Sinner si racconta dopo il trionfo: “La svolta mentale è arrivata al Roland Garros 2023”

20/10/2024 18:34 63 commenti
Jannik Sinner  - Foto Antonio Fraioli
Jannik Sinner - Foto Antonio Fraioli

Dopo aver conquistato il Six Kings Slam 2024 e il premio record di 6 milioni di dollari, Jannik Sinner ha aperto il suo cuore in una lunga intervista, rivelando i segreti della sua crescita mentale che lo ha portato al vertice del tennis mondiale e approfondendo la sua speciale rivalità con Carlos Alcaraz.
Il numero uno del mondo, fresco di vittoria in un torneo che ha riunito sei tra i più grandi campioni del circuito, ha offerto uno sguardo intimo sul suo percorso di crescita, identificando nel Roland Garros 2023 il momento chiave della sua trasformazione mentale. La sconfitta contro Altmaier è diventata il catalizzatore di un cambiamento profondo nel suo approccio al tennis.

Nel corso dell’intervista, Sinner ha anche parlato della sua stimolante rivalità con Carlos Alcaraz, presenza costante nei suoi pensieri e fonte di motivazione quotidiana. “Mi sveglio ogni mattina pensando a come batterlo,” ha confessato l’altoatesino, sottolineando come questa sfida continua lo spinga a superare costantemente i propri limiti.

Sulla rivalità con Alcaraz
“Mi sveglio ogni mattina pensando a come batterlo. Questo tipo di rivalità ci spinge oltre il 100%. Siamo qui per mostrare a tutti cosa significa il tennis. Con Carlos ci capiamo, viaggiamo molto e siamo buoni amici. Ogni nostro match è di altissimo livello. Spero che questa rivalità duri il più possibile, anche se ci sono molti altri giocatori pronti a emergere.”

La finale del Six Kings Slam
“È stata un’esperienza nuova, giorni incredibili. Ho lottato cercando di trovare l’approccio giusto, controllando meglio gli scambi. Ho commesso errori evitabili nel primo set, ma alla fine si può vincere o perdere. Ho imparato molto da questo incontro.”

La crescita mentale
“Non è solo esperienza, sono ancora giovane. Ho imparato ad accettarmi per quello che sono. La svolta è arrivata dopo la sconfitta contro Altmaier al Roland Garros 2023: non ero pronto mentalmente. Da quel momento, ho iniziato a lavorare su me stesso, accettando le fatiche degli allenamenti e spingendomi oltre i limiti per diventare la migliore versione di me stesso.”

Una stagione memorabile
“Questa stagione è stata incredibile, con tanti successi e momenti significativi anche fuori dal campo. Ho dimostrato di saper entrare in campo dimenticando tutto il resto. L’anno non è ancora finito: ci sono le ATP Finals a Torino, un torneo importantissimo per me come italiano, e poi la Coppa Davis con l’Italia.”



Marco Rossi


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63 commenti. Lasciane uno!

becu rules (Guest) 21-10-2024 15:06

Scritto da Jannik über Alles
Dopo l’ingresso di Sinner in top100 ho notato che lui non ha mai accettato di essere sconfitto da avversari indietro, rispetto a lui, in classifica.
E scommetto che andando a filtrare tutti i suoi incontri si potrebbe scoprire che solo il 10-15% delle sconfitte viene da avversari classificati peggio di lui.
Questa è la TESTA del campione; mentre si può migliorare il fisico, il repertorio dei colpi… ma la testa no, oppure solo pochissimo.
Oggi non vedo altri italiani che siano “cattivi”, neanche in parte, come lui!

Purtroppo ora il 100% delle sconfitte arriverà da avversari piazzati peggio… 😯

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giumart (Guest) 21-10-2024 14:36

Scritto da Italo
La differenza tra Sinner e Alcaraz la si capisce da queste parole e da quelle precedenti di Carlos.
L’altoatesino ha il rifiuto ossessivo per la sconfitta , il murciano mi sembra molto più rilassato quando perde, e il sorriso radioso con abbraccio alla stretta di mano ne è la dimostrazione.
Mi ricorda le sfide Nadal Federer quando Roger prendeva con filosofia tutte le sue sconfitte nella seconda parte della loro rivalità.
Ovviamente in termini di risultati se l’approccio è così differente la differenza piano piano esce

Alcaraz più rilassato quando perde?? Ma sei sicuro di riferirti a quel fenomeno spagnolo oggi 21enne e numero 2 atp? Guarda, sono certo che lui non è riuscito a dormire dopo la sconfitta dell’altro ieri.

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giumart (Guest) 21-10-2024 14:26

Scritto da MARMAS
Premesso che Jannik ha un talento atletico e tecnico straordinario, ciò che lo ha reso il tennista che ormai è diventato e che lo renderà ancora più dominante in futuro è la cultura del lavoro
Lui prende una sberla (es. partita con Altmaier), non si compiange, non si abbatte, non si deprime,ma si rimbocca le maniche.
Vince titoli e Slam, diventa n.1 del mondo e inizia a sconfiggere tutti i top players, non si esalta, non si sente arrivato, non si adagia sugli allori, ma si rimbocca le maniche.
Io all’inizio pensavo che il suo obiettivo fosse diventare sempre più forte e migliorare continuamente e che il lavoro fosse il mezzo per arrivare a questo fine ultimo.
Poi in realtà ho capito (per la verità l’ho sentito dire a lui e ho impiegato un po’ di tempo per comprendere a fondo il concetto) che il suo vero obiettivo è arrivare a fine carriera sapendo che ha fatto tutto quello che poteva per migliorare e diventare il più forte possibile.
Nel suo modo di ragionare il lavoro addirittura trascende il suo ruolo di mezzo per raggiungere un fine ma diventa fine esso stesso.
Se vi fermate a riflettere su questo concetto, che è quasi difficile afferrare pienamente nella sua estremezza, capirete veramente chi è Jannik Sinner e perché sta diventando quello che giorno dopo giorno si palesa sotto i nostri occhi.

… La testa, la testa! È quella la migliore risorsa di Jannik (e quella testa solo pochissimi altri l’hanno avuta).

