Daniil Medvedev: ‘Sono l’idolo di me stesso’ – Confessioni di un tennista fuori dagli schemi
Daniil Medvedev è uno di quei giocatori unici di cui possiamo godere nel circuito, un atleta che recentemente ha raggiunto i quarti di finale del Masters 1000 di Shanghai, perdendo contro Jannik Sinner. Proprio di questo ha parlato Daniil al media russo Más, di cosa deve fare per battere l’italiano. Ha anche fornito un aggiornamento sui suoi problemi alla spalla e se partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi sia stato un errore o meno.
– Il suo anno più prezioso?
“Il 2021 resta speciale per gli US Open, ma al di là degli Slam, il 2023 è stato il mio anno migliore, costellato di risultati incredibili. Roma, cinque finali consecutive e un titolo. Se torno con la mente al 2019 o 2020, fatico persino a ricordare vittorie e trofei. Sono stati anni fantastici, certo, ma viviamo nel presente. Per me, ogni anno ha la sua unicità. Ricordo con affetto anche gli esordi nei Futures e nei Challengers. Quest’anno sarà speciale anche senza titoli: ci sono stati alti e bassi, ma nel complesso non posso lamentarmi. Chiuderò probabilmente da numero 4 del mondo, un risultato notevole anche se l’ambizione è sempre di puntare più in alto.”
– Il momento più duro di questa stagione
“Direi le Olimpiadi e il passaggio dalla terra al cemento. Gli Australian Open sono stati una montagna russa: ho rischiato l’eliminazione al secondo turno, ai quarti, e in semifinale ero praticamente spacciato. Poi, miracolosamente, mi sono ritrovato in finale giocando anche bene. Peccato per la sconfitta, ero esausto e Jannik ha giocato in modo straordinario, come sta facendo tuttora. Non ho rimpianti per Melbourne. La successione terra-erba-terra-cemento è stata dura. Il ritorno sul veloce mi ha richiesto tempo per ritrovare il mio gioco e capire come mettere in difficoltà gli avversari. Non ci sono riuscito in Canada e a Cincinnati, ma agli US Open sì. Certo, dispiace sempre uscire subito in due tornei dove di solito me la cavo bene, ma fa parte del gioco.”
– Pentito di aver giocato le Olimpiadi?
“Assolutamente no, sapevo bene perché prendevo quella decisione. Le Olimpiadi per me contano molto e si svolgono ogni quattro anni. Ho adorato Tokyo e Parigi. Certo, avrei voluto giocare meglio, ma sulla terra del Roland Garros faccio sempre fatica. Forse, pensando alla stagione, avrei potuto prepararmi meglio per la tournée sul cemento e magari avrei fatto meglio a Montreal e Cincinnati. Ma sono solo ipotesi: se non fossi andato a Parigi, magari mi sarei infortunato allenandomi sul duro. Sono deluso dal risultato, ma tra quattro anni ci sarò di nuovo.”
– Cosa dovrebbe migliorare per battere di nuovo Sinner?
“Non si tratta di migliorare o riprogrammare qualcosa, devo semplicemente esprimere il mio miglior tennis. Jannik e Carlos giocano in modo eccellente, con grande varietà. Devo replicare la prestazione di Pechino. Se loro sono in giornata, sarà dura. A Pechino Carlos ha giocato bene, eppure è stata una battaglia. Alla fine sono i dettagli a fare la differenza: servire bene nei momenti cruciali è fondamentale. Agli Australian Open e a Wimbledon ho giocato il mio miglior tennis contro Jannik, l’ho messo sotto pressione dimostrandogli che non sarebbe stata una passeggiata. È lì che anche campioni come lui possono vacillare.”
– Lo stato della sua spalla
“Come tutti i tennisti, ho problemi alla spalla o al gomito. Ho avuto difficoltà dall’inizio degli US Open fino a un certo punto di quest’anno. Il dolore era intenso, non potevo allenarmi bene al servizio e questo influenzava le mie partite. Credo che dopo Roma sia riuscito a riprendere gli allenamenti sul servizio e ora la situazione è nettamente migliorata rispetto all’inizio dell’anno. La spalla ora sta bene. A volte fa male, ovviamente, altre volte no, ma è normale. Non è più il dolore invalidante di prima.”
