La gestione delle scelte importanti
È ormai passato qualche mese da quando Jannik Sinner, con un scelta che sorprese una parte del mondo del tennis, decise di interrompere la sua collaborazione con Riccardo Piatti e il suo staff per affidarsi alle capacità del coach Simone Vagnozzi.
Quando un evento importante nella carriera di un’atleta si concretizza, come un cambio di allenatore o allenatrice, può capitare che di fronte a un risultato, o una serie di risultati, siano essi positivi o negativi, la responsabilità di tali esiti ricada completamente nella scelta del nuovo coach, che può venire esaltata o addirittura demonizzata, portando a cambi di guida tecnica a volte in rapida successione. Cerchiamo di capire meglio il perché di queste convinzioni che possono portare a decisioni non sempre funzionali per il tennista o la tennista.
In psicologia, con il concetto di bias cognitivo, si indica la tendenza inconsapevole di un individuo nel valutare fatti e avvenimenti attraverso l’interpretazione semplificata delle informazioni a disposizione, che possono portare a un giudizio carente di oggettività.
Un bias cognitivo che può affliggere addetti ai lavori e non quando avviene un cambiamento importante, come nel caso della scelta di un nuovo allenatore o allenatrice, è appunto quello di associare la vittoria o la sconfitta di un match a tale cambiamento. Se questo può essere vero nel breve periodo, perché la variazione all’interno dello staff può determinare un’iniezione di fiducia che incide sulla rinnovata motivazione a far bene, in una finestra temporale più lunga questa forte spinta iniziale pian piano tende a ridimensionarsi per lasciare spazio a un periodo di alti e bassi molto delicato ed inevitabile, direi quasi fisiologico. Per questo motivo l’atleta, soprattutto in questa fase, dovrà essere consapevole dei passaggi che caratterizzano il suo percorso di crescita, e magari ricalibrare le proprie aspettative.
In un articolo precedente abbiamo affrontato il tema della flessibilità cognitiva, definita come la capacità dell’individuo di adattare un comportamento o un modo di pensare a situazioni nuove o inaspettate che l’ambiente gli pone di fronte.
Se questo tipo di capacità, che può variare da individuo a individuo, può avere un impatto positivo sulla prima parte del processo di cambiamento, perché favorisce l’adattamento alle nuove circostanze ambientali, le fasi successive del percorso di apprendimento richiederanno l’assimilazione di una grande quantità di nuove nozioni, che renderanno necessarie ulteriori risorse cognitive.
Quando ad esempio si interviene su uno schema cognitivo automatizzato, che nel tennis si traduce nella modifica di uno schema tattico o di un gesto tecnico, sarà necessario un grande investimento in termini di memoria di lavoro, cioè in quei processi cognitivi che permettono la manipolazione immediata delle informazioni e l’eventuale accomodamento di tali informazioni all’interno di uno schema preesistente o di un nuovo schema, fino al conseguente immagazzinamento nella memoria a lungo termine.
Se dunque proviamo a ipotizzare ciò che può avvenire dopo il cambio di un allenatore, possiamo immaginare che quest’ultimo, dopo una prima fase di conoscenza, interverrà con la sua visione del tennis e punterà volutamente alla modifica di un particolare comportamento o stile di gioco del suo nuovo allievo o allieva, “costringendolo/a” a una richiesta addizionale di risorse cognitive, che potrebbe determinare, durante il processo, un calo delle prestazioni e dei risultati, dovuto appunto a tale sovraccarico.
In sintesi, il cambio di coach può significare per l’atleta non solo una differenziazione delle routine di allenamento o la necessità di confrontarsi con nuovi stili comunicativi, ma soprattutto la modifica di schemi di gioco consolidati che necessitano la capacità di inibire scelte routinarie per utilizzarne di nuove, con un inevitabile dispendio di risorse cognitive, che possono avere un impatto negativo sui risultati e sulle prestazioni nel breve periodo.
La gestione di questa fase risulterà dunque fondamentale per evitare la conseguenza più spiacevole e probabilmente più rischiosa, e cioè la convinzione che un ulteriore cambio di allenatore o allenatrice possa portare agli obiettivi sperati, senza considerare che il problema potrebbe risiedere proprio nelle aspettative di partenza mal calibrate o sovrastimate.