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Perdomi.Emidio (Guest) 21-10-2024 13:20

Sinner.ha.un.relax.mentale.che
Se.vince.4.a.0.si.fa.rimontare
Mentre.se.perde.rimonta

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Murakami 21-10-2024 12:31

Scritto da csigalotti
@ csigalotti (#4238534)
Vale anche per Alcaraz e Federer eh? Che nel sentire comune sono ancora più talenti. Cosa avrebbero nel loro dna, che una persona comune e ‘normale’ non ha? Lascio stare fisica, letteratura o altro perché il discorso ci porterebbe lontanissimo. Posso solo dire che, prendendo einstein, per parlare del top della genialità, non esiste nessuna certezza scientifica che i suoi geni abbiano determinato i suoi risultati. E il suo cervello è stato studiato a lungo. Questo ragionamento vale a tutti i livelli di ‘successo’. Ed è spesso una condanna attribuire ad una persona doti innate sulla base dei suoi risultati parziali. Sia se il giudizio è positivo che se è negativo. Peraltro questo tipo di ragionamenti è stato anche alla base di discriminazioni, in passato.

Non vorrai mica negare l’esistenza del talento nelle sue varie declinazioni, spero. Non siamo tutti uguali alla nascita, ci sono delle predisposizioni naturali e delle qualità innate evidenti in alcuni di noi. Riconoscere questo semplice dato di fatto non significa voler discriminare questo o quello. Significa soltanto riconoscere la realtà delle cose. Non si diventa come Sinner o come altri campioni sportivi soltanto con il duro lavoro.

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+1: Inox
Murakami 21-10-2024 12:31

Scritto da csigalotti
@ csigalotti (#4238534)
Vale anche per Alcaraz e Federer eh? Che nel sentire comune sono ancora più talenti. Cosa avrebbero nel loro dna, che una persona comune e ‘normale’ non ha? Lascio stare fisica, letteratura o altro perché il discorso ci porterebbe lontanissimo. Posso solo dire che, prendendo einstein, per parlare del top della genialità, non esiste nessuna certezza scientifica che i suoi geni abbiano determinato i suoi risultati. E il suo cervello è stato studiato a lungo. Questo ragionamento vale a tutti i livelli di ‘successo’. Ed è spesso una condanna attribuire ad una persona doti innate sulla base dei suoi risultati parziali. Sia se il giudizio è positivo che se è negativo. Peraltro questo tipo di ragionamenti è stato anche alla base di discriminazioni, in passato.

Non vorrai mica negare l’esistenza del talento nelle sue varie declinazioni, spero. Non siamo tutti uguali alla nascita, ci sono delle predisposizioni naturali e delle qualità innate evidenti in alcuni di noi. Riconoscere questo semplice dato di fatto non significa voler discriminare questo o quello. Significa soltanto riconoscere la realtà delle cose. Non si diventa come Sinner o come altri campioni sportivi soltanto con il duro lavoro.

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Matteo (Guest) 21-10-2024 10:30

@ csigalotti (#4238541)

Beh che Mozart e Bach avessero una parte del cervello più sviluppata della media penso sia fuori discussione . Poi magari avevano il resto meno sviluppato . Ma questo è appunto quello che crea il genio . Colui che crea un qlc di straordinario , e poi magari della vita si tutti i giorni non sa fare tante altre cose . Tanto per fare due esempi . Poi il discorso è molto lungo volendo

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Giuseppe (Guest) 21-10-2024 09:13

Scritto da ACL

Scritto da Giuseppe
Campioni si nasce, poi, però, se non ci si applica duramente non si raggiungono grandi risultati. Insisto sul concetto, perché è importante in ogni campo: madre natura deve dotarti di qualità straordinarie, senza questo non si può incidere in nessun campo. Tuttavia, è solo col duro esercizio che si possono raggiungere vette altissime e sfruttare e affinare le qualità innate. Senza studio e dedizione al miglioramento non si può sperare di eccellere. Si possono fare innumerevoli esempi, nello sport, nella scienza, nello spettacolo, ecc. Tempo fa mi è capitato di parlare con una persona che ha conosciuto Sinner da ragazzino e mi ha parlato di un episodio che l’aveva particolarmente colpita. Sinner aveva 10 anni e usci ai quarti in uno dei suoi primi tornei. Ebbene, al termine del torneo Sinner non si riusciva a trovare, cominciarono a cercarlo e infine lo trovarono disteso sull’erba, occhi al cielo, con un filo d’erba in bocca. Stava riflettendo sul perché fosse stato battuto… Aveva 10 anni. Mio figlio si metterebbe a piangere, forse, oppure accamperebbe scuse, come fa la maggior parte degli studenti che danno la colpa all’insegnante se prendono un 4. Lui no, non una lacrima, non una recriminazione, riflette’ piuttosto su come poteva migliorare, già a 10 anni. Vi rendete conto?! Non è assolutamente comune, tutt’altro. Sinner lo ha ripetuto in mille interviste, è il suo mantra, lui è consacrato al lavoro, per spingersi sempre oltre. Ma, è anche un predestinato, un essere dotato di qualità fuori dal comune, e la combinazione di questi due aspetti lo hanno portato ad essere il n.1 al mondo nel tennis moderno. Solo il talento non basta, solo il lavoro duro non basta.

Condivido e aggiungo un terzo aspetto che secondo me è necessario per esprimere al massimo il talento, e cioè la scelta delle persone con le quali programmare e gestire il lavoro duro.

Certo, concordo assolutamente

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ACL 21-10-2024 08:54

Scritto da Giuseppe
Campioni si nasce, poi, però, se non ci si applica duramente non si raggiungono grandi risultati. Insisto sul concetto, perché è importante in ogni campo: madre natura deve dotarti di qualità straordinarie, senza questo non si può incidere in nessun campo. Tuttavia, è solo col duro esercizio che si possono raggiungere vette altissime e sfruttare e affinare le qualità innate. Senza studio e dedizione al miglioramento non si può sperare di eccellere. Si possono fare innumerevoli esempi, nello sport, nella scienza, nello spettacolo, ecc. Tempo fa mi è capitato di parlare con una persona che ha conosciuto Sinner da ragazzino e mi ha parlato di un episodio che l’aveva particolarmente colpita. Sinner aveva 10 anni e usci ai quarti in uno dei suoi primi tornei. Ebbene, al termine del torneo Sinner non si riusciva a trovare, cominciarono a cercarlo e infine lo trovarono disteso sull’erba, occhi al cielo, con un filo d’erba in bocca. Stava riflettendo sul perché fosse stato battuto… Aveva 10 anni. Mio figlio si metterebbe a piangere, forse, oppure accamperebbe scuse, come fa la maggior parte degli studenti che danno la colpa all’insegnante se prendono un 4. Lui no, non una lacrima, non una recriminazione, riflette’ piuttosto su come poteva migliorare, già a 10 anni. Vi rendete conto?! Non è assolutamente comune, tutt’altro. Sinner lo ha ripetuto in mille interviste, è il suo mantra, lui è consacrato al lavoro, per spingersi sempre oltre. Ma, è anche un predestinato, un essere dotato di qualità fuori dal comune, e la combinazione di questi due aspetti lo hanno portato ad essere il n.1 al mondo nel tennis moderno. Solo il talento non basta, solo il lavoro duro non basta.

