Navratilova: “Per quanto hanno rilevato i medici, non ho più il cancro”
Martina Navratilova sembra aver vinto una delle battaglie più dure della sua vita, quella contro il cancro. La 66enne immortale campionessa americana nata in Cecoslovacchia alcuni mesi fa aveva scosso il mondo dello sport (e non solo) rivelando di aver ricevuto una diagnosi negativa, cancro alla gola e al seno al primo stadio. Si disse fiduciosa di poter lottare e sconfiggere la malattia, fortunatamente trovata allo stadio iniziale, quindi si è sottoposta a tutte le cure necessarie, proprio come l’amica ed eterna rivale Chris Evert, anch’essa in piena lotta contro un tumore.
Ieri sera, nel corso del programma TalkTv di Piers Morgan, ha affermato: “As far as they know I’m cancer-free”, ossia, per quello che hanno rilevato i medici, non ho più il cancro.
È la seconda volta che Martina ha combattuto e sconfitto un cancro: si era già sottoposta a un trattamento per un cancro al seno in fase iniziale nel 2010. Stavolta si è accorta che qualcosa non aveva trovando un linfonodo ingrossato nel collo proprio mentre assisteva alle finali WTA in Texas lo scorso autunno.
“Ho notato che il mio linfonodo sinistro era ingrossato e ho pensato che fosse dovuto a un vaccino contro l’herpes zoster che avevo avuto una settimana prima”, afferma Navratilova a TalkTV, “Ma poi un paio di settimane dopo non è andato giù, quindi ho chiamato il dottore”.
I risultati della biopsia indicavano un cancro, ma l’ex campionessa ha dovuto aspettare quattro giorni per scoprire da dove provenisse nel suo corpo. Navratilova ha raccontato di aver vissuto momenti davvero difficili durante la malattia a causa del trattamento con radiazioni ogni giorno per tre settimane e tre cicli settimanali di chemioterapia, che ha affermato essere “sicuramente la cosa più difficile che abbia mai fatto”.
“Questa è stata la parte difficile perché la prima settimana è stata sia chemio che radioterapia allo stesso tempo”, ha detto. “Quando inizi a sentirti male non sei sicura se sia dovuto alla chemio o al protone (relativo alla protontercapia, ndr). Non ho davvero sentito il protone fino alla terza settimana, ma poi ti fa male la bocca e la gola inizia a chiudersi. Ti senti gonfia, è una situazione molto scomoda, e il protone rende strana la tua saliva. Non assaggi davvero le cose nel modo giusto. La chemio fa la stessa cosa alla tua gola ma poi la secca. Ti senti colpita da tutte le parti”.
Navratilova ha terminato una lunghissima carriera vincendo ben 59 titoli del Grande Slam, 18 titoli di singolare e 41 trofei di doppio e doppio misto, che restano il record assoluto, così come i suoi nove successi in singolare di Wimbledon. In tutto ha vinto 167 titoli di singolare e 177 di doppio. Una grandissima lottatrice, come ha dimostrato ancora una volta contro la malattia.
TAG: cancro, Martina Navratilova
@ Renato72 (#3460598)
@ Renato72 (#3460598)
Nooo, sono andato a rivederle …capirai ho fatto 5 metri dal divano. La seconda è Graphil, no Graphite. Oggi non so dirti se l’avessi mai notato!
Ma certo che lo so. Mi sembra che l’abbia usata che RAI 3 trasmetteva ancora Wimbledon, ma non da “subito” dove per subito intendo ’86. Lei l’ho conosciuta con altra e credo fosse un esperimento tra un contratto e l’altro. Comunque, a parte Lei, c’erano McEnroe, Graf, Canè e Camporese (della “rossa”, se ricordi, abbiamo già scambiato parole), cioè buona parte del mio seguito preferito, tolto l’idolo svedese. Anzi, per dirla tutta, John e Steffi all’inizio mi stavano un po’ sul… ho cominciato ad apprezzarli successivamente
Martina, mi dispiace per la Graf ma Martina indimenticabile campionessa, femminile simpatica e alla mano. Felicissimi per lei….