Per questo sarà prioritario che di fronte a una momentanea involuzione nel gioco o nei risultati, l’atleta abbia la capacità o sia posto nelle condizioni di riflettere e riconoscere su quale sia la fase del processo di cambiamento che sta attraversando, prima che possa cadere nella tentazione di effettuare scelte affrettate e condizionate da false aspettative, cioè influenzate dai propri bias.
Dott. Marco Caocci
Psicologo
TAG: tennis e psiche, Tennis e Psicologia
Sicuramente potrebbe essere una soluzione!
Mi piace molto il paragone fatto con Carletto Mazzone. In effetti si dimostrò con Baggio un grandissimo allenatore di fine intelligenza e di rara umiltà, dote che spesso viene a mancare nelle persone di successo.
Quanto al considerare asini chi sostiene la necessità di avere un piano B, lì alzo le mani!
La faccio semplice. Il rodimento é grande, ancor di più dopo l’uscita di Medvevev. Praticamente una strada spianata verso la finale. Chiaro, le altre partite le avrebbe pur dovuto vincere, ma di sicuro non sarebbe partito sfavorito né contro Cilic, né contro Ruud o Rune. Una sfiga pazzesca.
@ Dott.Caocci (#3207248)
Ok…tutto chiaro. Ritiro il post
@ Santer (#3207235)
Come ho già indicato precedentemente, l’articolo è stato scritto prima dell’infortunio. Saluti
Bella domanda!
Si ma con la vagonata di milioni di euro che gli arriverà dalla Nike vuoi che non vada da Sirola (o uno a quel livello) a dirgli “ascolta ti do il triplo di quello che guadagni adesso e mi segui per tutto l’anno”. “
No stai VANEGGIANDO. Sono piegato dalle risate guarda
deve irrobustirsi, intensificare e inasprire gli allenamenti, altro che bias cognitivo e bla bla bla tutta quella roba da esame universitario.
E magari ricominciare a fare qualche 250 strategico per riprendere l’attitudine alla vittoria.
Tennisticamente gioca meglio quindi non capisco questo articolo
@ Tennisaddicted (#3206941)
Salve,l’articolo è stato scritto prima dell’infortunio. Tuttavia, lo stesso infortunio può essere considerato un evento che può determinare emozioni complesse da riconoscere e gestire, bisogni o aspettative disattese, e conseguentemente l’attivazione di bias cognitivi
Eh sì! Diciamo che sta tornando alla prima versione di se stesso, però inserendo un po’ di varietà. Sinceramente penso che abbia fatto benissimo a lasciare Piatti, un giocatore così non puoi trasformarlo in Ferrer, con tutto il rispetto per il David!
Esatto! Però a quanto pare Piatti è intoccabile…
Come fosse antani?
Vorrei chiedere allo psicologo, tutta questa analisi che c’entra con un infortunio al ginocchio?
In 4 mesi Jannik ha imparato a servire meglio sia con la prima che con la seconda,certo non è ancora l arma vincente però va meglio,si sta impegnando a rete e al volo anche se ancora siamo lontani,ma ogni tanto gli riesce qualche punto all Alcaraz per dire… ha avuto tanti infortuni ma non per colpa del suo preparatore,ci sono dei nuovi allenamenti e magari lui ancora non e pronto a questi stress…certo le.vesciche però non possono essere un problema da far perdere un quarto di finale questo nel management e grave…di certo la dea bendata si è presa gioco di lui regalando tabelloni in parecchi tornei molto agevoli,ma nello stesso tempo l ha fermato sul più bello…poc
Giusto e sacrosanto. In effetti i latini raggiungono la maturità fisica prima dei nordici. Inoltre se Sinner si è sviluppato in altezza fino a pochi mesi fa, è logico che il processo di irrobustimento sarà ancora lungo e delicato. I muscoli sull’allineamento osseo tendono a soffrire, così come i legamenti. Non credo che Piatti potesse fare qualcosa per irrobustire il fisico in allungamento di Sinner, come credo nemmeno Vagnozzi possa fare ancora qualcosa. L’età anagrafica nel confronto Sinner Alcaraz è completamente ribaltata rispetto all’età fisica. Poi bisogna vedere cosa abbiano fatto nelle officine spagnole ad Alcaraz. Sia Alcaraz che Nadal hanno molto poco di naturale, molto di costruito.