Condivido e aggiungo un terzo aspetto che secondo me è necessario per esprimere al massimo il talento, e cioè la scelta delle persone con le quali programmare e gestire il lavoro duro.

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MARMAS 21-10-2024 08:21

Scritto da Italo

Scritto da MARMAS
Premesso che Jannik ha un talento atletico e tecnico straordinario, ciò che lo ha reso il tennista che ormai è diventato e che lo renderà ancora più dominante in futuro è la cultura del lavoro
Lui prende una sberla (es. partita con Altmaier), non si compiange, non si abbatte, non si deprime,ma si rimbocca le maniche.
Vince titoli e Slam, diventa n.1 del mondo e inizia a sconfiggere tutti i top players, non si esalta, non si sente arrivato, non si adagia sugli allori, ma si rimbocca le maniche.
Io all’inizio pensavo che il suo obiettivo fosse diventare sempre più forte e migliorare continuamente e che il lavoro fosse il mezzo per arrivare a questo fine ultimo.
Poi in realtà ho capito (per la verità l’ho sentito dire a lui e ho impiegato un po’ di tempo per comprendere a fondo il concetto) che il suo vero obiettivo è arrivare a fine carriera sapendo che ha fatto tutto quello che poteva per migliorare e diventare il più forte possibile.
Nel suo modo di ragionare il lavoro addirittura trascende il suo ruolo di mezzo per raggiungere un fine ma diventa fine esso stesso.
Se vi fermate a riflettere su questo concetto, che è quasi difficile afferrare pienamente nella sua estremezza, capirete veramente chi è Jannik Sinner e perché sta diventando quello che giorno dopo giorno si palesa sotto i nostri occhi.

A questo punto ti chiedo..
A che età si ritirerà Sinner ..
Secondo me nn arriverà all’età di questo Djokovic.
Quando raggiungerà tutti gli obiettivi che si è prefissato( e lo farà) saluterà dicendo con disarmante tranquillità che ci sono cose più importanti del tennis.
E onestamente uno come lui sarebbe nn solo un gran allenatore, ma anche un ottimo politico

Non so quando si ritirerà Sinner, è una domanda troppo complessa.
La scelta di ritirarsi, o al contrario di continuare finché il fisico non ti dice basta, può originare da molti fattori.
Io posso solo provare ad analizzarne qualcuno.
Molti si ritirano perché non sopportano più la pressione. Non credo sarà il caso di Jannik che ha sempre detto la pressione è un privilegio.
Altri si ritirano perché sono stanchi di allenarsi e anche questo non credo sarà il caso di Jannik vista la sua cultura del lavoro.
D’altro canto molti non si ritirano perché non sono in grado di voltare pagina e di accettare la fine di una parte bellissima della loro vita… Secondo me anche questo non sarà il caso di Jannik.
Poi ci sono fattori fisici e fattori che coinvolgono la persona a 360 gradi e questi sono obiettivamente non prevedibili.
Quindi confermo che non sono in grado di rispondere alla tua domanda.
Credo solo che la scelta del ritiro sarà una scelta fatta in positivo e non obbligata dall’essere arrivato al punto in cui è il tuo corpo a dirti che non si può andare avanti.

54
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Giuseppe (Guest) 21-10-2024 07:06

Scritto da csigalotti
@ Giuseppe (#4238516)
È una combinazione di lavoro, grandi maestri, educazione ricevuta, opportunità e anche fortuna. Di innato, nel senso di dna, poco. Cosa avrebbe di innato Sinner? Il dna del tennis?

Sinner ha innate certe qualità che pochi altri hanno: il timing sulla palla, la solidità mentale, la capacità di apprendimento di determinati movimenti, la capacità di coprire lo spazio del campo, il senso del dovere e altro che un maestro di tennis ti può spiegare. Tutto ciò in lui era già evidente da ragazzino, poi occorre un duro lavoro e bravi maestri per far emergere il campione. Prendi un altro ragazzo, fagli percorrere lo stesso cammino di Sinner, stesso ambiente familiare stessa educazione stessi maestri stessi amici e non avrai assolutamente un altro Sinner.

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Tom (Guest) 21-10-2024 02:22

Il tennis, molto più rispetto agli altri sport, è fatto di tappe e di scalini. Di veri e propri turning points. E il percorso di Sinner ne è la perfetta prova, sin dagli inizi. Ogni suo step di crescita è stato ben evidente. Sia in positivo che in negativo, come i casi della prima finale 1000 e dei quarti degli US Open contro Alcaraz, due partite che potevano girare diversamente e che potevano portare Sinner a certi livelli ben prima. Ma evidentemente aveva bisogno di una crescita più graduale. E lo stesso 2023 è simbolo di questo percorso. Già la semi di Miami contro Alcaraz è stato un gradino importante, poi la svolta al Roland Garros, la prima vittoria 1000 e la prima vittoria contro Medvedev. Tutti passi fondamentali.

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AndyZebra1896 (Guest) 21-10-2024 01:41

Lui è un fenomeno perché solo i fenomeni vincono i punti decisivi … il resto del mondo se la fa sotto dalla paura …
Questo accade in tutti i campi della vita … nello sport come nel lavoro … come in tutto!

51
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csigalotti 21-10-2024 01:15

@ csigalotti (#4238534)

Vale anche per Alcaraz e Federer eh? Che nel sentire comune sono ancora più talenti. Cosa avrebbero nel loro dna, che una persona comune e ‘normale’ non ha? Lascio stare fisica, letteratura o altro perché il discorso ci porterebbe lontanissimo. Posso solo dire che, prendendo einstein, per parlare del top della genialità, non esiste nessuna certezza scientifica che i suoi geni abbiano determinato i suoi risultati. E il suo cervello è stato studiato a lungo. Questo ragionamento vale a tutti i livelli di ‘successo’. Ed è spesso una condanna attribuire ad una persona doti innate sulla base dei suoi risultati parziali. Sia se il giudizio è positivo che se è negativo. Peraltro questo tipo di ragionamenti è stato anche alla base di discriminazioni, in passato.

