Daniele Bracciali: Dall’apice al declino, una carriera segnata da controversie
La storia di Daniele Bracciali è quella di un talento del tennis italiano, la cui carriera è stata irrimediabilmente segnata da accuse non confermate. Nato nel 1978, Bracciali si è distinto nel mondo del tennis, conquistando un titolo ATP in singolare e ben 7 in doppio. La sua ascesa lo ha portato fino alla 49esima posizione nel ranking mondiale in singolare e alla 21esima in doppio, guadagnandosi il riconoscimento come uno degli atleti più rappresentativi dell’Italia.
Tuttavia, nel 2014 la sua vita e carriera subirono una drastica svolta. Bracciali fu accusato di facilitare un giro di scommesse su una partita del torneo di Barcellona. Nonostante fosse stato scagionato nei processi sportivi italiani e in quello penale, la sua carriera fu segnata da squalifiche che lo esclusero dal circuito professionistico.
Le accuse si centravano su un incontro del torneo ATP di Barcellona 2011 tra Potito Starace e Daniel Gimeno Traver, dove Bracciali fu accusato di avere relazioni con persone coinvolte nelle scommesse. Nonostante la sua assoluzione, la Tennis Integrity Unit (oggi ITIA) lo squalificò, dimostrando severità nei suoi confronti.
In un’intervista a Fanpage, Bracciali ha condiviso dettagli sulla vicenda, sottolineando la sua innocenza e il danno alla sua reputazione e carriera. La prima squalifica giunse nel 2015, seguita da altre, culminando con una sospensione a vita e una multa di 250.000 euro nel 2018. Nonostante le sentenze italiane lo avessero scagionato, il TAS confermò la squalifica, sebbene riducesse la multa.
Bracciali ha espresso frustrazione per il trattamento ricevuto e per l’impatto sulla sua vita professionale. Nonostante possa ancora lavorare nel tennis ma solo al livello nazionale.
La storia di Bracciali riflette la complessità e le sfide del mondo sportivo moderno, dove le accuse non confermate possono avere effetti devastanti.
Francesco Paolo Villarico
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Se no si sarebbe chiamato Gambali
Un giocatore, quando è quadrato, sa trovare le persone giuste, perchè sa cosa pretendere.
Daniele non era a fuoco…per carità, alla fine ha fatto una buona carriera in doppio, ma in singolo se avesse avuto una testa diversa, avrebbe un best ranking di 30 posizioni in meno uso ridere.
E comunque Rianna è arrivato quando Bracciali aveva 24 anni.
Gli ha cambiato la carriera, ma in modo un po’ casuale. Il blu team è stata una prima esperienza, che poi Rianna ha portato in federazione.
Bracciali però, prima di arrivarci ha perso anni importanti
Rianna vent’anni fa era un giovane allenatore, niente di paragonabile alle competenze acquisite dal tutto il sistema in più di vent’anni. Inotre, mancava un “faro” come ho anche aggiunto. I due ingredienti principali dell’attuale successo.
Continui a ripetere le stesse boiate, non ti rendi conto che il tennis italiano di oggi non è neppure lontanamnete paragonabile non solo a quello di venti o trent’anni, ma neanche a quello di 50 o di 60 anni fa…
Ha fatto due anni ad alto livello nel singolo, a 27 e 28 anni. Poi si è dedicato soprattutto al doppio.
Fosse arrivato al top a 22 anni avrebbe avuto tutt’ altra carriera.
Ho scritto anche io che il suo picco è stato ottimo, ma ci è arrivato in maniera molto tortuosa. Fra infortuni, scelte non sempre giuste, nel contesto complicato del tennis italiano di quei tempi
Mi ricordo ai tempi del challenger di Milano 3 – Basiglio.
ACE ACE ACE ACE ACE … ma ne faceva una marea di fila.
” Secondo me adesso fa ace … ” : ACE.
Parlando di scommesse, li c’era un punto Eurobet come sponsor e lo stand pure. Mi fecero aprire il conto, ti davano pure un credito.