– Di cosa ha paura Medvedev in campo?
“Di niente e di tutto allo stesso tempo. Non ho paura di niente, ma a volte perdo. Se vinco, fantastico. Ma, d’altra parte, ho paura di tutto, di non convertire palle break e di perdere una partita per questo, di fare un doppio fallo o fare un passo indietro in risposta e commettere un errore, o di salire a rete sulla prossima palla break e commettere lì un errore. Ho tutto questo in mente, ma non c’è paura, tutto dipende da come ti senti quel giorno, contro chi stai giocando. Ci sono giocatori con cui non ti senti a tuo agio, che temi di affrontare. Poi, quando li batti una volta, non hai più paura. Non c’è una cosa specifica. Alcuni hanno persino le loro superstizioni. Molti giocatori usano sempre la stessa doccia. Il tennis è uno sport divertente. Quando ho iniziato a giocare bene, ho cercato di minimizzare queste superstizioni perché non credo davvero che funzionino. Poi ho perso un paio di partite e ho pensato: ‘dovrei riportarne indietro alcune’. E l’ho fatto. Ogni partita è una storia”.
– Sul video di Rublev in cui diceva di essere più felice essendo top 400 che top 10
“Non l’ho visto, ma lo farò. Il mio modo di pensare è un po’ diverso. Mi chiedono spesso se ho mai avuto un idolo. Mi sono piaciuti molti giocatori, ma un idolo vero e proprio? No. Sono Daniil Medvedev. Non importa se divento top 10 o meno, resto sempre me stesso. In un certo senso, sono io il mio idolo. Sto vivendo la mia vita, perché dovrei idolatrare qualcun altro? Il mio motto è: ‘Vivi come credi, accetta ciò che viene’. Alla fine, è andata molto bene e ne sono felice. Ci sono stati momenti difficili, felici, tristi. A volte piangi, a volte ridi, ma tutto fa parte della vita. Non c’è un messaggio specifico da dare: vivi e vai avanti.”
TAG: Daniil Medvedev
Quando si analizzano gli sportivi si dimentica sempre che ci sono livelli e categorie.
Ieri sentivo Velasco affermare che la frase “se ci credi puoi” è una grandissima stronzata altrimenti lui sarebbe stato Maradona.
Secondo me deve essere modificata con “se ci credi puoi arrivare al tuo massimo livello”.
E credo che Danil a differenza di Tsitsi e Zverev il suo massimo livello l’abbia riaggiunto. Poi non è stato in grado di mantenerlo soprattutto per le sue carenze tecniche che fanno si che i giocatori con cui ha perso (Nole, Rafa, Jannik, Alcaraz) siano giocatori di un livello superiore al suo.
Vorrei ricordare che il giovane Medvedev veniva considerato un giocatore di seconda fascia e non certo un predestinato.
È importante essere idoli di sé stessi: idolatrare altri tennisti porta al Berrettinismo e al Cobollismo quando poi incontri gli idoli!
Non credo che Medvedev possa essere considerato un “incompiuto”. Ha il suo stile nel gioco e nella vita, ha lottato in condizioni estreme ( finale AO 2022 contro Nadal) contro tutto e tutti: è lì che si è accorto che nella vita (come nello sport) bisogna arrivare ad accettare anche i limiti…”il bambino ha smesso di sognare” disse, è un momento che arriva anche per i grandissimi, più grande è lui che se n’è accorto. Grandissimo Daniil, sempre dalla tua parte.
