Catalina Fillol (direttrice del Chile Open): “Vogliamo proporre un cambio di superficie per attirare più giocatori”
Pensi America Latina e vedi terra battuta. Il tennis tra Argentina, Brasile, Cile e dintorni è sempre stato “rosso”, con grandi campioni che hanno rappresentato l’eccellenza della disciplina sul classico mattone tritato, da Vilas a Kuerten solo per citarne due tra i più iconici. Ma i tempi cambiano… e in fretta. I tornei sul rosso sono centrali in Europa, quando in primavera si svolgono gli eventi più importanti in vista di Roland Garros, e poi resistono piuttosto bene in estate, tra Alpi, Svezia, Croazia e Germania, ma altrove invece soffrono terribilmente. In particolare in America Latina, dove sono schiacciati tra lo strapotere degli Australian Open e la doppietta USA Indian Wells – Miami, sui campi in sintetico. Quest’anno per la prima volta nella storia ci saranno solo 3 settimane di tornei in Sud America, un 500 e due 250, davvero una miseria per un continente che tanto ha dato allo sport e che ha milioni di fedeli appassionati e giocatori. Per questo, vedendo il successo di Acapulco passato da terra battuta a sintetico, anche in Cile si sta pensando seriamente ad una svolta clamorosa: passare a campi in “duro” per rilanciare il proprio torneo ed attrarre giocatori più forti. Ne ha parlato Catalina Fillol, direttrice del torneo ATP 250 di Santiago, al collega Varela di Clay, in una lunga intervista della quale riportiamo alcuni passaggi significativi. Il concetto è chiaro: inutile difendere una tradizione bellissima ma perdente, meglio fare una rivoluzione per stare al passo coi tempi. Ma questo comporta importanti implicazioni anche a livello di sistema.
“La cancellazione del torneo di Cordoba indebolisce il circuito, ma allo stesso tempo molti tennisti lamentano che il carico è troppo pesante. Questo è stato uno dei motivi per cui l’ATP ha deciso di ridurre il calendario e rimuovere diversi 250 tornei. Ciò che ci colpisce fortemente è stato l’aggiornamento a categoria 500 di due tornei su superficie dura a febbraio. Ci colpisce, perché alla fine il tennista aggiunge un altro motivo per scegliere di giocare sul cemento prima di Indian Wells. In Sud America, con la terra battuta, per noi è molto più difficile attirare giocatori, perché vengono da una tournée importante sul cemento in Australia e si preparano per un’altra importante negli Stati Uniti. L’upgrade a Dallas e Doha ci tocca ancora di più, soprattutto per attirare i big” afferma Fillol.
“Il compito dei tre tornei rimasti nel circuito latino americano – Buenos Aires, Rio e Santiago – è quello di farsi sentire il più possibile. Che le persone dell’ATP vengano a vedere cosa stiamo producendo e che capiscano che devono sostenere il tour sudamericano, che vedano il potenziale che c’è qui, con una grande base di appassionati di tennis. Una delle cose che impressiona gli europei del Sud America è vedere l’energia che c’è nello stadio, altri paesi del mondo non ce l’hanno. Quando guardo i tornei in TV dove non c’è pubblico, questo mi rende terribilmente triste perché al tennista piace giocare davanti alla gente, gli piace quell’energia che gli diamo. La crescita del Chile Open è stata esponenziale, dobbiamo confrontare la prima versione (2020) con quello che realizzeremo nel 2025. C’è interesse da parte di brand e persone”.
“Andrea Gaudenzi non viene in Sudamerica. Quest’anno verrà Eric Starelli, vicepresidente dell’ATP, rappresentante dell’America. Farà una valutazione e vedrà cosa facciamo. Il torneo di Santiago è molto ben posizionato. Il problema è che Andrea ha una visione molto più strategica nel guardare il calendario, gli sponsor e le attività. Il suo approccio è molto più commerciale che tennistico. Presta molta attenzione a ciò che chiedono i tennisti. Penso che il grosso problema a volte sia che non tutti i tennisti sono allineati su ciò che vogliono”.
