermin, la squalifica sarebbe certa, a termini di regolamento (e la sentenza di primo grado sarebbe stata certamente una sentenza di condanna). I giudici conoscono bene questa sottigliezza del regolamento, necessaria peraltro altrimenti sarebbe facilissimo per chiunque doparsi e farla franca, affermando di non sapere nulla e che ha fatto tutto il fisio o il medico. Questo è il motivo per cui Iga Swiatek è stata squalificata, a differenza di Jannik, perché lei comunque ha assunto un farmaco su consiglio del suo medico. Jannik non ha assunto nulla, né gli è stato somministrato nulla, pertanto a termini di regolamento è totalmente innocente, come riconosciuto dalla sentenza di primo grado. L’interpretazione di Wada è assurda, contraria alle norme del regolamento e totalmente priva di qualsiasi buon senso, per cui tutti confidiamo che l’appello sarà rigettato dal TAS.
È vero che altre volte il TAS ha dato ragione alla Wada, ma si trattava di casi giudicati dalle federazioni nazionali in maniera un po’ approssimativa, per non dire compiacente, cosa assolutamente non avvenuta nel caso Sinner.

Non è così.
La Wada dice quello che dice la giurisprudenza Tas (lo ha detto chiaro Niggli):” La responsabilità dell’atleta include il fatto che essa è responsabile del comportamento del suo entourage, siano essi i suoi allenatori, il personale medico……. ecc.” (Errani)

Questa giurisprudenza deriva dal capitolo 21 del Codice: ruolo e responsabilità dell’atleta e dello staff
Fra le responsabilità dell’atleta c’è: “…….assumersi la responsabilità (to take responsability) di essere sicuri (to make sure) che qualsiasi trattamento medico ricevuto non violi le politiche e le regole antidoping adottate ai sensi del Codice.”
Fra le responsabilità dello staff c’è: “Essere a conoscenza e rispettare (comply with) tutte le politiche e le regole antidoping……. applicabili …… agli Atleti che supportano.”

Ti sembra che Naldi “fosse a conoscenza e abbia rispettato” le regole antidoping applicabili a Sinner ??
E Wada fa l’equivalenza: colpa di Naldi = colpa di Sinner

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Sudtyrol (Guest) 29-01-2025 19:14

Scritto da Silvy
Ferrara e Naldi potevano avere qualsiasi farmaco con se’ per loro uso personale, loro mica devono giocare! Per cui secondo me non è una negligenza questa! L’unica cosa che non possono fare è somministrarlo all’atleta. In questo caso non è stato somministrato ne applicato nulla a Sinner quindi deve essere assolto al 100%, non c’è niente a cui attaccarsi!

Veramente. Qualcosa a cui attaccarsi ci sarebbe……..

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Giampi 29-01-2025 18:46

Scritto da Pippolivetennis

Scritto da Pippoanzighi
Azzo co sta pomata…. Era uno spray….

Perché, c’è differenza?
Chiedo perché non lo so…

È una questione di precisione che non è normale in Italia visto che il 50% dei giornalisti ed esperti sbagliano a pronunciare il nome di Jannik…

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Fabio (Guest) 29-01-2025 18:36

@ wapi (#4304098)

Ma cosa centra micro doping? La Wanda stessa ha detto contaminazione,che non doping micro doping .che scemenza hai detto

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Koko (Guest) 29-01-2025 18:28

Scritto da Sangalletto
@ KitCarson (#4304058)
Secondo me è semplice. Quando gli atleti avranno una terza provetta sigillata con tutti i crismi nasceranno delle banche certificate delle provette dove un atleta potrà metterle e eventualmente usarle per campionature indipendenti

Semmai metterle direttamente in una banca delle provette terza ed indipendente sia dall’atleta sia dalla Wada.

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Pippolivetennis 29-01-2025 17:56

Scritto da Pippoanzighi
Azzo co sta pomata…. Era uno spray….

Perché, c’è differenza?
Chiedo perché non lo so…

41
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Cooper (Guest) 29-01-2025 17:49

Scritto da Amenophis
@ Cooper (#4304090)
Bravo! E se non l’hanno fatto non perché magari si vogliono tenere aperta qualche porticina a livello internazionale nel caso la la loro carriera in Italia si annacquasse? Dai signori che abitano i piani della politica in Italia questo non mi meraviglierebbe affatto. Della serie, io non vi do fastidio quando potrei benissimo darvelo, ma voi per favore non dimenticatevi di questo gesto. Il mancato intervento da parte di qualcuno che potrebbe farsi sentire in modo più rilevante per tutelare un campione unico come Sinner in fatto di prestazioni e di esempi continui di correttezza ed educazione francamente mi fa vomitare.

Già! E c’è chi rapito dallo stupore si meraviglia che Sinner non sia presente a ritirare la medaglia..

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robi (Guest) 29-01-2025 17:48

Scritto da robi

Scritto da wapi

Scritto da Kenobi
La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.
Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.
WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.
Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

Ma non hai ancora capito cos’è Wada ???
E’ una associazione di TUTTE le federazioni sportive internazionali e dei relativi organismi antidoping che lavora sulla base del CONSENSO da parte dei propri soci e stakeholder.
Il nuovo codice 2027 viene redatto dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano da oltre 600 parti interessate nel mondo, NON da parte di poche persone con chissà quali poteri.
Wada ha compiti, soprattutto, di gestione e organizzazione, oltre al compito di far rispettare il codice, approvato con il CONSENSO di tutti i suoi soci
Tanto chè è una organizzazione assai snella, se non sbaglio ha solo 200-250 dipendenti in 5-6 sedi nel mondo e un bilancio di soli 50 milioni di euro.
La pressione su Wada, secondo me, deriva da molti che, vogliono in misura più o meno palese, liberalizzare, almeno in parte, il doping come avviene nei college e nelle leghe professionistiche americane. Non è un caso che NCAA e Major siano le uniche a non aver mai aderito al Codice Wada, salvo “ripulirsi” 2-3 mesi prima di partecipare a Olimpiadi e mondiali.
Questo è il vero scandalo, se vogliamo parlare di sport “buono, pulito e giusto”

In sostanza per te Jannik è un dopato? Senza giri di parole si o no?

Ecco la prova provate della malafede..non rispondi..ovviamente dico io! Sbandieri le tue dissertazione prese da una infarinatura qui e li da articoli su internet e le ammanti di un noziosimo sccientifico inesistente! Il tutto per far tarsparire ad ogni costo una colpevolezza (da negligenza o addirittura da doping vero e proprio) per Jannik! Fortunamente ci osno persone molto più serie di te e molto meno in malafede di te! Ma il colmo è: non conosco il caso Schwazer…eppure dai a donati del disinformato! Il colmo dei colmi! Qui abbiamo il dottor internet che da dell’incompetente a un dottore vero e con esperienza di anni e anni di studi sull’argomento! Assurdo!

