Amanda Anisimova si ritira temporaneamente dal tennis per affrontare problemi di salute mentale
La salute mentale è un argomento sempre più discusso nel mondo dello sport e recentemente Amanda Anisimova, tennista statunitense e numero 46 al mondo, ha deciso di parlare apertamente di questa importante tematica. La giovane atleta ha annunciato sui social media che si prenderà una pausa dal tennis per dedicarsi al proprio benessere mentale, con l’intento di ritrovare se stessa.
Amanda ha dichiarato: “Sto lottando con la mia salute mentale dal 2022. Ora, è diventato insostenibile partecipare ai tornei di tennis. Al momento, la mia priorità è il mio benessere mentale e mi prenderò un periodo di riposo. Ho lavorato duramente per superare questi problemi. Mi mancherà stare fuori dal campo e sono grata per tutto il sostegno ricevuto”.
Anisimova sta attraversando un periodo difficile nella sua carriera, avendo ottenuto solamente tre vittorie e subendo otto sconfitte nel corso dell’anno. L’ultimo insuccesso è avvenuto al recente WTA 1000 di Madrid, dove è stata sconfitta facilmente dalla numero 107 al mondo, Arantxa Rus, con un punteggio di 7-5 6-2.
La decisione di Amanda Anisimova di prendersi una pausa dal tennis per affrontare i suoi problemi di salute mette in luce l’importanza di prestare attenzione al benessere psicologico degli atleti. Non è la prima volta che una figura dello sport decide di mettere in pausa la propria carriera per concentrarsi sulla propria salute, e il coraggio di Anisimova nel condividere la sua esperienza potrebbe incoraggiare altri atleti a seguire il suo esempio.
In conclusione, il caso di Amanda Anisimova ribadisce l’importanza di considerare la salute mentale degli atleti come un fattore cruciale per il loro successo e il loro benessere complessivo. Prendersi cura della propria mente è fondamentale per poter affrontare al meglio le sfide che lo sport pone, e il dialogo aperto sul tema può contribuire a creare un ambiente più sano e sostenibile per gli atleti di ogni livello.
TAG: Amanda Anisimova
Anni fa, Venus Williams in una intervista poco notata disse che moltissimi giovani ricorrono a prodotti “calmanti” o “eccitanti”, la cosa era ritenuta quasi “abituale” o “normale” per moltissimi.
Di sicuro il professionismo spinto a livelli alti può fare anche brutti scherzi.
debole come la osaka
Lasciatela stare
Io concordo con te.Il mio “richiamo” ad una moderazione nei forum è perché ognuno di noi può dare sempre un apporto, anche minimo, ma sia in negativo che in positivo.
Qui, lo sappiamo, si punta spesso il dito verso una ragazza italiana che per ora non ha raggiunto quanto l’entourage aveva garantito. Ma perché gioire delle sue sconfitte? Per una forma di rivalsa? Non è una campionessa ma perché dovrebbe evitare di leggere queste pagine per non incorrere in commenti su di lei?
Quanto ai genitori ci sono situazioni in cui i circoli organizzano appuntamenti con lo psicologo ma ti assicuro che più che per i ragazzi dovrebbero essere fatti per i genitori. Avere un agonista a casa, oggi, non è come una volta quando i ragazzini li veniva a prendere la corriera, giocavano la partita e tornavi a casa. E neppure i genitori chiedevano il risultato ma se coi compiti eri a posto. Altro che ora, analisi del match, il ritorno in auto è angoscioso se c’è stata una sconfitta.
Mi sembra solo l’ennesimo caso, spia di una situazione che, ultimamente, molti atleti non solo stanno iniziando a “denunciare” ma – e questo è un bene, pur con l’inevitabile amarezza del caso – anche a non accettare più supinamente.
E se questo presuppone un ritiro, o un momentaneo stop, allora ben venga.
Penso, che so, alla Osaka o a Mardy Fish, ma anche ad alcune recenti interviste a Krygios, a Musetti, a Paire, o alle rocambolesche partite dell’ultimo periodo della Muguruza: tutte situazioni in cui mi sembra che un certo disagio (stati d’ansia, attacchi di panico, incapacità di gestire lo stress pre, post e durante un match) sia, in qualche modo, evidente e palese.
Se non, in certi casi, apertamente dichiarato.
Insomma, forse – ma non solo a livello di atleti, ma anche di coach, di preparatori e di tutto l’entourage che circonda il mondo di un professionista sportivo – andrebbe maggiormente considerato quel discorso sul “fallimento” mirabilmente espresso, in poche, semplici ma fulminanti parole, da Giannis Antetokounmpo nella famosa intervista.
E anche il mondo dell’informazione sportiva, a mio avviso, dovrebbe rifletterci un pochino su.