La prima serie non riportava la scritta “raphite injection” presente sulla serie del 1986 mentre nel 1988 troviamo”grafil injection “.La prima serie tendeva si a piegarsi, era molto sensibile al calore ed aveva la vernice durata delicatissima.
Ci ho giocato da ragazzino e ne ho ancora 4.Sai che la usò pure la Navratilova?
@ Pier (#3459626)
Graphite injection sicuro! Ce l’han scritto! Scolorita quella usata parecchio, quella di scorta molto meno. Piegarsi no, ma flessibile a mo’ di fionda. A proposito di piatto curvo, ma ricurvo in avanti come un becco? Mi regalarono una Maxima di legno biancorossa a quella maniera, ma io avevo già le altre… non ho manco idea di che fine abbia fatto
Wilander usava la Rossignol F200, la Snauweart era utilizzata da Mecir(legno e graphite) e Pernfors;la Ergonom era la famosa racchetta con piatto corde “storto”, creata da Gibello quando a 40anni iniziò a giocare a tennis.
La Max200g di Mac ha esordito nel 1982 (ma potrei sbagliare), prodotta in England e famosa perché si “adattava” alla forza impressa. Costruita in graphite e nylon aveva due difetti : si scoloriva e tendeva a piegarsi. La tua era la versione successiva, la “graphite injection”.
@ Pier (#3459315)
La Snauwaert… chi l’aveva, Wilander?
Che tempi! I costi pazzeschi, ma non so quanto sia meglio ora. La prima Max200G nell’87 o ’88 mi sembra di averla pagata 190mila lire, scontata! Erano tanti tanti e non era manco una novità visto che girava da tre/quattro anni
Una STELLA DI PRIMA GRANDEZZA! DIFFICILMENTE OSCURABILE FINO AD ORA! UN GRANDE ABBRACCIO… GRAZIE DI TANTE BELLE EMOZIONI!!
La Più importante campionessa in tutti i campi! Era favoloso vedere i suoi incontri! Non ne perdevo uno e ai tempi trasmettevano tutti gli slam sulla Rai!!
@ enzolabarbera1938@libero.it (#3459164)
No penso… oggi nel calcio e nel ciclismo circola di tutto!!
Caro Enzo, per quel ricordo, mi sa che avevi accennato che scrivevi, qualche tempo fa per una rivista del settore (tennis). Sinceramente hanno fatto bene a perderti.
Pensa e conta, non fino a 10, ma fino a cento o mille se necessario prima di scrivere. E poi rileggi il commento altrettante volte.
Su Martina uomo non meriti una risposta.
Sugli effetti nel lungo periodo di farmaci che gli atleti assumono non ci sono ancora studi conclusivi o certezze sulla relazione causa effetto anche se qualche dubbio è giustificato.
Va detto che conosco un buon numero di pazienti oncologici e nessuno di questi ha mai fatto sport agonistici.
Nella maggior parte dei casi capita e basta.
Mamma mia come mi piaceva vederla giocare.Quelle volèe….mancina e definitiva.Inarrivabile
Commenti gretti come il suo,e a maggior ragione quando riguardano la salute delle persone, dovrebbero essere censurati dalla redazione. A meno che li lascino passare per mostrare la meschinità di alcuni individui.
Hai perso un’altra occasione per tacere….peccato!
Eh si la segatura… chi se la ricordava più… lendl se ne riempiva le tasche dei pantaloncini…
@ Mauriz70 (#3459268)
@ Renato72 (#3459305)
Ed a proposito di Duralift (erano anni in cui se rompevi una corda si sostituiva solo quella) l’inventore fu Carlo Gibello,lo stesso delle Snauweart Egonom e dalla cui figlia ne ho appena acquistata una.
