Nick Kyrgios è arrivato ieri sera dal Messico: “Se non fossi in coppia con Thanasi non sarei qui, sono onesto“ (Video)
Nick Kyrgios è atterrato a Torino solo domenica sera, direttamente da Città del Messico dove aveva disputato un incontro di esibizione, e il suo debutto alle ATP Finals è avvenuto oggi pomeriggio al fianco di Thanasi Kokkinakis. Gli Special K non erano lontani dal ritmo di Wesley Koolhof e Neal Skupski, la prima testa di serie alle Finals.
Koolhof e Skupski hanno vinto però per 6-7(3), 6-4, 10-5, con la chiave del match che è stato il servizio a partire dal secondo set. Infatti hanno perso solo sei punti sul proprio servizio fino alla fine ed hanno punito Kyrgios e Kokkinakis per iniziare il torneo nel miglior modo possibile.
Dichiara in conferenza stampa Nick: “Non penso di essere un modello.Siamo davvero dei pessimi modelli per lo sport. Nessuno ama guardarci giocare. Non siamo i preferiti della gente. Credo che la vostra affermazione non sia corretta. Non ho visto molta gente a guardarci giocare.
E’ stata un’esperienza entusiasmante e non immaginavamo di poterci giocare le Finals. Abbiamo sempre pensato di poter fare delle cose buone insieme e siamo arrivati alle Finals giocando sei o sette tornei. La fatica che noi australiani facciamo nel Tour è ampiamente sottovalutata: siamo stati in viaggio praticamente tutto l’anno e si fa fatica a giocare sia in singolare che in doppio. La gente mi dice che è il mio mastiere, ma i sacrifici che facciamo sono notevoli. Se non fossi in coppia con Thanasi non sarei qui, sono onesto.
Per noi australiani le condizioni di viaggio non sono ideali e il tragitto da percorrere per ogni torneo è notevole. Abbiamo solo un paio di mesi a casa all’anno, mentre tutti gli altri hanno sei mesi. I miei livelli di energia sono piuttosto bassi. Non mi dispiacerebbe vedere cosa riusciamo a fare qui, ma non nego di aver voglia di tornare a casa”.
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Un primo set vinto comunque nonostante il jet lag non è stato un risultato malvagio, credo possa ben servire anche a livello di classifica avulsa per passare il turno
@ Casual (#3384431)
Sarà anche vero, ma parliamo di un australiano che potenzialmente guadagna milioni per al max 10 anni di carriera. Il viaggiare non mi pare un grande sacrificio. Puoi sempre comprarti una casetta in europa e farti 4-5 mesi l’anno fuori casa. C’ha poi 27 anni…se avesse fatto gli ultimi 5-6 anni come dico io adesso si sarebbe già potuto ritirare con una vita davanti, senza viaggi faticosi. Sarà anche schietto, ma l’intelligenza non è una delle sue caratteristiche principali.
@ Casual (#3384431)
concordo.
Dopo il covid le classifiche atp hanno denotato un netto calo di australiani e asiatici in generale ( per non parlare degli africani)
La difficoltà nel viaggiare ha aiutato e tanto gli europei, il tennis onestamente è troppo europacentrico.
Se gaudenzi vuole svilupparlo a livello globale deve cambiare un po’ calendario e spalmare di più il numero di tornei, sia atp che challenger nei 5 continenti.
“Se non fossi in coppia con Thanasi non sarei qui, sono onesto”
Confermo, se non fosse in coppia non sarebbe a Torino. In singolo infatti non si è qualificato.
Parla pure per Kokkinakis adesso? Lascialo dire a lui se è un pessimo modello o meno
Non è proprio vero, tutti gli europei sono avvantaggiati, dopo gli australian open c’è un mese di tornei indoor in europa, poi da aprile a luglio tutti i tornei sono qua, e di nuovo a fine anno con bercy e le finals, se qualcuno ha un’eliminazione precoce può benissimo tornare 5 giorni a casa, gli australiani hanno 18 ore di viaggio con un fuso orario tremendo se vogliono fare una cosa del genere
Beh è semplicemente onesto.
Il più schietto del circuito, insieme a gulbis e Paire
LA geografia ovviamente… meglio specificarlo con i recenti chiari di luna del sito
Studierei alla geografia e leggerei qualche intervista di Barty.
Ma se gioca 7 tornei all’anno… E visto che vuole stare a casa perché era in messico?
NID
Cercate di vedere il video dell’intervista, perché fa schiantare dalle risate.
La trascrizione non rende merito
Ma quello di dover viaggiare è un problema di tutti, se parliamo di tornei atp, tutti i top players devono percorrere grandi distanze
Tranne gli americani che hanno il loro swing e i francesi ( 1 slam, 2 mille e 6 250 )…
Poi chiaramente se parliamo di circuito challanger ci sono gli italiani che sono molto fortunati a giocare tutto l’anno in casa
prendere o lasciare, se non fosse così di testa sarebbe numero 1-3 del mondo