Davis Cup Italia: la rivalsa di Berrettini, la caduta di Musetti
Una voglia assoluta di rivalsa può essere un’arma a doppio taglio, assai pericolosa. Può trasformarsi in una reazione a catena inarrestabile che ti spinge e decuplicare le tue forze ed esprimere un tennis mai così graffiante, potente e preciso, ti esalta e ti porta a superare i tuoi limiti. Al contrario può generare un’implosione improvvisa creando un buco bello profondo nel quale cadi e non c’è appiglio per arrestare la discesa, brutta e fatale. Le due facce di una medaglia in salsa Davis Cup, vissuta in modo opposto da Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, protagonisti della prima giornata di Malaga insieme al solito impeccabile Jannik Sinner. Berrettini covava da mesi una voglia matta di riprendersi tutto. Da “primo tifoso” lo scorso anno ha gioito per la splendida vittoria di Sinner e compagni ma… è inutile prenderci in giro, dentro di lui covava una rabbia più che giustificata. “Jannik mi ha promesso che saremo tornati qua per vincere insieme” ha detto più volte, e il n.1 è stato pure un perfetto profeta. C’è ancora da vincere due partite per alzare la seconda “Insalatiera” di fila, e senza buttarla sulla scaramanzia siamo i veri favoriti, vista l’uscita clamorosa della Spagna e pure la sconfitta degli USA, che in semifinale sarebbero stati forse più pericolosi della pur forte Australia. Ma intanto Berrettini si è preso una grande rivincita, scendendo in campo in doppio con Sinner e diventando il vero protagonista del punto decisivo di Italia – Argentina. Non che Sinner abbia giocato male, tutt’altro, ma per una volta la sensazione palpabile dal campo è stata quella di un Matteo ancor più incisivo, forte in tutte le situazioni, a trascinare il monumentale compagno ad una bella e meritata vittoria.
Ogni volta che la palla passava dalle parti di Berrettini è stata maltratta dalla sua potenza, dalla voglia matta di spaccare tutto e riprendersi quel che tanta sfortuna gli ha negato l’anno scorso. Si temeva che questo doppio improvvisato fosse sbilanciato: la risposta di Matteo non è all’altezza dei migliori specialisti, e pure nei tempi degli attacchi e sincronie di gioco tutto poteva andare a gambe all’aria. Invece no, Jannik e Matteo hanno giocato un doppio a modo loro, senza gli schemi classici della disciplina – applicati invece davvero bene dai due argentini, tutt’altro che docili – affidandosi soprattutto alla potenza dei propri colpi, all’adrenalina e alla forza mentale. Sinner ha un’aura che rianimerebbe un cadavere sportivo, ha talmente tanta classe e personalità da far giocare sereno chiunque gli si metta a fianco; ma Berrettini ha affrontato la partita con gli occhi della tigre, una lucida ferocia che l’ha spinto a giocare in modo clamoroso in risposta e prendersi grosse responsabilità in molti scambi, quasi sempre condotti in modo positivo. Jannik ti trascina, ma Matteo è stato un vero bulldozer, sospinto da una voglia di rivalsa eccezionale. Capitan Volandri, tanto criticato, c’ha visto giusto ancora una volta…
Avevamo da ieri l’indiscrezione che questa sarebbe stata la formazione, se siamo 1 pari, il doppio va a Jannik e Matteo. Mmh. Dubbi, perché il Berrettini doppista non ha mai convinto. Non sarebbe stato meglio schierarlo come singolarista, il primo di giornata? Forse. Ma se per caso Cerundolo si fosse esaltato, e l’avesse battuto, magari con 3 ore di fatica nelle gambe il nostro Matteo-nazionale non sarebbe stato così brillante e lucido in doppio, al punto decisivo, come invece lo è stato, fresco e super-motivato. Per questo forse bene ha fatto Filippo a tenerlo per “buono”, caldo e pronto ad esplodere tutta la sua furia agonistica nel match decisivo. Oltretutto Bolelli – Vavassori avevano perso le ultime loro sfide contro il duo argentino, fattore questo che sicuramente è stato preso in considerazione. E se invece Musetti avesse vinto il suo incontro, beh, Berrettini avrebbe comunque avuto la chance in semifinale. Tutto calcolato? Chissà… alla fine è andata bene, e siamo felici così.
