Marco Cecchinato: “2025 Anno Decisivo, o torno in Top 200 o mi ritiro”
Marco Cecchinato, il tennista che nel 2018 raggiunse la semifinale del Roland Garros sconfiggendo Novak Djokovic, ha aperto il suo cuore in un’intervista a PalermoToday, tracciando un bilancio della sua carriera e fissando un obiettivo chiaro per il futuro.
La storia di Cecchinato è emblematica di quanto sia difficile il tennis professionistico: un giocatore capace di battere Djokovic e raggiungere la top 20 può trovarsi a lottare per la sopravvivenza nel circuito. Il 2025 dirà se questa storia avrà un nuovo capitolo o se sarà il momento di voltare pagina.
Il Momento Decisivo
“Il 2025 sarà la stagione più importante. Se non ritorno a fine anno nei top 200, posizione che mi garantirebbe le qualificazioni agli Australian Open del 2026, smetto col tennis,” ha dichiarato il 32enne palermitano, oggi numero 377 del ranking.
Un Anno di Difficoltà
Riflettendo sul 2024, Cecchinato non nasconde i problemi: “È stato troppo difficile per me, sicuramente il più difficile della mia carriera. Dopo 11 anni a gennaio non andrò in Australia. Ho girato tanto per il mondo: Thailandia, Australia, Macedonia, Sudamerica e ho fatto tanta fatica. Non è facile, mi pesa molto.”
Il Passato Glorioso
Ripensando al suo momento migliore, la semifinale al Roland Garros 2018, Cecchinato ricorda: “Con Djokovic è stato il punto più alto della mia carriera. Vittoria in quattro set, con due tiebreak. L’ultimo è stato interminabile. A fine match, nel momento della stretta di mano a rete, mi ha abbracciato e mi ha detto che avevo appena fatto una partita incredibile. Non dimenticherò mai quelle parole.”
La Discesa e l’Autocritica
Sul calo dopo i grandi successi, ammette: “Dovevo allenarmi tanto, forse c’è stata un po’ di pigrizia. Avevo raggiunto un livello troppo alto e a quel punto forse potevo chiamare un super coach. Sentivo molto le pressioni, le critiche che arrivavano inesorabili appena perdevo qualche match.”
Lo Sguardo al Futuro
Nonostante le difficoltà, la determinazione rimane: “Ho sempre fatto tennis per stare con i primi 100 e questa situazione è complicata da gestire. Adesso mi sto rimettendo in gioco. Devo assolutamente chiudere il 2025 nella top 200 per tornare a giocare le qualificazioni degli Slam e dei tornei ATP. Io ci credo, voglio tornare lassù. Altrimenti stacco la spina.”
Il Tennis Italiano
Sul momento d’oro del tennis italiano, Ceck commenta: “L’Italia ha raggiunto un livello incredibile, basti pensare che lasciamo a casa Cobolli e Sonego. Poi abbiamo Sinner, Berrettini e Musetti al top: per stare lassù come fanno loro ti devi fare un bel culo, non è facile.”
Francesco Paolo Villarico
TAG: Italiani, Marco Cecchinato
Cecchinato era già un buon giocatore anni prima del suo exploit 2018/19, mi ricordo una finale al Challenger di Genova (credo fosse il 2015) contro Nicolas Almagro, non piu top 10 ma comunque nei primi 50, persa al terzo set dopo aver vinto il primo. L’incontro con Vagnozzi gli fece fare il salto di qualità, come capiterà due anni dopo a Travaglia, che arriverà in top 50 e disputerà una finale Atp in Australia, persa contro Sinner al suo secondo successo (era il 2021). Nel mezzo ci fu la squalifica, poi condonata anche grazie ad un cavillo, per match fixing: troppo spesso ci si dimentica di questa grave macchia nella carriera del siciliano. Rientrato dopo pochi mesi grazie a quel colpo di fortuna, fu preso in carico da Sartori, che lo affidò all’allora giovane Vagnozzi, che lo rivoltò come un calzino. Ma la cosa durò poco (così come con Travaglia), e mai è stato chiarito quali siano state le cause. Poi la veloce decadenza.