@ Pepusch (#4233771)
P.s. non vorrei che tu avessi capito un “massimamente incompiuto” ..no no, io intendevo “incompiuto nel raggiungimento stabile dei massimi livelli”
@ Nicox (#4233797)
Infatti, esempi di come convenga anche lavorare su se stessi per raggiungere i massimi risultati
@ Pepusch (#4233771)
Beh, ne ha vinto uno nell’ormai lontano 2021, se non ricordo male..poi è stato sopravanzato dagli altri, quindi qualcosa non è andata per il verso giusto, un percorso che sembrava avviato verso traguardi più ambiziosi e duraturi ma si è inceppato
Sono d’accordo…Medvedev sostanzialmente ha due grossi problemi…uno viene dalla spagna e ha un talento smisurato… l’altro ha i capelli rossi e un’etica del lavoro pazzesca…
La tua analisi potrebbe essere nel complesso condivisibile, ma se si ritiene un vincitore slam “un incompiuto ai massimi livelli” c’è qualcosa che non quadra nel metro di giudizio
Avere un idolo vuol dire ammirare il giocatore e il suo tipo di gioco, Daniel è una persona molto intelligente e tra i due che ai citato è chiaro che Daniel apprezza di più un tipo di gioco a lui più lontano
Gran commento.
Intervista che ci trasmette un ragazzo sicuramente vivace mentalmente, complicato caratterialmente, un personaggio non banale nella panoramica tennistica, oltretutto diretto nel comunicare tutto quanto sopra anche in campo…ma mi chiedo? Questa sua “vanità sbandierata”, questa mancanza di umiltà, tennisticamente che cosa sta producendo? A cosa lo sta portando? Perché se fosse uno che non tiene particolarmente a vincere, va benissimo questa sua spavalda coerenza, ma visto che non accetta di perdere, che contesta ogni punto a sfavore, che se la prende con tutti, avversario, arbitro, pubblico se la partita non gira a suo favore, credo che un attimino di revisione del suo “idolatrare se stesso”, una punta di umiltà in più, un autocontrollo delle sue pretese in campo accettando, e imparando a superarli, anche i momenti negativi lo renderebbero più continuo e vincente come palesemente vorrebbe..perché il suo tennis è potente, veloce, efficace sia in fase difensiva che offensiva, ma si colloca ancora, a 27 anni, fra gli “incompiuti ai massimi livelli” e..la potenza è nulla senza il controllo, nel suo caso il controllo dell’emotivita’, il sapersi concentrare nel gioco prendendo le distanze da un “io” troppo invadente e distraente
Non saprei spiegare perchè ma Danil Medvedev, nella mia percezione, forse si avvicina più di ogni altro all’idea (direi letteraria) che ho dell’uomo russo: spigoloso, arguto, intelligente, detestabile se si vuole ma vero …
Tutti continuano a riportare l’episodio dello sbadiglio che implicitamente sta a significare un singolo sbadiglio. Ed è qui che la ricostruzione è errata, quel giorno durante il match di round robin delle Atp Finals 2021 Medvedev il gesto dello sbadiglio lo fece ripetutamente in differenti situazioni di cambio di campo. Quindi sarebbe più corretto dire l’episodio degli sbadigli.
nel mio ideale perse tanti punti con quel famigerato sbadiglio , ma ne ha guadagnati tanti con le affermazioni in questa intervista su se stesso e sul suo modo di pensare. Adesso inizio a stimarlo nuovamente e lui oltre a se stesso ha un fan in più.
Buon tennis e buona vita Dany!
Purtroppo finché si vuole vogliono uniformare le superfici diventa difficile. L’avere i top praticamente sempre presenti nelle fasi finali (merito della loro superiorità ovviamente) ha generato incertezza sul vincitore ma in una rosa ridotta di aspiranti al titolo,con relativi rischi da parte dei top di inciampare per mano di specialisti.
In fondo se pensiamo che il miglior n.1 australiano degli ultimi decenni (no Nick,non tu,dai torna a nanna) è stato Hewitt ,ovvero un ribattitore da fondo, capiamo qual è la direzione.
Al di la della gioia che uno dei due sia italiano, ma il tennis non aveva bisogno di due dominatori: dopo un periodo molto lungo che ha visto tre dominare a (anche se a fasi alterne) sarebbe stato bello vedere un periodo come i novanta in cui c’erano dei campionissimi, ma c’era anche molta alternanza.
