Auger-Aliassime: “Mi piace avere un piano, una visione. Sono un perfezionista”
Felix Auger-Aliassime è il personaggio del momento sul tour maschile. Ieri a Basilea ha vinto il terzo titolo ATP di fila, dopo Firenze e Anversa. Lo scorso febbraio a Rotterdam aveva finalmente cancellato l’incubo delle finali perse, alzando il primo – meritatissimo – titolo sul tour maggiore. N.8 del mondo, praticamente qualificato per le ATP Finals, il 22enne Felix non è più un talento in rampa di lancio, è una realtà affermata. Arriverà a Torino non solo in grandissima forma ma anche in fiducia totale. Tutti dovranno fare i conti con il suo tennis aggressivo in progressione, diventato sempre più efficace e continuo, soprattutto nei colpi di inizio gioco. L’ha dimostrato anche ieri, nella insidiosa finale contro Rune a Basilea. Nei momenti chiave ha servito bene, ha risposto profondo e poi via dentro con un’accelerazione perentoria. Il suo avversario era altrettanto “caldo”, in fiducia, ma Felix è stato superiore e ha meritato l’ennesimo trofeo. I tempi in cui in campo era incerto, timoroso, con un piano tattico ancora fluido e non strutturato sono lontanissimi.
Il talento canadese ha rilasciato un’interessante intervista al magazine del suo paese Maclean’s, in cui ripercorre la storia, i passaggi decisivi della sua carriera sportiva e la propria visione della vita. Ne riportiamo alcuni passaggi, per capire meglio questo giovane atleta, non solo fortissimo in campo ma estremamente apprezzato e stimato da tutti i colleghi per la sua bontà d’animo e gentilezza.
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Félix Auger-Aliassime aveva sette anni la prima volta che catturò l’attenzione di un allenatore di tennis. Era il 2007 e Sylvain Bruneau, che lavorava con le Équipes du Québec, vedeva centinaia di bambini di età compresa tra i sette e i dieci anni scendere in campo all’Accademia di Montreal due volte al mese al sabato per giocare con gli amici. Un giorno, tra la massa di palline gialle che rimbalzavano per i campi, Bruneau notò un ragazzino magro che fulminava con gli occhi ogni palla che incontrava. Era impossibile non notarlo. Il bambino colpiva la palla con una bella apertura, grande coordinazione e impatto, come un meccanismo a orologeria. Quel ragazzo colpiva rilasciando un grugnito gutturale ad ogni tiro, il tipo di suono che un ragazzo può produrre solo quando spinge il proprio corpo verso il suo limite. Bruneau era assolutamente sbalordito. “Chi diavolo è questo?” si chiese. Mentre la maggior parte dei bambini scherzava, Auger-Aliassime si stava preparando per una carriera. “Era serio”, dice Bruneau, che da allora ha lavorato con alcune delle migliori star del paese. “Era in grado di concentrarsi in un modo che non si vede dai bambini di quell’età. Era.. diverso”. Il bambino medio non ha la sua carriera tracciata a sette anni, ma, Auger-Aliassime non è mai stato nella media.
“Fin da quel momento ero come in missione”, racconta Felix. “Quello che non è mai cambiato è stata la mia voglia di farcela e di fare di questo sport la mia vita. È abbastanza strano che a quell’età sapessi cosa volevo fare nella vita, ma così era”.
“Sin da giovane voleva salire in alto”, dice il suo allenatore Frédéric Fontang. “Per farlo, devi mangiare tennis. Devi dormire tennis. Diventa un’ossessione, per lui è stato così”.
Il tennis è stata una scelta inevitabile in casa Auger-Aliassime. Il padre di Félix, Sam Aliassime, è nato e cresciuto in Togo, una piccola nazione francofona dell’Africa occidentale senza un vero sistema nel tennis, tanto da aver prodotto solo una manciata di giocatori professionisti nella sua storia. Sam, nonostante il talento e la passione per il gioco, non era uno di loro. Ma è cresciuto ammirando le stelle del tennis degli anni ’80 e ’90, sfogliando tutte le riviste su cui riusciva a mettere le mani e incantato dalle poche partite che riusciva a trovare in TV. Nel 1999, Sam emigrò a Montreal e si stabilì con sua moglie, Marie Auger, un’insegnante. La loro figlia, Malika, è nata nel 1998 e, poco dopo l’arrivo di Félix nel 2000, la famiglia si è trasferita a Quebec City, dove Sam ha trovato lavoro come allenatore di tennis al Club Avantage, un grande centro ricreativo al coperto nel tranquillo sobborgo di L’Ancienne-Lorette. Come regola ferrea, Sam e Marie hanno limitato il tempo in casa a tv e videogame per Félix e Malika, incoraggiati a praticare attività all’aperto. Che fosse badminton o ping-pong, le regole erano sempre le stesse: vince chi arriva per primo a 100 punti. Hanno anche ereditato l’amore di Sam per il tennis. “L’ho capito velocemente”, dice Felix. “Era sempre tennis, tennis, tennis”. Dopo la scuola, i fratelli se recavano al club con papà. Alcuni giorni Sam dava loro lezioni; altre volte, Félix e Malika colpivano la palla per ore e ore, da soli.