La carriera di Cecchinato è fatta di molte ombre, attriburgli la rinascita del tennis italiano è semplicemente una sciocchezza. Fognini aveva disputato la semifinale di Montecarlo nel 2013, e sarebbe probabilmente arrivato almeno in finale l’anno dopo, se non ci fossero stati gli sciagurati quarti con Tsonga. Da due anni aveva ripreso dopo un periodo di crisi, grazie a Franco Davin, quindi Cecchinato non centra una beata mazza. Berrettini già nel 2018 si stava affermando come giovane emergente, vincendo, fra l’altro l’ATP di Gstaad, ed entrando il top10 l’anno dopo. Non parliamo di Sinner, che Cecchinato non sa manco chi sia. Anche perchè credo sia uno dei tennisti più antipatici del circuito, come ho avuto modo di constatare personalmente.
Vabbè, se te la vuoi raccontare…
Sinner sarebbe stato Sinner ugualmente, Cecchinato o non Cecchinato.
Il progetto Jannik nasce bem prima che Il Ceck facesse quei risultati ed era un progetto da (minimo) top 10, come dichiararono gli stessi interessati anni e anni addietro.
Proprio l altro giorno stavo vedendo su youtube le sue partite al Roland Garos contro Djokovic e Thiem, consiglio tutti di andare a vederle.
Che livello, che tecnica, che qualità, che condizione psico-fisica.
Il Ceck pareva un incrocio tra Nadal e Wawrinka.
Poi purtroppo qualcosa non ha funzionato ma ricordiamoci che dopo Quinzi è stato lui ad aprire le porte agli altri italiani.
Col senno di poi va rivalutato anche il grande lavoro di Vagnozzi fatto con Cecchinato.
Non gli faccio i conti in tasca, ma tra inviti e sponsor ha campato anni di rendita per quel 2018, senza contare i premi vinti in carriera (nel suo piccolo, 5 milioni di soli premi). Io se avessi guadagnato 10 milioni in pochi anni li considererei soldi “a palate”, ma il termine è soggettivo. Magari per te ha solo guadagnato dignitosamente.
La seconda che ha detto
Ciao Marco…
Ecco perché i calciatori sono dei super-privilegiati…un buon panchinaro di serie A guadagna (netto) come un top 20 nel tennis facendo una vita molto meno stressante e spesso andando ‘al minimo indispensabile’ a livello di allenamento…
Ha detto ‘devi farti’…non ‘devi avere’
‘Soldi a palate’ non esageriamo dai…
Ciao Marco….
A mio parere Cecchinato paga una programmazione troppo autarchica. Si è troppo concentrato sui tornei su terra battuta quando avrebbe dovuto compiere maggiori sforzi per evolvere il proprio gioco e adattarlo anche alle superfici veloci, erba inclusa.
Ricordo che prima che arrivasse la stagione sul “rosso”, giocava sempre troppi pochi tornei sul cemento o indoor e tutto ciò ha fortemente limitato i suoi progressi sul piano tecnico e tattico. Errori che invece Arnaldi e Sonego non hanno commesso. Sonego è sceso anche lui in classifica (più perché aveva raggiunto un ranking forse troppo elevato rispetto al suo reale valore come giocatore che per un calo di rendimento) ma non è mai uscito dai top 100! Mi domando come se la caverà Arnaldi. Neanche lui ha il potenziale per diventare un campione ma ha una gran testa ed è anche un gran lavoratore che persegue sempre più l’automiglioramento. Inoltre può fare tesoro delle esperienze di chi lo ha preceduto!
non concordo sul fatto di essersi montato la testa.
per il Ceck, fu determinante l’intromissione nella sua vita sportiva della donna, la quale, invece di limitarsi al ruolo di fidanzata, si intrometteva negli allenamenti, nelle partite e nel rapporto Ceck – Vagnozzi.
Si intromise così tanto, (plateale fu una litigata in albergo con Vagnozzi), che il Vagnozzi salutò senza dare la possibilità di un ritorno.
Dopo abbiamo visto tutti la fine di Ceck, il quale comunque aveva enormi lacune sul gioco e sulle superifici che non fossero terra rossa…….
Reputo la sua, una carriera molto casuale e fortunata. Ben al di là delle sue capacità tecniche e mentali.
buona la seconda Cecchi!!!
au revoir!
@ Jack1 (#4274995)
ti devi fare un bel culo (lavorare parecchio) ha detto …non devi avere un bel culo… significati diversi direi.