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csigalotti 21-10-2024 00:59

@ Giuseppe (#4238516)

È una combinazione di lavoro, grandi maestri, educazione ricevuta, opportunità e anche fortuna. Di innato, nel senso di dna, poco. Cosa avrebbe di innato Sinner? Il dna del tennis?

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Giuseppe (Guest) 20-10-2024 23:50

Scritto da csigalotti
@ Giuseppe (#4238391)
Ancora con sta storia del talento innato e del campioni si nasce … lo ha spiegato anche piatti: sinner era un ragazzo come tanti. Il suo segreto è il lavoro e l’applicazione. Come per tutti.

Certo certo, ci sono migliaia di ricercatori in fisica molto dediti al lavoro, ma di fisici che vincono il Nobel o che hanno riconoscimenti prestigiosi sono relativamente pochi. Ci sono tantissimi musicisti davvero zelanti che dedicano la vita alla musica, ma quanti sono quelli che davvero fanno o hanno fatto la storia? Se bastasse solo durissimo lavoro e caparbietà, ci sarebbero molti ma molti più Maradona, Federer, Senna, Turing, Dirac, Glen Gould, Hemingway, Russell, Dali’, Picasso,… Il duro lavoro non basta. Parlando solo di tennis, ci sono centinaia di tennisti professionisti che lavorano duramente ogni giorno, ma c’è un solo Alcaraz un solo Sinner un solo Djokovich ecc.

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+1: Inox, ACL, Graziella
Jannik über Alles (Guest) 20-10-2024 23:22

Dopo l’ingresso di Sinner in top100 ho notato che lui non ha mai accettato di essere sconfitto da avversari indietro, rispetto a lui, in classifica.

E scommetto che andando a filtrare tutti i suoi incontri si potrebbe scoprire che solo il 10-15% delle sconfitte viene da avversari classificati peggio di lui.

Questa è la TESTA del campione; mentre si può migliorare il fisico, il repertorio dei colpi… ma la testa no, oppure solo pochissimo.

Oggi non vedo altri italiani che siano “cattivi”, neanche in parte, come lui!

47
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Inox 20-10-2024 23:21

Scritto da csigalotti
@ Giuseppe (#4238391)
Ancora con sta storia del talento innato e del campioni si nasce … lo ha spiegato anche piatti: sinner era un ragazzo come tanti. Il suo segreto è il lavoro e l’applicazione. Come per tutti.

Non mi sembra un ragazzo come tanti, ognuno ha la sua opinione, a me sembra un ragazzo straordinario.

46
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+1: ACL
csigalotti 20-10-2024 23:03

@ Giuseppe (#4238391)

Ancora con sta storia del talento innato e del campioni si nasce … lo ha spiegato anche piatti: sinner era un ragazzo come tanti. Il suo segreto è il lavoro e l’applicazione. Come per tutti.

45
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-1: ACL
MUSETTIIIII (Guest) 20-10-2024 22:52

Scritto da Italo
Alla fine però il pubblico tenderà a parteggiare per il più umano dei due.
Sinner in molti momenti a me spaventa.sembra davvero l’intelligenza artificiale applicata al tennis

Non mi pare che il pubblico abbia mai influito sul più forte in campo

44
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piper 20-10-2024 22:19

Scritto da MARMAS

Scritto da piper
@ MARMAS (#4238280)
Infatti faccio fatica a comprendere la differenza.

Infatti non è facilissimo da capire.
Diciamo che se il lavoro è un mezzo per raggiungere un fine (cioè il miglioramento), quel mezzo può essere o diventare un sacrificio, soprattutto nei periodi in cui ti sembra di non vedere i frutti e quindi la vocazione al lavoro può vacillare.
Se il lavoro è il fine e cioè il tuo obiettivo è guardarti la sera allo specchio e dire sono contento di aver fatto tutto quello che dovevo a prescindere dal risultato, allora il lavoro non diventerà mai un sacrificio, perché è esso stesso ciò che persegui.
Per Jannik è così, il suo fine è il lavoro. È una cosa rarissima e che lo rende speciale e lo fa sembrare invulnerabile a cali motivazionali.

Grazie, così ti sei spiegato meglio.

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Inox 20-10-2024 22:17

Scritto da Giuseppe

Scritto da MARMAS

Scritto da piper
@ MARMAS (#4238280)
Infatti faccio fatica a comprendere la differenza.

Infatti non è facilissimo da capire.
Diciamo che se il lavoro è un mezzo per raggiungere un fine (cioè il miglioramento), quel mezzo può essere o diventare un sacrificio, soprattutto nei periodi in cui ti sembra di non vedere i frutti e quindi la vocazione al lavoro può vacillare.
Se il lavoro è il fine e cioè il tuo obiettivo è guardarti la sera allo specchio e dire sono contento di aver fatto tutto quello che dovevo a prescindere dal risultato, allora il lavoro non diventerà mai un sacrificio, perché è esso stesso ciò che persegui.
Per Jannik è così, il suo fine è il lavoro. È una cosa rarissima e che lo rende speciale e lo fa sembrare invulnerabile a cali motivazionali.

In una intervista, rilasciata dopo la vittoria agli AO mi sembra, Sinner disse che è “un predestinato al lavoro”, mi par che la frase fosse proprio questa. Perciò, è proprio come hai osservato tu, il lavoro duro non gli pesa, perché solo tramite esso può spingere le sue qualità fino al loro limite. È una cosa rarissima, che hanno solo i grandi.

Vedi Nole…

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Peter (Guest) 20-10-2024 22:15

Scritto da hardenn

Scritto da Giuseppe

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

Ah ah ah, in effetti… Il primo amore di Sinner è il tennis, poi viene la russa ah ah

La russa ormai è alle spalle, jan è di nuovo sul mercato

In che senso?

41
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Giuseppe (Guest) 20-10-2024 22:14

Scritto da MARMAS

Scritto da piper
@ MARMAS (#4238280)
Infatti faccio fatica a comprendere la differenza.

