Tensioni olimpiche: Karatsev e Kudermetova esclusi da Parigi 2024
Il mondo del tennis si trova al centro di una controversia politica in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024. Aslan Karatsev e Veronika Kudermetova sono stati esclusi dalla partecipazione ai Giochi dopo che il Comito Olimpico Internazionale (CIO) e la Federazione Internazionale di Tennis (ITF) li hanno identificati come atleti legati al regime di Putin e alla guerra in Ucraina.
Questa decisione si inserisce nel contesto più ampio delle restrizioni imposte agli atleti russi e bielorussi, che possono partecipare alle Olimpiadi solo sotto bandiera neutrale e dopo aver superato rigorosi controlli di “neutralità”.
Il caso del tennis è particolarmente delicato. Alcuni giocatori, come Mirra Andreeva, Karen Khachanov e Anastasia Potapova, hanno attirato l’attenzione per azioni considerate pro-Russia sui social media o durante le competizioni. Tuttavia, questi atleti hanno rinunciato a presentare la loro candidatura per Parigi 2024.
La Federazione Russa di Tennis ha accusato il Ministero degli Affari Esteri francese per l’esclusione di Karatsev e Kudermetova. Mentre per Kudermetova, ex numero 9 del mondo, l’esclusione potrebbe essere legata ai suoi legami con Tatneft, una compagnia petrolifera russa sanzionata dall’UE, le ragioni dell’esclusione di Karatsev, medaglia d’argento nel doppio misto a Tokyo 2021, rimangono sconosciute.
Nel frattempo, altri tennisti russi come Daniil Medvedev, Roman Safiullin, Pavel Kotov, Ekaterina Alexandrova, Mirra Andreeva e Diana Shnaider hanno superato i controlli e potranno competere sotto bandiera neutrale.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Aslan Karatsev, Giochi Olimpici 2024, Giochi Olimpici Parigi 2024, Veronika Kudermetova
Ieri gli ebrei, oggi i russi
“Ucraina: i tre niet USA alla fine della guerra”, Piccole Note, 29 Settembre 2023
Articolo storico quello di Ted Snider pubblicato su The American Conservative del 16 agosto. Ne pubblichiamo ampi stralci.
“Il 25 febbraio, il giorno dopo l’inizio dell’invasione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ebbe a dichiarare di essere pronto ad abbandonare l’idea di far aderire l’Ucraina alla NATO”.
Primo tentativo di pace: il primo, Zelensky
Così Zelensky: “Non abbiamo paura di parlare con la Russia. Non abbiamo paura di parlare delle garanzie di sicurezza per il nostro stato. Non abbiamo paura di parlare della possibilità di uno stato neutrale. Non siamo nella NATO adesso… Dobbiamo parlare della fine dell’invasione. Dobbiamo parlare di un cessate il fuoco”.
Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, aveva confermato: “l’Ucraina vuole la pace ed è pronta per un negoziato con la Russia, anche sullo status neutrale in rapporto alla NATO”. Interpellato dalla alla Reuters il 25 febbraio aveva detto: “Se i colloqui sono possibili, si devono fare. Se a Mosca dicono di voler negoziare, anche sullo status neutrale, non abbiamo timore di farlo. Possiamo parlare anche di questo”.
“[…] Il 27 febbraio, a soli tre giorni dall’inizio della guerra, Russia e Ucraina hanno così annunciato che avrebbero tenuto dei colloqui in Bielorussia. La delegazione ucraina vi giungeva con la volontà di negoziare la neutralità. Infatti, Zelensky aveva dichiarato: ‘Abbiamo concordato che la delegazione ucraina s’incontrerà con quella russa senza precondizioni‘”.
“Dopo il primo round negoziale, le due delegazioni tornarono in patria per consultazioni, dopo aver però già focalizzato i temi prioritari [dell’accordo]. A incoraggiare le aspettative, l’intesa per un secondo round […] svolti in Bielorussia, al confine tra Bielorussia e Ucraina, il 3 marzo”.