@ Pier no guest (#3544558)
Veramente il giovane dovrebbe essere aiutato ad affrontare la realtà, non a illudersi di avere in questo o quello un livello che non gli pertiene. Prima o poi arriva il conto salato del mondo esterno, in cui, non abituati al ridimensionamento, si finisce per fallire completamente. Forse il problema è fino a che punto i genitori accettino una riduzione delle aspettative del pargolo rispetto alle loro attese di eccellenza in questo o quel campo. Anche perchè le pretese tendono via via ad aumentare, per cui concesso x, si passa successivamente a pretendere y. Il risultato poi è aver aiutato a creare una personalità che poggia sull’illusorio. E le illusioni prima o poi si perdono. Tra l’altro comitati di genitori in varie nazioni europee propongono la totale abolizione dei compiti, che condizionano troppo la vita “sociale” dei figli. Come dire che si vuole essere pagati anche senza svolgere nessuna delle incombenze del proprio lavoro. Pensino piuttosto a diseducare i figli al mito del successo a tutti i costi, questo creerà sicuramente minor pressione. L’assioma del you want you can si è rivelato disastroso anche in America, se ne stanno accorgendo da un po’ di anni. Quanto ad Anisimova, forse la società americana, che tanto punta sullo star system, ha avuto un impatto dirompente anche su di lei. Campioni o stelle adulte e affermate sono andate in frantumi per questo, figuriamoci una ragazzina così giovane in più orfana di padre. Ecco perchè bisognerebbe evitare i facili entusiasmi per ragazzine che, quindicenni o poco più, vengono sbattute nell’arena mediatica e innalzate a traguardi ancora del tutto ipotetici da parte degli appassionati. Che poi non raggiunti per qualche intoppo, non possono che generare frustrazione. Icaro è precipitato perchè le ali che aveva non erano ancora sostenute dalle capacità di controllarne i limiti.
Grazie e ne approfitto per fare un esempio:sai perché molti ragazzini e bambini che giocano a tennis vanno in crisi? Perché la sconfitta in un match, grazie agli strumenti odierni, è subito saputa da tutti. Per cui ti trovi il messaggio o la domanda, anche tra genitori intendo, del tipo: ma davvero ha perso con quello?
Sembra una banalità ma è uno stress, la sconfitta diventa un pubblico ludibrio. Ho visto u. 12,prima di mollare l’attività,essere portati da genitori impazziti a fare tornei fuori regione per non avere punti di riferimento. E questo anche con ragazzi più grandi.
Ai miei tempi se perdevo o meno lo scoprivi andando al circolo a leggere i tabelloni. Ora in tempo reale sanno tutto.
Stupidaggine? Proviamo a metterci nei panni di un giovanissimo, che anziché giocare e divertirsi non deve deludere i genitori con una sconfitta inopinata, soprattutto con un “diretto concorrente”.
Girate per i tornei under e capirete.
@ Pier no guest (#3544889)
Ha perfettamente ragione, al di là del caso specifico e dei drammi familiari che possono esserne alla base. Nella scuola mi accorgo di tanta sofferenza, non si può semplificare e prendersela con i ragazzi per la loro fragilità. I ragazzi hanno spesso anche genitori o situazioni complesse di cui non sono responsabili. Credo che sia necessario valorizzare il processo di crescita più della prestazione: l’esasperazione dell’agonismo nell’attività sportiva a tutti i livelli a mio parere non aiuta. Ovviamente non ci sono soluzioni semplici e capisco che in un forum di tifosi possa apparire un intervento privo di senso. Buona domenica
@ cataflic (#3544812)
Non sono d’accordo, ogni giocatrice ha il suo stile, Kasatkina, Errani, Sorribes, Bronzetti, Trevisan ecc. sono l’esempio. Se stiamo in top 10,Sabalenka tira a tutta, Swiatek ha una palla veloce e lavorata, è completa, Pegula si difende bene sfruttando la forza delle altre giocatrici, Sakkari utilizza grande topspin e ha tocco, Jabeur ha un tennis tutto suo. Sarebbe più corretto dire che il tennis giocato da Anisimova richiede fiducia e forma fisica maggiore, perché non può limitarsi a buttare di là la palla.
Ma infatti da lì non si è più ripresa povera
Bella risposta. Quindi, ipotizzando che non leggano si è autorizzati ad essere maleducati? Violenti nelle opinioni? E se a leggere fosse un genitore o un fratello o in altro a lui vicino?
Si dovrebbe tifare, commentare partendo dal “ci capisco poco ma perché fa così? ” ed invece no, si esulta se un giocatore perde a compensare la sconfitta del proprio beniamino.
Chi fa così con lo sport “sano” non ha nulla a che fare.
@ Betafasan (#3544643)
Non è colpa mia se non capisci.
Figurati se mi dedico a chi neppure sa leggere un commento.
P.s. quando ogni ULSS denuncia seri problemi nell’assistenza al disagio giovanile riflettiamoci.
Bella risposta. Quindi, ipotizzando che non leggano si è autorizzati ad essere maleducati? Violenti nelle opinioni? E se a leggere fosse un genitore o un fratello o in altro a lui vicino?