Questa frase sibillina merita un approfondimento, ecco la risposta di Fillol: “Hanno opinioni diverse a seconda della loro classifica. Il 150esimo al mondo vuole un aumento del montepremi, migliori benefit e riduzione delle spese di viaggio. I primi 10 chiederanno altro: vorranno accorciare il loro programma, non essere costretti a giocare tanti 250 o 500. È un compito difficile per il Board, che è composto da direttori del torneo e giocatori. E ciò che un direttore di un torneo Masters 1000 vuole combattere è diverso dai problemi di un 250. Non è un compito facile. Andrea deve mediare guardando tutta quella gamma di persone e tutti quegli interessi diversi”.
Non per niente facile per i tornei sudamericani attrarre giocatori europei o nord americani, o asiatici… “Facciamo davvero grandi sforzi. Ci avviciniamo ai giocatori, parliamo con gli agenti. Abbiamo aumentato il nostro budget proprio per allinearci a Buenos Aires e Rio. È difficile competere con ciò che possono offrire Acapulco e Dubai, ma eravamo in piena conversazione con Rio in modo che i nostri budget fossero simili. Con Luiz Carvalho (direttore del Rio Open) abbiamo fatto così, ma le grandi star che vanno in Argentina e Brasile hanno semplicemente scelto di passare al cemento e di non restare sulla terra battuta”.
“Posso sedermi con i giocatori e parlare con loro, racconto loro del torneo e nel momento in cui dico che si gioca sulla terra, chiudono la porta. Non puoi far loro una proposta formale. Matteo Berretini era uno di quelli che abbiamo cercato di convincere. Il Chile Open si gioca in quota, cosa che lui adora; quasi tutti i suoi titoli sulla terra battuta sono stati vinti in città in quota; ‘Giocare sulla terra battuta a febbraio? No, grazie mille”, ti dicono. Abbiamo offerto una wild carda a Fonseca, ha detto no. Adesso che Nicolas Massu ha cominciato ad allenare Hubert Hurkacz, la gente ha cominciato a chiederlo, ma Hurkacz non è fatto per i campi in terra rossa, è fatto per il cemento. Ciò non significa che proveremo a convincerlo a visitare il paese del suo allenatore nel 2026. Ci sono anche molti giocatori a cui non piace la terra battuta. Per questo noi e Rio de Janeiro siamo quelli che vogliono spingere per il cambiamento, passare al cemento. Buenos Aires non è interessata a lasciare la terra battuta. Si tratta di una modifica che dovrà essere approvata dal board dell’ATP”.
Un cambio radicale di superficie potrebbe aiutare il torneo, ma a livello di base ci sarebbero altre questioni non secondarie: “Ovviamente sorgono altre domande… Il Sud America vorrà cambiare la cultura di anni di gioco sulla terra battuta? È qualcosa che ci avvantaggerà come regione? Un paese come il Cile è preparato affinché i giovani possano giocare sul cemento? Dobbiamo cercare di migliorare l’intero sistema, questa è la realtà. E se il tentativo di migliorarlo significa passare al cemento, beh, noi passiamo al cemento. E se migliorare la classifica in vista del futuro significasse mantenere la terra, perché i tennisti sudamericani cominciano a risalire in classifica? In quel caso sarebbe una scelta sbagliata”.
Considerazioni molto interessanti, che ruotano intorno a due domande: quanto si punta rivalutare e difendere la bellezza del tennis sul “rosso”? E ancora più, perché l’ATP sembra non aver alcun interesse a rivitalizzare il tennis in Sud America? Quasi mezzo miliardo di persone, con moltissimi appassionati di tennis e una grande tradizione, l’America Latina ha ottimi giocatori e un calore che quando ti rechi in quei tornei non ti lascia indifferente ma conservi dentro gelosamente tanto ti arricchisce. Eppure niente: dal 2025 solo 3 tornei ATP e le donne stanno pure peggio…. Il calendario stagionale è e resta il nodo, la stortura, il grande problema del tennis di vertice. Una struttura con tanti problemi ai quali si interviene con “toppe” invece di rischiare una vera rivoluzione che potrebbe rappresentare uno shock a breve termine ma che, se ben strutturata, nel tempo migliorerebbe non poco la qualità della vita per i giocatori in primis e anche per gli appassionati. Si è puntato tutto sui Masters 1000 di 12 giorni che non piacciono affatto ai giocatori, invece di guardare oltre. Sarà molto interessante vedere cosa accadrà, per esempio, se Joao Fonseca diventerà il campione che il suo talento lascia intravedere. Con una super stella brasiliana nel tour, potrà cambiare qualcosa? Il Sud America meriterebbe assolutamente la ribalta di un Masters 1000, almeno 5 settimane di tornei o almeno 4 come la Cina attualmente. Gli sponsor possono esserci, e il grandissimo successo del rinnovato Challenger tour (grazie all’intervento di un grande sponsor che ha creduto nel progetto) dimostra che in America Latina c’è un potenziale enorme. Basta crederci. Anzi, forse basterebbe andarci e viverci un po’ per capirlo…
Marco Mazzoni
TAG: America Latina, Calendario ATP, Catalina Fillol, Chile Open 2025, Marco Mazzoni, Tornei in America Latina
No, cosa hai fatto, adesso sei finito…..
