Millman: “Se vuoi doparti, ottieni una TUE”. Il “problema” delle esenzioni mediche
L’australiano John Millman ha espresso un parere molto deciso in merito alla discussione scatenata dal “caso Verdasco”. Il veterano iberico ha ricevuto una sospensione di due mesi per essersi dimenticato di rinnovare la sua TUE (esenzione medica a fini terapeutici) all’Adderall, farmaco che aiuta una persona in caso di deficit cognitivo e difficoltà di concentrazione.
Moltissime sono state le reazioni, da quella sprezzante di Kyrgios a quella dirompente di Reilly Opelka raccontata alcuni giorni fa, ripresa poi da altri ex pro e giornalisti, che confermano come ci sia il forte sospetto di una zona d’ombra attraverso cui si possa operare assumendo farmaci potenzialmente dopanti sotto l’ombrello di una necessità terapeutica.
Stanotte è arrivato il commento di John Millman, esperto tennista australiano, che conferma perplessità non tanto su quello che è accaduto a Verdasco quanto sul sistema, a suo dire poco chiaro.
“In generale, non mi piacciono le TUE nello sport professionistico” afferma Millman, “aprono troppe scappatoie per un “doping legale” – situazione molto sfortunata per coloro che hanno esigenze legittime, come è probabilmente il caso (Verdasco, ndr). Tuttavia, è noto da tempo che se vuoi doparti, ottieni un TUE“.
Continua l’australiano, andando sull’altro caso scottante delle ultime settimane, la positività di Simona Halep: “In aggiunta a questo, è uno dei motivi per cui credo che Simona Halep sia innocente. Se voleva davvero migliorare le sue prestazioni con una sostanza, avrebbe potuto seguire il percorso TUE. Credo davvero che sia innocente e spero che torni presto in campo!”. Rispondendo ad un commento di una fan, Millman chiarisce ulteriormente: “Non è che non debbano esserci delle esenzioni mediche, ma deve esserci molta più regolamentazione su come ottenere una TUE al momento. Perché posso dirti che finora ne è stato abusato“.
A rafforzare la tesi di Millman, la risposta dell’ex pro Aussie Paul McNamee: “Esatto… le TUE sono “l’elefante nella stanza”… se prendi farmaci che migliorano le prestazioni per qualsiasi motivo medico, dovresti metterti in disparte… non dovresti ottenere alcun vantaggio dalla diagnosi e dalle prescrizioni del tuo medico… ci sono sempre rimedi alternativi”.
Quello delle esenzioni mediche & doping è un tema decisamente scottante e delicato. Potrebbe esserci anche una scelta politica netta: nessuna esenzione medica consentita, come in caso di un infortunio (per assurdo, se hai una gamba rotta, non puoi giocare). È sport professionistico, con milioni di dollari in palio, se non sei in grado di competere, “fai altro”. Questo eliminerebbe alla base il problema. Tuttavia una posizione del genere va contro al sentore comune secondo cui la medicina deve aiutare le persone, e quindi che un soggetto che soffre di una malattia conclamata e certificata è giusto che possa continuare l’attività sportiva professionale attraverso l’ausilio di farmaci. Tuttavia, come è ben noto, molti farmaci creati per curare una malattia hanno anche effetto su altri sistemi del corpo e possono finire per accrescere la forza, resistenza, la reattività, ecc, e in qualche modo aiutare la prestazione.
Secondo dati della Gazzetta dello Sport, un rapporto del 2015 affermava che in Spagna in quell’anno furono richieste ben 409 TUE, di cui 179 approvate; in Gran Bretagna 88, negli Stati Uniti 136. Alcuni hackers rivelarono allora una lista di campioni che avevano richiesto e ottenuto l’esenzione (che ricordiamo è concessa dalla federazione internazionale della disciplina, non dal proprio paese), tra questi figuravano anche n.1 delle discipline, tennis incluso. L’ITF in quell’anno ebbe un centinaio di richieste, ne furono approvate la metà.
Il tema è scottante, di difficile soluzione. ITF, ATP, WTA e tutti gli organi preposti all’attività professionistica dovrebbero lavorare per trovare un sistema netto che faccia l’impossibile per eliminare quelle “zone d’ombra” citate da Millman. Non è affatto facile, ma è indispensabile impiegare tutte le risorse possibili.
Marco Mazzoni
TAG: Doping, esenzioni mediche a scopo terapeutico, Fernando Verdasco, John Millman, Simona Halep, TUE
Non penso che la Spagna sia geopoliticamente il paese più rilevante del mondo eppure le ottiene
Basterebbe guardare quanti hanno l’esenzione per asma, per carità alcuni l’avrenno veramente ma statisticamente non è possibile che ci siano così tanti asmatici nello sport di vertice (tennis ma vale anche per il calcio).
Peraltro uno dei nostri tennisti di super punta ha l’esenzione per asma, ricordo un video dell’atp dove facevano vedere cosa mettono in valigia i tennisti e lo ammetteva tranquillamente.
Chiedo di aggiungere una nota in questo articoli per atleti professionisti la cui vita e sostenuta da farmaci come l’insulina per condizione come diabete tipo 1 che ad oggi non ha altre terapie. Insulina è una sostanza proibita che necessità di TUE.
Come succede di solito, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Meglio rafforzare i sistemi che forse non saremmo mai perfetti ma continuano a salvaguardare lo sport pulito.
