Il Conde de Godó: curiosità e storia del Real Club de Tennis Barcelona 1899
Le statistiche dicono che il numero di turisti che ogni anno approdano a Barcellona sfiora i 30 milioni, tanto che in diverse occasioni i cittadini hanno protestato pubblicamente, in particolare contro il cosiddetto “turismo de borrachera” che congrega, specialmente nella zona del lungomare della Barceloneta, mandrie di caciaroni avvinazzati non certo sensibili nei confronti delle norme minime del rispetto sociale. Ma anche senza arrivare a questi estremi, chi ha avuto occasione di conoscere questa bellissima città sa bene che le zone più turistiche sono quasi sempre sovraffollate e la loro visita non risulta delle più agevoli.
Ma Barcellona non è solo le Ramblas, il Barrio Gótico, la Sagrada Familia o il mercato della Boquería. Come succede in tutte le grandi urbi, esiste un’altra vita, più autentica nella sua quotidianità, quella dei quartieri, dai più popolari ai più esclusivi. Se per esempio passeggiate per Pedralbes, nel distretto di Les Corts, avrete sensazioni ben diverse rispetto al groviglio di code, venditori ambulanti, negozi di souvenir, artisti di strada e saltimbanchi che pullulano nelle zone più turistiche della città. I ritmi e la densità di popolazione sono più a misura d’uomo, così come i non pochi punti di interesse turistico: i Pabellones Güell, opera dell’onnipresente architetto modernista Antoni Gaudí, un interessante monastero gotico, i rilassanti giardini del Palacio de Pedralbes o, se siete meno contemplativi e più amanti del calcio, il famoso Camp Nou, lo stadio del Barça. I prezzi al metro quadro da queste parti non sono esattamente popolari ed è uno dei quartieri di lusso con maggiore concentrazioni di vip della città, come il cantautore Joan Manuel Serrat, il tenore José Carreras, l’ex calciatore Pep Guardiola e, in tempi non sospetti, anche Shakira e Gerard Piqué, quest’ultimo noto per essere stato complice di almeno due gravi efferatezze: aver ispirato la canzone-vendetta della cantante colombiana dopo la loro separazione e, soprattutto, avere contribuito alla distruzione della coppa Davis.
Pedralbes regala una sorpresa succulenta per gli amanti del tennis perché, nascosto in mezzo alle case, si apre quasi magicamente uno spazio inatteso, un circolo lussuoso con ben 20 campi, il mitico Real Club de Tennis Barcelona 1899. La sua storia è comune a quella di molti altri circoli, come per esempio Bordighera o Montecarlo, fondati nella mite Europa mediterranea da britannici abbienti alla ricerca di un sole e di un mare più accoglienti, di un locus amoenus dove poter svernare senza abbandonare racchetta e palline. Nasce così, grazie al contributo di diverse famiglie inglesi e nel clima di apertura della città dovuta alla Primera Exposición Internacional, il Barcelona Lawn Tennis Club, situato originariamente nei pressi del noto Paseo de Gracia. Dopo diversi cambi di sede e la celebrazione dei primi campionati, nel 1953 il conte Carlos Godó Valls, presidente del club, promuove la disputa, nell’attuale sede di Pedralbes, del primo Trofeo Conde de Godó, che si trasformerà in un appuntamento classico della stagione europea su terra battuta e nel più importante torneo spagnolo, solo superato in tempi recenti da Madrid.
Questi settant’anni di storia del “Godó” – nome con il quale si continua ad indicare il torneo, ora denominato ufficialmente Barcelona Open Banc Sabadell – hanno visto sfilare le più prestigiose racchette del circuito, dall’americano Vic Seixas, vincitore nella prima edizione, fino al campione in carica Carlitos Alcaraz. Fra i più laureati, come no, Rafa Nadal con dodici trionfi, seguito dai “gregari” Orantes, Emerson e Wilander con tre e, con due, da Herbert Flam, Manuel Santana, Ilie Năstase, Björn Borg, Ivan Lendl, Kent Carlsson, Andrés Gómez, Thomas Muster e Kei Nishikori, ai quali dobbiamo aggiungere, ancora con bandiera australiana, Martin Mulligan, vincitore nelle edizioni del ‘67 e del ’68, proprio agli inizi dell’era open e subito prima di diventare cittadino italiano.