Ti consiglio di andarti a vedere cosa prevede l’accelerator programme per i migliori junior,di cosa ha goduto ad esempio Cinà,che a livello junior non ha mai raggiunto il livello di Rottgering e cosa sta capitando invece al panda olandese.
Ti ricordo solo questo episodio di poche settimane fa in un 25k in Francia.Costretto a passare dalle quali(le WC ovviamente per loro sono una rarità),il giorno dopo (quindi senza day-off),viene sbattuto in campo contro il giovane e promettente giocatore di casa Gea ,dopo aver vinto il primo set per 6/0 e dopo aver rimontato da 0/3 a 4/3 e servizio,nel secondo set,cede il 2^ parziale per 7/5 e poi esausto cede senza combattere nel terzo.
Ecco ti sembra un trattamento ottimale per questo giovane talento?
Sono mesi che ha tabelloni sempre durissimi sin dal primo turno e quasi sempre chi lo batte finisce per vincere il torneo o fa finale…
La federazione olandese per quanto loro possibile sta mandando in giro i loro (giovani)tessarati ad esempio Forger e Balciunas,ma il discorso di Rottgering è completamente differente essendo il miglior junior per ranking.
Ti chiedo,secondo te hanno il numero 1 a livello junior e non vogliono valorizzarlo?
Non trovi molte analogie con il percorso da cui è dovuto passare il panda ceko ImMENSIK che ha fatto qualcosa di impensabile nel tennis di oggi di entrare prima nei 100 e poi nei 50 senza WC?
Solo pochi mesi fa il ceko ebbe tale trattamento a Vienna in campo il venerdì sera contro De Minaur e il sabato in campo per le quali a Bercy,esausto perse al turno finale delle quali,furono ripescati tutti(davvero proprio tutti) i LL ovviamente tranne lui…
Credimi (almeno)a me il mio specchio(MM&I),mi ha aperto un mondo.
@ Massimo.bianco29@yahoo.it (#4303508)
Massimo, scusa non potrebbe essere che la federazione tennis olandese non sponsorizzi l’attivita’ dei suoi tesserati?
io sinceramente non capisco come un giocatore olandese non si possa fare la stagione futures a Monastir o quella challenger in Italia, Francia o Germania.
Peccato il solito silenzio…
@ Luigi (#4303726)
*…del marito defunto che si era risposato con una giovane venezuelana di nome Marjuana
@ walden (#4303520)
@ walden (#4303520)
Non ho visto questo film ,ma posso immaginare turbamenti giovanili materializzarsi in nuove conoscenze carnali grazie alla zia.Grazie nonna invece lo ricordo in particolare le docce di Edwige Fenech che era spiata dal nipote del suo secondo marito defunto,il giovane attore era Giusva Fioravanti poi passato alla lotta armata come terrorista dei Nar
Io parto da un presupposto: A livello globale quali sono i paesi con più tornei nel circuito Atp? Australia, cina e Stati Uniti, forse la Francia. Parlo di nazioni eh, non continenti. Quindi lasciando perdere l’Europa con i suoi 27 e passa paesi e la conseguente trafila di Slam, 1000, 500 e 250, fino a che non si considera di togliere licenze a questi paesi non si potranno redistribuire in maniera più democratica al Sud America (all’Africa non ci pensa nessuno?)
