I 10 vincitori più giovani agli US Open
24/08/2023 14:15 
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Pete Sampras a US Open 1990
Con le qualificazioni già in corso, il count down per gli US Open, quarto Slam stagionale, è già scattato. Cresce l’attesa per l’edizione di quest’anno, sia per i tennisti azzurri che per i grandi del panorama internazionale. Jannik Sinner nel 2022 si è fermato nei quarti di finale, al termine di una partita clamorosa (la più bella della stagione) nella quale non è riuscito a trasformare un match point contro il futuro campione Carlos Alcaraz. Se avesse trovato un vincente in quel momento, chissà… Oltre alla curiosità di ritrovare Matteo Berrettini nel torneo dove segnò il suo primo exploit Slam, e osservare le prestazioni degli altri italiani, c’è grandissima attesa per i due tennisti più caldi dell’anno, recenti finalisti a Cincinnati: Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. Dopo quella bellissima di Wimbledon, molti si aspettano (o sperano) di poter assistere ad un nuovo capitolo di questa rivalità. Alcaraz sarà chiamato a difendere il titolo conquistato a Flushing Meadows lo scorso anno, suo primo Major in carriera, grazie al quale ha stabilito anche il record assoluto di n.1 ATP più giovane. Tuttavia per pochi giorni non è stato il campione di US Open più precoce. Approfittiamo dell’avvicinamento al torneo della “Grande Mela” per andare a scoprire i 10 vincitori più giovani a New York.
1. Pete Sampras – 1990 – 19 anni e 15 giorni
Pete Sampras vinse a New York il primo dei suoi 14 Slam, appena dopo aver compiuto 19 anni, sconfiggendo in finale Andre Agassi (6-4 6-3 6-2). Il successo del campione californiano arrivò a sorpresa, perché nella super covata di talenti a stelle e strisce di quell’epoca era più atteso un successo di Agassi, che invece arriverà solo a Wimbledon 1992, e anche dopo il primo Slam di Jim Courier. Sampras ha tenuto il record di più Slam vinti nell’era Open fino al 2009, quando Roger Federer toccò quota 15 a Wimbledon. Fu una cavalcata impressionante quella di Sampras a US Open 1990: della dodicesima testa di serie, Pete sconfisse Ivan Lendl nei quarti di finale, John McEnroe in semifinale e Agassi in finale, con un servizio mai così efficacia. Il marchio di fabbrica di una carriera straordinaria.
2. Carlos Alcaraz – 2022 – 19 anni, tre mesi e 24 giorni
Che Alcaraz fosse un predestinato era chiaro già da tempo, ma in pochi pensavano che il suo primo Slam sarebbe arrivato sul cemento. Sensazione questa fin troppo figlia di quella assonanza con Nadal che, in realtà, non ci azzecca più di tanto. Proprio a New York “Carlito” si rivelò al mondo con una bella cavalcata nell’edizione precedente (2021). Il fantastico 2022 di Alcaraz è culminato con il suo primo Slam a US Open, grazie alla soffertissima vittoria su Sinner nei quarti e quindi con la finale vinta su Casper Ruud (6-4 2-6 7-6(1) 6-3 lo score). Un titolo che gli regalò anche la prima posizione del ranking mondiale e il record di tennista più giovane a sedersi sul trono del tennis maschile. Netta la sensazione che quello 2022 sia solo il suo primo titolo a New York.
3. Lleyton Hewitt – 2001 – 20 anni, sei mesi e tre giorni
Questi “maledetti giovani…” Forse questo avrà pensato Pete Sampras dopo esser stato di nuovo nettamente sconfitto nella finale di US Open, dopo la batosta rimediata nel 2000 dall’altrettanto giovane Marat Safin. Lleyton Hewitt nel 2001 rimandò il quinto titolo nel torneo di casa per Pete Sampras, successo che arrivò nell’anno successivo. Hewitt sconfisse Sampras per 7-6(4) 6-1 6-1 in quello che fu il suo primo titolo Slam. “Rusty” è l’ultimo australiano ad aver vinto uno Slam (Wimbledon 2002).