La segatura, spesso in una scatola sulla recinzione a bordo campo, oppure le garze (i primi overgrip) sopra il cuoio , praticamente indistruttibile.E altro che silicone nel manico… Sui primi manici in poliuretano i giocatori forti inserivano dei piombini.
Le racchette costavano molto, idem corde e palline (le Tretorn “rimbalzavano sempre”, erano senza, pressione e le prime ad essere vendute a quattro e dentro una scatola…e le prime ad essere colorate, ne avevo di arancioni).
Il tennis sotto questo aspetto è diventato molto più accessibile,ma va detto che un’ora di campo a Milano o un’incordatura costa 2/3 volte in più rispetto ad una piccola città. Per molti un hobby insostenibile.
Grande Pier! E la segatura?
Forza Martina, per me la più forte di sempre (non me ne voglia la Steffi).
Fisico “muscolare” come le donne dell’Est, tanto più se necessariamente allenate, ma neanche così grossa…allora che dire di Serenona???
P.S. Enzo, sei …indecoroso
@ enzolabarbera1938@libero.it (#3459164)
È certamente omosessuale, ma è indiscutibilmente una donna come tu sei un…
Eh si caro Pier..bel post , mi hai risvegliato vecchi dolci ricordi. ti aggiungo il profumo del cuoio sui manici delle racchette di legno, i duralift, le palle Tretorn ma se vado indietro nel tempo credo che questo splendido sport, nonostante le evoluzioni tecniche, dei materiali, degli sponsor e dei tanti soldi che girano rimanga , rispetto ad altre discipline, il piu’ affascinante e anche il piu “pulito” tra tutti 🙂
Bellissima notizia
Bellissima notizia ma in questi casi meglio essere cauti. Si è fuori solo dopo qualche anno dalla prima diagnosi. Incrociamo le dita
Thomas Seyfried è un dottore che si occupa del cancro dal punto di vista del Metabolic desease.
Magari qualcuno è interessato.
(Thomas N. Seyfried is Professor of Biology at Boston College, and received his Ph.D. in Genetics and Biochemistry).
Auguro alla ex grande giocatrice Martina Navratilova di superare ogni ostacolo. Quando lavorai in quel settore, si entrava in allarme rosso soprattutto per quelli polmonari. Venivano fuori delle tensioni inimmaginabili tra i due reparti.
Penso che la parola ‘multidisciplinarietà’ sia la chiave. E la terapia metabolica è importante.
Saluti.
Bella notizia…un mito Martina.
Che donna. Forza e fragilità, atletismo e classe,coraggiosa in campo e fuori nonostante timidezza ed insicurezza. Ha portato nel tennis l’attenzione per l’alimentazione ed la parte fisica abbinando li ad una tecnica fantastica. E poi ha portato il diritto di essere sé stessi, fuggendo da un regime (come la Comaneci e poi Lendl) e soprattutto di mostrarsi per ciò che era ed è. A volte guardiamo a Federer e Nadal come i due amici ma la vera amicizia nella sfida per la vittoria è stata quella tra lei e la Evert.
Sono passati 50 anni … All’orizzonte non si vede nulla di neppure lontanamente paragonabile.
A volte ci dicono che siamo vecchi, nostalgici, ma chi ha vissuto quell’epoca ha goduto d’altro. Ha goduto delle sfide epiche, dell’odore delle corde, dell’olio che lasciavano sulle mani, della paraffina, dei foderi bellissimi, di una scatola che conteneva le scarpe tanto desiderate e che ti sarebbero durate a lungo, della maglietta a rombi di Ivan o la Fila di Bjorn o la Tacchini di John.
Altra epoca, altro fascino e…la gioventù.
Una delle più grandi tenniste insieme alla Graf
Auguri a lei, grande campionessa. Il dubbio però che invece di campionessa sia stata un campione, rimane. Però in questi momenti non si può che augurargli ogni bene. La Chris Evert è molto più femminile. Poveretta, anche lei lotta contro il cancro. Non sarà che nel corso della loro carriera sportiva, buttano giù un sacco di schifezze per migliorare il rendimento? enzo