Sono forse semplicistico però gli allenatori si possono dividere in 2 scuole : il mio atleta deve applicare i miei dettami , l’altro gruppo dice che il suo nuovo atleta deve AGGIUNGERE qualcosa in più al tanto che già ha acquisito negli anni del duro lavoro passato.
Un esempio di allenatori che sanno aggiungere e contemporaneamente lasciare in modo intelligente una buona dose di libertà ai suoi atleti : nel calcio è stato il grandissimo Mazzone, il quale allenando un fenomeno come Baggio a Brescia visse questa situazione : il Brescia perdeva in casa , Baggio di PROPRIA iniziativa cambiò delle marcature in campo ed il Brescia vinse.
A Mazzone i giornalisti nel post partita chiesero se non si sentiva scavalcato e messo all’angolo da un suo atleta rispose dicendo che Baggio in campo vedeva prima di lui in panchina cosa succedeva ed aveva fatto benissimo di cambiare le marcature in campo di propria iniziativa !
Grande esempio di un grandissimo allenatore e di fine intelligenza.
Poi che anche “aggiungere” al tanto acquisito va “digerito” è ovvio,
però Sinner è un professionista non è un pivellino e queste cose le ha già capite da solo, ne sono certo.
La Giorgi, ama il gioco d’attacco, per anni ho sempre scritto che l’attacco deve essere sostenuto da un ottimo servizio che a volte è mancato e conseguentemente sempre bene e tanto allenare questo colpo.
Poi rispetto tutti, ma chi garantisce che con il suo allenamento la portava a più di 26 al mondo già raggiunto ?
Il gioco B ? Ma agli asini non passa per le loro ciconvoluzioni cerebrali che se messo in pratica il PIANO B anche l’avversaria di turno applicherà il proprio PIANO B ?
Il mio piano B produce un livello tennistico al mio gioco un qualcosa che produce di più di un 26 al mondo applicando per anni il mio piano A ???
“…l’adesione alle teorie di Freud o ad altre teorie psicologiche piu’ o meno deterministe ha offerto un ulteriore esempio della forza d’attrazione esercitata da una pseudoscienza provvista di sufficiente complessita’ sul piano intellettuale e di una missione da compiere nei riguardi della vita umana. Tale adesione ha partorito la cultura, o la tendenza culturale, del tout comprende e c’est tout pardonner e con il concorso di certo determinismo sociologico ha dato vita a quella che si oppone alle legittime richieste di ordine sociale.”
Robert Conquest ” Il Secolo delle Idee Assassine “, Milano, 2001.
Mi piacciono due concetti affrontati da Marco Caocci in questo articolo, cioè “bias cognitivo” e “flessibilità cognitiva” spiegando che il primo è la tendenza a valutare i fatti con superficialità fino ad avere una visione della realtà troppo piena di illusioni, mentre la seconda è la capacità di modificare le proprie percezioni e i propri comportamenti ai cambiamenti dei contesti che ci si trova a vivere.
Caocci li usa per descrivere la situazione di Sinner, a me viene da usarli per descrivere invece la condizione di Camila Giorgi, sia riguardo all’essere convinta di non poter avere un piano B quando gioca, sia riguardo al non voler tagliare il cordone ombelicale con il padre.
Però, pensarci bene, percepisco dei bias cognitivi anche in chi stigmatizza con un po’di superficialità la decisione di Jannik Sinner di lasciare Piatti, non vedendo il bias cognitivo avuto da Piatti nel gestire il suo rapporto con l’ex pupillo.
A mio parere nel passare a Vagnozzi ci ha guadagnato sul piano di avere adesso un coach cognitivamente più flessibile, forse ci ha rimesso sulla qualità della preparazione fisica visto che adesso tende a infortunarsi più spesso.