Per questo, perquanto insisto che l’esistenza di SInner mi farebbe sperare altro, sarebbe importantissimo ritrovare il miglior Medvedev, il miglior Tsitsipas e vedere uscire qualcun altro perché, attualmente, forse solo il tedescone può dare veramente fastidio a Carlos e Jannik e questo per il movimento non è un bene.
@ il capitano (#4233372)
ah ecco come finiva la frase!! 😈
@ Kenobi (#4233383)
quella l’ha proprio cannata, povero lui… per il resto però difficile non trovarsi d’accordo col suo modo vero e i suoi ragionamenti franchi
Medvedev è una persona con una forte personalità ed è arguto nell’ esporre i propri pensieri.A leggere le sue interviste si riesce ad apprendere e apprezzare sempre qualcosa.
Nei risultati di quella generazione mettiamoci pure US Open di Thiem (che l’ha portato via a un altro coetaneo). Sempre scarsa rimane la messe
@ RED FURY (#4233360)
Io lo vidi fuori dall’albergo a Torino per le finals, tra lui e Rublev due persone assolutamente cordiali e disponibili
È meglio dire di essere l’idolo di se stessi o dire che l’idolo è Roger e poi giocare come Nole?
Mi fa troppa simpatia questo ragazzo, spero torni ad esprimersi al meglio come 3 anni fa
Vero e gli effetti si son visti subìto pochi mesi dopo a Miami vi ricordate la partita con Kyrgios?
Mah, sembra più un personaggio di Bulgakov….
Motto che di recente ha dovuto modificare in: “Rosika e vai avanti”….
L’Idolo è sé stesso, e Danilo ha capito tutto della vita. Chapeau.
Stai tranquillo, anche dopo che magari avrà vinto il ventesimo slam vedrai e sentirai sempre lo stesso Jannik, cioè umile, serio, professionale, sempre sul pezzo e che continuerà a dire (convinto) che ha ancora da lavorare e migliorare. Lui è e sarà sempre così, per nostra grandissima fortuna. Quanto a Medvedev, io dico che anche con questa intervista mostra la sua intelligenza e la sua serenità. Può piacere o no sul piano tennistico, ma lo ritengo un ragazzo da rispettare ed apprezzare.
Daniil è un ragazzo notevolmente intelligente e come tale può risultare strano agli scemi, ma questa è una regola generale.
“Sono l’idolo di me stesso”: siamo sicuri che questa dichiarazione non l’abbia rilasciata Kyrgios o Tomic? (in effetti sì, perchè loro avrebbero anche subito detto: “cmq sono solo io l’idolo globale dei tifosi nel tennis”…)
@ yuja wang (#4233364)
Forse non ricordi il dito medio al pubblico agli US Open e uno sbadiglio in faccia è uno sbadiglio in faccia non ci sono giustificazioni. Con tutto ciò non penso sia una cattiva persona probabilmente non riesce a gestire le emozioni tensione, rabbia e frustrazione quando son troppo forti.
“Non si tratta di migliorare o riprogrammare qualcosa, devo semplicemente esprimere il mio miglior tennis”
Caro Daniil, ormai per battere Sinner non ti basta esprimere il tuo miglior tennis, ma devi anche sperare che l’altoatesino underperformi, altrimenti il destino del match up sarà sempre nelle mani dell’attuale numero 1 del mondo, con sbadiglio o meno.
Mi è simpatico, un personaggio originale fuori dagli schemi….le due interviste non sono mai banali, spesso divertenti e con spunti e argomenti tutti suoi ,originali…a me a volte sembra un bambino mai cresciuto…mi piace ….e come tennis sul cemento è fra i primi 4 al mondo, se appena sinner e alcaraz non sono proprio in giornata ,lui li batte ….
“L’ossessione o pensiero ossessivo è un fenomeno psicopatologico che consiste in un’idea fissa o in una rappresentazione mentale accompagnata da un vissuto ansiogeno e che il soggetto non può controllare pur avendone coscienza.”