Si dovrebbe tifare, commentare partendo dal “ci capisco poco ma perché fa così? ” ed invece no, si esulta se un giocatore perde a compensare la sconfitta del proprio beniamino.
Chi fa così con lo sport “sano” non ha nulla a che fare.
Ma pensate ancora che i tennisti professionisti leggano i forum?! Ma via, non farete mica sul serio?!
Per me molto del problema nasce dal fatto che a vedere giocare le “nuove leve” sono tutte una fotocopia una dell’altra e le differenze sono praticamente tutte di carattere mentale e giocare così è davvero molto stressante.
Almeno tra gli uomini c’è chi gioca carico, chi piatto, chi corre, chi tira mine da fermo, chi sa giocare a rete, chi fa palle corte, chi ha il rovescio a 1 mano, chi a due….insomma, ogni giocatore ha una qualche caratteristica sua che gli rende magari difficile completarsi, ma almeno può andare per la sua strada.
Tra le donne si gioca davvero sui millesimi, su quella che ha ancora la forza di correre quel cm in più al 138simo scambio e a volte si fa anche fatica a riconoscerle.
Infatti poi quelle che fanno due cose diversamente sono davanti alle altre.
Qua nel forum spesso si polemizza, ma è bello vedere che di fronte a cose più serie ci si trovi in sintonia. Il più grande augurio alla ragazza è che ritorni più forte di prima.buon tennis a tutti
Giorni fa la ragazzina allettata, oggi lei: se non ci diamo una calmata con le pressioni le esasperazioni e con “l’iperproduttività”, se non la piantiamo coi laboratori con gli staff sempre più numerosi esigenti e sanguisughe… se non ci calmiamo qui va a finire male e i casi come questi saranno sempre di più.
Chi mi garantisce che il prossimo non sarà, che so, Musetti?
@ Betafasan (#3544643)
Parlare di vessazione…!! corettore di caxx
@ Pier no guest (#3544558)
Sono stufo di sentire qs cose sui giovani!… Poverino lo criticano… è sotto pressione… Smettiamola di parlare di cessazione nei loro confronti! Quando io prendevo brutti voti a scuola era colpa mia e basta…non c’era accanimento,non avevo studiato abbastanza o ero stato disattento! Oggi a scuola hanno i sostegni psicologici e tanti aiuti poi a 18 anni abbiamo dei poveri
Omuncoli…pieni di insicurezze e paure
@ Gaz (#3544556)
Certo, devono essere le critiche di sconosciuti il problema e non molto più probabilmente le pressioni interne di agenti, coach, agenzie, sponsors etc.
Arriva “per caso” a una sf Slam,ai tempi quando origine russa capelli biondi occhi chiari era ancora visto cone la più marketizzabile delle immagini, poi lei non mantiene le attese che chi di sopra le aveva affibbiato e ora è in crisi xché non regge la pressione. Aggiungi il fatto che bianca capelli biondi origine russa ora viene visto come il male dei mali e lei si ritrova come “una qualunque “
Notizia che fa riflettere, che ci mostra il lato “oscuro” di questo sport ma che riguarda anche altre discipline ovviamente.Non ne conosciamo l’origine ma poniamoci al posto di un atleta, magari giovanissimo (e quindi in costruzione tecnica ma anche psichica) che magari legge di tutte le sue carenze, di tutte le sue incapacità, del coach da cambiare, della posizione in campo…
E poi alcuni genitori ritengono vessatorio l’uso dei voti scolastici perché lesivo dell’autostima del figliolo: meglio un giudizio morbido,che generi nel ragazzo fiducia.
E poi sui forum si dice peste e corna, si denigra, altro che incoraggiare. E lo si fa senza competenze ma soprattutto senza scrupoli.
Bisognerebbe fare qualche riflessione in merito a volte.
I suoi risultati avevano avuto un brusco stop da un paio di anni,le ultime sconfitte carta carbone della stessa Muguruzza sono state qualcosa di letale,ci sono tante in difficoltà prettamente mentale.
La ricchezza non dà felicità,cosa illusoria,esiste solo il benessere,e non dipende da fattori esterni.
Qualunque esso sia è un vivere male sotto ogni aspetto. Purtroppo io ne so qualcosa e non ne sono mai uscito fuori.
Brutta faccenda, arrivare a bruciare parte dei pochi anni di carriera agonistica che il corpo ci regala denota una situazione piuttosto grave.
Spero per lei che possa, se non risolverle, imparare a convivere con le sue ansie.
Depressione?
Ma esattamente ha accennato a quale è il suo problema?
Non so se possa essere considerato perché sono già passati alcuni anni, però ricordiamo che ancora minorenne Amanda ha perso il padre, che era anche il suo coach. Sono drammi che non si possono dimenticare.
il cognome non mente evidentemente… apparte gli scherzi, bene che questi aspetti stiano venendo sempre più presi in considerazione seriamente