Poi personalemnte in ogni categoria trovo scelte anacronistiche tra tornei inutili ed altri forzati. Ad esempio, i Master 1000: il nord america ha 4 1000, per me sarebbero da ridurre. Bercy da cancellare in toto, cosi come andrebbero ridiscussi Montecarlo, Madrid e Roma.
Nei 500 e nei 250 occorrerebbe una profonda riflessione alla stessa maniera.
La cosa più difficile è ricalibrare le scelte in base alle stagioni: Australia e Sud America vanno fatti tra dicembre e febbraio e da lì non si scappa. Ma dovrebbe essere questo il punto di partenza se vogliono ripensare tutto in maniera più democratica
Ciccio Cordova era un calciatore…
La città Argentina è quella di CordoBa!!!
Caro Mazzoni, ora so’ tutti c…zi tua!
zia, direi, e, citando un noto film di un po’ di anni fa, con Lisa Gastoni, “Grazie, zia”
Ovviamente era stia ricevendo
Spero di non ricevere censure per averle risposto,argomentando e ponendole alcune domande.
Sul fatto che i nostri pensieri siano all’antitesi è oggettivo…
Sul fatto che le mie considerazioni siano del tutto errate,è una sua(e della quasi totalità degli utenti di questo portale,ma ovviamente non significa nulla),perché nessuno qui(o quasi),riesce ad argomentare e provare a confrontarsi nella massima libertà…
Ora caro Mazzoni,le pongo due domande e spero che mi risponda nel merito:
I due esempi che ho fatto sui due argentini corrisponde a verità o no?Le faccio presente che avrei potuto farne molti altri,ma non mi sono voluto dilungare ulteriormente.
Seconda domanda,non trova che i rappresentanti delle nazioni panda ad esempio i ceki,o gli olandesi(tanto cari al mio specchio MM&I e ora anche a me),siano fortemente penalizzati rispetto ai sud americani,tanto cari a lei?
Le ricordo che ad oggi a livello junior il numero 1 al mondo è Rottering(olandese),che ad oggi anziché beneficiare del tanto declamato Accelerator Programme,essendo un panda,a lui invece sia stato offerto il DECELERATOR PROGRANME,la invito a vedere che tipo di trattamento sta ricevendo negli Itf (anche da 15k),ormai da mesi.Non trova anomalie e un forte squilibrio in tutto ciò?
Sarei davvero felice di poter ricevere una sua risposta in merito.
Come sempre,saluti cordiali.
Zia
Mi sembrano parole di buon senso che lasciano tanta amarezza.
Siamo nelle mani di incapaci o lestofanti.
Come diciamo a Genova (cit. Gilberto Govi):”Come ce l’ha detto bene!”
Per attirare giocatori in Sudamerica ci vuole un periodo interessare cui si giocano tornei in serie su superficie omogenea.
Ormai a febbraio sono rimasti troppo pochi tornei. Per cui pochi giocatori ci vanno.
I pochi forti che vanno sono raramente allenati per vincere.
Nell’attuale calendario ci starebbero bene 4-5 settimane fra novembre ed inizio dicembre, valide per la classifica dell’anno successivo.
Se cambia il circuito, la logica dovrebbe essere analoga.
Trovare una finestra non interrotta da tornei obbligatori, dove i tennisti hanno un mese logisticamente comodo per giocare ed anche allenarsi.
Ma anche no.
Il solo torneo da 1.000 del cui inserimento, al posto di quello Cinese, si sente il bisogno è uno su erba (quello di Londra o, in alternativa, uno in Australia, ad esempio a Sidnei).
Su terra rossa andrebbe tolto quello madrileno, sostituendolo con Amburgo o Barcellona (al limite alternandoli un anno ciascuno, come fanno tra Toronto e Montreal per la coppa Roger).
Ma invece la direzione intrapresa è di lasciare quelli che ci sono aggiungendone uno in…Arabia Saudita!
Credo quindi che sia i Suoi che i miei desiderata resteranno fotogrammi (carta solo se la si vuol sprecare a stampare) stracci. Ahinoi.
Che tristezza.
Nei Paesi dove la maggior parte dei campi da tennis sono in una determinata superficie i tornei più prestigiosi per me dovrebbero disputarsi su quella superficie.
Non credo che il Cile sia ricoperto di campi in cemento, quindi…che tristezza!