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zedarioz 29-01-2025 17:29

@ wapi (#4304098)

Tu sì che ne sai, mica Donati. A te non la si fa!!!

38
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+1: ACL
Ultraviolet 29-01-2025 16:40

La Wada ha molti difetti e altrettanti limiti, ma non ha un compito facile e ha bisogno di “ripensarsi”, come sembra stia già facendo.
Dovrebbe punire il doping, cioè la volontà chiara ed esplicita di aumentare le proprie prestazioni facendo ricorso a sostanze o metodi pericolosi per la salute. Tuttavia visto che 1- non è pensabile nel doping di cogliere gli atleti in flagranza di reato, cioè mentre acquistano la sostanza o si fanno un’iniezione, e 2- non è facile stabilire un rapporto diretto tra quantità di sostanza ed effetto sulla prestazione, l’approccio ha adottato è quello di punire la sola presenza della sostanza.
Quindi si punisce, a scopo di deterrenza, anche la presenza minima dovuta ad una assunzione involontaria (prodotti contaminati) o ad una contaminazione (cibo, ambiente), con tutta una serie di distinzioni a seconda del tipo di sostanza e del modo in cui l’atleta ci è entrato.
Qui però cominciano ad arrivare i problemi e gli atleti e i tifosi a percepire “l’ingiustizia”. Se è vero che punire la sola presenza evita che gli atleti accampino le scuse più fantasiose per doparsi, è anche vero che se si riconosce l’involontarietà e si asserisce l’impossibilità dell’effetto dopante quando le quantità sono troppo esigue, poi in questi casi ci si trova a chiedere squalifiche per “reati” che di fatto non sono stati commessi, per fare in modo che altri non li commettano.
Per fare un esempio, nel caso dell’omicidio colposo (involontario), il morto purtroppo c’è, nel caso del doping ci sono ricorsi/sentenze in cui si asserisce che il doping non c’è, cioè si stabilisce che l’atleta non aveva volontà di doparsi né le dosi potevano avere effetto sulle prestazioni, ma il reato c’è lo stesso e va punito perché il codice dice così.
Al di là che conosca o non conosca bene il caso Sinner, è decisamente comprensibile che una persona con l’esperienza di Donati asserisca che questo approccio è problematico.

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Silvy (Guest) 29-01-2025 16:15

Ferrara e Naldi potevano avere qualsiasi farmaco con se’ per loro uso personale, loro mica devono giocare! Per cui secondo me non è una negligenza questa! L’unica cosa che non possono fare è somministrarlo all’atleta. In questo caso non è stato somministrato ne applicato nulla a Sinner quindi deve essere assolto al 100%, non c’è niente a cui attaccarsi!

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+1: Antonella B.
walden 29-01-2025 15:57

Scritto da Rea

Scritto da Pippoanzighi
In sintesi la Wada affermerà che la colpa di Naldi e Ferrara è quella di avere acquistato un farmaco contenente Clostebol (il secondo) e di averlo utilizzato per curare una ferita al dito (il primo). Ma non è una colpa o negligenza, perché il fisio e il massaggiatore non scendono in campo, non giocano, non sono sottoposti a controlli antidoping (altrimenti Naldi sarebbe risultato positivo) e quindi possono acquistare quello che vogliono e curarsi le ferite come preferiscono. L’unica cosa che non possono fare è somministrare all’atleta farmaci o integratori contenenti sostanze vietate, pertanto se Naldi o Ferrara avessero curato una ferita di Jannik con lo spray Trofodermin, la squalifica sarebbe certa, a termini di regolamento (e la sentenza di primo grado sarebbe stata certamente una sentenza di condanna). I giudici conoscono bene questa sottigliezza del regolamento, necessaria peraltro altrimenti sarebbe facilissimo per chiunque doparsi e farla franca, affermando di non sapere nulla e che ha fatto tutto il fisio o il medico. Questo è il motivo per cui Iga Swiatek è stata squalificata, a differenza di Jannik, perché lei comunque ha assunto un farmaco su consiglio del suo medico. Jannik non ha assunto nulla, né gli è stato somministrato nulla, pertanto a termini di regolamento è totalmente innocente, come riconosciuto dalla sentenza di primo grado. L’interpretazione di Wada è assurda, contraria alle norme del regolamento e totalmente priva di qualsiasi buon senso, per cui tutti confidiamo che l’appello sarà rigettato dal TAS.
È vero che altre volte il TAS ha dato ragione alla Wada, ma si trattava di casi giudicati dalle federazioni nazionali in maniera un po’ approssimativa, per non dire compiacente, cosa assolutamente non avvenuta nel caso Sinner.

In teoria il giocatore può essere sospeso soltanto perché un membro del suo team ha in suo possesso una sostanza vietata.
Quindi in teoria ci potrebbero essere problemi solo per questo. Tuttavia:
1-ne la ITIA, né la WADA si sono preoccupati di questo. L’articolo imputato a Sinner è diverso da quello che regola il “possesso”
2-panichi potrebbe aver avuto motivi legittimi per averlo, anche se ovviamente lui non sembra abbia avuto ferite
3-più importante, il trophodermin non è un doping. Vi voglio vedere tutti voi a riempirvi di spray o spalmarvi di pomata e vedere se vi aiuta
Detto questo, spero che tu abbia ragione ed il buonsenso prevalga, perché ovviamente una interpretazione alla WADA del codice potrebbe prefigurare una squalifica

Guarda, una mia carissima amica, testimone di nozze di mia moglie, lavora in un ospedale pediatrico per bambini oncologici. Dal momento che quando si trova a contatto con loro deve sempre indossare i guanti, quando si provoca accidentalmnete delle piccole ferite alle mani, usa sempre il Trophodermin perchè favorisce una coagulazione velocissima delle ferite. Quindi non trovo così strano che Ferrara abbia consigliato a naldi l’utilizzo di questo prodotto. Purtroppo c’è stata una leggerezza da parte di entrambi nel fatto di non considerare in rischi di contaminazione. Ma stiamo parlando di due soggetti che non sono tenuti ad astenersi dall’utilizzo del cicatrizzante, e tantomeno lo hanno utilizzato direttamnete verso Sinner. Chiunque non sia malato di formalismo giuridico sa che la norma non ha la funzione di impedire al personale dello staff di utilizzare prodotti segnalati come doping (anche uno spary come il Broncovaleas lo è immaginatevi un massaggiatore, o anche un allenatore che lo utilizza, facendone cadere una piccola parrte sulla mano, che poi venga a contatto con un atleta), ma di sanzionare un contatto, provocato, anche se involontariamente (caso Swiatek), dovuto all’utizzo di un prodotto contaminato. In effetti nel regolamnto, come riportato da alcuni amici contributori, si parla di “bona fide”. La vigilanza dell’atleta, nell’ipotesi di massimo formalismo applicato, vorrebbe dire, come qualcuno ha detto, ispezionare continuamente gli effetti personali dei propri collaboratori. Tale formalismo si è fermato anche in situazioni, come quella della giocatrice di curling, di intimità, che hanno causato la sua positività, e che potrebbero essere maggiormente responsabilizzanti.