Felix si è trasferito a Montreal all’età di 14 anni per unirsi al National Tennis Centre di Tennis Canada, la struttura ad alte prestazioni fondata nel 2007 dall’ex allenatore della Federazione francese di tennis Louis Borfiga. Lì, Auger-Aliassime iniziò a lavorare con il suo primo allenatore, Guillaume Marx, e la scuderia di istruttori di Tennis Canada. Si guadagnò rapidamente una reputazione da “fenomeno” per il suo talento evidente, sempre accompagnato da quei grugniti determinati che riecheggiavano ancora una volta nella struttura, proprio come quando era bambino. Nel 2015 ha vinto quattro tornei juniores e ha mosso i primi passi nel tour Pro. In un torneo a Granby, Quebec, all’età di 15 anni, è diventato il giocatore maschile più giovane ad aver mai vinto una partita ATP Challenger. Il resto è storia, una rapida ascesa fino a diventare una sorta di Golden boy sul tour e battere vari record di precocità.
Auger-Aliassime ama praticare uno sport individuale. “Sono il tipo di persona che, una volta presa la mia decisione, raramente ci ripensa”, dice. “È così quando compro cose in un negozio o ordino al ristorante. Non esito. In uno sport individuale, a volte devi prendere una decisione che riguarda solo te stesso, senza pensare agli altri”. Così è stato per la scelta di affidarsi ai consigli e insegnamenti di Toni Nadal. Sentiva il bisogno di aver a fianco un mentore, ha puntato al migliore su piazza. L’ha chiamato direttamente lui, senza esitare. Lo “zio” ha accettato di lavorare con lui. Hanno trascorso due settimane ad allenarsi presso la struttura di Nadal a Maiorca, dove sono andati subito d’accordo. “Abbiamo parlato dei valori dell’eccellenza e dell’etica del lavoro, cose che sono così importanti per me mentre la società tende a dimenticare”, afferma Auger-Aliassime. “Come il valore della ripetizione, del ripetere routine per essere sempre più sicuro dei tuoi mezzi”. Nadal è diventato il suo punto di riferimento nella squadra, mentre Fontang continua a svolgere le principali funzioni di allenatore in campo ogni giorno in giro per il mondo.
Sei mesi dopo, al Rotterdam Open, Auger-Aliassime ha finalmente scacciato l’incubo finali (ne aveva perse 8 di fila), battendo Stefanos Tsitsipas, numero tre al mondo. “È stata una grande liberazione. Ma stavo già pensando alla settimana successiva. Questa è la sfida.”
Dall’amato Canada, Felix ha deciso di fare base a Monte Carlo. Lì non solo il clima è ottimo, a due passi da casa c’è il Country Club, dove per tutto l’anno può allenarsi con altri colleghi Pro. Il giovane canadese non lascia niente al caso, è nato con questa mentalità e il lavoro con Toni Nadal ha ancor più cementato queste convinzioni. “La maggior parte dei giovani insegue un senso di libertà, io invece non sono una persona che si sveglia e dice: ‘Va bene, vediamo dove va la giornata. Mi piacciono le cose in ordine. Mi piace avere un piano, una visione. Sono un perfezionista, non improvviso. So dove voglio andare. Per come la vedo io, il tennis è sempre la mia prima priorità”, continua. “Ho grandi ambizioni e voglio fare il meglio possibile. Le cose in fondo non sono complicate. Amo quello che faccio. Cerco di farlo nel migliore dei modi”.
Grazie ai successi è diventato ancor più consapevole dei propri mezzi: “Quanto posso essere bravo, quanto vincerò? Dipenderà solo da me stesso: da quanto riesco a stare concentrato sul mio lavoro, quanto duramente darò il mio meglio in partita, da quanto sarò resiliente nei prossimi anni. Se faccio bene queste cose, posso arrivare dove voglio. E sì, a volte perderò. Ma sempre lottando fino all’ultima palla”.
