Lehecka, prossima collaborazione con Berdych?
La scorsa settimana nel corso del match tra Jiri Lehecka e Sasha Zverev a Dubai, non è passata inosservata la presenza di Tomas Berdych nel box del ceco. L’ex n.4 del mondo, uno dei tennisti più forti appena dietro ai “Fab4” dell’epoca recente, ha rilasciato una breve intervista al sito ATP nella quale ha raccontato il motivo della sua presenza al fianco del giovane connazionale. Berdych stava rientrando da una vacanza, con scalo del volo a Dubai; per questo ha deciso di prolungare di qualche giorno la presenza nel paese arabo, approfittando della settimana del torneo e della forte amicizia con Michal Navratil, proprio il coach di Lehecka. Per questo è stato insieme ai connazionali nel corso dell’evento. In realtà, Berdych è stato anche visto allenarsi proprio con Jiri e intrattenersi con lui in qualche lunga chiacchierata. Possibile una prossima collaborazione?
Berdych non si è lasciato sfuggire molti dettagli – come nel suo stile di persona pacata e riservata – ma non ha affatto chiuso la porta alla possibilità che, leggendo tra le righe, forse lo stuzzica assai.
“Sono sempre stato una persona guidata dall’istinto, uno che ha vissuto le sensazioni in ogni momento, quindi vedremo cosa succede, come si sviluppano le cose. Al momento non c’è nessun tipo di impegno sul tavolo, che non credo nemmeno sia necessario. La sua squadra è una grande squadra, sono forti, stanno facendo tutto bene, svolgono un ottimo lavoro, quindi quando arriverà il momento giusto lo vedremo”, così afferma Tomas.
Al finalista di Wimbledon 2010 il gioco di Lehecka pare molto interessante e con enormi margini di crescita: “È molto giovane ma, con quello che ho visto in questi giorni, il modo in cui struttura il suo gioco è impressionante. Ritengo sia molto bravo, quello che mi piace di più è la sua preparazione fisica, ha un corpo forte, è qualcosa con cui la maggior parte dei ragazzi della sua età tende ad avere problemi. La maggior parte di loro tende ad aver bisogno di più muscoli o manca di potenza, ma questo non è assolutamente il suo caso, cosa che adoro e che lo aiuterà moltissimo nel corso della sua carriera”. In effetti, la maggior parte dei giocatori in questa fase storica soffre di moltissimi problemi fisici e infortuni, soprattutto di tipo muscolare. Possedere una struttura resistente ed esplosiva può essere un punto di forza non indifferente.
C’è chi paragona Tomas a Jiri, e lo stesso 21enne, n.47 ATP, non nasconde di rivedere nel suo gioco alcuni elementi di quello del suo connazionale. Così la pensa Berdych: “Jiri l’ha menzionato più volte, il che è bello sentirlo, significa che sono stato di ispirazione per qualcuno. È divertente pensare che lui aveva 10-11 anni quando abbiamo alzato la Coppa Davis, era davvero un ragazzino quando stavamo facendo molto bene. È allora che inizi a vedere le differenze in termini di età. È qualcosa che ci sta, credo lui abbia un brillante futuro davanti a se”.
Lehecka si appresta a riportare in auge il tennis ceco, dopo alcuni anni di difficoltà nel ricambio generazione, dopo la fine dell’epoca segnata da Berdych e Stepanek, che portò anche alla vincita di una Coppa Davis e di molte soddisfazioni sul tour ATP: “Penso che Jiri abbia tutte le caratteristiche per portare in alto la nostra bandiera. Questo è uno dei motivi per cui sono venuto a Dubai, volevo passare a trovarlo, conoscerlo di persona in torneo, averlo intorno e vedere come si muove. Vedremo in futuro come si svilupperanno le cose, quello che è chiaro è che c’è del buon materiale”.
Una chiusura della breve intervista che conferma il grande interesse di Tomas per il tennis e futuro di Jiri. Dopo aver appeso la racchetta al chiodo nel 2019 al termine di una lunga carriera che gli ha fruttato 13 titoli e moltissimi piazzamenti di prestigio (finale ai Championships 2010 battuto da Nadal, quindi due semifinali agli Australian Open, una a Roland Garros e una a US Open), chissà che il buon Tomas non abbia voglia di rimettersi in gioco come coach, per far spiccare il volo al connazionale attualmente più interessante. In realtà, geometrie a parte, il tennis dei due cechi non è proprio così uguale come potrebbe apparire fermandosi a un’analisi superficiale. Tomas aveva altra potenza, una pulizia d’impatto magistrale, un servizio superiore quando prendeva ritmo e la capacità di fare il punto da qualsiasi posizione con un’accelerazione fulminante. Perfette le parole di Ljubicic a descrivere forze e debolezze di Berdych: “Vive di come sente la palla. Lo capisci guardandolo dopo pochi colpi: se è in una giornata in cui la sente, beh, son dolori quasi per tutti, altrimenti basta farlo giocare tanto e sbaglierà molto”. Il problema di Berdych, oltre ai rivali più attrezzati che l’hanno quasi sempre sopravanzato in classifica, è stata la poca duttilità tattica, l’aver come unico – formidabile – gioco il colpire la palla con potenza e precisione micidiali, ma senza esser capace di trovare in carriera un’altra via per imporsi quando “non la sentiva bene” o l’avversario riusciva a metterlo a rincorrere, magari con palle molto lavorate. È stato in pratica un fenomenale colpitore. Lehecka ha tecnica e tira piuttosto forte, ma non ha quella facilità d’accelerazione e nemmeno la stessa qualità al servizio. Dove Jiri e Tomas un po’ si assomigliano è nella forza delle gambe, appoggi eccellenti grazie a cui cercare la palla e colpire con una tecnica molto classica e pulita. Del resto, la scuola ceca è forse al migliore al mondo come pura meccanica esecutiva.