Mamma di Jarry?
Siamo in due mondi diversi. Per me le tue considerazioni sono del tutto errate.
Buon tennis
Infatti la scelta “epocale” sarebbe ridurre il cemento, con i suoi evidentio problemi fisici ed aumentare TB ed erba, in controtendenza con gli ultimi 40 anni (da quest’anno il già scarso numero di tornei su erba del circuito si è ulteriormente ridotto, con la cancellazione di Newport e la sua sotituzione con Los Cabos). Ma valli a convincere 80% dei tennisti che sono abituati da decenni a giocare prevalentemente sull’hard! Ormai gli specialisti della terra battuta sono solo gli argentini (e neppure tutti), qualche italiano, ma non i migliori (Musetti non lo è più) e pochi altri qui e la. Non parliamo degli erbivori, specie anch’essa in via d’estinzione, Berrettini, Hurkacz, Auger Aliassime (mezzo), Shapovalov. Certo, ritornare agli anni 70, quando, sia pure per un triennio, c’erano due slam sull’erba e due sulla terra battuta, mi farebbe ringiovanire…
Musetti ha fatto una semifinale a Stoccarda, una finale al Queen ed una semi a Wimbledon. Parla delle cose che conosci, che evidentemente non comprendono il tennis.
L’Italia è diventata una potenza mondiale nel tennis grazie al lungimirante progetto “Campi veloci” portato avanti da Roberto Commentucci:
https://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos’e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis/
Senza questa visionaria rivoluzione oggi non avremmo Sinner, Berrettini, Sonego, e via correndo.
Anche l’America Latina può farcela.
si
Ma spostare prima i 1000 americani e far iniziare la stagione rossa in Sudamerica invece che a montecarlo?
Signori tutto bello e interessante quel che scrivete, ma il tennis sulla terra, quello vero, ha un futuro soltanto in Europa. Così come è messa la stagione i grandi giocatori non ci vanno laggiù, non ha senso, se non per ricche esibizioni.Ma vogliamo spendere due parole per dire che non c’è niente di più bello per chi ama questo sport : sopra il cielo azzurro di sole e sotto il bellissimo rosso intenso della terra….e poi il rumore della palla che rimbalza. Io amo questa superficie e detesto il cemento.
Ma io non sto parlando di Wimbledon ma di tornei come Stoccarda,Maiorca,Halle,Queen’s,Eastbourne,Hertongenbosch,tennisti come Ruud,Baez,Rublev,Tsitsipas,Jarry,Navone,Etcheverry,Cerundolo,Musetti,se avessero queste 2 opzioni sceglierebbero quasi sicuramente i tornei sudamericani perché ci sono tennisti come appunto Ruud che a Wimbledon ci vanno solo per l’assegno e perché comunque è un torneo prestigioso
È la figlia del tennista anni 70?
Esatto,purtroppo è così.
Completamente in disaccordo con le considerazioni del sig.Mazzoni,lo swing sud americano sono anni che finisce per falsare in modo significativo le classifiche,due esempi su tutti,Navone(addirittura si è ritrovato ad essere TdS a Wimbledon,sbilanciando inevitabilmente il tabellone senza aver mai vinto un match sull’erba ndr)e Diaz Acosta dove nel mese di febbraio ha conquistato più del 50% dell’intera stagione che di fatto gli hanno permesso di rimanere in top 100.
Se solo ci fossero ancora i BONUS POINT,ovviamente tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Per non parlare di quello che accade a livello challenger ed itf grazie ai tornei che si svolgono tutte le settimane o quasi,che non fanno altro che riempire le classifiche con molti giocatori che di talento ne hanno sicuramente molto meno rispetto a quelli appartenenti a nazioni panda ad es.la R.Ceka,che di tornei ne hanno ZERO!!!
Spero che mi venga concessa l’opportunità su LT una volta di più di manifestare tutto il mio disappunto al riguardo…
Ad Aprile a Gstaad e Kitzbuhel puoi sciare, non giocare a tennis.
No, perchè nessuno sano di mente rinuncia a Wimbledon. E poi giocare in argentina e Chile in Luglio equivale a giocare a Milano a Novembre. L’unica soluzione sarebbe quella proposta da Davide77
Decisamente si, anche se rischi a livello meteo di trovare più piogge in tornei open. Però almeno non ci sarebbe la scusa del doppio cambio di superficie, che è l’ostacolo più grosso.