Marco Mazzoni
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Soprattutto se entra in forma è in grado di ridurre a zero gli errori non provocati. Se tagli la donazione di punti ai rivali ed hai un gioco così potente ed efficace è dura che tu possa perdere! Non fa nulla di eccezionale ma alla sua velocità di crocera con schemi rodati ed efficaci già pochissimi arrivano a contrastarlo. Parte forte già dal servizio ma poi mette a fuoco anche risposta e vincenti lasciando le briciole ad altri più incerti e fallosi nei fondamentali.
Per arrivare in alto bisogna giocare cosí !!!
Visione di gioco perfetta e fisico al top, oltre ai colpi che non gli mancano !!!
Vero
@ Luca Martin (#3373709)
anche sinner, da quel che si è visto
Io stento a credere quanto eccezionale sia come allenatore Toni Nadal: dopo aver plasmato e forgiato con le sue mani l’assoluto fenomeno che corrisponde a suo nipote, ha preso un giovane che non riusciva a mettere in fila i tasselli del suo gioco e nel giro di circa un anno ha trasformato anche AA in una macchina da guerra.
Veramente: Toni Nadal numero 1 assoluto degli allenatori di tennis, almeno in questo ultimo quarto di secolo.
Lui è il vero fenomeno…altro che Murigno!
Ricordo un curioso aneddoto che non ha bisogno di commenti, a Montecarlo pochi anni fa, in una delle sue prime apparizioni nel circuito, appena sconfitto dal maiorchino era andato ad allenare il servizio su un campo secondario.
Continua così Augello!
Fisicamente, a mio parere, è il forte giocatore del mondo
Un ragazzo speciale
Anche a ML + tornei successivi era quasi ingiocabile. gennaio – febbraio e ottobre- novembre , Felix inizia alla grande e finisce ancora meglio.
Probabilmente questo ragazzo ha saputo perseverare nonostante le LEGNATE prese in passato. Perché le LEGNATE nonostante tutto, se chi le ha prese le sa anche digerire, possono far crescere. Basta perseverare.
Perché sembrerebbe che le sconfitte prese da Sinner e Musetti si chiamino LEGNATE, mentre le sconfitte di alcuni altri sembrerebbero solo normali sconfitte.
Ma torniamo al canadese.
Giovane, determinato, corretto in campo, cattiveria agonistica al punto giusto finalmente, gioco solido continuo e aggressivo.
Secondo me è anche un grande lavoratore negli allenamenti.
Io ero il primo scettico nei suoi confronti, lo trovavo molliccio caratterialmente. Forse mi ero sbagliato.
Per questo periodo straordinario merita solo complimenti.
Non ti illudere, Felix.
Sarà durissima ribadire certi risultati negli Slam.
Più dura di prima perché ti aspetteranno al varco.
Però devo dire che Alcaraz secondo me lo patisce parecchio, e ciò non mi dispiace.
Non capisco come questo giocatore non venga apprezzato per il suo gioco. Completo e atletico.forse i nostri dovrebbero pre ndere esempio da lui ed Alcaraz. Nel tennis di oggi il fisico è essenziale. Sicuramente madre natura ci mette del suo,ma la preparazione atletica e ‘ sempre più importante.
La sua è una storia felice, da predestinato. Forse vincerà diversi Slam come da anni gli pronosticano.
Comunque le ossessioni” tennis, tennis, tennis, sempre tennis h 24″, come tutte le ossessioni nascondono pericoli. Questa ossessione la possono avere in mille, ce la fanno in tre, e gli altri cosa fanno?
Ovviamente non vale solo per il tennis ma per ogni campo della vita. Può diventare frustrante e portare al fallimento. Quindi bisogna stare attenti. Lui ce l’ha fatta e quindi siamo contenti anche perché è un ragazzo sensibile e generoso.
I piani B nella vita servono sempre perché fanno crescere e migliorano. Certe volte possono proprio salvare la vita.
Non capisco come questo giocatore non venga apprezzato per il suo gioco. Completo e atletico.forse i nostri dovrebbero pre ndere esempio da lui ed Alcaraz. Nel tennis di oggi il fisico è essenziale. Sicuramente madre natura ci mette del suo,ma la preparazione atletica e ‘ sempre più importante.
Felix, il musicista profeta!
Scherzi a parte, da tempo si aspettava l’esplosione di questo ragazzone.Il problema è che ora è difficile trovare un artificiere che sappia disinnescarlo. Se non è cotto, dopo tre tornei consecutivi vinti, anche a Parigi sarà un bel Felix da pelare…
Presto o tardi arriverà al #1. 🙂