4. John McEnroe – 1979 – 20 anni, sei mesi e 12 giorni
Un giovane e riccioluto John McEnroe alzò nella sua amatissima città il primo Slam in carriera, lanciandosi nell’Olimpo della disciplina. Con questo successo sorpassò il connazionale (e mai amico) Jimmy Connors in cima alla lista come il più giovane vincitore agli US Open, battendo in finale Vitas Gerulaitis (7-5 6-3 6-3 lo score). L’americano duellerà contro Borg in iconiche partite e vincerà altri sei tornei del Grande Slam in carriera, dominando la stagione 1984. Poi, la luce si spense.
5. Marat Safin – 2000 – 20 anni, sette mesi e un giorno
Nuovo secolo, nuovi campioni. Marat Safin impressionò il mondo della racchetta disputando un grande torneo e soprattutto brutalizzando in finale il super campione a stelle strisce Pete Sampras, battuto per 6-4 6-3 6-3. Il punteggio non rende l’idea di quanto il servizio di Sampras – forse il singolo colpo più forte della storia del gioco – sia stato disinnescato dalla risposta del russo. Marat alzò il suo primo Slam in carriera, diventato il secondo russo a vincere un Major dopo Yevgeny Kafelnikov. Peccato che il moscovita non riuscì esattamente a sfruttare a pieno il suo grande talento negli anni seguenti.
6. Juan Martin Del Potro – 2009 – 20 anni, 11 mesi e otto giorni
Quella 2009 fu un’edizione passata davvero alla storia, per molti motivi. Roger Federer puntava al record del sesto titolo consecutivo agli US Open, ma in finale si è imbattuto nell’argentino Juan Martin del Potro, che aveva estromesso Nadal in semifinale. Federer scese in campo mostrando la sua enorme classe, stava letteralmente volando, annichilendo un giovane argentino alla sua prima finale Slam. Avanti di un set e di un break, forse Roger per la prima volta in carriera peccò di superbia, o almeno, cercò una serie di colpi fin troppo spettacolari e difficili, provocando una reazione mentale di DelPo. L’argentino si scrollò di dosso ogni pressione, forse perché pensava di non poter rimontare, e iniziò a colpire diritti di una violenza inaudita. Le sue palle non uscivano più, rimontò Roger e vinse una finale ancora ben impressa nella memoria degli appassionati. JMDP trionfò per 3-6 7-6 (5) 4-6 7-6 (4) 6-2, in quello che purtroppo resterà il suo unico Major in carriera. Infortuni e peripezie continue l’hanno bloccato all’infinito. È stato l’unico Grande Slam che i Big Four (Federer, Nadal, Djokovic e Murray) non sono riusciti a vincere tra gli Australian Open del 2005 e gli Australian Open del 2014. Quando si dice “compiere un’impresa”….
7. Andy Roddick – 2003 – 20 anni, 11 mesi e 26 giorni
Quell’anno il tennis stava svoltando, Andy Roddick fu scaltro e rapido a vincere il suo primo e unico titolo del Grande Slam, battendo Juan Carlos Ferrero 6-3 7-6 (2) 6-3, appena prima della definitiva esplosione di Roger Federer, che da gennaio 2004 dominò il tennis per alcune stagioni. Andy rimane l’ultimo americano ad aver alzato la coppa di uno Slam. Se nessun connazionale farà il miracolo al prossimo US Open, saranno passati 20 anni senza vincitori Slam a stelle e strisce. Impossibile a quell’epoca immaginare una situazione del genere.
8. Boris Becker – 1989 – 21 anni, nove mesi e 6 giorni
Il nome di Boris Becker resterà per sempre legato a Wimbledon, dove nel 1985 il tedesco alzò il suo primo Slam a soli 17 anni, sette mesi e due giorni, restando tutt’ora il più giovane campione major di sempre. Tuttavia il tedesco è stato anche un giovane vincitore a New York nell”89, quando sconfisse in finale Ivan Lendl per 7-6(2) 1-6 6-3 7-6 (4). Becker resta l’ultimo tedesco ad aver vinto il titolo degli US Open (Stich si arrese ad Agassi in finale nel ’94, Zverev a Thiem nel 2020).