(foto di Paolo Silvestri)
Ci aggrappiamo a questo mezzo risultato perché il bottino degli italiani a Barcellona non è dei più ricchi: abbiamo Giuseppe Merlo finalista nel ’60 (- Andrés Gimeno) e Adriano Panatta nel ’75 (-Borg), che si rifarà solo vincendo il doppio nel ’79 in copia con Bertolucci (+ Kirmayr/Motta), risultato raggiunto anche da Diego Nargiso in coppia con Horacio de la Peña nel ’91 (+ Becker/Jelen). Ma parlando di italiani non possiamo dimenticare la piccola-grande impresa di Stefano Galvani nell’edizione del 2002, quando passa le qualificazioni battendo un giovanissimo Nadal (con cui tra l’altro può vantare un H2H di due a zero a favore, avendolo già battuto nel Challenger di Siviglia nel 2001), per poi inanellare due prestigiose vittorie contro Ljubicic (46-61-76) allora intorno alla trentesima posizione del ranking, e Kafelnikov (76-62), testa di serie numero 2 e numero 4 del mondo, per cedere al terzo turno contro Albert Costa (57-67), poi finalista e vincitore, lo stesso anno, del Roland Garros.
Il Real Club de Tennis Barcelona 1899 è stato anche sede di numerose eliminatorie di Coppa Davis e annovera fra i suoi soci Rafa Nadal, oltre a molti nomi illustri del tennis iberico di ieri e di oggi, come Arantxa ed Emilio Sánchez, Conchita Martínez, Carlos Moyà, Albert Costa, Andrés Gimeno, Carlos Costa, Tommy Robredo, Félix Mantilla, Pepe Higueras, José Luis Arilla, Rosa Torras, Lourdes Domínguez, Alberto Berasategui, Julián Alonso, Carmen Perea, Tomás Carbonell, Francis Roig o Galo Blanco.
(foto di Paolo Silvestri)
Io, nel mio piccolo, ho avuto la fortuna e il privilegio di poter giocare su questi campi, di respirare l’atmosfera della storia, di conoscere dall’interno una struttura elegante e sobria al tempo stesso. Con il leggero brivido che comporta calcare uno scenario mitico.
Paolo Silvestri
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Giusta precisazione e bel desiderio! Grazie
il circolo e’ bello ma piccolino, piu di un torneo di medio livello non puoi fare comunque.
Grazie a te!
Grazie! Veramente non ho trovato grandi differenze, ma ci ho giocato a giugno con molto caldo e sole, quindi con condizioni che velocizzavano i campi.
@ BetAce (#3505795)
Grazie!
@ Oh, Reilly? (#3506275)
Perdonami, ma non condivido il tuo commento. La qualità di scrittura di Paolo è eccellente.
Buon tennis
Un’ulteriore curiosità…a Barcellona Simone Vagnozzi ottenne il suo miglior risultato a livello Atp e sconfisse tra gli altri anche Juan Monaco. Venne sconfitto negli ottavi al terzo set da Ferrero. Speriamo che a distanza di un po’ di anni sugli stessi campi i due si possano risfidare ma questa volta in veste di allenatori
L’articolo su uno dei più antichi club europei sarà stato anche interessante ma io mi sono fermato a “mandrie di caciaroni avvinazzati”.
Nei commenti si passa oltre, negli articoli ci si aspetta altro.
Si cerca evidentemente di attirare un certo tipo d’utenza con queste espressioni e stile di scrittura.
Buona lettura agli altri.
visto che ha avuto il privilegio di giocare su quei campi, mi farebbe piacere chiedere a Paolo come ha trovato i campi rispetto a quelli italiani, se sono davvero più lenti della media come si è tante volte letto in articoli, e se ha potuto giocare su altri club dove si organizzano tornei internazionali. Bravo!
Inventore del topspin no, di certo di un lift esasperato si.
Galvani-Nadal 2-0
De Rossi-Sinner 1-0
insomma la vera favorita per la Davis è San Marino
Indimenticabile l’anno in cui trionfo il diavolo Kent Carlsson l’inventore del top spin…che bei tempi
Grazie a Paolo Silvestri per averci introdotto nell’atmosfera e nella storia di questo torneo. Quest’anno le probabilità che un italiano sollevi il trofeo non sono poche.
Bellissimo articolo nonchè bellissima città(vi sono stato 4 volte, ogni volta me ne innamoro sempre di più, sarà perchè per certi versi mi ricorda la mia Napoli) e bellissimo torneo(non è un caso che ogni anno vanta sempre un entry-list di livello superiore ad un generale 500)!
Oddio, bella città, soprattutto il Paseig de Gracia, ma nel panorama europeo c’è decisamente di meglio
Bellissimo torneo con una storia ormai lunga e molto affascinante. Poi aver saputo nell’articolo che il buon Galvani fosse negli head to head con Nadal 2-0 mi ha sorpreso piacevolmente… davvero da raccontare ai nipotini.
Aspettiamoci ora un’altra bella settimana di tennis, magari con gli italiani protagonisti.
Il torneo di Barcellona È ancora il più importante torneo che si disputi su territorio iberico, checché ne pensi chi sta a guardare solo i punti attribuiti e il montepremi!