In realtà, il non detto di tutto ciò, è che la WADA non creda veramente alla versione di Sinner, e tenti surrettiziamnete di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia il tentativo dell’atleta di doparsi. E questo sarà il punto su cui la difesa di Sinner dovrà lavorare, ossia smascherare il vero intento dell’Agenzia Internazionale.

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Amenophis (Guest) 29-01-2025 15:53

@ Cooper (#4304090)

Bravo! E se non l’hanno fatto non perché magari si vogliono tenere aperta qualche porticina a livello internazionale nel caso la la loro carriera in Italia si annacquasse? Dai signori che abitano i piani della politica in Italia questo non mi meraviglierebbe affatto. Della serie, io non vi do fastidio quando potrei benissimo darvelo, ma voi per favore non dimenticatevi di questo gesto. Il mancato intervento da parte di qualcuno che potrebbe farsi sentire in modo più rilevante per tutelare un campione unico come Sinner in fatto di prestazioni e di esempi continui di correttezza ed educazione francamente mi fa vomitare.

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Amenophis (Guest) 29-01-2025 15:53

@ Cooper (#4304090)

Bravo! E se non l’hanno fatto non perché magari si vogliono tenere aperta qualche porticina a livello internazionale nel caso la la loro carriera in Italia si annacquasse? Dai signori che abitano i piani della politica in Italia questo non mi meraviglierebbe affatto. Della serie, io non vi do fastidio quando potrei benissimo darvelo, ma voi per favore non dimenticatevi di questo gesto. Il mancato intervento da parte di qualcuno che potrebbe farsi sentire in modo più rilevante per tutelare un campione unico come Sinner in fatto di prestazioni e di esempi continui di correttezza ed educazione francamente mi fa vomitare.

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Tim Mayotte 29-01-2025 14:50

Scritto da wapi
Non conosco il caso Schwazer e non ho voglia ne tempo per documentarmi per cui non entro nel merito. Da quanto leggo, noto solo che se è stato il laboratorio di Colonia a fare qualche “casino”, che centrano Wada e le regole antidoping ??
Condivido pienamente la proposta della terza provetta, se le quantità lo consentono (non lo so), e se si trova un metodo per garantire, in modo certo, che non avvengano altrettante manomissioni da parte dell’atleta.
In ogni caso, costui mi sembra parecchio disinformato: “Un direttore di laboratorio mi ha raccontato…….”
NON è un gossip di un direttore di laboratorio: è sufficiente entrare sul sito Wada, nella sezione “ricerche” (compito istituzionale di Wada), per trovare una ricerca italiana del 2020 dal titolo “Rilevamento di clostebol nello sport: doping accidentale ?” (notare il punto interrogativo)
L’avevo già riportata in sintesi in un post del 6 gennaio, a proposito di Bublik.
“Sono stati effettuati 3 esperimenti e verificati i risultati ……………………
Nel terzo esperimento un volontario si è autoapplicato 5 mg di Clostebol equivalente sulla mano e poi, 30 minuti dopo, ha stretto la mano ad altri 7 volontari
In 6 dei 7 volontari, 4-5 ore dopo, è stata rilevata la presenza di Clostebol fra 0,1 e 0,5 ng/ml (0,1 è il limite di rilevabilità del metodo del laboratorio di Roma di allora) ovvero fra 100 e 500 pg/ml”
Se qualcuno ha voglia di leggerla tutta, la trova qui
https://bookcafe.yuntsg.com/ueditor/jsp/upload/file/20220814/1660441857320025918.pdf
Altro passaggio totalmente disinformato: “una discobola russa segnalò…….”
Forse Donati non ha ancora capito come funzionano le regole antidoping: Wada non PUO’ avviare un procedimento autonomo sulla base di gossip in mancanza di dati CERTI. Sono le federazioni internazionali (es. ITF – Itia) oppure gli organismi nazionali antidoping (es. Nado Italia) che devono raccogliere DATI (non gossip) e poi decidere o meno se far partire il procedimento per violazione delle regole. SOLO a quel punto può intervenire Wada, appellandosi se la violazione non è stata contestata (e invece ritiene che dovrebbe esserlo) ma sulla base dei dati raccolti e trasmessi a Wada.
La questione delle microdosi è molto più complessa e delicata di quanto non voglia farla apparire Donati, SALVO si voglia dare completa via libera al micro-doping.

Dare del disinformato a Donati è come dire a Sinner che è una pippa a tennis! Visto che sul Clostebol e sulle microdosi ti sei, giustamente, informato (anch’io sono partito dagli stessi articoli) ti consiglio, quando avrai tempo, di approfondire il caso Schwazer ovvero la summa di tutti i problemi della WADA.

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+1: Marco M., GIOTAD
Kenobi 29-01-2025 14:38

Scritto da wapi

Scritto da Kenobi
La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.
Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.
WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.
Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

Ma non hai ancora capito cos’è Wada ???
E’ una associazione di TUTTE le federazioni sportive internazionali e dei relativi organismi antidoping che lavora sulla base del CONSENSO da parte dei propri soci e stakeholder.
Il nuovo codice 2027 viene redatto dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano da oltre 600 parti interessate nel mondo, NON da parte di poche persone con chissà quali poteri.
Wada ha compiti, soprattutto, di gestione e organizzazione, oltre al compito di far rispettare il codice, approvato con il CONSENSO di tutti i suoi soci
Tanto chè è una organizzazione assai snella, se non sbaglio ha solo 200-250 dipendenti in 5-6 sedi nel mondo e un bilancio di soli 50 milioni di euro.
La pressione su Wada, secondo me, deriva da molti che, vogliono in misura più o meno palese, liberalizzare, almeno in parte, il doping come avviene nei college e nelle leghe professionistiche americane. Non è un caso che NCAA e Major siano le uniche a non aver mai aderito al Codice Wada, salvo “ripulirsi” 2-3 mesi prima di partecipare a Olimpiadi e mondiali.
Questo è il vero scandalo, se vogliamo parlare di sport “buono, pulito e giusto”

No, la WADA non è un’associazione di federazioni sportive internazionali e organismi antidoping che opera sulla base del consenso ma un’organizzazione indipendente e intergovernativa, nata nel 1999 su iniziativa del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e sostenuta da governi di tutto il mondo. La sua governance è divisa equamente tra il movimento sportivo (incluso il CIO e le federazioni internazionali) e i governi nazionali, che finanziano congiuntamente l’agenzia.

Se la WADA fosse un’associazione basata sul consenso significherebbe che le sue decisioni dipendono dall’accordo volontario di tutti i membri. Invece, la WADA impone le sue regole attraverso il Codice Mondiale Antidoping, che le organizzazioni sportive devono accettare per poter partecipare alle competizioni internazionali riconosciute.