Infatti non è facilissimo da capire.
Diciamo che se il lavoro è un mezzo per raggiungere un fine (cioè il miglioramento), quel mezzo può essere o diventare un sacrificio, soprattutto nei periodi in cui ti sembra di non vedere i frutti e quindi la vocazione al lavoro può vacillare.
Se il lavoro è il fine e cioè il tuo obiettivo è guardarti la sera allo specchio e dire sono contento di aver fatto tutto quello che dovevo a prescindere dal risultato, allora il lavoro non diventerà mai un sacrificio, perché è esso stesso ciò che persegui.
Per Jannik è così, il suo fine è il lavoro. È una cosa rarissima e che lo rende speciale e lo fa sembrare invulnerabile a cali motivazionali.

In una intervista, rilasciata dopo la vittoria agli AO mi sembra, Sinner disse che è “un predestinato al lavoro”, mi par che la frase fosse proprio questa. Perciò, è proprio come hai osservato tu, il lavoro duro non gli pesa, perché solo tramite esso può spingere le sue qualità fino al loro limite. È una cosa rarissima, che hanno solo i grandi.

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+1: Inox, micialuna, il capitano, Sonj
Giampi 20-10-2024 21:58

Scritto da Giuseppe
Campioni si nasce, poi, però, se non ci si applica duramente non si raggiungono grandi risultati. Insisto sul concetto, perché è importante in ogni campo: madre natura deve dotarti di qualità straordinarie, senza questo non si può incidere in nessun campo. Tuttavia, è solo col duro esercizio che si possono raggiungere vette altissime e sfruttare e affinare le qualità innate. Senza studio e dedizione al miglioramento non si può sperare di eccellere. Si possono fare innumerevoli esempi, nello sport, nella scienza, nello spettacolo, ecc. Tempo fa mi è capitato di parlare con una persona che ha conosciuto Sinner da ragazzino e mi ha parlato di un episodio che l’aveva particolarmente colpita. Sinner aveva 10 anni e usci ai quarti in uno dei suoi primi tornei. Ebbene, al termine del torneo Sinner non si riusciva a trovare, cominciarono a cercarlo e infine lo trovarono disteso sull’erba, occhi al cielo, con un filo d’erba in bocca. Stava riflettendo sul perché fosse stato battuto… Aveva 10 anni. Mio figlio si metterebbe a piangere, forse, oppure accamperebbe scuse, come fa la maggior parte degli studenti che danno la colpa all’insegnante se prendono un 4. Lui no, non una lacrima, non una recriminazione, riflette’ piuttosto su come poteva migliorare, già a 10 anni. Vi rendete conto?! Non è assolutamente comune, tutt’altro. Sinner lo ha ripetuto in mille interviste, è il suo mantra, lui è consacrato al lavoro, per spingersi sempre oltre. Ma, è anche un predestinato, un essere dotato di qualità fuori dal comune, e la combinazione di questi due aspetti lo hanno portato ad essere il n.1 al mondo nel tennis moderno. Solo il talento non basta, solo il lavoro duro non basta.

Per semplificare Sinner è un Mennea con il talento di Carl Lewis…

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MARMAS 20-10-2024 21:54

Scritto da piper
@ MARMAS (#4238280)
Infatti faccio fatica a comprendere la differenza.

Infatti non è facilissimo da capire.
Diciamo che se il lavoro è un mezzo per raggiungere un fine (cioè il miglioramento), quel mezzo può essere o diventare un sacrificio, soprattutto nei periodi in cui ti sembra di non vedere i frutti e quindi la vocazione al lavoro può vacillare.
Se il lavoro è il fine e cioè il tuo obiettivo è guardarti la sera allo specchio e dire sono contento di aver fatto tutto quello che dovevo a prescindere dal risultato, allora il lavoro non diventerà mai un sacrificio, perché è esso stesso ciò che persegui.
Per Jannik è così, il suo fine è il lavoro. È una cosa rarissima e che lo rende speciale e lo fa sembrare invulnerabile a cali motivazionali.

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+1: Inox, piper, micialuna, Pippolivetennis, Sonj
walden 20-10-2024 21:47

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

a lei ha “pensato” nelle ore precedenti…

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Sudtyrol (Guest) 20-10-2024 21:47

Scritto da Giuseppe
Campioni si nasce, poi, però, se non ci si applica duramente non si raggiungono grandi risultati. Insisto sul concetto, perché è importante in ogni campo: madre natura deve dotarti di qualità straordinarie, senza questo non si può incidere in nessun campo. Tuttavia, è solo col duro esercizio che si possono raggiungere vette altissime e sfruttare e affinare le qualità innate. Senza studio e dedizione al miglioramento non si può sperare di eccellere. Si possono fare innumerevoli esempi, nello sport, nella scienza, nello spettacolo, ecc. Tempo fa mi è capitato di parlare con una persona che ha conosciuto Sinner da ragazzino e mi ha parlato di un episodio che l’aveva particolarmente colpita. Sinner aveva 10 anni e usci ai quarti in uno dei suoi primi tornei. Ebbene, al termine del torneo Sinner non si riusciva a trovare, cominciarono a cercarlo e infine lo trovarono disteso sull’erba, occhi al cielo, con un filo d’erba in bocca. Stava riflettendo sul perché fosse stato battuto… Aveva 10 anni. Mio figlio si metterebbe a piangere, forse, oppure accamperebbe scuse, come fa la maggior parte degli studenti che danno la colpa all’insegnante se prendono un 4. Lui no, non una lacrima, non una recriminazione, riflette’ piuttosto su come poteva migliorare, già a 10 anni. Vi rendete conto?! Non è assolutamente comune, tutt’altro. Sinner lo ha ripetuto in mille interviste, è il suo mantra, lui è consacrato al lavoro, per spingersi sempre oltre. Ma, è anche un predestinato, un essere dotato di qualità fuori dal comune, e la combinazione di questi due aspetti lo hanno portato ad essere il n.1 al mondo nel tennis moderno. Solo il talento non basta, solo il lavoro duro non basta.

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

Meglio pensare ad Alcaraz che a Larussa.

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walden 20-10-2024 21:39

Scritto da piper
@ Roberto Eusebi (#4238221)
4U, Bublik e Lajovic dove li collochi?