Fino ad un certo punto stavo pure guadagnando.
Poi arriva la giornata nera.
Tra le partite sbagliate : Santopadre – Bracciali.
C’era Vincenzo Santopadre che aveva una classifica nettamente superiore a Bracciali e nella stessa sede, si svolgevano i campionati assoluti italiani dove arrivò in finale, mi sembra perdendola contro Cristiano Caratti.
Io cosa ho fatto ? Ho scommesso su Santopadre. Stravinse il match Bracciali ma tanti a pochi pure !
Mancò uno staff ? Ma che boiate state scrivendo ?
Il Blue Team secondo te non era uno staff ed una guida come Umberto Rianna nemmeno ? Ma cambiate sport. Questo non è lo sport che riuscite a seguire bene, fidati.
Potevan essere ma non furono un top 50 … evabbè …
Si è perso dove ? In centro o in periferia.
Top 50, un titolo ATP giocando sul circuito maggiore. Vinti vari challenger. Giocatore di Coppa Davis … doppista quasi top 20.
Sarà lui che si è perso o sarai tu. Comprati un navigatore satellitare, mi sa che ne hai molto bisogno.
Bracciali aveva il braccio ma non le gambe
se la memoria non mi inganna, con Roddick ci è andato vicino anche nel 2006 a Cincinnati, con 3 set al tie break
@ Giorgione (#3877038)
Anche a me. Come nel caso di Cecchinato rimane più di un dubbio.
Daniele aveva un destino da bracciante
A braccio, Daniele poteva risparmiarne parecchie.
Ricorderete che Roddick, a Wimbledon, fece il prepotente con l’arbitro, spingendolo a sospendere per oscurità il match con Bracciali. Match che Bracciali avrebbe probabilmente portato a casa.
Lo vidi qui a Torino in doppio con Potito e rimasi colpito dalla bellezza dei suoi colpi. A Wimbledon portò Roddick al V. Chapeau!
Bracciali era in effetti a fine cariera, quando fu coinvolto nella lunga vicenda del “match fixing”, anche se ancora nel doppio avrebbe potuto dire la sua, tant’è che, in una delle “fineste” in cui potè giocare, vinse anche un 250 in doppio, mi sembra con Berrettini, a Gstaad.
Fa parte di quella generazione di tennisti ai quali, oltre ad uno staff, mancò anche un “faro” che li potesse orientare alla vittoria.
À me sembra di ricordare di alcuni messaggi che francamente non lasciavano troppo spazio all’immaginazione
Si intuisce – anche dagli argomenti da trattare scelti dal sito – che siamo in piema off-season…
Meno male che fra otto giorni sarà finita!
Ovviamente fare
Redazione,sarebbe molto meglio fate un bell’articolo su quanto è accaduto al povero Negritu la scorsa settimana a Monastir.
P.S.: Se fosse accaduto ad un italiano ne avreste gia’ fatti 10,cercate di non essere provinciali!!!
Bracciali purtroppo aveva fisico e braccio ma non testa e si è aggiunto alla schiera di quelli “che potevan esser, ma non furon”
Quando aveva 15 anni si vedeva che era uno dei pochissimi ad avere una palla diversa, ma poi è rimasto ai margini.
Della squalifica posso dire poco.
Come giocatore, Bracciali è uno degli esempi di come tanti giocatori con buona propensione al tennis di alto livello si sono persi perché preparati in modo errato al circuito.
Cresciuto sulla terra, ma poco adatto a giocare su questa superficie ad alto livello, gran servisse ed ottimo gioco a rete, non è arrivato nei top100 da giovanissimo perché inadatto ad emergere nei tornei italici su terra battuta. Qualche buon torneo lo faceva, ma il gioco su terra imponeva al suo fisico sforzi che non sempre riusciva a gestire.
Col tempo si è completato come giocatore ottenendo buoni risultati anche su altre superfici.
Fosse emerso a 20-22 anni, avrebbe ottenuto molto di più.