Quoto e amplio le argomentazioni. Credo che il problema di Sinner, in questo momento, non sia legato al cambio di guida tecnica, e quindi a presunte ‘involuzioni’ delle sue prestazioni rispetto al passato, ma è semplicemente di carattere ‘fisiologico’. Ogni essere umano segue processi di crescita e sviluppo singolari: per esempio Alcaraz, visto che se ne parla, ha un fisico già pressoché formato e può perciò già chiedere il massimo a sé stesso in termini di prestazione atletica. A quanto pare Jannik non ancora, poiché, come lui stesso ha dichiarato, è ‘cresciuto’ sino alla fine dello scorso anno: lo sviluppo in altezza, anche di pochi centimetri, comporta una variazione del baricentro corporeo che sconvolge gli equilibri atletici acquisiti, con la conseguenza di un riadattamento continuo alla nuova situazione mano a mano che si cresce, sinché le ossa terminano di allungarsi. Un esempio. I movimenti in avanti verso la rete. Andate a guardarvi i filmati di Sinner del 2019: vedrete un giocatore veloce e a suo agio negli start. Già sul finire del 2000 si comincia a cogliere una certa perdita di coordinazione dei movimenti di rincorsa, percepibili come un’andatura caracollante e un po’ goffa nell’avanzare in velocità, dovuta chiaramente ad una consapevolezza non ancora acquisita del mutato baricentro. Insomma ogni tappa dello sviluppo corporeo segna piccoli momenti di crisi nella performance di un atleta, e Sinner evidentemente ne sta pagando tuttora gli effetti.
Venendo in particolare agli infortuni, tutto è interconnesso. La sovraprestazione richiesta a Jannik, a partire dalla seconda metà del 2021, durata senza soluzione di continuità sino a fine gennaio 2022 (quando è risultato positivo al Covid), in una situazione di perdurante transizione del suo fisico, può esserne stata la premessa. Si aggiunga la circostanza, emersa a partire dallo scorso febbraio, di dover far fronte a metodologie di preparazione atletica inevitabilmente differenti rispetto a quelle della gestone Piatti. Personalmente non dubito che Jannik, una volta assestatosi sul piano (psico)fisico, correrà come un treno.
Condivido il tuo punto di vista! I miglioramenti tecnici di Jannik sono sotto gli occhi di tutti. Il 1°set contro Rublev ieri è stato stellare! Inizia a fare caterve di punti con il servizio, quando gli gira; talvolta rallenta, palle corte, va a rete, tenta serve and volley, gestisce meglio gli scambi, etc etc. Un altro Sinner rispetto a solo qualche mese fa, migliore in tutto…e poi ovviamente una roccia mentale, uno scoglio quasi insuperabile per quasi tutti gli avversari….un campione in progress, secondo me!
Sinceramente i colpi di Sinner sono dovuti ad uno swing eccezionale, il fisico incide relativamente a, differenza di un Ruud. Non sono i colpi ma gli spostamenti ed evidentemente ha dei limiti per cui, aumentare i carichi, può quasi fare peggio. Ci vorrà tempo ma va detto che se il ginocchio avesse dei problemi più da usura che da trauma non sarebbe un bel segnale per un 21enne.Speriamo bene, ieri il primo set è stato sontuoso, la palla era veloce e pesante, sul veloce poi diventa ancora più incisiva.
Fantastico, quanta gente che legge un articolo a tema psicologia e scrive di fisico, risultati, servizio, sconfitte, gioco di prima e di adesso, perfino di infortuni di Coric e Raonic…
Il più delle volte col piglio di chi si mette sullo stesso piano dell’autore, cioè attribuendosi la patente di esperto
Oltretutto esperto di tutto quanto possa avere a che fare col tennis, quando invece i veri esperti operano in settori ristrettì: c’è il tecnico, il fisioterapista, il mental coach…
Che bello quando si andava dal medico e lo si ascoltava, adesso si va dal medico a comunicargli l’autodiagnosi fatta con l’ausilio di Google
Senza offesa per l’ottimo professionista che redatto l’articolo, ma trovo l’articolo poco pertinente al momento di Jannik in quanto i più non trovano nel suo gioco una involuzione (anzi io trovo stia piano migliorando e sia da esempio il devastante primo set di ieri) ovvero uno scoraggiamento per isultati che non arrivano! Invero Jannik – a parte l’episodio della giornata no con Aliassime) ha praticamente vinto sempre e solo problemi fisici gli hanno fatto alzare bandiera biancai! Allora la qaestio è se il team a disposizione di Jannik (non solo coach ma preparatori atletici e fisioterapisti soprattutto) siano adeguati al percorso di crescita fisica di jannik che a quanto pare è ancora in atto.