Altro dopaggio legale consiste nella tecnologia … Questione ancora che manca di controlli seri e comunemente abusato.
grande Spagna, primi anche quando c’è da doparsi
La Spagna ha svoltato nel 1992, prima di allora le sue vittorie alle Olimpiadi si contavano sulle dita di una mano.
Negli anni ’80 per GB e Francia erano tempi di vacche magre, mentre in quelli attuali va decisamente meglio.
Da noi ci sono stati periodi che lasciano dubbi, basta leggere il libro del Prof. Donati “Campioni senza valore”, ma nel complesso c’è più uniformità di risultati nel corso del tempo
Certo, anche perchè credo che il 95% delle persone non ne sappiano niente
Ah, certamente. È ovvio che i disturbi devono essere certificati da medici. E se oltre il 50% di TUE vengono rifiutati, significa che ci sono medici più autorevoli (ovvero: influenti) di altri. Oppure che i criteri sono altri. E piacerebbe sapere quali.
Credere obbedire e tifare!!! Hai ragione D’altra parte lo sport è un divertente passatempo E allora facciamo finta di niente e ci illudiamo che tutto sia pulito Che gli stessi tennisti comincino a lamentarsi secondo me dipende dal fatto che queste esenzioni vengono date in modo calcolato sulla base di considerazioni geopolitiche e commerciali In poche parole ci sono figli e figliastri e la cosa a qualcuno non sta bene Giustamente direi
L’Adderal è un’amfetamina che ha in medicina due sole indicazioni: l’ADHD, disturbo del neurosviluppo dell’infanzia con deficit dell’attenzione ed iperattività e la Narcolessia, gravissimo disturbo del ritmo sonno-veglia. Fatico (?) a capire i motivi per i quali l’assumesse Verdasco
Non sei solo a fare questo ragionamento. Aggiungo solo che si dovrebbe però fare una campagna di sensibilizzazione sugli effetti del doping. Esattamente come con il fumo.
@ Luchador (#3393614)
Trattamento conosciuto e consentito, un po’ come la cameretta ipobarica
Mentre la pulitissima Italia ha vinto in totale circa 4 volte di più delle medaglie vinte dalla sporca Spagna nelle olimpiadi estive nella storia. X non parlare di quelle invernali.
Mentre la pulita Australia e’ sempre agli ultimi posti dei medaglieri.
Infatti la Spagna domina i medaglieri olimpici. Sempre n testa nel medagliere di tutte le olimpiadi, specie quelle invernali, dal 2000 ai giorni nostri.
Doping legale !!!
Con concessioni preferenziali per i piú forti !!!
@ Fabblack (#3393605)
Io sapevo che Armstrong facesse uso di Epo di squadra, non che avesse esenzioni. Di Serena mi ricordavo qualcosa.
Io da sempre sono per la liberalizzazione del doping.
Sono stufo di sentire sempre i soliti discorsi “nell’ambiente tutti sanno che….” se sapete dite, sennò togliamo proprio questo problema di mezzo e lasciamolo alla giustizia ordinaria nel caso uno si faccia righe prima di giocare.
Ogni lavoro ha dei rischi per la salute, nello sport c’è quello di consumare il proprio fisico per brillare per una 15na d’anni a discapito della longevità.
il paese con il più alto numero di TUE la Spagna…ma va…non l’avrei mai detto! Ma guarda un pò….
Voglio vedere quali sarebbero in media, antidolorifici per infortuni a parte, le prescrizioni terapeutiche veritiere per ragazzoni in super forma – palestrata 25-30enni, roba che nemmeno i certificati di pratica non agonistica firmati dai medici di base italiani…
Nadal ci ha vinto recentemente degli slam con infiltrazioni che alteravano le prestazioni.
Se sei infortunato e fuori dai campi hai bisogno delle stampelle per camminare, NON esiste che grazie alle infiltrazioni tu sia in grado di correre per 4 ore in piena efficienza come se non avessi problemi e quando poi finito il match hai bisogno delle stampelle
@ Armonica (#3393600)
Il riferimento a “n. 1 delle discipline” è per Serena: non venirci a dire che non lo sapevi 😳
Di Armstrong nemmeno, sapevi?
Un controllo sulle dosi prese viene fatto ?
Una dose benefica del farmaco puo’ avereve ffetti collaterali dopanti limitati, ma se triplico la dose…
Dai dati deduco che mia nonna, che viveva in una modestissima casa con stufa a legna, aveva ragione: il freddo tempra fisico e spirito.
In Spagna, con una popolazione che è 2/3 della Gran Bretagna, sono state presentate quattro volte e mezza di richieste di TUE rispetto a quelle del Regno Unito.
Pensiamo positivo: aumento costi gas=minor riscaldamento=giovani più sani… Si come no…
Non ho capito una cosa: tramite queste esenzioni un atleta può competere tranquillamente pur assumendo un farmaco dopante? Se così fosse mi aspetterei esenzioni a pioggia…
Totalmente d’accordo: poi si può arrivare a discutere di tachipirine o aspirine varie ma queste esenzioni per farmaci “non da banco” puzzano lontano chilometri
Se sono gli stessi attori a lamentarsi del copione, significa che effettivamente c’è del marcio in Danimarca. Noi spettatori che possiamo fare? Niente, come al solito. Forse chiudere gli occhi e continuare a credere, obbedire e tifare…