9. Jimmy Connors – 1974 – 21 anni, 11 mesi e 26 giorni
Quando quasi 50 anni fa Jimmy Connors sconfisse l’australiano Ken Rosewall nella finale degli US Open del 1974, divenne il giocatore più giovane a vincere il titolo a New York. Connors impiegò poco più di un’ora per battere l’ormai anziano Rosewall con il punteggio più severo mai visto nella finale del torneo: 6-1 6-0 6-1. Fu un’annata straordinaria per “Jimbo”, con i successi anche a Wimbledon e Australian Open.
10. Roger Federer – 2004 – 23 anni e 22 giorni
Grandissimo campione, ma non così precoce rispetto a diversi suoi colleghi. Nel 2004 Roger Federer due mesi dopo aver vinto il secondo titolo a Wimbledon, alzò il suo primo trofeo agli US Open, dominando Lleyton Hewitt in finale (6-0 7-6(3) 6-0 il netto score). È stato il primo di cinque titoli consecutivi per Federer a New York, imbattuto nel quarto Major stagionale fino al 14 settembre 2009, quando fu sorpreso dalla potenza di Juan Martin del Potro.
Marco Mazzoni
TAG: Carlos Alcaraz, Livetennis Magazine, Lleyton Hewitt, Marat Safin, Marco Mazzoni, Pete Sampras, storia, Us Open, vincitori US Open più giovani
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@ Diridero (#3725184)
TSO
Esempi di “ritardati” che emergono 30enni a vincere Slam non tolgono la condizione di dimostrare la propria stoffa già attorno ai 20 anni tipica di tutti i campioni.
Forse l’ unico vero “ritardato” vincitore di Slam che ancora a 20 anni era totalmente fuori dai radar, perso nel mondo “challenger”, è il Medvedev.
Però anche lui, ventenne, prima di compiere 21 anni, qualcosina ha combinato: raggiunta la posizione 65° del ranking con una finale ATP a 20 anni e 11 mesi di età.
Assieme a Wawrinka e a Thiem (e altri) merita anche le “condoglianze alla carriera” perché trovarsi con anni e anni di presenza ai massimi livelli di carature come Federer + Nadal + Djokovic non si era mai visto.
Magari un paio di anni con più giocatori fortissimi/sovrumani ci sono stati, ma dal 2007 al 2019 sono almeno 13 anni con tutti e tre i mostri in grande spolvero.
Wawrinka a 20 anni aveva già una vittoria con giocatore “top 10” e finale “ATP” raggiunta, con posizione nei primi 50 al mondo.
Wawrinka a 21 anni entrava nei “top 30” e poi ha avuto interventi chirurgici al ginocchio.
Thiem ha un numero sconsolante di finali / semifinali perse con Nadal… magari anche al quinto, ma perse.
A 20 anni si era fatto notare battendo un “top10” (Wawrinka) e raggiungendo finale ATP (Kitzbuhel) oltre ad essere sconfitto da… Nadal al secondo turno al Roland Garros.
@ enzola barbera (#3725092)
Si chiama provocazione
@ Pier no guest (#3724839)
Non meriteresti neanche una risposta ma (in ritardo perché ho da raccogliere pomodori io, a differenza tua che vivi guardando spettacoli) non discrimino nessuno…
La mia provocazione sottendeva una grande verità…
I top del tennis sono dei privilegiati e il problema dei lavoratori sfruttati e bistrattati (per i quali nessuno fa nulla) non riguarda certo loro…
Ora comprendo perché non ami discutere di ortaggi…
Fai confusione fra pomodori e ortaggi esotici rari e costosi…
Quando guadagni miliardi c’è poco da lagnarsi se “l’ambiente di lavoro”, peraltro fin troppo lussuoso e confortevole, non è perfetto…
Puoi sempre cambiare mestiere se il tuo ti fa schifo…
Il Centrale di Wimbledon non è perfetto?