Con Ruusuvuori fu un allenamento preparatorio, ed il finnico credo giocò una delle migliori partite della sua carriera, co un 100 sulla prima; con Bublik si ritirò all’inizio del secondo set dopo che durante il primo ebbe un piccolo infortunio, con Lajovic era dopo la vittoria di Toronto e era molto affaticato… e comunque stiamo parlado di giocatori di ottimo livello ATP, non di un giocatore da Challenger come Altmaier…

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Giuseppe (Guest) 20-10-2024 21:39

Campioni si nasce, poi, però, se non ci si applica duramente non si raggiungono grandi risultati. Insisto sul concetto, perché è importante in ogni campo: madre natura deve dotarti di qualità straordinarie, senza questo non si può incidere in nessun campo. Tuttavia, è solo col duro esercizio che si possono raggiungere vette altissime e sfruttare e affinare le qualità innate. Senza studio e dedizione al miglioramento non si può sperare di eccellere. Si possono fare innumerevoli esempi, nello sport, nella scienza, nello spettacolo, ecc. Tempo fa mi è capitato di parlare con una persona che ha conosciuto Sinner da ragazzino e mi ha parlato di un episodio che l’aveva particolarmente colpita. Sinner aveva 10 anni e usci ai quarti in uno dei suoi primi tornei. Ebbene, al termine del torneo Sinner non si riusciva a trovare, cominciarono a cercarlo e infine lo trovarono disteso sull’erba, occhi al cielo, con un filo d’erba in bocca. Stava riflettendo sul perché fosse stato battuto… Aveva 10 anni. Mio figlio si metterebbe a piangere, forse, oppure accamperebbe scuse, come fa la maggior parte degli studenti che danno la colpa all’insegnante se prendono un 4. Lui no, non una lacrima, non una recriminazione, riflette’ piuttosto su come poteva migliorare, già a 10 anni. Vi rendete conto?! Non è assolutamente comune, tutt’altro. Sinner lo ha ripetuto in mille interviste, è il suo mantra, lui è consacrato al lavoro, per spingersi sempre oltre. Ma, è anche un predestinato, un essere dotato di qualità fuori dal comune, e la combinazione di questi due aspetti lo hanno portato ad essere il n.1 al mondo nel tennis moderno. Solo il talento non basta, solo il lavoro duro non basta.

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+1: Inox, Pippolivetennis, micialuna, MARMAS, ACL, Graziella
Paolo A. (Guest) 20-10-2024 21:35

Scritto da Italo
La differenza tra Sinner e Alcaraz la si capisce da queste parole e da quelle precedenti di Carlos.
L’altoatesino ha il rifiuto ossessivo per la sconfitta , il murciano mi sembra molto più rilassato quando perde, e il sorriso radioso con abbraccio alla stretta di mano ne è la dimostrazione.
Mi ricorda le sfide Nadal Federer quando Roger prendeva con filosofia tutte le sue sconfitte nella seconda parte della loro rivalità.
Ovviamente in termini di risultati se l’approccio è così differente la differenza piano piano esce

Mah. Alle olimpiadi mi è sembrato tutto tranne che rilassato dopo la sconfitta.

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Carota Senior 20-10-2024 21:13

Sul tubo c’è questa recente (almeno credo) intervista a Piatti che parla anche della formazione di Sinner.
Secondo me è interessante e fa capire anche come sia stato fondamentale il periodo “Piatti Center”
https://www.youtube.com/watch?v=OW90iBTgCC0&t=652s

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+1: il capitano, Pippolivetennis, LucianoIM
Giampi 20-10-2024 20:59

Scritto da MARMAS
Premesso che Jannik ha un talento atletico e tecnico straordinario, ciò che lo ha reso il tennista che ormai è diventato e che lo renderà ancora più dominante in futuro è la cultura del lavoro
Lui prende una sberla (es. partita con Altmaier), non si compiange, non si abbatte, non si deprime,ma si rimbocca le maniche.
Vince titoli e Slam, diventa n.1 del mondo e inizia a sconfiggere tutti i top players, non si esalta, non si sente arrivato, non si adagia sugli allori, ma si rimbocca le maniche.
Io all’inizio pensavo che il suo obiettivo fosse diventare sempre più forte e migliorare continuamente e che il lavoro fosse il mezzo per arrivare a questo fine ultimo.
Poi in realtà ho capito (per la verità l’ho sentito dire a lui e ho impiegato un po’ di tempo per comprendere a fondo il concetto) che il suo vero obiettivo è arrivare a fine carriera sapendo che ha fatto tutto quello che poteva per migliorare e diventare il più forte possibile.
Nel suo modo di ragionare il lavoro addirittura trascende il suo ruolo di mezzo per raggiungere un fine ma diventa fine esso stesso.
Se vi fermate a riflettere su questo concetto, che è quasi difficile afferrare pienamente nella sua estremezza, capirete veramente chi è Jannik Sinner e perché sta diventando quello che giorno dopo giorno si palesa sotto i nostri occhi.

La maniacalita’, l’ossessione del lavoro contraddistingue tutte le grandi menti nel campo artistico e sportivo..alcuni grandi pianisti erano capaci di passare una settimana a lavorare e perfezionare una singola misura, che ci conosce di musica è qualcosa di assurdo e quasi insopportabile per un pianista “medio”..è il tentativo di raggiungere l’impossibile ovvero la perfezione…Michelangelo per realizzare la cappella sistina fa un lavoro fisicamente disumano e irripetibile…ecco Sinner appartiene a questa schiatta e salute permettendo, anche della salute mentale perchè è una forma sublimata di follia, potrebbe diventare un fenomeno mai visto con tutto il rispetto per Borg che Panatta derideva quando passava decine di minuti a sentire il suono delle corde della racchetta o di Nadal e Diokovic che è inutile dire perchè sono storie che conosciamo benissimo..

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Vittorio carlito (Guest) 20-10-2024 20:56

Scritto da Italo
Alla fine però il pubblico tenderà a parteggiare per il più umano dei due.
Sinner in molti momenti a me spaventa.sembra davvero l’intelligenza artificiale applicata al tennis

Non esagerare Jannik e’ umano ,la differenza la fa la calma e il suo carattere di montagna

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piper 20-10-2024 20:51

@ MARMAS (#4238280)

Infatti faccio fatica a comprendere la differenza.

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piper 20-10-2024 20:47

Scritto da Giuseppe

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

Ah ah ah, in effetti… Il primo amore di Sinner è il tennis, poi viene la russa ah ah

In verità il primo amore di Jannik è andare a sciare.

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+1: il capitano, Sonj
Vesciche e polline!! (Guest) 20-10-2024 20:45

Con questi 6 milioni ci compriamo la wada,l Itia con tutto il personale pagato x 2 anni…

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piper 20-10-2024 20:45

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

Infatti nell’articolo non c’è scritto ma mi sembra che nell’intervista post match poi abbia corretto dicendo che non era vero (o forse mi sono inventato tutto).

