L’autocritica di Medvedev: “Quest’anno dopo diverse sconfitte ho lasciato il campo e ho capito di non aver imparato niente. Nel 2025 devo trovare il modo di battere di nuovo Sinner”
Daniil Medvedev ha chiuso il 2024 con l’eliminazione ai round robin alle ATP Finals e soprattutto senza aver alzato un solo trofeo. Non l’annata che si immaginava dopo l’eccellente partenza in Australia, dove è arrivato ad un set dal vincere il primo Slam della stagione. Poi alti e bassi, con tante troppe sconfitte contro i migliori. Emblematica la sua rivalità contro Sinner: dopo esser stato in vantaggio per 6-0, adesso è sotto 8-7, con una sola vittoria su Jannik negli ultimi 13 mesi (Wimbledon) e diverse batoste davvero pesanti. Daniil è uno dei tennisti più tattici e intelligenti, ma è sorprendente il modo in cui ha riassunto la propria stagione al collega Evgeny Fedyakov del portale Kommersant: non ho imparato nulla da diverse sconfitte brucianti. Questi e altri temi interessanti scaturiscono dall’intervista, della quale riportiamo i passaggi più significativi.
“Termino nella top 5 della classifica ATP per la quinta stagione negli ultimi sei anni” inizia Medvedev. “Me l’ha permesso ovviamente, il mio tennis. Gioco ancora bene. Se parliamo di tratti caratteriali, allora, probabilmente è il desiderio di spremere il massimo da se stessi in allenamento e il costante desiderio di combattere che ti mantiene in alto. A volte funziona, a volte no. Ma, poiché nel tennis si giocano molti tornei durante tutto l’anno, alla fine il tuo livello darà il risultato che ti meriti”.
“Nel 2025 mi porto in dote il posto in classifica e la voglia di lottare, nonostante alcune cose mi abbiano frenato. Anche le palle, sì. Invece di quest’annata terminata non voglio portarmi dietro qualche partita persa. Si dice spesso che le sconfitte insegnano. Quest’anno ho patito diverse sconfitte, dopo di che ho lasciato il campo e ho capito che non avevo imparato nulla“.
Ricordano a Medvedev le cinque finali Slam perse, una nel 2024, e come i suoi connazionali Safin e Kafelnikov di major ne hanno vinti due, mentre lui è fermo a US Open 2021. “Immagino che alcune di quelle finali che dici avrei potuto vincerle. Provo risentimento per questo adesso? Probabilmente sì. Ma ogni nuovo torneo è una nuova possibilità, una nuova sfida e continuerò a lottare. Alla fine, i titoli sono ciò che contano di più”.
L’anno prossimo spegnerà 29 candeline, proprio i due forti connazionali a quell’età erano già prossimi al ritiro. Daniil si vede più longevo… “Comincio a sentire che prima era più facile recuperare dopo alcune partite. Forse, a 23 anni, correvo più veloce, volavo per il campo come sulle ali. Ma utilizzo l’esperienza accumulata in diverse stagioni. Non penso all’età, ma a come andare avanti. Adesso molti giocano fino ai 35 anni e anche di più, con ottimi risultati. Una tendenza simile può essere osservata non solo nel tennis, ma anche in altri sport. Penso che la maggior parte degli atleti abbia iniziato a monitorare la propria alimentazione e il proprio regime più da vicino rispetto a prima. Ed è anche molto importante, se possibile, avere vicino un fisioterapista competente”.
Da sette anni è con Gilles Cervara. Crepe nel rapporto? “È meglio chiederlo a lui… Posso solo dire che in tutti questi anni non siamo rimasti fermi, ma abbiamo cercato di inserire nuovi modi per andare avanti. Questo vale assolutamente per tutto: metodi di allenamento, ricerca di nuovi colpi, persino stile di comunicazione tra noi. A volte i nostri sforzi producono risultati, altre no. Ma resta ad unirci il desiderio di raggiungere il massimo, Gilles ed io siamo sulla stessa linea. Forse lui lo cerca ancor più di me”.