Cosa potrebbe dare Tomas a Jiri? Sicuramente esperienza, anche se dal punto di vista tattico non è che Berdych sia mai stato uno dei tennisti più scaltri. Certamente Lehecka è un giovane di sicuro talento e con ancora un grande margine di crescita, soprattutto nel trovare schemi offensivi e proiettati in avanti, e dal punto di vista mentale e della forza di imporre il suo gioco nei momenti “duri” del match, dove ancora un po’ tende a latitare (e pure in questo, ritroviamo un po’ il più famoso connazionale…). Come si dice in questi casi, se son rose…
Marco Mazzoni
TAG: Jiri Lehecka, Marco Mazzoni, Tomas Berdych
8 commenti
@ Er Cicala (#3447965)
Grazie, ho nominato istintivamente il padre di Korda perché molto conosciuto, ma ho visto che anche mamma è stata un’ottima tennista..beh, buon sangue non mente!!!
Korda ha pure la mamma ceka.
Mi sembrava strano che Tomas fosse sparito dai campi, visti i nuovi talenti ceki che stanno offrendo prestazioni a volte sorprendenti, tipo Machac con Nole..che piacere rivederlo, se sapesse quanto ho tribolato per lui, nel bene e nel male: nel bene perché nel suo periodo migliore, con la sua classe, eleganza, potenza fluida, quel dritto che da fermo lasciava fermo chiunque e quel rovescio altrettanto stiloso nelle stesse condizioni, era davvero bello a vedersi ed efficace a punto, nel male perché gli spostamenti non erano il suo forte e la difesa attaccabile, con un fisico importante che ha risentito di uno sport impegnativo e faticoso e conseguente precoce ritiro..credo che stilisticamente ha da insegnare molto ai giovani connazionali, come tattica di gioco lo vedo meno adattabile alle esigenze del tennis attuale che in questi pochissimi ultimi anni si è radicalmente trasformato e che ha messo velocità e capacità difensive quasi come caratteristiche prioritarie, ma la sua esperienza complessiva adattata a fisici più agili potrebbe comunque portare a buone collaborazioni. Per esempio Korda, di padre ceko e allenato dal grande Radek, ha caratteristiche simili per fluidità e classe a Berdych, con più leggerezza nonostante l’altezza e forse con più strumenti per variare, mi piace davvero tanto..peccato che anche lui sembra non esente da fragilità, a conferma che toccare quasi i 2 metri nel tennis potrà anche agevolare per certi aspetti ma per me non è la statura ideale per garantire stabilità e resistenza
Fa bene Berdych a guardare Lehecka da bordo campo come “ospite” nel suo box.
Il tennis dei due non si sovrappone, al più è complementare. Per ora è meglio che Lehecka, se non ha fatto passi da gigante da quando l’ho visto qualche mese fa nel gioco, si concentri su quello che fa e prenda fiducia nel suo modo di giocare e sia più consistente nel gestire palle appena variabili.
Di tennisti come Lehecka, l’Est europeo ne sforna a ripetizione, (Machac il più interessante) ed è giusto che ci sia un ricambio a dimostrazione che ci sono scuole di tennis valide. Poi non è che Molcan, tanto per nominarne uno a caso, si sia trasformato in top10 con un super-coach.
Berdych, tra l’altro, contro uno che gioca come Lehecka, ha perso più che vinto, perché è un tennis “altro” rispetto al suo. Se però il giovane Jiri vorrà o arriverà al punto di “dover” ampliare il suo repertorio di colpi, allora lo chiamerà. Ma niente percorsi obbligati, i predestinati lasciateli agli altri.
Lehecka entro il 2025 sarà in top 10.
Non c’è paragone tra i due. Berdych senza i magnifici tre sarebbe stato una presenza frequente in top 3. Lehetcka è molto se arriva in top 20
E’ forte lehecka.
Ma paragonarlo a berdich e’ un po’ troppo anche come gioco.
Thomas e’ quasi 2 metri.
Jiri 185 cm.
Thomas e’ stato 13 anni di fila da quando ne aveva 20,in top 20
E 8 anni in top ten.
Auguro a lehecka lo stesso.
Ma la vedo dura.
Giocatore di futuro avvenire per me già molto forte, presto secondo me sarà in alto in classifica e sono certo che nei tornei importanti i top non vogliano di certo trovarselo contro già ora