Fa parte del gioco…
L’acustica della Scala non è perfetta?
Fa parte del gioco…
Ben altro è l’ambiente di lavoro dei siderurgici…
La verità è che il serbo, come sempre, fa pressione per ottenere gli orari migliori (qualcuno dovrà pur giocare di sera, ma non lui) magari anche gli arbitri che lui reputa migliori, visto che quello della finale di Wimbledon ha osato dargli un warning…
Purtroppo se il mio interlocutore magari è uno la cui più grande preoccupazione è la perfezione del costosissimo spettacolo per ceti abbienti del signor MiliarDjokovic, per me si fa dura…
Roba esistenziale, mica frivolezze…
Cmq puoi stare tranquillo…Il tuo spettacolino dorato funzionerà ugualmente anche se il serbo gioca alle 10 di sera o se l’acuto della Buratto risente della pessima acustica della Scala…
E detiene ancora il quarto posto per numero di settimane al n.1.
Ivanisevic Wimbledon a 31 anni. Pennetta USO a 34.
Non mi è partito il messaggio, riprovo.
Va considerato che all’epoca la maturità si raggiungeva verso i 23/25 anni, il declino se non il ritiro a 27/28.
Ora siano 5 anni più avanti.
Le vittorie di Murray, Cilic, Wawrinka li pongono come dei Campioni e noi avevamo le stesse aspettative per i nostri, Sinner in particolare ovviamente.
Poi arriva Alcaraz e cambia tutto… O meglio i NON esperti entrano in un loop negativo per cui “chi lo fermerà più? ” “Suoi i prossimi 40 Slam” “I nostri sono già fuori concorso”.
Dimentichiamo tutto, demoliamo tutto.
Un esempio? Noi siamo ancora emozionati al ricordo di Mennea, Simeoni e Cova. Ma scommettiamo che la prima sconfitta di Tamberi sarà seguita da “è stato fortunato” o “vinse le Olimpiadi per un accordo sottobanco”?
Siamo così: tutto subito e tutto dura poco.
secondo me c’è qualcuno che “ciocca” ancora di più. Comunque fra il vincere una medaglia alle Olimpiadi ed avere un sereno rapporto il padre preferirei il secondo…
Ma stai ancora a rispondere a quel DM?
Allora poteva scrivere che non c’è neppure un Francese, un Inglese, un Serbo, un Croato….
É solo uno spreco di pixel
@ MAURO (#3724725)
Hai detto una verità e subito è scattata la”lupara” ciao enzo
Considera che a 27/28 anni iniziava il declino. La maturità era raggiunta tra i 23/25 anni, ora siamo 5 anni oltre.
La verità è che l’arrivo di Alcaraz ha stravolto le valutazioni… Dei meno esperti.
Prima Murray,Cilic e Wawrinka che vincono oltre i 25 anni erano considerati giocatori eccezionali con traguardi raggiungibili dai nostri (Sinner su tutti) , poi arriva lo spagnolo e giù con “chi lo ferma più?! “, Obiettivo 40 Slam”, ” I nostri poca roba” .
Che è come dire che se un figlio non si laurea a 19 anni farà poca strada perché si è letto di un bambino che si è laureato a 11.
Vogliamo tutto subito e subito ce ne dimentichiamo : chi ha qualche anno ancora si emoziona al ricordo di Mennea, della Simeoni o di Cova, alla prima sconfitta di Tamberi scriveranno che ha avuto buona sorte e che l’oro olimpico fu frutto di un accordo e non di una conquista.
Scommettiamo?
La madre Cerbero era solita legare il piccolo Lendl alla rete del campo. Era la sua allenatrice e usava metodi di allenamento da codice penale. Malgrado ciò, sono certo che Ivan ancora oggi ricorderà la madre con affetto. Lo stesso Tamberi. Ha dedicato la medaglia d’oro mondiale nel salto in alto al padre, con il quale non si parla da due anni, sempre per questioni di metodi d’allenamento. Tamberi senior è stato saltista come il figlio. Partecipò alle Olimpiadi di Mosca nel 1980. Sara Simeoni ha detto che era piú pazzo del figlio. enzo
assistiamo all’incontro di due m.h. si vedono scintille….
