Numeri di Vitas: Salto di quantità
La quantità, si sa, per il nostro bistrattato tennis non è mai stato un problema.
Nei giorni precedenti agli SLAM, la maggior parte dei giornalisti del settore, in astinenza da “notizie liete” e classifiche confortanti, spesso ci propongono (o propinano, meglio) la classifica per nazioni sul numero dei tennisti presenti nel main draw. Chiaramente, per farci risalire posizioni su posizioni, la si stila associando il tabellone delle donne (qualità e quantità) a quello degli uomini (only quantità).
E con l’ITALIA issata a ridosso di SPAGNA, USA, FRANCIA e ARGENTINA per un attimo ci illudiamo che tutto va bene. La quantità della domenica, potremo dire, visto che se la stessa classifica se fosse rivista il lunedì sera ci vedrebbe indietreggiare verso posizioni di rincalzo e il martedì addirittura scomparire (o quasi).
Un modo per tirarci su, del tutto legittimo: W la quantità anche se poco duratura.
A tal proposito, alla vigilia del prossimo slam potremmo studiare una nuova classifica in base a 2 variabili mettendole in rapporto: quantità su permanenza in tabellone (ossia partite vinte), diventeremmo perennemente irraggiungibili. Le presenze di italiani nei tornei fin qui disputati sono state 23 contro le 20 dell’anno scorso (escluso il primo slam che tratto a parte).
A parte i soliti SEPPI, FOGNINI, BOLELLI e STARACE si sono aggiunti STOPPINI e CIPOLLA l’anno passato e LORENZI ed il ripescato VOLANDRI quest’anno. Sempre 6 quindi i nostri portacolori, “spalmati” e “spalmabili” sui vari tabelloni. Infedeli ad ERACLITO (panta rei, ossia turro scorre, niente è immutabile), i nostri si presentano tutto sommato con risultati non dissimili dallo scorso anno.
Per i nostri tennisti PANTA NON REI. I due quarti ottenuti questa stagione (quello previsto per FOGNINI e quello imprevedibile di STARACE) possono essere bilanciati, a mio avviso da una prestazione “salva faccia” agli AUS OPEN 2009 contro una esclusivamente salva portafogli nel 2010.
Per il resto, infatti, possiamo dire che la differenza (piccola) l’ha fatta LORENZI.
Mi spiego, i primi turni erano 11 (fino ad oggi e slam escluso) nel 2009 contro i 9 secondi. In questo 2010 sono 16 (quattro di LORENZI) contro i 5 secondi ed i due quarti di finale. Senza LORENZI, insomma avremmo un quadro ancora più simile con 19 presenze totali (20 nel 2009), 12 primi turni (solo 1 in meno del 2009).
Non stanchi della quantità abbiamo aggiunto quantità alla quantità. W la quantità.
Eppure, ad essere preoccupante è un altro aspetto: lo stato generale dei nostri tennisti, peggiorato, o quantomeno non migliorato, nel pieno rispetto della migliore tradizione italiana.
E’ passato un anno e si vede, purtroppo.
BOLELLI, ad esempio, l’anno scorso a quest’ora aveva lanciato qualche segnale preoccupante ma non c’era nulla che lasciasse prevedere un passo indietro così fragoroso: allucinante.
STARACE, finora ha vinto partite solo sul cemento con tre primi turni sulla terra. Non che ora ci sia consentito di scegliere anche le superfici su cui vincere, ci mancherebbe, però lo aspettavamo ad un’altra fermata lui è sceso prima. Il vero problema è che se il rendimento sulla terra è questo (per ora da 5) e i suoi prossimi tornei sul cemento saranno a fine anno (masterseries esclusi) le strade percorribili restano due: 1) iniziare a fare risultati sul rosso 2) convincere GIL e quanti più terraioli possibili a sobbarcarsi la trasferta di RUSSIA di fine anno.
FOGNINI, dal canto suo l’anno scorso di questi tempi aveva vinto una partita sul cemento anche contro un avversario niente male come GOLUBEV e in quel preciso istante (durato poco, nel pieno rispetto della migliore tradizione italiana) ci aveva fatto pensare a qualche risultato accettabile lontano dalla terra. Invece, ce lo ritroviamo quest’anno con alle spalle un bilancio raccapricciante sul “veloce” e la solita competitività sul rosso. Competitività vera, sia chiaro ma riferibile soltanto ai tornei “inter nos” (mi verrebe da dire inter-ROS ma a quel punto sarei pronto per la neuro) invasi soltanto da specialisti del rosso. Lo aspettiamo ancora, il ligure, in qualche torneo davvero importante sulla terra per fare la differenza anche in presenza dei non-specialisti come sono ormai la gran parte dei tennisti in giro per il circuito.
Il capitolo SEPPI, non è più rassicurante a mio modo di vedere. I segnali lanciati dall’altoatesino lo scorso anno erano davvero preoccupanti. E nel rispetto della migliore tradizione italiana, sono stati confermati ad inizio 2010. Una partita su tutte quella contro MELZER a ROTTERDAM. L’austriaco era molto in forma è vero ma io raramente ho visto un SEPPI così deconcentrato, svogliato ed anche con poca voglia di stare in campo (un’assurdità per lui). Anche in questo caso siamo lontani dal SEPPI di qualche tempo fa.
