Alcaraz vs Sinner: Essere n.1 o vincere più Slam?
Nel panorama tennistico attuale, due giovani talenti stanno ridefinendo i parametri del successo: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. La loro ascesa pone un’interessante provocazione: è meglio essere il numero 1 del mondo o vincere più Slam nello stesso anno?
A prima vista, il discorso potrebbe sembrare banale. Tuttavia, sondando l’opinione dei tifosi, emerge chiaramente quanto questa questione sia sentita e dibattuta.
I sostenitori di Alcaraz sottolineano come i successi negli Slam siano ciò che resta nella storia. Le immagini del giovane spagnolo che alza i trofei di Wimbledon e Roland Garros sono destinate a diventare iconiche. Per questi tifosi, sono i momenti di gloria che contano, quelli che si ricordano anche decenni dopo.
D’altra parte, i fan di Sinner argomentano che essere numero 1 del mondo è la prova definitiva della costanza e della versatilità di un giocatore. Raggiungere la vetta del ranking ATP richiede eccellenza su tutte le superfici e durante tutto l’arco dell’anno, non solo nei quattro tornei più prestigiosi dove Jannik ha peraltro vinto quest’anno il primo slam in carriera a Melbourne.
Sui social media e nei forum dedicati al tennis, questi dibattiti infuriano quotidianamente. Ogni nuovo risultato di Alcaraz o Sinner riaccende la discussione, con tifosi pronti a difendere la superiorità del proprio beniamino.
Ciò che rende questo dibattito così affascinante è che non esiste alla fine una vera risposta definitiva. È una questione di preferenze personali e di come si interpreta il concetto di “grandezza” nel tennis. Alcuni privilegiano i momenti di picco, altri la costanza nel lungo periodo.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner
@ giumart (#4136484)
Scusate, io eludo la domanda tematica di questa discussione, e dall’interno del laboratorio artigianale che affaccia sul vicolo sperduto esprimo questo desiderio: vorrei vedere Jannik con un servizio come quello che ha già ma più continuo, e vorrei che migliorasse ulteriormente nel gioco a rete al punto di imbrigliare l’avversario sotto rete in scioltezza
anche quando rientra da un medical nello spogliatoio dopo un malessere. Se arrivasse a questo livello gli slams pioverebbero e non ci sarebbe più Alcaraz che tenga. Rimboccarsi le maniche, scuotere la segatura e ….al lavoro. Non ho dubbi che se ciò avviene, saremo pronti per lanciare una nuova sonda nella Hall of Fame del tennis.
Beh, io avrò rivisto un centinaio di volte le registrazioni della SF con Djokovic e la finale con Medvedev di Melbourne, e mi è sempre venuta la pelle d’oca, come se stessi vedendo la diretta. Quel dritto lungolinea di Jannik al termine del quinto set me lo rivedo ancora in sogno. Ancora adesso ho i brividi, allora provai una gioia indescrivibile, feci delle urla che allarmarono i miei vicini (che non seguivano la partita), al punto che vennero a chiedere se stessi male…
Non fa una piega! Il momento di massimo godimento che mi ha dato Sinner è stato il successo in Australia, sia su Djokovic che in finale. Poi se vinci con costanza arriva anche il n. 1, ma l’ultimo punto della finale di uno slam è godimento puro!
@ Tony_65 (#4136308)
No infatti non so che wawrinka ha vinto 3 slam ,l ho infatti scritto più volte proprio in questo post giorni fa ….io che ,prima ancora dell avvento di internet, scrivo ogni anno a penna su fogli a4 tutti i vincitori degli slam e delle Finals ….questo dall avvento era open anni 70….e continuo a farlo ogni anno tutt ora …un maniaco degli albi d oro ….
Guido, sei un grande.
Effettivamente questo è uno scacco matto.
Potrei dirti che forse non sai che Wawrinka ha vinto 3 slam, ma viene ricordato soprattutto per il bel rovescio a una mano…e non è mai stato n.1! Murray ha vinto anch’egli 3 slam, ma ci si ricorda di lui soprattutto perché è riuscito ad essere N.1 in concorrenza con Federer, Nadal e Djokovic.