Quindi, la WADA non è una semplice associazione di federazioni sportive che prende decisioni solo se c’è consenso. È un’organizzazione con un’autorità regolatoria che impone standard obbligatori a tutto lo sport mondiale.

Anche il numero dei dipendenti è campato per aria, solo il Consiglio di Fondazione è composto da 38 membri e un Comitato Esecutivo di 16 membri, responsabili della gestione delle attività dell’agenzia.

46 milioni di budget annuali è questa la snellezza.

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robi (Guest) 29-01-2025 14:07

Scritto da wapi

Scritto da Kenobi
La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.
Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.
WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.
Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

Ma non hai ancora capito cos’è Wada ???
E’ una associazione di TUTTE le federazioni sportive internazionali e dei relativi organismi antidoping che lavora sulla base del CONSENSO da parte dei propri soci e stakeholder.
Il nuovo codice 2027 viene redatto dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano da oltre 600 parti interessate nel mondo, NON da parte di poche persone con chissà quali poteri.
Wada ha compiti, soprattutto, di gestione e organizzazione, oltre al compito di far rispettare il codice, approvato con il CONSENSO di tutti i suoi soci
Tanto chè è una organizzazione assai snella, se non sbaglio ha solo 200-250 dipendenti in 5-6 sedi nel mondo e un bilancio di soli 50 milioni di euro.
La pressione su Wada, secondo me, deriva da molti che, vogliono in misura più o meno palese, liberalizzare, almeno in parte, il doping come avviene nei college e nelle leghe professionistiche americane. Non è un caso che NCAA e Major siano le uniche a non aver mai aderito al Codice Wada, salvo “ripulirsi” 2-3 mesi prima di partecipare a Olimpiadi e mondiali.
Questo è il vero scandalo, se vogliamo parlare di sport “buono, pulito e giusto”

In sostanza per te Jannik è un dopato? Senza giri di parole si o no?

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Aquila (Guest) 29-01-2025 14:03

Scritto da ACL
I contatti cutanei possono essere frequenti e spesso sottovalutati, non ricordati o misconosciuti; la grande Monica Seles ha avuto la carriera distrutta da un mentecatto criminale che l’ha accoltellata, ma a quanto pare non sarebbero più necessarie azioni estreme di questo tipo.
Attenzione Jannik, che gli odiatori e/o alienati mentali pronti a stringerti la mano dopo essersi cosparsi di spray o pomata, in giro per l’Italia e per il mondo non sono rari.

Difatti alla semifinale quando è stato massaggiato x crampi Sinner ha preso in mano il prodotto per controllarlo

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ACL 29-01-2025 13:53

I contatti cutanei possono essere frequenti e spesso sottovalutati, non ricordati o misconosciuti; la grande Monica Seles ha avuto la carriera distrutta da un mentecatto criminale che l’ha accoltellata, ma a quanto pare non sarebbero più necessarie azioni estreme di questo tipo.
Attenzione Jannik, che gli odiatori e/o alienati mentali pronti a stringerti la mano dopo essersi cosparsi di spray o pomata, in giro per l’Italia e per il mondo non sono rari.

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+1: Pippolivetennis, Antonella B.
Ago (Guest) 29-01-2025 13:45

@ wapi (#4304098)

Ma che discorsi fai? Io discobolo vengo dopato dallo stato a chi lo devo segnalare? Quanto spendeva la wada a intensificare miratamente i controlli? Devi essere un cavolo di burocrate anche te

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Rea (Guest) 29-01-2025 13:39

Scritto da wapi

Scritto da Kenobi
La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.
Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.
WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.
Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

Ma non hai ancora capito cos’è Wada ???
E’ una associazione di TUTTE le federazioni sportive internazionali e dei relativi organismi antidoping che lavora sulla base del CONSENSO da parte dei propri soci e stakeholder.
Il nuovo codice 2027 viene redatto dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano da oltre 600 parti interessate nel mondo, NON da parte di poche persone con chissà quali poteri.
Wada ha compiti, soprattutto, di gestione e organizzazione, oltre al compito di far rispettare il codice, approvato con il CONSENSO di tutti i suoi soci
Tanto chè è una organizzazione assai snella, se non sbaglio ha solo 200-250 dipendenti in 5-6 sedi nel mondo e un bilancio di soli 50 milioni di euro.
La pressione su Wada, secondo me, deriva da molti che, vogliono in misura più o meno palese, liberalizzare, almeno in parte, il doping come avviene nei college e nelle leghe professionistiche americane. Non è un caso che NCAA e Major siano le uniche a non aver mai aderito al Codice Wada, salvo “ripulirsi” 2-3 mesi prima di partecipare a Olimpiadi e mondiali.
Questo è il vero scandalo, se vogliamo parlare di sport “buono, pulito e giusto”

Nella NBA e gli altri sport maggiori ci sono stati atleti squalificati per doping compreso un giocatore di baseball che si è preso un anno per positività al clostebol (credo per uso di una pomata senza sapere cosa fosse). Quindi credo che il sistema antidoping sia attivo

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Rea (Guest) 29-01-2025 13:33

Scritto da Rea

Scritto da Pippoanzighi
In sintesi la Wada affermerà che la colpa di Naldi e Ferrara è quella di avere acquistato un farmaco contenente Clostebol (il secondo) e di averlo utilizzato per curare una ferita al dito (il primo). Ma non è una colpa o negligenza, perché il fisio e il massaggiatore non scendono in campo, non giocano, non sono sottoposti a controlli antidoping (altrimenti Naldi sarebbe risultato positivo) e quindi possono acquistare quello che vogliono e curarsi le ferite come preferiscono. L’unica cosa che non possono fare è somministrare all’atleta farmaci o integratori contenenti sostanze vietate, pertanto se Naldi o Ferrara avessero curato una ferita di Jannik con lo spray Trofodermin, la squalifica sarebbe certa, a termini di regolamento (e la sentenza di primo grado sarebbe stata certamente una sentenza di condanna). I giudici conoscono bene questa sottigliezza del regolamento, necessaria peraltro altrimenti sarebbe facilissimo per chiunque doparsi e farla franca, affermando di non sapere nulla e che ha fatto tutto il fisio o il medico. Questo è il motivo per cui Iga Swiatek è stata squalificata, a differenza di Jannik, perché lei comunque ha assunto un farmaco su consiglio del suo medico. Jannik non ha assunto nulla, né gli è stato somministrato nulla, pertanto a termini di regolamento è totalmente innocente, come riconosciuto dalla sentenza di primo grado. L’interpretazione di Wada è assurda, contraria alle norme del regolamento e totalmente priva di qualsiasi buon senso, per cui tutti confidiamo che l’appello sarà rigettato dal TAS.
È vero che altre volte il TAS ha dato ragione alla Wada, ma si trattava di casi giudicati dalle federazioni nazionali in maniera un po’ approssimativa, per non dire compiacente, cosa assolutamente non avvenuta nel caso Sinner.