Un personaggio da romanzo russo dell’800, un po’ Gogol ed un po’ Pushkin…
Generazione rimasta schiacciata, si parva licet, anche per quanto riguarda i nostri, fra i Millennials e gli Z, a parte Berrettini e Sonego, e per un brevissimo periodo Cecchinato, che comunque ha qualche anno di più.
Daniil è come un quadro di Picasso:brutto a prima vista ma poi,analizzandolo,scopri che sempre brutto è ma ricco,non banale,pieno di spunti interessanti.
È un giocatore complesso nella meccanica e fuori dagli schemi anche caratterialmente:non recita, può essere odioso o simpatico a seconda di come gli gira, fregandosene dei fischi del pubblico.
È una sorta di Frank Zappa del tennis,ti può piacere oggi ma non domani perché neppure lui sa che persona sarà ogni giorno.
Nel 2016 il Prof Botturi docente della Scuola di Teologia per laici scriveva un interessante articolo sull’argomento “Io sono l’idolo di me stesso”.
Interessante per chi gradisca argomenti socio-filosofici. Cito un passo.
Siamo in presenza di una forma di idolatria che non consiste nell’erigere qualcosa di esterno a sé come idolo, come dio sostitutivo, ma nel rivolgersi a se stessi e a prendere se stessi come idolo: l’idolo non è fuori ma nell’uomo. Si tratta quindi di un’idolatria “interiorizzata” e anche “introversa” e, per questo motivo, più subdola; infatti il soggetto idolatra la sua libertà, ripone in modo chiaro, netto, esauriente la sua speranza in se stesso. Tutte le idolatrie contengono la logica per cui l’uomo, attraverso l’idolo che egli si crea, adora se stesso. Dire che “il mio idolo sono io” significa affermare che l’idolo di cui sono portatore è la libertà, l’idolo cioè assume la forma della libertà
ahahahahahahahhahahhah
Kukuschin?
Wawrinca?
Gracilino Medvedev?
Ok ma oggi non si parla di gracilini post guerra mondiale: con i soldi che hanno figurati se non ingaggiano un dietologo. A rigore anche Murray era gracilino mandinghizzato e dunque spesso infortunato.
A parte lo sbadiglio in faccia a Jannik mi è sempre piaciuto Medvedev.
@ Dr Ivo (#4233378)
Vero! Grazie
@ Forza ragazzi (#4233375)
Fu a Vienna, non Sofia
Bravo Daniel, intervista con spunti interessanti.
OT su Sinner
Secondo me sono due i momenti chiave che hanno contribuito a forgiare il ns Jannik: il famoso sbadiglio di Medvedev e la sceneggiata di Tiafoe (mi sembra a Sofia tre anni fa).
Quindi direi, grazie Daniel e grazie Francis.
Sinner, dopo aver vinto tutto, parla ancora di un processo in cui deve migliorare servizio, gioco a rete ecc, cose che richiedono lavoro e non da nulla…
Medvedev, quest’anno ancora a bocca asciutta, alla domanda su cosa deve fare per tornare a battere Sinner e Alcaraz risponde che non deve fare nulla, solo aspettare di riavere il suo miglior tennis…
Aspetta e spera, Daniil!!!
Bravo Daniel, interista con spunti interessanti.
OT su Sinner
Secondo me sono due i momenti chiave che hanno contribuito a forgiare il ns Jannik: il famoso sbadiglio di Medvedev e la sceneggiata di Tiafoe (mi sembra a Sofia tre anni fa).
Quindi direi, grazie Daniel e grazie Francis.
Ci vuole più gente così nello sport.
Non si nasconde mai dietro ad un successo od ad una sconfitta.
Si sente forte, ma sa di non essere imbattibile.
Sa di avere paura e non ne fa un dramma.
Crede in se stesso ed è quello che tutti dovrebbero fare, come lui però, senza sentirsi arrivati a tutti costi, ma semplicemente per vivere appieno ciò che si sta vivendo.
Grande Daniil, stima per tutti, ma invidia per nessuno!!