Dire che Alcaraz è il “vero numero 1” significa fare una classifica.
Una classifica tua personale e immaginaria, anche se aborri le classifiche.
Se no come la stabilisci la posizione?
Hai presentato quello che il mio docente di diritto definiva”caso di scuola”. Che uno vinca 3 slam e nessun’altra torneo importante è abbastanza improbabile. Se uno vince 14 tornei, ossia uno ogni tre settimsne visto che la stagione ne dura circa 42, per eguagliare 3 slam deve vincere almeno un paio di masters, almeno 4 500, è una decina di 250. Oppure 4 masters, 6 500 (non so neppure se sia possibile) e qualche 250. Oppure 4 masters, cioè la metà e 4 500. È più facile vincere 2 slam.
Ma la soddisfazione che abbiamo avuto in Australia, per me, non ha paragoni… io concordo con il vincere gli slams, poi, se ne vinci di più, per forza di cose sarai anche numero 1, o 2, non fa una grossa differenza…
Concordo e, come detto più volte, secondo me entro un paio d’anni Jannik migliorerà ulteriormente e di molto, diventando il tennista più completo, a mio parere c’è un aspetto che lui deve migliorare nel più breve tempo possibile. In molte fasi del match si intestardisce a voler spaccare la palla, a fare violenti scambi da fondo (in cui notoriamente è fenomenale), quasi a voler “abbattere” l’avversario con la forza. Il risultato di ciò è che il più delle volte vince il punto, ma il rovescio della medaglia è che spreca energie rendendosi ancora vulnerabile dopo 2-3 set. In pratica, secondo me, dovrebbe acquisire al più presto la capacità di leggere meglio il gioco, facendo maggiori variazioni per accorciare le giocate, essere maggiormente un “terminator”, cercando di vincere il punto nel più breve tempo possibile. E già adesso i mezzi li avrebbe, basta vedere quanto sia migliorato nell’avenzamento e nel gioco a rete.
Non dà grande emozione il vedersi come numero 1 del seeding in ogni torneo e in ogni slam??
@ MARMAS (#4135924)
Ottimo commento!
Sarebbe curioso (lo vedremo nel futuro) capire dove invece potrebbe ancora migliorare Alcaraz. Sicuramente in tattica ed esperienza!
Ma su questo aspetto quanto potrà migliorare? Lui è un attaccante, fa tanti winner ma anche errori, è difficile snaturarlo.
Non vedo invece come possa migliorare di più sul piano fisico. Più di cosi! Anzi potrebbe diventare un fattore limitante. La combo fisico-propensione al gioco offensivo sono in qualche modo concatenate. E’ nel suo DNA tennistico.
Tecnicamente credo sia già al top. In una scala da 1 a 10 siamo a 9,5?
Invece su Sinner sono curioso di capire se si riconfermerà a livello di prestazione e titoli nella parte finale Agosto- Novembre! Lo spero vivamente e il top sarebbe lo US Open e le Finals. Se quindi vedremo un piccolo calo dello spagnolo (lo scorso anno, in questo periodo, comunque fece 3 SF e 1 F) si potrebbe iniziare a delineare un trend. Che vede da Agosto a Marzo più predominante Sinner (in ballo circa 13000 punti con 2 slam, 6 mille, Finals, etc) e da Aprile a Luglio meglio Alcaraz (circa 8000 punti 2 slam, 3 mille, etc)
Attendiamo i prossimi mesi!
@ MARMAS (#4135924)
Tutto condivisibile ….il fatto è, come dici tu,che alcaraz è già al top su tutto, è già pronto…anche lui può migliorare sul servizio comunque….mentre x sinner ci sono ampi margini di miglioramento sui 4 punti da te indicati….ma bisogna vedere SE ed eventualmente QUANTO migliorerà negli anni ….cioè mentre alcaraz è già strapronto, il nostro deve crescere….certezze da una parte x lo spagnolo, speranze ma anche dubbi sul nostro….comunque sia se anche non vincesse tanto quanto alcaraz (e ciò è molto probabile) i suoi slam li vincerà lo stesso e non si conteranno su una sola mano ….