Non può essere affatto felice Musetti, il vero sconfitto di giornata, purtroppo in modo totale e senza scusanti. Lui ha fatto dura autocritica dopo la partita: “In tornei come questo c’è sicuramente tanta adrenalina. Sono il primo ad essere dispiaciuto, anche se ‘dispiaciuto’ non rende l’idea di come mi sento. È stata una prestazione imbarazzante. Se fossi il capitano non mi farei giocare anche in doppio…”. La parola più importante delle sue amare conclusioni è Adrenalina. Lorenzo nel 2024 ha fatto passi enormi, è diventato un tennista assai più forte e competitivo, ma… se ci pensiamo, in tutte le sue più grandi vittorie in stagione, eccetto il match per il Bronzo olimpico, è partito da sfavorito. Ha saputo così gestire molto meglio la pressione e la adrenalina del momento e del contesto, riuscendo a vincere partite eccezionali su erba, a Wimbledon, a Parigi, a Vienna e in altri tornei. La maglia azzurra tuttavia ha un peso diverso, e l’adrenalina stavolta l’ha consumato. Aveva sicuramente voglia di rivalsa dopo l’ultima perdente apparizione in Davis lo scorso anno. Purtroppo in lui l’esplosione di emozioni l’ha portato ad implodere, troppo brutta la sua versione ammirata ieri. Questo non è minimamente quel Musetti offensivo e competitivo ammirato da molti mesi. Il servizio non ha funzionato, è questo è certamente il peccato originale di una prestazione negativa su tutta la linea, ma proprio quando un colpo decisivo non va devi trovare una reazione e contro mossa che ti porta a restare aggrappato all’avversario, pronto a mettergli pressione al primo spiraglio. Non c’è stata purtroppo quella reazione emotiva, perché dentro qualcosa non ha funzionato, e lui ne è pianamente consapevole. È un vero peccato, perché se al contrario Lorenzo fosse riuscito a giocare un gran bel match, e vincerlo, sarebbe stata un’altra pietra angolare su cui costruire un 2025 ancor più importante. È andata male, avrà di che riflettere.
Domani torneremo su Italia – Australia, altra sfida affascinante, finale lo scorso anno. Siamo favoriti, anche solo per il fatto di aver con noi Sinner che difficilmente potrà perdere da qualsiasi australiano. Il punto di domanda resta il primo singolare, quello tra i numeri due. Ributtare in campo un Musetti così potrebbe essere autolesionismo, ma la miglior medicina quando si cade da cavallo è risalire subito… Oppure fare all-in: Matteo subito e poi Jannik, per prendersi i due singolari e via. Ma se invece ne perdiamo uno, poi il doppio è IL punto forte dei “canguri”. Matteo ne reggerà due, in poche ore? Volandri avrà di che meditare…
Intanto, comunque vada, abbiamo già una delle immagini dell’anno, anzi, una delle più belle della storia del nostro tennis: Jannik e Matteo che urlano di gioia e si incitano in campo. Insieme. I due pilasti del nostro tennis, quelli che ci hanno portato in cima al mondo e fatto sognare. Momenti che non hanno prezzo.
Marco Mazzoni
TAG: Davis Cup 2024, Filippo Volandri, Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Marco Mazzoni, Matteo Berrettini
doppio australiano è forte ma non è mica imbattibile.
poi è chiaro che dobbiamo cercare di vincere i 2 singolari come lo scorso anno per levarci dai guai. quindi subito berrettini in singolo,
al doppio ci pensiamo alla fine se staremo 1-1.
Ricordo che Mazzoni vedeva Musetti potenziale top 8 ( a Torino).
Oltre a mettere pollici giù ai commenti che cercano di riportare alla realtà, Mazzoni e co. dovrebbero e potrebbero fare un minimo di autocritica.
Non accadrà ed al prossimo risultato buono di Musetti ce lo proporranno top 3 a fine anno.
@ Fan emigrato a Boston di Jannik, Matteo, etc. (#4263779)
In Davos vivi uno spirito di squadra – anche se non è una squadra in senso classico – che altrimenti un tennista non ha modo di vivere . Solo tuttobl anno
Coppi & Bartali 2.0
Panatta & Pietrangeli in fondo nemmeno erano amiconi
Poveri congiuntivi. Ma chi vi insegna l’italiano: Antonio Di Pietro?
Aspettavo questo commento perché anche a me è sembrato, ripeto sembrato perché l’inquadratura era da lontano, che Jannik abbia abbracciato Bolelli e Vavassori (oltre a Berrettini e Volandri), mentre il saluto a Musetti è stato freddo e breve.
Quoto anche le virgole
Berrettini deve fare assolutamente il singolare: con Musetti (cui voglio bene come se fosse un figlio) si rischia di brutto.
Se poi arrivassimo a giocarci il doppio tassativo mettere i Bolessori. Che perderebbero quasi certamente, ma almeno se la giocherebbero.
Ho letto commenti entusiasti su Sinner/Berrettini. OK hanno vinto e chi vince ha sempre ragione. Ma chi ha visto la gara con spirito critico non può non aver notato che la coppia non era affatto affiatata. E affiatata vuol dire in senso sportivo; che si vogliano tanto bene e si diano il cinque con entusiasmo è assolutamente irrilevante.
Jannik tentava di prendere a rete qualsiasi cosa la superasse, andando a farfalle come un principiante e mettendo in difficoltà Matteo (migliore in campo ieri). In risposta non ne beccava una. Solo al servizio è andato bene (ma anche Bolelli serve oltre i 200 km/h). Hanno vinto perché al servizio hanno fatto il loro dovere entrambi e perché comunque il numero uno in singolare per quanto scarso in doppio incute timore e gli altri hanno avuto una perfoemance scadente.
Qui tutti a dire: Sinner non può non giocare in doppio e invece è stato forse il peggiore in campo.
