Semifinali Internazionali Under 18 “Città di Santa Croce” : La quindicenne Tyra Grant non si ferma più. Finale azzurra da record nel doppio
Un risultato, apparentemente inaspettato, sconquassa i piani delle semifinali del Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini, organizzato dal Tennis Club Santa Croce sull’Arno (Pisa). Il norvegese Nicolai Budkov Kjaer, numero 72 al mondo ed entrato in tabellone grazie ad uno “special exempt” per la finale di sette giorni fa raggiunta a Prato, sconfigge con il punteggio di 75 63 il messicano Rodrigo Pacheco Mendez, prima testa di serie, numero 5 al mondo e favorito qui al Cerri. Se andiamo al di là dei freddi numeri tuttavia l’esito della semifinale, disputata dentro la struttura indoor per il maltempo, non stupisce più di tanto. L’impressione, fin da subito, è che da una parte della rete ci sia un tennista (Pacheco) già fortissimo e strutturato, mentre dall’altra una mina vagante in crescita esponenziale dopo l’ottima campagna italiana in tornei di grado inferiore (oltre alla finale a Prato, ha vinto Salsomaggiore tre settimane fa). “La chiave di volta del match – racconta Budkov Kjaer a caldo – è stato il break realizzato nel secondo set sul 75 2-2, quando per la prima volta ho rotto l’equilibrio in maniera netta e ho percepito un calo da parte sua. Sono felice di iniziare a cogliere il frutto del duro lavoro che ho svolto con il mio staff e anche con lo staff di Casper Ruud, con cui mi sono allenato spesso”. Il parallelismo con il suo più celebre connazionale, numero 4 al mondo e finalista al Roland Garros, viene naturale, in realtà in quanto a stile di gioco Nicolai Budkov Kjaer ricorda più da vicino degli esteti della racchetta come Grigor Dimitrov e Thomas Berdych, in virtù di un rovescio in anticipo capace di prendere il sopravvento e di una pulizia tecnica su diritto e servizio straordinari per un atleta di appena sedici anni. In finale il norvegese si troverà di fronte il qualificato Volodymyr Iakubenko, vincitore sul britannico Henry Searle per 46 75 76. Quella dell’ucraino è una favola che sembra non voler finire mai, iniziata sabato con le qualificazioni e passata attraverso sette vittorie consecutive compresa quella di oggi, di cui tre al tie-break del terzo set.
Una storia analoga va in scena nelle semifinali femminili, dove la prima favorita del seeding, la ceca Tereza Valentova (numero 13 al mondo), è battuta da un’avversaria molto più indietro nel ranking, la statunitense Tyra Grant. Ma anche in questo caso lo stupore lascia lo spazio all’ammirazione nei confronti del fenomeno quindicenne a stelle e strisce, con madre italiana e il padre Tyrone ex cestista con la maglia di prestigiose squadre europee. Che Santa Croce fosse lo scenario dell’esplosione di questa futura campionessa era ormai assodato, tuttavia Tyra va oltre le aspettative conquistando la finale contro una rivale già abituata a palcoscenici importanti. Quando l’americana accelera fa malissimo. Ad esempio nei parziali di 61 3-1 e di 4-0 al terzo a favore, in cui il match sembra destinato a concludersi presto prima che il suo gioco inizi a vacillare,
complice qualche incertezza di troppo. Valentova si rifà sotto fino al 4-3 e si porta ad un passo da una nuova rimonta: in questo game decisivo Grant stringe i denti annullando tre palle break per poi chiudere i conti con il risultato di 61 36 63. Adesso la giovanissima affronterà nella sfida per il titolo la slovacca Renata Jamrichova, testa di serie numero 2, neppure scesa in campo in semifinale per l’indisponibilità della giapponese Wakana Sonobe.
Nella penultima giornata dell’ITF di Santa Croce sull’Arno sono stati assegnati i titoli di doppio: se li aggiudicano tra gli uomini la coppia composta dal giapponese Rei Sakamoto e dal turco Atakan Karahan, che ha sconfitto con il punteggio di 64 67 10-7 gli italiani Filippo Romano/Fabio De Michele, e tra le donne il duo azzurro composto da Noemi Basiletti e Gaia Maduzzi, vittoriose nel derby contro con Ghirardato/Paganetti con il punteggio di 64 63. Le quattro ragazze italiane hanno messo a segno un record, visto che per la prima volta nella storia del torneo hanno dato vita ad una finale di doppio unicamente tra atleti del nostro paese.
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7 commenti
@ Brufen (#3573048)
per la cronaca fino a qualche mese fa Tyra si allenava al Piatti tennis center dove la zia è anche segretaria. Non so se ora la allena la madre ma ribadisco che fino poco tempo fa sia lei che il fratello erano sotto l’ala di Riccardo Piatti.
Guardategli le cosce e le natiche. Muscolose, esprimono potenza pura. Le stesse le hanno avuto le due sorelle Williams, poi Osaka, Sabalenka, Gauf, Pegula e poche altre. Poi ci sono le eccezioni, ma rare. enzo
Ma devo essermi perso qualcosa: 1. Grant ha sempre rappresentato gli USA (come il fratello); 2. chi dice che la Federazione non ci abbia provato?
Spazzata via anche Jamrichova, già 600 wta. Presa brutalmente a pallate.
L’altro giorno esprimevo ancora qualche incertezza, data la giovanissima età. Ma avendo visto questa finale (grazie a supertennix) ogni dubbio è fugato: Tyra Caterina sarà un tremendo rimpianto per Bin Aghen e i suoi yes men.
Tyra non scherza e tira dritto e sempre a tutta.
Battere Valentova non era per nulla scontato, Jamrichova è ostacolo ancor più arduo, gran bel match.
sarà visibile su supertennis??
Il norvegese kjaer potrebbe ricevere una wc in qualche torneo pro?
tornei in norvegia non ce sono…
Copio e incollo anche qui, per completezza.
Mi spiace, capisco che stai facendo il tuo lavoro di guardiano, ma non e’ cosi’. Riconosco che forse quell’”ennesimo” era un po’ iperbolico, ma il succo non cambia: la FIT se l’e’ fatta scappare.
Questa ragazza e’ piu’ italiana che americana, essendo sempre vissuta qui fino a qualche mese fa. Peraltro e’ stata cresciuta tennisticamente dalla madre, mentre il padre non sa neanche come si tiene in mano una racchetta. E la madre la voleva italiana!
La storiellina della collana con la bandiera USA e’ un bell’aneddoto per gli allocchi su Facebook, ma le motivazioni dietro la scelta di trasferirsi sono ovviamente di carattere pratico e non hanno nulla a che fare con nazionalismi o sentimentalismi vari.
Sai meglio di me quanto sostegno tecnico ed economico sia necessario per “arrivare” in questo sport. Ed e’ chiaro che questa scelta e’ stata fatta nell’interesse del futuro della ragazza, proprio come quella di un Darderi, di un Cressy o di moltissimi altri. Peraltro non c’e’ nulla da estrapolare o da interpretare, la mamma lo dice chiaro e tondo nell’intervista che ho linkato: hanno ascoltato entrambe le federazioni, e quella italiana non ha convinto mentre quella americana si. Punto. Niente di misterioso e, purtroppo, niente di sorprendente.