Una nota anche su Gilles Simon e… Jannik, diventato muro quasi invalicabile per Medvedev. “Quest’anno io e Simon ne abbiamo approfittato per conoscerci meglio. Ora proveremo a fare insieme una pre-season intensa. Non voglio entrare nei dettagli, ma ho un’idea su come migliorare il mio gioco nonostante le palle che vengono utilizzate adesso. Non è sicuro che funzionerà, ma devo trovare un modo per battere nuovamente Jannik Sinner.”
Ultima nota sul programma 2025: “Giocherò di nuovo gli Australian Open senza altri eventi prima”.
Marco Mazzoni
TAG: Daniil Medvedev, Gilles Cervara, Jannik Sinner, Marco Mazzoni
E allora si rassegni … comunque è lo stesso Medvedev che ha dichiarato di aver passato le notti a giocare … contavo su quello !
@ Dr Ivo (#4263865)
In realtà, Fabio a 30 anni e diventato anche un giocatore (quasi) da veloce. Ha lavorato a livello tecnico perché per giocare bene anche lì ha dovuto cambiare impostazione del suo tennis, giocare più dentro ed accorciare gli scambi. Però il servizio ha sempre fatto schifo. E pure lui se lo diceva in partita.
Per Lorenzo, a mio avviso, invece il discorso è inverso. È l’aspetto mentale a limitare il suo tennis, mentre nel caso del Fogna era il suo tennis a creare problemi a livello di tenuta mentale. Ovviamente, è una mia opinione,ehhh.
Concordo sul fatto che il servizio è sempre stato il problema n. 1 di Fognini… Anche con la sua statura avrebbe potuto migliorare di molto, come Ferrer che infatti arrivò in top 5 e vinse molti più tornei.
Non è che l’aspetto caratteriale di un giocatore sia secondario, ma nel caso di Fabio è stato (per così dire) conseguenziale… Fabio aveva in partita momenti di vuoto, a cui seguivano manifestazioni di frustrazione e demotivazione specie se perdeva con gente di qualità tennistica inferiore alla sua. Ma se grazie al servizio avesse potuto contare su un maggior numero di punti gratuiti, e non sempre conquistati con scambi faticosi, il bilancio finale sarebbe stato ben diverso. Forse quel suo deprecabile aspetto caratteriale, quel suo sbroccare quando le cose si mettevano male, avrebbe avuto meno occasioni di manifestarsi. Fabio non perdeva perché sbroccava, ma sbroccava quando ormai aveva perso… E perdeva soprattutto per la fatica dello scambio e l’insufficienza di punti liberi al servizio.
È anche vero, comunque, che i problemi di Fabio si legavano un po’ in circolo vizioso… non ha mai voluto lavorare sugli aspetti tecnici in cui era in difficoltà e preferiva affidarsi al talento, prova ne sia che gli allenatori che volevano farlo lavorare perché diventasse un giocatore completo come Perlas e Davin lui li metteva alla porta per cambiarli con chi faceva come diceva lui (Barazzutti e Mancini).
Quindi, alla fine, torniamo inevitabilmente anche all’aspetto mentale, cioè alla psicologia del giocatore che ne determina le capacità di lettura della realtà e di reazione.
Pare che Sinner sia fortissimo pure a quella…
Ma anche Goffin o Nishikori servono meglio di lui e sono alti più o meno lo stesso, sono stati anni in top10, Fognini ha buttato nel cesso una carriera da top10, per non aver voluto impegnarsi su questo fodamentale.
Ma non erano le palle il problema?
Caro Medvedev quel treno è passato e non torna più.
Ora vidico una cosa ma non ditela in giro mi raccomsnda..
I giocatori che tirano fuori il discorso delle palle sono giocatori bolliti
Medvedev ormai è qursto o trova un modo(molto difficile)di cambiare gioco ed essere più imprevedibile oppure sarà destinato ad uscire dalla top 10 entro 1 anno
Mi dispiace tantissimo Medvedev ma il grosso problema è che Jannik è più forte dì te proprio in quelli che sono i tuoi punti di forza.
Non vedo proprio come tu possa riuscirci.
(ed è anche abbastanza più giovane)
(cerca però almeno di non farci sbadigliare)
Il russo è da un po’ che prende scacco matto da Sinner.