Abbiamo capito che il futuro sarà dei mandinghi, come cita un noto proverbio “sono un mandingo e all’incrocio delle linee te la spingo”. La versione è un’altra, ma è troppo piccante.
È evidente che quella generazione ha fallito. 1 Slam 4 ATP Finals e una comparsata al n.1. Troppo poco per lui, Zverev, Tsitsipas, Rublev e Hubi (quelli di Nextgen 1997 a Milano dove Sasha e Stefanos non gareggiavano ma giocarono un’esibizione).
Io invece credo che quello sbadiglio fosse fatto proprio per ferirlo, umiliarlo, tenerlo sotto il piede il più possibile. Probabilmente allora pensava che l’avrebbe sempre battuto, prima ancora mentalmente che fisicamente, purtroppo per lui, e per nostra fortuna, Jannik era di diverso parere e si è ribellato a tutto questo diventanto il Re del Tennis odierno. E io, più modestamente, uno dei suoi tanti profeti.
Sono stati famosi anche molti comportamenti arroganti con i raccattapalle ma anche su quello è migliorato. Diciamo che se un collega non si comporta bene glielo fa notare, lo scontro non gli dispiace, comunque ha smussato alcuni spigoli del carattere. È uno dei pochi che può battere i primi due se non sono in giornata o stanno male come Sinner a Wimbledon.
Ci vorrebbero più Daniil Medvedev nel circuito….regala sempre spunti interessanti ed è un personaggio vero, anche quando può avere atteggiamenti ” disturbanti” sul campo ( vedi sbadiglio alle ATP finals come provocazione verso il pubblico di Torino, non verso Jannik come molti hanno interpretato )
Inoltre posso dire che anche dal vivo con i tifosi si è dimostrato davvero molto disponibile e si è fermato parecchio tempo a fare autografi fuori dal campo di allenamento a Montecarlo a differenza di tanti altri, Musetti compreso ( tra lui e Tartarini lasciamo perdere..la simpatia è un’altra cosa)
Non ha un tennis che incanta ma batterlo è difficile per tutti.
In un mondo in cui ultimamente tutti i commenti fanno venire il latte alle ginocchia per la loro banalita’ e per il loro vomitevole politicamente corretto, una voce originale fa decisamente piacere
Non ha un tennis che incanta ma batterlo è difficile per tutti.
In un mondo in cui ultimamente tutti i commenti fanno venire il latte alle ginocchia per la loro banalita’ e per il loro vomitevole politicamente corretto, una voce originale fa decisamente piacere
Diffilmente in un prossimo futuro potrà vincere contro i due, se non altro per motivi di età! E’ piuttosto gracilino, e difficilmente giocherà ad alti livelli passati i 30 anni. Cercherà, come Fognini, Wawrinca, Goffin, Gasquet, Kukuschin ed altri matusa, di mettere più fieno possibile in cascina. enzo
Vero, però lui della generazione di mezzo è l’unico ad aver raggiunto i due traguardi più importanti: essere salito al numero 1 e aver vinto uno Slam. Ormai per gli altri potrebbe essere tardi
Dal mio punto di vista lo trovo un pò spocchiosetto ma mai sbruffone, cervellotico ma mai arrogante o maleducato verso i colleghi. Anche il famoso sbadiglio, ormai ampiamente ripagato a caro prezzo, oggi lo vedo più come uno “svegliati che puoi fare meglio di così”, conoscendo inconsciamente il potenziale di Jannik, che non un voler sbeffeggiarlo. Ma soprattutto trovo che il suo modo di esprimersi, le sue interviste, siano sempre molto sincere e certamente contengano concetti che appartengono ad un tennista con una intelligenza di gran lunga superiore alla media dei suoi colleghi
Sempre interessanti le interviste di Daniel. Ha parole e pensieri che me lo rendono simpatico. Non è orso, tutt’altro
Come altri, è nato in un periodo scomodo. Prima i Big3 che non ne volevano sapere di andare in pensione, ed ora i Big2 che prima della pensione, campa cavallo.