Ragazzi non si può mettere Jacobs e Tortu a fare i 110 ostacoli. Va anche se bene se corrono contro gente talmente scarsa da perdere pur essndo specialisti dei 110 ostacoli. Ma se corri contro specialisti, perdi.
E siccome i due australiani sono i più forti doppisti del mondo non puoi far giocare un doppio improvvisato anche se gioca il numero uno del mondo (del singolo).
Dunque speriamo che Jannik e Matteo facciano il loro dovere in singolare e il dibattito sul doppio lasciamolo per la finale (che secondo me sarà coi tedeschi)
Berrettini è vincente su Popirin e Kokkinakis mentre con De Minaur è al 50%.
Musetti è perdente con Popirin e De Minaur al 100% mentre con Kokkinakis ha il 50% di farcela anche se tra i due vedo di un pelo favorito kokkinakis.
Morale della favola Volandri deve far giocare Berrettini nel singolo e nel doppio per avere un minimo di speranza deve far giocare Bolelli Vavassori due specialisti bravissimi, non si sognasse di far giocare Berrettini e Sinner perchè gli australiani sono una spanna sopra gli argentini.
Sinner su Marte ma Berrettini davvero strepitoso.
Volandri non ci pensasse neanche per scherzo a far giocare Musetti con l’Australia.
Volandri ha rischiato molto nel doppio ma ci è andata bene grazie alla classe ed al gran cuore dei nostri due campioni.
Adesso Volandri non facesse la frittata.
Bisogna vincere 2-0 contro l’Australia perchè nel doppio le prendiamo
Ma Berrettini non sono per niente sicuro riesca a vincere, sarà equilibrata
Questo non è quello che dicono i ragazzi, quindi….. a meno che lei non l’abbia giocata una coppa Davis
Fiato sprecato, le idee preconcette non muoiono.
@ walden (#4263737)
Walden ma l’ottimo matteo visto ieri in doppio non merita di giocare il singolare ? poi se lo perde amen ma merita di giocarlo lui anche alla luce del pessimo musetti visto ieri. mi sembra un ragionamento logico,
ne convieni ?
Giocherà Matteo domani il singolare. il doppio si vedrà sul momento, decideranno sinner e volandri in base a come matteo esce dal singolare ( se si arriva al doppio lo avrà perso probabilmente).
Però sull’ultima frase non sono d’accordo.
Il torneo olimpico è un torneo esattamente come tutti gli altri, a parte che giochi con (e per) la maglietta della tua nazione invece che con quello solo del tuo sponsor, ma sei responsabile solo di te stesso e del tuo risultato. In Davis hai il peso di tutta la squadra, dei tuoi compagni, di Sinner superstar che porta sempre a casa il suo punticino (se non 2) e se il tuo carattere è più umorale/introverso più sei esposto a partite come quella di ieri. Il problema di ieri non è la sconfitta in sè con Cerundolo, che poteva vincere anche con il Berrettini attuale, è la sciolta totale, la resa incondizionata mentale, tecnica, caratteriale, con un secondo set nemmeno giocato, contro un ottimo giocatore, ma non un fenomeno e nemmeno sulla sua superficie preferita (molto simile per modalità a quella con Diallo dello scorso anno, sempre in Davis, che sembrava Federer)
@ Nalsil (#4263692)
Guarda che nel doppio Matteo è stato molto vario, volée, smorzate, lobs, per lo più vincenti, è stato un mago sotto rete, e te lo dice il sottoscritto che è un sinneriano convinto, non so se tu hai visto la partita ..
Che la Davis sia l’espressione di un collettivo è davvero una barzelletta, tanto cara a quelli che vorrebbero far assurgere il tennis a sport di squadra per conferirgli quella enfasi, quello status, quell’appeal di calcistica memoria. La Davis è semplicemente un’invenzione, la somma di individualismi e/o individualisti che non condividono nulla se non sentimenti di invidia reciproci. Ricadiamo nello stesso errore dei tanti ai quali piace credere che il tennis sia uno sport per machi anziché un gioco di destrezza. Detto questo, forza Sinner, prenditi questa Coppa Davis, si, anche questa (a proposito, ovviamente Berrettini come secondo singolarista, così è probabile che il doppio non si debba nemmeno giocare. Peraltro, se si potesse, sarebbe conveniente far giocare Sinner in doppio da solo, non avrebbe alcuna difficoltà a coprire anche i corridoi laterali).
Squadra che vince ha ragione, ma…
Che senso ha avere la coppia nel doppio che ha partecipato alle finals e non farla giocare?
Il rischio ci sarà sempre, avrei voluto leggere i commenti oggi se Jannik e Matteo avessero perso.
In ogni caso sono speculazioni è andata bene e già si è individuato il capro espiatorio, Certo ieri Musetti ha fatto piuttosto schifo ma chi avrebbe immaginato la partita di ieri?
Devo essere sincero e so che mi beccherò giustamente critiche, ma la coppa Davis deve essere un’impresa corale, va bene vincerla dopo 47 anni praticamente solo con Sinner ma le repliche preferirei vederle con una prova corale e non un soliloquio.
Certamente il sorriso finale di Sinner e Berrettini dopo la vittoria nel doppio vuol dire che ho torto.