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+1: Sonj
piper 20-10-2024 20:41

Scritto da Roberto Eusebi

Scritto da piper
@ Roberto Eusebi (#4238221)
4U, Bublik e Lajovic dove li collochi?

Ahahah
Ho scritto quasi …

Ma quel “quasi” non era riferito ai giocatori di seconda fascia.

25
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hardenn (Guest) 20-10-2024 20:40

Scritto da Giuseppe

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

Ah ah ah, in effetti… Il primo amore di Sinner è il tennis, poi viene la russa ah ah

La russa ormai è alle spalle, jan è di nuovo sul mercato

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Pippo Anzighi (Guest) 20-10-2024 20:40

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

Vero, però magari la russa l’aveva nel letto e quindi ci ha “pensato” tutta la notte prima di addormentarsi….

23
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Pippo Anzighi (Guest) 20-10-2024 20:37

Parigi Bercy manco lo caga, giustamente peraltro…..

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Onurb (Guest) 20-10-2024 20:08

@ Italo (#4238226)

Mah mica tanto alcaraz accetta col sorriso la sconfitta….sono sorrisi di circostanza….dopo la finale olimpica persa ha pianto….nessuno accetta la sconfitta col sorriso a quei livelli, sennò non sarebbe proprio a quei livelli

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csigalotti 20-10-2024 19:59

@ csigalotti (#4238301)

È sulla base di questo che considerazioni del tipo: quello ha più talento, quello meno … quello più di così non può fare eccetera… sono vecchie e senza senso.

20
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csigalotti 20-10-2024 19:57

@ MARMAS (#4238280)

È un poco quello che predica la psicologia motivazionale ultimo grido. Miglioramento continuo, a piccoli passi, gestione della sconfitta come mezzo per imparare e allenamento per miglioramento come vero piacere. Aggiungendo che il talento è nulla senza questo ‘processo’ e che, sopprattutto, con questo processo si arriva veramente lontano.

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Italo (Guest) 20-10-2024 19:53

Scritto da Dr Ivo

Scritto da Italo
Alla fine però il pubblico tenderà a parteggiare per il più umano dei due.
Sinner in molti momenti a me spaventa.sembra davvero l’intelligenza artificiale applicata al tennis

Intelligenza artificiale chi, Sinner?
Mai sentito parlare di lavoro umano?

Non prendere le mie parole letteralmente.
Dico che Sinner, ieri in modo particolare mi ha dato l’impressione che ci stiamo avvicinando alla perfezione umana nel tennis.
Io non credo ci sia ancora molto margine …sia fisicamente che tecnicamente.

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Italo (Guest) 20-10-2024 19:48

Scritto da MARMAS
Premesso che Jannik ha un talento atletico e tecnico straordinario, ciò che lo ha reso il tennista che ormai è diventato e che lo renderà ancora più dominante in futuro è la cultura del lavoro
Lui prende una sberla (es. partita con Altmaier), non si compiange, non si abbatte, non si deprime,ma si rimbocca le maniche.
Vince titoli e Slam, diventa n.1 del mondo e inizia a sconfiggere tutti i top players, non si esalta, non si sente arrivato, non si adagia sugli allori, ma si rimbocca le maniche.
Io all’inizio pensavo che il suo obiettivo fosse diventare sempre più forte e migliorare continuamente e che il lavoro fosse il mezzo per arrivare a questo fine ultimo.
Poi in realtà ho capito (per la verità l’ho sentito dire a lui e ho impiegato un po’ di tempo per comprendere a fondo il concetto) che il suo vero obiettivo è arrivare a fine carriera sapendo che ha fatto tutto quello che poteva per migliorare e diventare il più forte possibile.
Nel suo modo di ragionare il lavoro addirittura trascende il suo ruolo di mezzo per raggiungere un fine ma diventa fine esso stesso.
Se vi fermate a riflettere su questo concetto, che è quasi difficile afferrare pienamente nella sua estremezza, capirete veramente chi è Jannik Sinner e perché sta diventando quello che giorno dopo giorno si palesa sotto i nostri occhi.

A questo punto ti chiedo..
A che età si ritirerà Sinner ..
Secondo me nn arriverà all’età di questo Djokovic.
Quando raggiungerà tutti gli obiettivi che si è prefissato( e lo farà) saluterà dicendo con disarmante tranquillità che ci sono cose più importanti del tennis.
E onestamente uno come lui sarebbe nn solo un gran allenatore, ma anche un ottimo politico

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Inox 20-10-2024 19:40

Scritto da MARMAS
Premesso che Jannik ha un talento atletico e tecnico straordinario, ciò che lo ha reso il tennista che ormai è diventato e che lo renderà ancora più dominante in futuro è la cultura del lavoro
Lui prende una sberla (es. partita con Altmaier), non si compiange, non si abbatte, non si deprime,ma si rimbocca le maniche.
Vince titoli e Slam, diventa n.1 del mondo e inizia a sconfiggere tutti i top players, non si esalta, non si sente arrivato, non si adagia sugli allori, ma si rimbocca le maniche.
Io all’inizio pensavo che il suo obiettivo fosse diventare sempre più forte e migliorare continuamente e che il lavoro fosse il mezzo per arrivare a questo fine ultimo.
Poi in realtà ho capito (per la verità l’ho sentito dire a lui e ho impiegato un po’ di tempo per comprendere a fondo il concetto) che il suo vero obiettivo è arrivare a fine carriera sapendo che ha fatto tutto quello che poteva per migliorare e diventare il più forte possibile.
Nel suo modo di ragionare il lavoro addirittura trascende il suo ruolo di mezzo per raggiungere un fine ma diventa fine esso stesso.
Se vi fermate a riflettere su questo concetto, che è quasi difficile afferrare pienamente nella sua estremezza, capirete veramente chi è Jannik Sinner e perché sta diventando quello che giorno dopo giorno si palesa sotto i nostri occhi.

Per questo continuo a dire che Unico e straordinario, altro che Alcaraz.

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Dr Ivo (Guest) 20-10-2024 19:34

Scritto da Italo
Alla fine però il pubblico tenderà a parteggiare per il più umano dei due.
Sinner in molti momenti a me spaventa.sembra davvero l’intelligenza artificiale applicata al tennis

Intelligenza artificiale chi, Sinner?
Mai sentito parlare di lavoro umano?