Forse dovrebbe chiedere a Kasparov/Karpov come uscire dal’impasse.
O a Magnus Carlsen, visto cosa è diventato.
Daniil , ascolta me : invitalo per una partita con la playstation !!!
Così forse ti ritogli lo sfizio …
@ zedarioz (#4263797)
Ha perso 10 finali, cito a memoria. Con un servizio almeno continuo, ne avrebbe vinte almeno la metà.
È chiaro che caratterialmente non era il massimo, ma se il suo servizio fosse stato all’altezza del resto del repertorio, non avrebbe sbarellato tutte le volte che la partita prendeva una brutta piega anche per colpa della miriade di break che subiva. Slam non ne avrebbe vinti mai, non era certo sa, avrebbe vinto molte più partite e tornei persi in finale. Bellucci è alto come lui, credo, e serve benissimo. Ciò detto, pur sapendo del suo problema tecnico, non è mai riuscito a migliorarlo. Che poi è il succo di quanto volevo dire nel mio primo post.
Temo che Medvedev vada incontro ad una nevrosi per la superiorità di Jannik. E ciò lo porterebbe ad essere sempre meno competitivo ai più alti livelli.
@ Roberto Eusebi (#4263792)
La vediamo in modo molto diverso.
Alto 1,78 poteva battere meglio ma non sarebbe diventato Karlovic, e non avrebbe mai vinto slam. Ma magari qualche torneo più importante di quelli vinti lo poteva prendere, soprattutto nei periodo in cui i nadal e nole erano meno performanti per problemi fisici.
Sono tanti i giocatori che hanno avuto ottime carriere senza avere il braccio di Fognini e senza avere un servizio determinante.
I risultati negli slam soprattutto mancano completamente, e lì il saper stare in campo per ore fa tutta la differenza.
Che poi cosa vuol dire testa? Ad esempio allenarsi con costanza e intensità mentre, come mi ha detto un preparatore atletico, Fognini, e parliamo di Roma, in palestra dopo 10 minuti si era già stufato..oppure fare qualche piccola modifica al servizio per evitare i falli di piedi di cui è il detentore del record mondiale..
Cambiare il carattere e’ difficilissimo se non impossibileper alcuni, in particolare dopo i 20 anni, quanti sportivi dal carattere nervoso e plateale hai visto migliorare negli anni? Sinner ha una grande fortuna, oltre al suo talento tecnico, che e’ quella di avere un carattere innatamente predisposto all’atteggiamento che fa vedere in campo
Con quel servizio, neppure il Ghandi del tennis avrebbe vinto di più.
Speriamo Medvedev evolvere, è uno dei giocatori più particolari del circuito.
Il problema di Fognini era un altro. Avesse lavorato sulla sua testa e sul suo atteggiamento di fronte ai problemi, avrebbe avuto altra carriera, anche con lo stesso servizio. Invece ha sempre avuto lo stesso atteggiamento dall’inizio alla fine della carriera. Lavorare sulla testa è difficile e costa fatica e tanta forza di volontà.
Sono belle queste sfide lanciate a Sinner. Ormai è il benchmark, cioè l’obiettivo di tutti i grandi giocatori. Riuscire a batterlo. Ha sostituito nel giro di un solo anno Nole, come esempio del giocatore simbolo del circuito. Se riesci a fare partita con Sinner vuol dire che sei al top.
Tira sempre in ballo le palle, che palle!!
Una goduria assoluta sentire un ex numero 1 dire che il suo obbiettivo è tornare a battere Sinner.
Jannik è fenomenale
Imparare dalle sconfitte è un mantra che non vale per tutti. Solo i veri fenomeni riescono ad innalzare la qualità del proprio tennis avendone individuati i limiti. Jannik è uno di quelli. Per esempio Fognini, sa da una vita che il suo servizio non è all’altezza eppure è rimasto sempre quello. Daniil è un giocatore straordinario che però ora è inferiore a Jannik, come lo sono quasi tutti nel circuito. Se fosse così facile elevare il proprio tennis, il circuito sarebbe pieno di numeri uno.
“Devo trovare un modo per battere Sinner nel 2025…”
Un modo c’è: che JS entri in campo fuori condizione come capitato a Wimbledon…