In teoria il giocatore può essere sospeso soltanto perché un membro del suo team ha in suo possesso una sostanza vietata.
Quindi in teoria ci potrebbero essere problemi solo per questo. Tuttavia:
1-ne la ITIA, né la WADA si sono preoccupati di questo. L’articolo imputato a Sinner è diverso da quello che regola il “possesso”
2-panichi potrebbe aver avuto motivi legittimi per averlo, anche se ovviamente lui non sembra abbia avuto ferite
3-più importante, il trophodermin non è un doping. Vi voglio vedere tutti voi a riempirvi di spray o spalmarvi di pomata e vedere se vi aiuta
Detto questo, spero che tu abbia ragione ed il buonsenso prevalga, perché ovviamente una interpretazione alla WADA del codice potrebbe prefigurare una squalifica

Volevo dire Ferrara, non Panichi. Pardon

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Rea (Guest) 29-01-2025 13:32

Scritto da Pippoanzighi
In sintesi la Wada affermerà che la colpa di Naldi e Ferrara è quella di avere acquistato un farmaco contenente Clostebol (il secondo) e di averlo utilizzato per curare una ferita al dito (il primo). Ma non è una colpa o negligenza, perché il fisio e il massaggiatore non scendono in campo, non giocano, non sono sottoposti a controlli antidoping (altrimenti Naldi sarebbe risultato positivo) e quindi possono acquistare quello che vogliono e curarsi le ferite come preferiscono. L’unica cosa che non possono fare è somministrare all’atleta farmaci o integratori contenenti sostanze vietate, pertanto se Naldi o Ferrara avessero curato una ferita di Jannik con lo spray Trofodermin, la squalifica sarebbe certa, a termini di regolamento (e la sentenza di primo grado sarebbe stata certamente una sentenza di condanna). I giudici conoscono bene questa sottigliezza del regolamento, necessaria peraltro altrimenti sarebbe facilissimo per chiunque doparsi e farla franca, affermando di non sapere nulla e che ha fatto tutto il fisio o il medico. Questo è il motivo per cui Iga Swiatek è stata squalificata, a differenza di Jannik, perché lei comunque ha assunto un farmaco su consiglio del suo medico. Jannik non ha assunto nulla, né gli è stato somministrato nulla, pertanto a termini di regolamento è totalmente innocente, come riconosciuto dalla sentenza di primo grado. L’interpretazione di Wada è assurda, contraria alle norme del regolamento e totalmente priva di qualsiasi buon senso, per cui tutti confidiamo che l’appello sarà rigettato dal TAS.
È vero che altre volte il TAS ha dato ragione alla Wada, ma si trattava di casi giudicati dalle federazioni nazionali in maniera un po’ approssimativa, per non dire compiacente, cosa assolutamente non avvenuta nel caso Sinner.

In teoria il giocatore può essere sospeso soltanto perché un membro del suo team ha in suo possesso una sostanza vietata.

Quindi in teoria ci potrebbero essere problemi solo per questo. Tuttavia:

1-ne la ITIA, né la WADA si sono preoccupati di questo. L’articolo imputato a Sinner è diverso da quello che regola il “possesso”
2-panichi potrebbe aver avuto motivi legittimi per averlo, anche se ovviamente lui non sembra abbia avuto ferite
3-più importante, il trophodermin non è un doping. Vi voglio vedere tutti voi a riempirvi di spray o spalmarvi di pomata e vedere se vi aiuta

Detto questo, spero che tu abbia ragione ed il buonsenso prevalga, perché ovviamente una interpretazione alla WADA del codice potrebbe prefigurare una squalifica

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Giampi 29-01-2025 13:24

Scritto da Pippoanzighi
In sintesi la Wada affermerà che la colpa di Naldi e Ferrara è quella di avere acquistato un farmaco contenente Clostebol (il secondo) e di averlo utilizzato per curare una ferita al dito (il primo). Ma non è una colpa o negligenza, perché il fisio e il massaggiatore non scendono in campo, non giocano, non sono sottoposti a controlli antidoping (altrimenti Naldi sarebbe risultato positivo) e quindi possono acquistare quello che vogliono e curarsi le ferite come preferiscono. L’unica cosa che non possono fare è somministrare all’atleta farmaci o integratori contenenti sostanze vietate, pertanto se Naldi o Ferrara avessero curato una ferita di Jannik con lo spray Trofodermin, la squalifica sarebbe certa, a termini di regolamento (e la sentenza di primo grado sarebbe stata certamente una sentenza di condanna). I giudici conoscono bene questa sottigliezza del regolamento, necessaria peraltro altrimenti sarebbe facilissimo per chiunque doparsi e farla franca, affermando di non sapere nulla e che ha fatto tutto il fisio o il medico. Questo è il motivo per cui Iga Swiatek è stata squalificata, a differenza di Jannik, perché lei comunque ha assunto un farmaco su consiglio del suo medico. Jannik non ha assunto nulla, né gli è stato somministrato nulla, pertanto a termini di regolamento è totalmente innocente, come riconosciuto dalla sentenza di primo grado. L’interpretazione di Wada è assurda, contraria alle norme del regolamento e totalmente priva di qualsiasi buon senso, per cui tutti confidiamo che l’appello sarà rigettato dal TAS.
È vero che altre volte il TAS ha dato ragione alla Wada, ma si trattava di casi giudicati dalle federazioni nazionali in maniera un po’ approssimativa, per non dire compiacente, cosa assolutamente non avvenuta nel caso Sinner.

Anche meno, essendo legittimo il possesso di Ferrara del trofodermin..il passaggio critico è il momento in cui Ferrara presta lo spray a Naldi per curarsi ovvero l’incomprensione tra i due…

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Pippoanzighi (Guest) 29-01-2025 12:51

In sintesi la Wada affermerà che la colpa di Naldi e Ferrara è quella di avere acquistato un farmaco contenente Clostebol (il secondo) e di averlo utilizzato per curare una ferita al dito (il primo). Ma non è una colpa o negligenza, perché il fisio e il massaggiatore non scendono in campo, non giocano, non sono sottoposti a controlli antidoping (altrimenti Naldi sarebbe risultato positivo) e quindi possono acquistare quello che vogliono e curarsi le ferite come preferiscono. L’unica cosa che non possono fare è somministrare all’atleta farmaci o integratori contenenti sostanze vietate, pertanto se Naldi o Ferrara avessero curato una ferita di Jannik con lo spray Trofodermin, la squalifica sarebbe certa, a termini di regolamento (e la sentenza di primo grado sarebbe stata certamente una sentenza di condanna). I giudici conoscono bene questa sottigliezza del regolamento, necessaria peraltro altrimenti sarebbe facilissimo per chiunque doparsi e farla franca, affermando di non sapere nulla e che ha fatto tutto il fisio o il medico. Questo è il motivo per cui Iga Swiatek è stata squalificata, a differenza di Jannik, perché lei comunque ha assunto un farmaco su consiglio del suo medico. Jannik non ha assunto nulla, né gli è stato somministrato nulla, pertanto a termini di regolamento è totalmente innocente, come riconosciuto dalla sentenza di primo grado. L’interpretazione di Wada è assurda, contraria alle norme del regolamento e totalmente priva di qualsiasi buon senso, per cui tutti confidiamo che l’appello sarà rigettato dal TAS.
È vero che altre volte il TAS ha dato ragione alla Wada, ma si trattava di casi giudicati dalle federazioni nazionali in maniera un po’ approssimativa, per non dire compiacente, cosa assolutamente non avvenuta nel caso Sinner.