Panatta ebbe una parabola simile dopo il 1976, anche se meno accentuata. Del resto lui stesso ammise in diverse occasioni che avrebbe potuto fare di più con allenamenti più assidui. Ebbe a dire che voleva vivere la vita che facevano i ragazzi della sua età (Loredana Berte’ Serena Grandi, Mita Medici e altre – beato lui).
Certo che se non si ha voglia di farsi il mazzo, è difficile riuscire in qualcosa ,non solo nel tennis.
Merita in ogni caso rispetto per la grande impresa compiuta! A 33 anni con serietà può ancora dir la sua..
Coraggio Inato,per gli amici CECK!
Quelo ti dà la risposta
Per me, il secondo capolavoro del Ceck è stato andare a vincere il torneo di Buenos Aires in finale con Schwarzy (all’epoca era un top 5 sulla tb) a casa sua e con uno stadio intero contro (e sappiamo come va nella AmeLat)
Si è montato la testa per l’improvviso successo, ha visto soldi a palate e ha perso il focus sul lavoro quotidiano. Lasciare Vagnozzi poi gli ha dato il colpo di grazia. Però almeno ha avuto un apice di carriera da ricordare.
Non mi spiego veramente gli ultimi 2 anni cos’. Con tutti i colpi brillantini e fantasiosi che aveva!
Nel 2018 aveva il miglior tennis spumeggiante sulla terra Rossa! Grandiosi incontri, divertimento massimo!
QUANDO ha battuto Djokovic Uno dei momenti più divertenti e emozionanti del nostro TENNIS ! Anche la semifinale con thiem poteva vincere emozionante!
@ Avide (#4275000)
Lo cacciò via
@ Jack1 (#4274995)
Ecco il classico commento di chi e’ “analfabeta funzionale”, cioe’ quello che pur sapendo leggere e scrivere non e’ in grado di capire quello che legge.
leggi meglio
Perdonami ma Ceck dice esattamente la stessa cosa: ti devi fare un bel culo…
Detto questo ricorderò sempre Ceck, perché mi piaceva moltissimo il suo gioco e ci ha regalato tantissimo in un momento in cui non avevamo quasi nulla. Resto dell’idea che la testa non ha retto e ancora non regge, il che non è un problema banale
Il suo 2024 ha un problema gigantesco: ha girato il mondo – come lui stesso ha detto – per andare a giocare dei challenger al limite della vergogna con giocatori quasi sempre oltre la 200-300 posizione, bambini o veterani in stampelle… e nonostante ciò non ha raccolto che briciole.
Il suo problema è mentale ancor prima che fisico, nemmeno quando ha battuto Nole al RG era un gran lavoratore eppure mentalmente gli riuscivano cose che oggi nemmeno si sognerebbe.
Quella semifinale al Roland Garros nel 2018 battendo Djokovic (sia pure non il cannibale degli anni seguenti) è da raccontare ai nipotini. Sarebbe bello se Cecchinato rientrasse in Top200 ma va bene solo sulla terra rossa (10-7 al Roland Garros), sulle altre superfici ha un record pietoso negli Slam (0-16).
Super coach? Ma non aveva quello che ara allena il numero 1 del mondo????
Ma è normale che a quella età tutto costi, sia sacrificio.
Positivo che si dia tempo un anno per tirare le somme, staremo a vedere.
Devi avere un bel culo…che frase … Devi essere bravo ed allenarti seriamente, nel tennis non esiste il culo.
Senza gli introiti delle quali slam in poche parole va in perdita.
L’aspetto più importante dell’intervista lo tocca quando parla della pigrizia. Per mantenere un certo livello é necessario sacrificarsi tanto negli allenamenti sul piano atletico. Non é solo una questione di tecnica e di saper giocare.
Comunque in qualsiasi modo andranno le cose, il movimento tennistico italiano avrà sempre un debito enorme col check.
É stato davvero l’apri pista. Colui che ha fatto fare il cliq mentale a tutti i tennisti italiani che grazie a lui hanno cominciato a pensare che quello che sembrava impossibile poteva in realtà essere realizzato.
Quella semifinale battendo djokovic ai quarti ha motivato fognini che ha poi vinto Montecarlo e ha favorito l’ascesa di berrettini e la nascita di sinner
Grande Ceck.
Mi hai fatto sognare, scendere lacrime, arrabbiare di tanto in tanto..ma ho sempre creduto in te,col cuore. Tu sei un uomo vero.
Con affetto
Gnafa’…ormai troppi limiti:superfici,eta’ e…voglia 🙄