“Sebbene l’Ucraina fosse disposta a discutere la neutralità e ‘la fine dell’invasione’, gli Stati Uniti non lo erano affatto. Il 25 febbraio, lo stesso giorno in cui Zelensky aveva dichiarato di ‘non aver paura di parlare con la Russia’ e di ‘non aver paura di parlare di neutralità del suo stato’, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, in una conferenza stampa, dichiarava: ‘[…] Osserviamo che Mosca suggerisce l’avvio di contatti diplomatici mentre ha i fucili spianati e mentre i razzi, i mortai e l’artiglieria di Mosca prendono di mira il popolo ucraino. Questa non è vera diplomazia. Queste non sono le condizioni per una vera diplomazia’. Gli Stati Uniti hanno detto no ai colloqui con la Bielorussia”, conclude Snider.
Secondo tentativo di pace: la mediazione di Bennet
“[…] Il 6 marzo, pochi giorni dopo la conclusione del secondo round negoziale in Bielorussia, i media israeliani riferirono che l’allora primo ministro Naftali Bennett aveva compiuto un viaggio a sorpresa a Mosca, per incontrare Putin nel tentativo di dar vita a una mediazione. Dopo aver incontrato Putin, Bennet parlò due volte con Zelensky e, successivamente, con il presidente francese Emmanuel Macron recandosi poi in Germania per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz”.
“[…] in un’intervista del 2 febbraio 2023, Bennet ha rivelato dettagli su quanto era stato concordato, di come i colloqui serrati avessero avuto successo e cosa è avvenuto dopo. Secondo Bennett, ‘Zelensky mi ha chiesto di contattare Putin’”, cosa che Bennett fece dopo aver detto agli Stati Uniti: “Godo della fiducia di entrambe le parti” e ‘posso parlare con confidenza con Putin. Posso essere un tramite’”.
“[…] Secondo Bennet, sebbene gli Stati Uniti gli avessero detto che ‘non c’erano possibilità di successo’, Putin gli aveva invece confidato: ‘Possiamo raggiungere un cessate il fuoco’. E per raggiungere il cessate il fuoco, Bennet afferma che Putin aveva fatto ‘enormi concessioni’” Tra queste, la più importante: “Putin ha ‘rinunciato’ alla richiesta di ‘un disarmo totale dell’Ucraina”.
“Anche Zelenskyj aveva fatto ‘un’enorme concessione’. Secondo Bennet, Putin si era lamentato della promessa non mantenuta dell’Occidente riguardo all’espansione della NATO e aveva chiesto a Bennet di trasmettere un messaggio a Zelensky: ‘Dimmi che non aderirai alla NATO e l’invasione cesserà’. Bennett afferma che ‘Zelensky aveva rinunciato all’adesione alla NATO’”.
“Avendo promesso di non aderire alla NATO, Zelensky voleva garanzie sulla sicurezza. Putin, però, temeva che gli accordi di sicurezza con le grandi potenze fossero qualcosa di simile all’adesione alla NATO. Ma Bennett suggerì di abbandonare le garanzie in stile NATO per adattare all’Ucraina, invece, ‘il modello israeliano’, basato sulla creazione di un esercito forte e indipendente in grado di difendersi. Questa soluzione fu accettata sia da Putin che da Zelensky” [per inciso, a inizi luglio, Biden ha proposto esattamente il modello israeliano come garanzia di sicurezza per l’Ucraina, invece della sua adesione alla NATO, ndr].
Dopo aver ottenuto tali “promesse”, Bennet informò gli alleati. Così Snider sintetizza il ricordo di Bennet: “Boris Johnson assunse una posizione aggressiva. Macron e Scholz erano più pragmatici. Biden oscillava tra le due posizioni. Bennett disse che ‘c’erano buone possibilità per raggiungere un cessate il fuoco’. Ma l’ostruzione statunitense, evidenziata per la prima volta [nei negoziati] in Bielorussia, è proseguita. Bennett ha dichiarato che l’Occidente aveva deciso di ‘continuare a colpire Putin’”.