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+1: Murakami, Marco Tullio Cicerone, csigalotti, Antonella B.
GI2 (Guest) 29-01-2025 12:46

Scritto da wapi

Scritto da Kenobi
La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.
Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.
WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.
Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

Ma non hai ancora capito cos’è Wada ???
E’ una associazione di TUTTE le federazioni sportive internazionali e dei relativi organismi antidoping che lavora sulla base del CONSENSO da parte dei propri soci e stakeholder.
Il nuovo codice 2027 viene redatto dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano da oltre 600 parti interessate nel mondo, NON da parte di poche persone con chissà quali poteri.
Wada ha compiti, soprattutto, di gestione e organizzazione, oltre al compito di far rispettare il codice, approvato con il CONSENSO di tutti i suoi soci
Tanto chè è una organizzazione assai snella, se non sbaglio ha solo 200-250 dipendenti in 5-6 sedi nel mondo e un bilancio di soli 50 milioni di euro.
La pressione su Wada, secondo me, deriva da molti che, vogliono in misura più o meno palese, liberalizzare, almeno in parte, il doping come avviene nei college e nelle leghe professionistiche americane. Non è un caso che NCAA e Major siano le uniche a non aver mai aderito al Codice Wada, salvo “ripulirsi” 2-3 mesi prima di partecipare a Olimpiadi e mondiali.
Questo è il vero scandalo, se vogliamo parlare di sport “buono, pulito e giusto”

Noto che è edotto sulle funzioni della WADA e le domande mi sorgono spontanee:
come mai nel caso Sinner la WADA fa reclamo solo al 90° ma soprattutto
come mai la WADA permette l’uso di sostanze dopanti su prescrizione medica (siccome parliamo di tennis vedi il caso delle sorelle Williams)

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Peter (Guest) 29-01-2025 12:12

Più chiaro di così!

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GIOTAD 29-01-2025 12:05

Scritto da wapi

Scritto da Kenobi
La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.
Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.
WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.
Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

Ma non hai ancora capito cos’è Wada ???
E’ una associazione di TUTTE le federazioni sportive internazionali e dei relativi organismi antidoping che lavora sulla base del CONSENSO da parte dei propri soci e stakeholder.
Il nuovo codice 2027 viene redatto dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano da oltre 600 parti interessate nel mondo, NON da parte di poche persone con chissà quali poteri.
Wada ha compiti, soprattutto, di gestione e organizzazione, oltre al compito di far rispettare il codice, approvato con il CONSENSO di tutti i suoi soci
Tanto chè è una organizzazione assai snella, se non sbaglio ha solo 200-250 dipendenti in 5-6 sedi nel mondo e un bilancio di soli 50 milioni di euro.
La pressione su Wada, secondo me, deriva da molti che, vogliono in misura più o meno palese, liberalizzare, almeno in parte, il doping come avviene nei college e nelle leghe professionistiche americane. Non è un caso che NCAA e Major siano le uniche a non aver mai aderito al Codice Wada, salvo “ripulirsi” 2-3 mesi prima di partecipare a Olimpiadi e mondiali.
Questo è il vero scandalo, se vogliamo parlare di sport “buono, pulito e giusto”

In buona sostanza, la WADA ha operato correttamente facendo appello al caso Sinner al fine di far rispettare il regolamento, approvato da tutte le federazioni sportive internazionali ed i relativi organismi antidoping, ritenendo che le decisioni prese dal tribunale indipendente non siano, in parte, corrette.
Ma la mia domanda (a voce alta e non diretta a te, @wapi) è la seguente: ma all’interno dell’organismo WADA, chi ha il potere di “decidere” cosa appellare e cosa no?

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Viri (Guest) 29-01-2025 12:00

Non farei nessun paragone nemmeno alla lontana tra il caso Schwazer (che ha assunto doping in almeno 1 occasione, caso certo ed appurato. La storiaccia di cui si parla fa riferimento alla seconda squalifica, dopo il suo ritorno) e quello di Sinner (per cui, indipendentemente da come andrà il processo, si parla di una contaminazione)

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giumart (Guest) 29-01-2025 11:41

Sentire o leggere l’ennesimo parere di addetti ai lavori sulla totale innocenza di Jannik e sull’astrusità del caso che lo ha coinvolto non fa altro che aumentare in me la rabbia verso chi (non solo WADA) anche minimamente vorrebbe dubitare.

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Matteo (Guest) 29-01-2025 11:23

@ wapi (#4304098)

Penso che il discorso di Donati vada interpretato in questo modo :
La Wada non fa lotta all antidoping in quanto la sua attività si riduce ad una verifica di “procedure” , senza entrare nel merito ( es la storia della russa – non essendoci “prove” hanno girato la comunicazione alla federazione interessata invece di iniziare ad indagare e magari testare meglio e dj più determinati atleti ) . Sta dicendo : fanno un lavoro d ufficio e basta . Così L ho capita io

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Pippoanzighi (Guest) 29-01-2025 11:04

Ci sono notevoli contraddizioni e incongruenze in queste dichiarazioni. Primo, il caso Shwazer è un presunto caso di alterazione dei risultati delle analisi, cosa mai avvenuta nel caso Sinner.
Secondo, dire che la normativa va rivista è pericoloso, perché suggerisce l’idea che Jannik debba essere squalificato secondo il regolamento attuale. Non è così, perché il regolamento antidoping impone solo che l’atleta trovato positivo debba provare e giustificare sia come la sostanza è entrata nel suo corpo, sia la mancanza di colpa e negligenza, e Jannik ha provato entrambi i requisiti, quindi è GIÀ innocente alla luce dei regolamenti attuali. Se poi verranno cambiati tanto meglio, ma ciò non toglie che l’appello di Wada è infondato perché si basa su una presunta responsabilità oggettiva dell’atleta che non esiste nel regolamento. L’equivoco consiste nel fatto che nel regolamento si dice che l’atleta non può assumere sostanze vietate e giustificarsi dicendo che gliele ha date il suo medico o il fisio e lui non sapeva nulla, questa è comunque una colpa specifica dell’atleta (per non avere vigilato o per avere scelto medico o fisioterapista disonesti o incapaci), ma non è responsabilità oggettiva.