Tra un po’ gli piazzano pure un 1000 in arabia a febbraio….
Spostare Miami e IW a febbraio (tanto si tratta comunque di tornei in posti caldi) e spostare a marzo la trasferta in Sud America secondo me avrebbe molto più senso.
Io sono dell’idea che almeno nei tornei atp si debba seguire il giusto cambiamento lineare delle superfici:cemento-terra-erba-cemento.Non si può fare cemento-terra-poi cemento,di nuovo terra-erba-terra-cemento.Più che altro perché questo continuo cambio di superfici come si è visto stanno portando sempre più infortuni,inoltre giocatori di spessore ma che sono metodici come Sinner,Djokovic,Medvedev,adesso sembra Alcaraz,De Minaur,non li vedremo mai in tornei che per locazione e superficie possono scombussolare troppo il fisico.Questi tornei sudamericani quindi starebbero bene dopo il Roland Garros e in concomitanza con i tornei sull’erba così i tennisti che non si sentono al loro agio sull’erba possono decidere di proseguire sulla terra
Questo potrebbe sfavorire e non poco i tennisti di casa visto che i brasiliani,argentini e cileni sono prevalentemente terraioli ed infatti fuori dalla terra durante la stagione spariscono
@ Un nome una Garanzia (#4303344)
Che ….è?
Il campo di Santiago è osceno, ai limiti della preaticabilità.Inoltre ha un pubblico non caldo ma incivile, come ormai non si vede neppure in Italia. Quindi il problema non è il Sudamerica, ma Santiago. Invece di eliminare questo torneo hanno eliminato Cordova, che, subito dopo gli AO (com’è oggi Montpellier) era comunque una boccata d’ossigeno per i terraioli, che poi continuavano con Buenos Aires e Rio, e magari potevano saltare Santiago ed iniziare la preparazione per Sunshine Double.
Il problema è l’evidente posizionamento errato dello swing sudamericano. Non ha alcun tipo di senso metterlo tra gli Aus Open e il Double Sunshine. Bisognerebbe dare molto più spazio e continuità alla stagione su terra battuta, che vede ben due interruzioni (appunto Indian Wells e Miami e poi la stagione su erba). L’unico posizionamento accettabile sarebbe tra Miami e Montecarlo, ma ci sarebbero in quel caso almeno tre settimane di tornei? Forse un’alternativa potrebbe essere quella di mettere due 1000 concorrenziali non obbligatori (Montecarlo e Rio, per esempio) e anticipare i tornei di Gstaad, Amburgo e Kitzbuhel come preparazione a Madrid (che poi non sarebbe un’idea così grama, visto che in Svizzera e in Austria si gioca in altura così come nella capitale spagnola). Fatto sta che così il calendario non può che soffocare i tornei sudamericani.
Hanno un po’ rotto con questo cemento, un master 1000 su terra in Sudamerica sarebbe perfetto
Catalina chi vuoi che venga in Cile per 4 soldi anche se fai una cementata sui campi in terra. Lascia perdere.
Se Joao Fonseca diventasse numero 1 del mondo sono convinto che Rio diventerebbe un master 1000 e che il circuito sudamericano ne trarrebbe beneficio.
Ma infatti l’errore è stato quello di trasformare un’intera settimana in due tornei 500 sul cemento (Dallas e Doha).
E la terra battuta viene giocata sempre su meno tornei e settimane, e infatti i terraioli puri praticamente non esistono più, almeno nella Top-50.
Ha ragione.
Il tennis purtroppo non è uno sport globale.
E la torta se la dividono Europa e Stati Uniti. Sudamerica e Asia sono trascurate, per non parlare dell’Africa dove andrebbero fatti investimenti con almeno 1 torneo 250 e un circuito challenger di 4/5 tornei.
Tra l’altro il cemento è la superfice con più infortuni, meno spettacolare rispetto a terra e all’erba.
ma purtroppo si va in quella direzione, in nome del dio denaro
Io proporrei una totale innovazione.
Metà terra e metà cemento.
Metà erba e metà terra.
Metà cemento e metà erba.