Contro MONFILS a MARSIGLIA ho visto piccoli e lenti segnali di ripresa. In proposito, mentre vedevo il match mi è venuta in mente una cosa che riguarda un po’ tutti i nostri tennisti.
Due sono le qualità dei tennisti che si fan rispettare: una è il servizio (e i nostri sono già fuori, tranne BOLELLI prima maniera) l’ altra è la capacità di giocare bene i punti importanti e non sprecare le occasioni che si presentano (e l’unico che era dentro, BOLELLI, è irrimediabilmente fuori). Match equilibrato contro il n.13 del mondo momento cruciale siamo sul 4-4 30-30 e servizio MONFILS. Precedentemente, il nostro SEPPI nel medesimo gioco, aveva tirato fuori un comodo dritto allorchè il francese, pur potendo disporre comodamente di una palla senza peso nei pressi della rete (palla che anche io munito di mestolo avrei domato con destrezza), l’aveva appoggiata dall’altro lato del campo. Ecco ora una palla a metà campo, può essere quella della prima palla break del match… è un colpo in difesa del transalpino e bisogna soltanto “menare” forte e possibilmente angolato. No, piano e centrale giusto per far ribattere l’incredulo MONFILS e farsi sorprendere nei pressi della rete. Ace e 5-4, amen (Vedi video in fondo pagina ndr.).
Al tie break, giusto per confermare le due qualità di cui sopra: due doppi falli di ANDY e aces o prime vincenti di MONFILS. E la cosa grave è che non mi viene in mente qualcosa per la quale avremmo potuta vincerla quella partita. Circa il servizio c’è un abisso, se i punti importanti li giochiamo in quel modo in cosa si spera???
Per farla breve,insomma, stiamo come eravamo con l’aggravante di aver passato un anno in questo stato, ergo stavamo meglio l’anno scorso. Voglio dire, se un mese fa avevo la febbre a 39 ed anche oggi, potrei dire in uno slancio di ottimismo che la mia situazione non è cambiata ed è la stessa. Se però vi confessassi che la febbre non mi ha abbandonato per l’intero periodo voi mi consigliereste di consultare un buon medico.
Ah, dite che me lo consigliereste a prescindere… ???
“VITAS GERULAITIS”
(luca s. 28,11,72)
“[..] può essere quella della prima palla break del match… è un colpo in difesa del transalpino e bisogna soltanto “menare” forte e possibilmente angolato. No, piano e centrale giusto per far ribattere l’incredulo MONFILS e farsi sorprendere nei pressi della rete. [..]”
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TAG: Fognini, I Numeri di Vitas, Lorenzi, Numeri di Vitas, Seppi, Simone Bolelli, Starace, Volandri
Senza contare Che Monfils aveva già l aereo per Acapulco dove questa settimana difende la finale ed infatti il giorno dopo ha perso velocemente con Bennetau.. Il salto di qualità é molto lontano purtroppo..a meno Che Fognini non inizi a gare il “Berasategui”…
Complimenti per l’articolo.
Allucinante il colpo di Seppi 😐
In generale gli italiani non hanno la capacità/flessibilità di dare soluzioni accettabili in tempo reale a problematiche tecnico-tattiche proposte dagli avversari.
Nello scambio puro Seppi in palla si mangia il Francese. Ma è meno scaltro e cattivo, si perde nei dettagli e questo fa tutta la differenza del mondo. Seppi quel dritto l’ha tirato centrale perchè il manuale di Sartori dice che va tirato così dato che l’avversario si sposterà. Risultato Monfils fa un drittino in recupero e beffa tutte le teorie alla base di quel colpo. Però è anche vero che la metà campo a destra di Monfils era vuota e qualsiasi incrociato era un vincente e non serviva testare la teoria di Sartori! 🙂
Su questo non ci metterei la mano sul fuoco.
Il punto mostrato nel video è emblematico delle problematiche psicologiche “buonistiche” che limitano Andreas. Giocare così un colpo facilissimo di attacco non è un problema tecnico ma di convizione nei propri mezzi e di cattiveria agonistica. Andreas non sa fare il guasatafeste, ha pietà dell’avversario e quando deve solo giustiziarlo gli scappa una lacrimuccia metaforica e lo perdona.
Monfils era solo servizio per stare a galla e che ti fa Andreas? Si mette nella posizione in cui non riuscirà mai a prendere le prime angolate e strette di Monfils. Monfils capisce l’antifona, ripete quel colpo 100 volte ed Andreas non lo prende mai, troppo difficile ci rinuncia.
Il giorno dopo un Bennetau che non vale Seppi invece capisce il problema, ne prende qualcuno in più e batte nettamente lo stesso Monfils. E così le occasioni sfumano e il tempo passa. 😥
Purtroppo sì 🙁
il vdeo parla da se…………. 🙁 🙁 🙁 🙁
Sempre bello da leggere. Ironia esilerante (non ci resta che ridere, o piangere!)
Interessante.. tutto vero cmq.
Sorrido quando dicono, per esempio su SKY, tipo “abbiamo 6 italiani nel tabellone principale” e poi al mercoledi (della prima settimana – se non ha piovuto troppo -) sono già tutti fuori.
Bell’articolo, complimenti.