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+1: csigalotti, Antonella B.
italo (Guest) 29-01-2025 10:42

Scritto da Onurb
Sinner verrà assolto al 100%,non può essere che così….ancora un paio di mesi e poi si libera di questa agonia

La terza provetta non si concretizzerà mai…
Purtroppo la Wada vuol mantenere il potere di manipolazione e se vuole rovinare una carriera ad oggi lo può fare tranquillamente.
ma io sempre più convinto che subisca anche pressioni da più in alto, a livello politico..
Schwarzer, come del resto pantani evidentemente dava fastidio

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wapi (Guest) 29-01-2025 10:39

Scritto da Kenobi
La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.
Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.
WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.
Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

Ma non hai ancora capito cos’è Wada ???
E’ una associazione di TUTTE le federazioni sportive internazionali e dei relativi organismi antidoping che lavora sulla base del CONSENSO da parte dei propri soci e stakeholder.
Il nuovo codice 2027 viene redatto dopo 3 passaggi successivi in base alle osservazioni che arrivano da oltre 600 parti interessate nel mondo, NON da parte di poche persone con chissà quali poteri.
Wada ha compiti, soprattutto, di gestione e organizzazione, oltre al compito di far rispettare il codice, approvato con il CONSENSO di tutti i suoi soci
Tanto chè è una organizzazione assai snella, se non sbaglio ha solo 200-250 dipendenti in 5-6 sedi nel mondo e un bilancio di soli 50 milioni di euro.

La pressione su Wada, secondo me, deriva da molti che, vogliono in misura più o meno palese, liberalizzare, almeno in parte, il doping come avviene nei college e nelle leghe professionistiche americane. Non è un caso che NCAA e Major siano le uniche a non aver mai aderito al Codice Wada, salvo “ripulirsi” 2-3 mesi prima di partecipare a Olimpiadi e mondiali.
Questo è il vero scandalo, se vogliamo parlare di sport “buono, pulito e giusto”

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+1: Inox
Aquila (Guest) 29-01-2025 10:32

Scritto da wapi
Non conosco il caso Schwazer e non ho voglia ne tempo per documentarmi per cui non entro nel merito. Da quanto leggo, noto solo che se è stato il laboratorio di Colonia a fare qualche “casino”, che centrano Wada e le regole antidoping ??
Condivido pienamente la proposta della terza provetta, se le quantità lo consentono (non lo so), e se si trova un metodo per garantire, in modo certo, che non avvengano altrettante manomissioni da parte dell’atleta.
In ogni caso, costui mi sembra parecchio disinformato: “Un direttore di laboratorio mi ha raccontato…….”
NON è un gossip di un direttore di laboratorio: è sufficiente entrare sul sito Wada, nella sezione “ricerche” (compito istituzionale di Wada), per trovare una ricerca italiana del 2020 dal titolo “Rilevamento di clostebol nello sport: doping accidentale ?” (notare il punto interrogativo)
L’avevo già riportata in sintesi in un post del 6 gennaio, a proposito di Bublik.
“Sono stati effettuati 3 esperimenti e verificati i risultati ……………………
Nel terzo esperimento un volontario si è autoapplicato 5 mg di Clostebol equivalente sulla mano e poi, 30 minuti dopo, ha stretto la mano ad altri 7 volontari
In 6 dei 7 volontari, 4-5 ore dopo, è stata rilevata la presenza di Clostebol fra 0,1 e 0,5 ng/ml (0,1 è il limite di rilevabilità del metodo del laboratorio di Roma di allora) ovvero fra 100 e 500 pg/ml”
Se qualcuno ha voglia di leggerla tutta, la trova qui
https://bookcafe.yuntsg.com/ueditor/jsp/upload/file/20220814/1660441857320025918.pdf
Altro passaggio totalmente disinformato: “una discobola russa segnalò…….”
Forse Donati non ha ancora capito come funzionano le regole antidoping: Wada non PUO’ avviare un procedimento autonomo sulla base di gossip in mancanza di dati CERTI. Sono le federazioni internazionali (es. ITF – Itia) oppure gli organismi nazionali antidoping (es. Nado Italia) che devono raccogliere DATI (non gossip) e poi decidere o meno se far partire il procedimento per violazione delle regole. SOLO a quel punto può intervenire Wada, appellandosi se la violazione non è stata contestata (e invece ritiene che dovrebbe esserlo) ma sulla base dei dati raccolti e trasmessi a Wada.
La questione delle microdosi è molto più complessa e delicata di quanto non voglia farla apparire Donati, SALVO si voglia dare completa via libera al micro-doping.

Dietro lo sport (importante) ci sono troppi interessi, che a secondo dei casi possono essere manipolati….per ridurre queste manipolazioni che rimarranno comunque, bisogna mettere un confine tra vero doping e contaminazione….la parola via libera al micro-doping suona male, ma mettere dei veri parametri questo si

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walden 29-01-2025 10:29

Scritto da wapi
Non conosco il caso Schwazer e non ho voglia ne tempo per documentarmi per cui non entro nel merito. Da quanto leggo, noto solo che se è stato il laboratorio di Colonia a fare qualche “casino”, che centrano Wada e le regole antidoping ??
Condivido pienamente la proposta della terza provetta, se le quantità lo consentono (non lo so), e se si trova un metodo per garantire, in modo certo, che non avvengano altrettante manomissioni da parte dell’atleta.
In ogni caso, costui mi sembra parecchio disinformato: “Un direttore di laboratorio mi ha raccontato…….”
NON è un gossip di un direttore di laboratorio: è sufficiente entrare sul sito Wada, nella sezione “ricerche” (compito istituzionale di Wada), per trovare una ricerca italiana del 2020 dal titolo “Rilevamento di clostebol nello sport: doping accidentale ?” (notare il punto interrogativo)
L’avevo già riportata in sintesi in un post del 6 gennaio, a proposito di Bublik.
“Sono stati effettuati 3 esperimenti e verificati i risultati ……………………
Nel terzo esperimento un volontario si è autoapplicato 5 mg di Clostebol equivalente sulla mano e poi, 30 minuti dopo, ha stretto la mano ad altri 7 volontari
In 6 dei 7 volontari, 4-5 ore dopo, è stata rilevata la presenza di Clostebol fra 0,1 e 0,5 ng/ml (0,1 è il limite di rilevabilità del metodo del laboratorio di Roma di allora) ovvero fra 100 e 500 pg/ml”
Se qualcuno ha voglia di leggerla tutta, la trova qui
https://bookcafe.yuntsg.com/ueditor/jsp/upload/file/20220814/1660441857320025918.pdf
Altro passaggio totalmente disinformato: “una discobola russa segnalò…….”
Forse Donati non ha ancora capito come funzionano le regole antidoping: Wada non PUO’ avviare un procedimento autonomo sulla base di gossip in mancanza di dati CERTI. Sono le federazioni internazionali (es. ITF – Itia) oppure gli organismi nazionali antidoping (es. Nado Italia) che devono raccogliere DATI (non gossip) e poi decidere o meno se far partire il procedimento per violazione delle regole. SOLO a quel punto può intervenire Wada, appellandosi se la violazione non è stata contestata (e invece ritiene che dovrebbe esserlo) ma sulla base dei dati raccolti e trasmessi a Wada.
La questione delle microdosi è molto più complessa e delicata di quanto non voglia farla apparire Donati, SALVO si voglia dare completa via libera al micro-doping.