Lendl era alla sua quinta finale Slam, quindi il principio di “manifestarsi” gia’ sui 20 anni mi sembra solidissimo.
Finali Lendl:
1981 Roland Garros (Borg)
1982 US Open (Connors)
1983 US Open (Connors)
1983 – erba !!! – AO
Questi Lendl che si divertono a contraddire le sentenze altrui, che disdetta. Aggiungo che Hewitt ha poi avuto una carriera ottima, ma non paragonabile a quella di Lendl
Lendl infatti un altro. 8 slam e 94 titoli atp. Il primo a 24 anni. Uno scarsone…
Ma come fate a scrivere certe sciocchezze? Per fare solo un nome, Andy Murray, ha vinto 3 slam, 2 Wimbledon e 1 US open, è stato n. 1 del ranking. Il primo slam vinto nel 2012 a 25 anni. Era un nome buono a riempire i tabelloni? Magari di quei 46 tornei che ha vinto?
Ma lo volete capire che non esistono leggi assolute nello sport? Che ognuno ha i suoi tempi di maturazione? Ma avete mai giocato a qualcosa nella vostra vita?
Lendl vinse il suo primo slam a 24 anni se ben ricordo. Alla fine della carriera ne aveva vinti 8…
Proprio per aver visto all’opera alcune di queste precocità, sono certo che un tennista che a 22-23 anni non ha vinto niente d’importante, è destinato ad essere uno dei tanti, utili per compilare i tabelloni, ma niente di più. Ci potrà essere l’eccezione, ma resterà tale enzo
@ Vittorio carlito (#3724844)
L’importante è partecipare per…..l’assegno! L’equivoco. Molti tifosi pensano che i nostri giocano per sport. E’ vero solo in minima parte, in realtà giocano per i soldi! Fognini e la Errani che in questi giorni rimediano favolosi 6 a 0 6 a 1 un pò da tutti, perchè vogliono racimolare gli ultimi spiccioli. Ieri sera, dopo Cobolli, l’eterna promessa mancata, hanno trasmesso Fognini; due battute ed ho girato, non perdo il tempo in questo modo. Sono stato estimatorie di Fabio, ma adesso si deve ritirare enzo
Sempre un italiano con questi commenti.
E questa è un’altra dura verità.
@ MAURO (#3724725)
I tennisti italiani hanno lo spirito olimpico l ‘ importante e ‘ partecipare.
Eh l’uomo era meticoloso a dir poco, Djokovic ha molto di Ivan che nella villa in Connecticut aveva un campo che ogni hanno faceva riverniciare dallo stesso responsabile della manutenzione di Flushing Meadows per averlo identico. In sostanza conosceva, come si diceva per i Boston Celtics ed il parquet del Boston Garden, ogni centimetro e come vi rimbalzava la palla.
Quando perse da Sampras, dopo averlo avuto (e spremuto con allenamento estenuanti con anche percorsi in mtb) come sparring nella sua dimora , lo “abbandonò” conscio di avergli dato troppo di sé.
Sampras assorbì parte della meticolosità di Lendl, seppur in modo meno evidente (giovane alquanto riservato… Pure troppo) arrivando a prendere di avere solo fusti Pro Staff made in Saint Vincent (chiedere a Courier come la prese…malissimo), quelli col primer rosso dicendosi capace di riconoscerli al buio e, ma qui siamo alla paranoia, capire quanti grammi fossero stati impiegati per verniciare i loghi sulle corde.
Altro che entrare in campo con lo stesso piede…
Bellissimo articolo 🙂
Grazie
La statistica più impressionante sono le 8 finali consecutive di lendl
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Mai un italiano in queste statistiche.
E questa e’ una dura verità.