Alla domanda dell’intervistatore che chiedeva se, quindi, il negoziato fosse stato “bloccato”, Bennet ha risposto: “L’hanno bloccato”. Eppure, ricorda Snider, “fonti ‘al corrente dei dettagli dell’incontro’ dissero che Zelenskyj reputava la proposta ‘difficile’, ma non ‘impossibile’ e che “il divario tra le parti non è così grande’”.
“Il giornalista Barak Ravid riferì ad Axios che le concessioni russe comprendevano una smilitarizzazione limitata al solo Donbass, l’assicurazione non ci sarebbe stato nessun regime-change a Kiev e che l’Ucraina avrebbe potuto mantenere la sua sovranità. Zelensky, a sua volta, aveva assicurato che era ormai ‘disincantato’ riguardo l’adesione alla NATO e che aveva trovato la proposta di Putin ‘non così estrema come aveva previsto’”.
“Come accaduto [per i negoziati] in Bielorussia, la chance di concedere la non adesione alla NATO in cambio della pace è stata ‘bloccata’ dagli Stati Uniti”.
Proseguimento con riferimenti:
https://www.piccolenote.it/mondo/ucraina-usa-guerra
Breve commento finale
“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”, George Orwell, 1984
@ val (#4129082)
Succede spesso anche a me…faccio un commento e dopo qualche ora scompare…..strano no ?
Lo sport è sport e tale dovrebbe rimanere. Onestamente penso che le Olimpiadi dovrebbero essere inclusive e in una situazione come questa, piuttosto che escludere gli atleti, eliminerei le bandiere. Devono essere le Olimpiadi degli atleti, non delle nazioni.
Condivido ogni singola tua parola e mi associo al tuo pensiero
Buonasera Redazione. Perchè il mio commento è stato reso invisibile, mentre altri che scrivono di politica sono visibili ?
Che buffonata
@ Renoir (#4128294)
Bravo Renoir, d’accordissimo. Come chi bombarda le scuole e gli ospedali a Gaza. Ah….scusate, forse ho sbagliato, non si può dire
@ Renoir (#4128294)
Prima di tutto lo sport nulla ha a che fare con la politica.
Secondo. Informati. Nessun missile ha colpito l’ospedale. E’ stato un missile ucraino che per sbaglio è caduto lì.
Poi vanno a prendere i soldi cinesi
@ I love tennis (#4128846)
Ah ok ora è comparso, non lo vedevo
Vergognatevi.
E intanto per gli israeliani nessun problema!?!?!? Questo “doppiopesismo” fa vomitare.
@ Renoir (#4128294)
guardi troppa tv
Noartri occidentali che abbiamo spolpato l’intero mondo per almeno 5 secoli, assassinando milioni e milioni di persone, quanto dovremmo pagare di capitale+interessi, secondo te??
Antonio, purtroppo le Olimpiadi sono una manifestazione politica almeno da Berlino 1936, passando poi per i vari boicotti e controboicotti USA-URSS, la mancata partecipazione africana e quant’altre porcherie abbiano combinato tutti assieme. Per non parlare delle sfacciate parzialità in sede di giudizio, come a Sidney (mi pare), quando un USAno mantenne la medaglia nonostante fosse risultato positivo alla cannabis…accettarono la sua spiegazione di una festicciola con “fumo passivo”… che ridere…
Già. E si dovrebbe anche vietare la lettura di Dostoevskij e l’ascolto di Čajkovskij, perché le loro opere sono chiaramente filo putiniane…
Una vergogna. Lo sport servo della poltica.
@ Onurb (#4128433)
Assolutamente nulla, ma la narrazione occidentale di noi ” buoni” prevede la russofobia e l’ esaltazione di Israele, vista come unica democrazia del Medio oriente. C’è del marcio in occidente, come ha scritto il professore Odifreddi.
@ Renoir (#4128294)
E cosa c entrano gli atleti?
Decisione ridicola e vergognosa, il solito accanimento politico contro gli atleti russi, mentre ad Israele nessun divieto per i propri atleti dopo il barbaro sterminio che sta facendo. Per quest’ occidente ipocrita un bambino ucraino vale molto più di un bambino palestinese. Che schifo.