E’ chiaro che in un contesto colloquiale come un’intervista ad un quotidiano locale non si arriva con documenti come se ci si presentasse in un tribunale… poi probabile che Donati non sia informatissimo, i casi che riporta possono essere etichettati come “gossip”, ma servono ad esemplificare una situazione tutt’altro che trasparente: è possibile che emergano negli ultimi mesi due casi legati ai numeri uno del tennis, peraltro molto “marginali”, e non emerga nulla di quel che succede in ciclismo, sci, nuoto, atletica, calcio?
Ricordo, sempre per rimanere nell’ambito del “gossip”, una battuta di Roberto Visentini di 40 anni fa, quando un giornalista, alla fine del Tour de France, gli chiese se fosse soddisfatto di essere arrivato ventesimo: “Si, perchè sono il primo dei non drogati”-

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Rea (Guest) 29-01-2025 10:24

Scritto da Pippoanzighi
Azzo co sta pomata…. Era uno spray….

My thought exactly

Ma Donati, persona preparation, non sembra abbia detto lui che fosse una pomata nel caso di Sinner. Sembra una aggiusta del giornale

Parla di pomata per la stretta di mano e credo che l’esperimento a cui si riferìsce sia stato fatto con una pomata

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wapi (Guest) 29-01-2025 10:15

Non conosco il caso Schwazer e non ho voglia ne tempo per documentarmi per cui non entro nel merito. Da quanto leggo, noto solo che se è stato il laboratorio di Colonia a fare qualche “casino”, che centrano Wada e le regole antidoping ??

Condivido pienamente la proposta della terza provetta, se le quantità lo consentono (non lo so), e se si trova un metodo per garantire, in modo certo, che non avvengano altrettante manomissioni da parte dell’atleta.

In ogni caso, costui mi sembra parecchio disinformato: “Un direttore di laboratorio mi ha raccontato…….”
NON è un gossip di un direttore di laboratorio: è sufficiente entrare sul sito Wada, nella sezione “ricerche” (compito istituzionale di Wada), per trovare una ricerca italiana del 2020 dal titolo “Rilevamento di clostebol nello sport: doping accidentale ?” (notare il punto interrogativo)
L’avevo già riportata in sintesi in un post del 6 gennaio, a proposito di Bublik.
“Sono stati effettuati 3 esperimenti e verificati i risultati ……………………
Nel terzo esperimento un volontario si è autoapplicato 5 mg di Clostebol equivalente sulla mano e poi, 30 minuti dopo, ha stretto la mano ad altri 7 volontari
In 6 dei 7 volontari, 4-5 ore dopo, è stata rilevata la presenza di Clostebol fra 0,1 e 0,5 ng/ml (0,1 è il limite di rilevabilità del metodo del laboratorio di Roma di allora) ovvero fra 100 e 500 pg/ml”
Se qualcuno ha voglia di leggerla tutta, la trova qui
https://bookcafe.yuntsg.com/ueditor/jsp/upload/file/20220814/1660441857320025918.pdf

Altro passaggio totalmente disinformato: “una discobola russa segnalò…….”
Forse Donati non ha ancora capito come funzionano le regole antidoping: Wada non PUO’ avviare un procedimento autonomo sulla base di gossip in mancanza di dati CERTI. Sono le federazioni internazionali (es. ITF – Itia) oppure gli organismi nazionali antidoping (es. Nado Italia) che devono raccogliere DATI (non gossip) e poi decidere o meno se far partire il procedimento per violazione delle regole. SOLO a quel punto può intervenire Wada, appellandosi se la violazione non è stata contestata (e invece ritiene che dovrebbe esserlo) ma sulla base dei dati raccolti e trasmessi a Wada.

La questione delle microdosi è molto più complessa e delicata di quanto non voglia farla apparire Donati, SALVO si voglia dare completa via libera al micro-doping.

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cataflic (Guest) 29-01-2025 10:11

Donati ha ragione, ma è meglio che rimanga in sordina prima del verdetto. Se e solo se dopo lo condanneranno, potrà aprire le catinelle del cielo….

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Cooper (Guest) 29-01-2025 10:05

Ma le istituzioni politiche e sportive hanno fatto qualcosa oltre alle dichiarazioni di routine del ministro dello sport, per evitare il ricorso della Wada ? Hanno aiutato l’atleta quando c’era il tempo? La federazione americana ha tolto i finanziamenti alla Wada (tre milioni di dollari annuali ) per protestare contro un sistema che funziona male e applica le regole a giorni alterni. Gli atleti cinesi trovati positivi non sono stati sospesi nemmeno per un giorno.

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+1: sonia609
Sangalletto (Guest) 29-01-2025 09:55

@ KitCarson (#4304058)

Secondo me è semplice. Quando gli atleti avranno una terza provetta sigillata con tutti i crismi nasceranno delle banche certificate delle provette dove un atleta potrà metterle e eventualmente usarle per campionature indipendenti

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+1: maverikkk
Alex77 (Guest) 29-01-2025 09:53

Insomma bel “ritrattino” che risulta della Wada, ma si era intuito ormai.. spero che arrivi una ripassata dal Tas, se la meriterebbe

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+1: Pippolivetennis
Pippoanzighi (Guest) 29-01-2025 09:50

Azzo co sta pomata…. Era uno spray….

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+1: csigalotti
Kenobi 29-01-2025 09:39

La WADA si comporta come una cupola mafiosa, non combatte il doping ma cerca di compromettere la carriera degli sportivi per migliorare la sua credibilità ed il senso della sua esistenza.

Jannik è perseguitato a causa della pressione mediatica che ha suscitato.

WADA andrebbe aiutata a migliorarsi tagliandole qualunque finanziamento come fatto da US.

Con il caso dei nuotatori cinesi ha preso per buone motivazioni assurde del governo militare cinese, tanti di loro non erano presenti neanche al ristorante accusato,che tra l’altro non aveva nessuna contaminazione rivelata nei bagni.

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Onurb (Guest) 29-01-2025 09:36

Sinner verrà assolto al 100%,non può essere che così….ancora un paio di mesi e poi si libera di questa agonia

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+1: Setrakian, Panama
KitCarson (Guest) 29-01-2025 09:28

Avrei voluto che elaborasse un po’ di più in merito alla terza provetta, perché a livello concreto mi pare complicato, in termini di tutela della catena di custodia (se non ho frainteso).

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