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+1: Inox, il capitano
Dalbo23 (Guest) 20-10-2024 19:33

@ Sangalletto (#4238241Sarebbe inquietante se pensasse a La Russa

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+1: Volevo la Wip, Lo Scriba
MARMAS 20-10-2024 19:31

Premesso che Jannik ha un talento atletico e tecnico straordinario, ciò che lo ha reso il tennista che ormai è diventato e che lo renderà ancora più dominante in futuro è la cultura del lavoro
Lui prende una sberla (es. partita con Altmaier), non si compiange, non si abbatte, non si deprime,ma si rimbocca le maniche.
Vince titoli e Slam, diventa n.1 del mondo e inizia a sconfiggere tutti i top players, non si esalta, non si sente arrivato, non si adagia sugli allori, ma si rimbocca le maniche.
Io all’inizio pensavo che il suo obiettivo fosse diventare sempre più forte e migliorare continuamente e che il lavoro fosse il mezzo per arrivare a questo fine ultimo.
Poi in realtà ho capito (per la verità l’ho sentito dire a lui e ho impiegato un po’ di tempo per comprendere a fondo il concetto) che il suo vero obiettivo è arrivare a fine carriera sapendo che ha fatto tutto quello che poteva per migliorare e diventare il più forte possibile.
Nel suo modo di ragionare il lavoro addirittura trascende il suo ruolo di mezzo per raggiungere un fine ma diventa fine esso stesso.
Se vi fermate a riflettere su questo concetto, che è quasi difficile afferrare pienamente nella sua estremezza, capirete veramente chi è Jannik Sinner e perché sta diventando quello che giorno dopo giorno si palesa sotto i nostri occhi.

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+1: Inox, zawix, Massi, Carota Senior, Il cubo di Bublik, Tizio, Pippolivetennis, Sonj
Koko (Guest) 20-10-2024 19:29

Una domanda per chi è ferrato: perchè oggi Sinner nel tennis è il protagonista di una canzone di Nino Bonocore?

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-1: Taxi Driver
Roberto Eusebi (Guest) 20-10-2024 19:18

Scritto da Sudtyrol

Scritto da Roberto Eusebi
In effetti dai tempi di Altmaier, non ha più subito sconfitte con giocatori di “seconda fascia”. Mi permetto però di dire che anche dal punto di vista tecnico e fisico è migliorato molto da allora. Si vince con la testa, ma il braccio e le gambe devono essere al top. Sinner ormai è messo benino sotto tutti i punti di vista. Ed è per questo che non perde quasi mai.

Ringraziamo allora quel nastro che gli negò la vittoria sul match point…….sliding doors?

“Quando si chiude una porta, si apre un portone”….

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+1: marcauro
Giuseppe (Guest) 20-10-2024 19:17

Scritto da Sangalletto
Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

Ah ah ah, in effetti… Il primo amore di Sinner è il tennis, poi viene la russa ah ah

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+1: Sonj
Sudtyrol (Guest) 20-10-2024 19:15

Scritto da Roberto Eusebi
In effetti dai tempi di Altmaier, non ha più subito sconfitte con giocatori di “seconda fascia”. Mi permetto però di dire che anche dal punto di vista tecnico e fisico è migliorato molto da allora. Si vince con la testa, ma il braccio e le gambe devono essere al top. Sinner ormai è messo benino sotto tutti i punti di vista. Ed è per questo che non perde quasi mai.

Ringraziamo allora quel nastro che gli negò la vittoria sul match point…….sliding doors?

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+1: marcauro
Carlo Jacomini (Guest) 20-10-2024 19:10

Peccato che Sinner si faccia (e si faccia venire) i problemi da solo: Alcazar è solo un coatto in canotta, con tanta fortuna, quando Sinner gioca alla sua altezza (non a caso, ha quasi il doppio del suo punteggio ATP) non ha rivali… e soprattutto in confronto ad Alcazar ha tanta tanta classe in più. Nella finale di Riad, la molla è scattata quando Alcazar ha messo la mano sull’orecchio quando è riuscito a fare un punto… Da quel momento Sinner non gli ha più concesso nulla, annichilendo le velleità di un bimbetto viziato con la racchetta in mano! Secondo me sono altri i giocatori da cui deve guardarsi, e si proccupasse solo di Yannik, che quando ingrana è una macchina micidiale, senza mai perdere la sua splendida umanità…

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Roberto Eusebi (Guest) 20-10-2024 19:03

Scritto da piper
@ Roberto Eusebi (#4238221)
4U, Bublik e Lajovic dove li collochi?

Ahahah
Ho scritto quasi …

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Sangalletto (Guest) 20-10-2024 18:59

Comunque svegliarsi tutte le mattine pensando ad Alcaraz e non alla russa è inquietante

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+1: marcauro, Er Doge der Tor Pignattara, Lukaa, il capitano, Sonj
piper 20-10-2024 18:57

@ Roberto Eusebi (#4238221)

4U, Bublik e Lajovic dove li collochi?

5
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Italo (Guest) 20-10-2024 18:51

Alla fine però il pubblico tenderà a parteggiare per il più umano dei due.
Sinner in molti momenti a me spaventa.sembra davvero l’intelligenza artificiale applicata al tennis

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Kenobi 20-10-2024 18:50

Quella è stata atroce, ma anche la prima vittoria con Medvedev fu importante.

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+1: Inox, marcauro
Italo (Guest) 20-10-2024 18:49

La differenza tra Sinner e Alcaraz la si capisce da queste parole e da quelle precedenti di Carlos.
L’altoatesino ha il rifiuto ossessivo per la sconfitta , il murciano mi sembra molto più rilassato quando perde, e il sorriso radioso con abbraccio alla stretta di mano ne è la dimostrazione.
Mi ricorda le sfide Nadal Federer quando Roger prendeva con filosofia tutte le sue sconfitte nella seconda parte della loro rivalità.
Ovviamente in termini di risultati se l’approccio è così differente la differenza piano piano esce

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Roberto Eusebi (Guest) 20-10-2024 18:46

In effetti dai tempi di Altmaier, non ha più subito sconfitte con giocatori di “seconda fascia”. Mi permetto però di dire che anche dal punto di vista tecnico e fisico è migliorato molto da allora. Si vince con la testa, ma il braccio e le gambe devono essere al top. Sinner ormai è messo benino sotto tutti i punti di vista. Ed è per questo che non perde quasi mai.

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+1: marcauro, Di Passaggio