Hai perfettamente centrato il punto.
Che in un raffronto tra Sinner ed Alcaraz ad oggi sia avanti lo spagnolo mi sembra innegabile.
Ma, come dici tu, il punto non è questo, ma è chi sarà avanti tra 3, 5, 10 o, perché no, 15 anni.
Io penso che i margini di miglioramento di Sinner possano essere superiori, ma poi saranno il campo ed il tempo a dirci se questa impressione si rivelerà corretta.
Ad oggi io intravedo 4 aspetti su cui il pusterese può mettere la freccia rispetto al fenomeno murciano.
1) Servizio. L’ho già scritto varie volte. Con il cambio di team Jannik ha reimpostato il servizio in modo piuttosto radicale per un tennista professionista. All’inizio ha pagato dazio ed era inevitabile. Ora sta raccogliendo frutti importanti e credo che il periodo del raccolto non sia ancora terminato. In ogni caso se c’è una cosa che rimarrà immutabile nei rapporti di forza tra i due fenomeni sono gli 8-10 cm in altezza a vantaggio di Jannik. Vedremo a regime come e quanto questi cm verranno capitalizzati.
2) Variazioni di gioco. Anche su questo aspetto, mentre Alcaraz per sua natura è un tennista che nasce fenomeno in ogni aspetto tecnico del gioco, Jannik ha iniziato un lavoro che probabilmente non è ancora giunto a compimento. La manualità è già migliorata tantissimo, ma in alcuni aspetti tecnici ci sono ancora ampi margini di crescita. Tra tutti mi vengono in mente sicuramente i pallonetti, gli attacchi in controtempo, il back di rovescio,le volee profonde per prendere bene la rete, la posizione a rete e anche le smorzate che a volte, su palle non comode, tendono ad avere una traiettoria troppo alta.
3) Atletismo. Altro aspetto fondamentale. Anche qui Alcaraz pare molto più maturo ed è ad oggi un’atleta straordinario e in quanto tale difficilmente migliorabile (perché se già corri i 100 metri in 9,80 è difficile ipotizzare che tu possa migliorare ancora molto a meno di non trasformarti in Superman). Jannik invece sta ancora costruendo il proprio atletismo con il duro lavoro e anche su questo aspetto non sembra affatto giunto a regime.
4) Programmazione. Per vincere più Slam è fondamentale essere al top della forma nei 3 mesi – 3 mesi e mezzo centrali della stagione, in cui si disputano 3 dei 4 Slam. Anche su quest’aspetto Alcaraz sembra già aver trovato la quadra e forse il suo margine di miglioramento può essere trovare il modo di allungare il suo picco di forma fino agli US Open o fare qualche aggiustamento per l’inizio di stagione con lo Slam australiano. Anche su questo aspetto mi sembra invece che per Jannik ci siano ancora tante cose da aggiustare e, quindi, tanti margini di crescita. Tra allergie, problemi fisici, gestione dei cambi di superfici e sovraccarichi di lavoro mi sembra che Jannik non sia ancora riuscito a settare la programmazione in modo da essere dominante nel periodo in cui c’è da raccogliere il massimo.
Insomma, l’idea che, a dispetto dei 2 anni scarsi di differenza, Jannik sia un tennista ed un’atleta ad oggi meno maturo di Alcaraz e quindi con maggiori margini di crescita non mi sembra solo una fantasia di noi tifosi dell’italiano, ma una constatazione che poggia su solide basi e dati oggettivi.
Vedremo poi sul campo, nel corso degli anni, se questi maggiori margini di miglioramento saranno effettivamente sussistenti e, soprattutto, se verranno concretizzati e come sposteranno i rapporti di forza tra i due fenomeni.