I vari organi competenti dovrebbero vietare e dico vietare chi non risiede nel proprio paese ma porta tutti i guadagni nei paradisi fiscali.
La Ruschia va allontanata da ogni consesso civile, isolata fino a quando non avrà ripagato con tanto di interessi per tutto il male commesso.
Necessaria anche la destituzione del criminale, bombardato di ospedali per bambini.
sporca politica, del tipo più becero 😡
Dovrebbero boicottare tutti questa pagliacciata che nulla c’entra con le Olimpiadi.
Purtroppo non ne hanno il coraggio
Scandaloso.
Che accozzaglia di persone ridicole nel CIO+ITF..
Quindi le Olimpiadi sono una manifestazione POLITICA? Lo apprendo oggi tra l’altro i tennisti più di ogni altro atleta sono in viaggio tutto l’anno che tipo di legame potrebbero avere con Putin?
Redazione, non è chiaro se Mirra Andreeva e’ abile a partecipare o no.
io non lo trovo affatto ridicolo…..di certo non avranno dei “test” che danno certezze assolute pero’ un minimo di filtro è giusto che ci sia.e sulle famiglie in patria non sarei certo serenissimo.
tutto quello, battente bandiera russa, fuori dalle O O
Chissà se fanno lo stesso esame agli atleti Israeliani, agli ebrei partecipanti per altri paesi, o magari per iraniani, sudanesi, coreani del nord o cinesi
imbarazzante e ridicolo.
o tutti o nessuno
Su Kudermetova non ci sono dubbi,non solo per lo sponsor,ma per i suoi incontri con politici legati al regime,idem il marito. Sul Karatsev cado dalle nubi e per quanto riguarda gli altri: Mirra Andreeva è stata accusata di aver messo un like due anni fa a un post pro Putin,ma può essere stata una leggerezza ed è una ragazzina che purtroppo può essere influenzabile a quell’età.
Kachanov,invece, è di origine armena e questo Paese ora è molto lontano dalla Russia,tuttavia il tennista forse è finito sotto osservazione per una storia su IG dove c’era il nastro di S.Giorgio ,in ricordo del giorno della vittoria e qualcuno può averlo interpretato come supporto alla guerra,anche se non era a Z. Oppure per la vicenda dell’esibizione off season a S.Pietroburgo con lo sponsor di Gazprom. Tuttavia può essere che ai russi sia stato imposto di partecipare,mentre la presenza di diversi tennisti europei è passata sotto silenzio. Sarebbe ridicolo se gli fosse stata contestata questa partecipazione ,mentre agli europei niente.
Tuttavia purtroppo continuo a constatare sempre il doppio standard,stamane ho letto di un atleta palestinese in procinto di partecipare ai Giochi, ucciso dall’IDF con la sua famiglia. Qualcuno ne chiederà conto a Israele?Nemmeno per sogno,purtroppo.
Le Olimpiadi sono ridocole,manifestazione propagandistica e d’affari.Fossi un tennista non andrei a prescindere.
Non ho capito il caso Andreeva… Avrebbe superato i controlli, ma ha comunque deciso di non partecipare?
A parte questa particolarità, non ha proprio senso mischiare sport e politica.
noi siamo i buoni
A mio parere bisognerebbe fermamente affermare che buttare fuori atleti che si allenano da anni per una manifestazione olimpica è una roba abominevole, una deprecabile estensione allo sport della schifosa politica globale, con tutte le sue propagande e contropropagande del piffero. Vergogna.
Amen.
Una minchiata intergalattica. A meno che uno non esprima esplicitamente incitamento all’invasione o festeggi per il bombardamento di un ospedale pediatrico, sono decisioni politiche che proprio stridono col senso dell’olimpiade.
Tutto ciò è ridicolo. Come fanno a decidere il grado di adesione al regime? E quelli che giocano? Sono anti regime? E allora le famiglie in patria sono a rischio rappresaglia da parte delle autorità?