Se Nadal e Federer sono riusciti a cambiare durante la propria carriera perchè non dovrebbe riuscirci Sinner, che ha solo vent’anni ed una carriera davanti?
Articolo condivisibile, ancorchè scritto da un esperto … inoltre, come ho già scritto altre volte, i risultati di Sinner dopo il cambio di allenatore non sono assolutamente, nel complesso, peggiorati, sia rispetto all’ultimo anno con Piatti, sia rispetto allo stesso periodo (Febbraio/Maggio) dell’anno scorso: i risultati sono l’unico elemento che può essere valutato oggettivamente, come può essere valutata la percentuale di servizio, gli altri sono solo percezioni soggettive e quindi non valutabili, nè nel lungo nè nel breve periodo. Gli infortuni non possono certo essere ascritti ad un peggioramente della qualità del coaching, ma potrebbero essere una conseguenza della tipologia, come scrive il Dott. Caocci, e quindi vanno valutati nel lungo e non nel breve periodo, rispeto ai risultati effettivi.
Prove e controprove fanno parte del senno del poi.
Si può dire che con Piatti non avrebbe subito questi infortuni oppure al contrario affermare che sono conseguenze di un cattivo lavoro fisico negli anni passati.
Anche il fatto che tecnicamente sia ancora un pò acerbo è imputabile a Piatti, oppure al contrario è grazie alla tecnica da lui imparata che Jannik sia al suo eccezionale livello attuale?
Boh!
Coraggio Jannik, solo tu puoi sapere dove sta la verità. Valuta bene e vai avanti per la tua strada
@ Alex77 (#3206395)
Guarda, stavo per scrivere la stessa cosa. Nessuno ha delle certezze per quanto riguarda il fisico e non so neanche se un coach abbia il 100% di capacità decisionale nella programmazione, ma Raonic e Coric non hanno esattamente brillato per integrità fisica durante e dopo la gestione Piatti
Sì ci ho pensato anche io. Sicuramente avendolo allenato per più tempo di Vagnozzi e in un età delicata senz’altro una grossa parte di responsabilità l’allenatore precedente ce l’ha.
Tante parole, anche giuste, per carità, ma la domanda che mi pongo é come mai nessuno adombri anche solo la possibilità che qualche responsabilità sui deficit fisici di Jannik l’abbia lo staff Piatti che l’ha cresciuto e curato per tanti anni, evidentemente non alla perfezione visto che non ha messo su un minimo di muscoli.. le “vedove” di Piatti abbondano? E lo dico anche per i tanti commenti di giornalisti o pseudogiornalisti letti negli ultimi giorni (specie su un’altra testata tennistica)..
Infatti, ha l’80% di vittorie, serve meglio prima e seconda, ha imparato a fare il drop e migliorato il rapporto vincenti ed errori non forzati, è stato frenato da influenze e piccoli infortuni anche se sufficienti a doversi ritirare, altrimenti è probabile che avrebbe fatto finale a Miami e almeno quarti a Parigi. E in generale, qualcuno insiste con “mi piaceva il primo Sinner”…il primo Sinner era ancora più acerbo fisicamente e giocava come quello di adesso ma tutto in modo meno performante tanto e vero che quando passava un turno o perdeva 63 62 con Tsisipas a Roma tutti contenti…la memoria fa proprio brutti scherzi….
Quali sarebbero state le sconfitte inaspettate di quest’anno? Ha perso solo o per ritiro o contro altri top players.
L’anno scorso semmai aveva avuto diverse sconfitte inaspettate (vedi Popyrin, Rinderknech, Draper, O’Connell, Bedene, Duckworth)
Magari il primo Sinner giocava con avversari leggermenti meno forti e che non lo conoscevano e studiavano come fanno oggi?
In tutti gli sport ci sono anche gli avversari e lo scopo del gioco è quelli di avere le armi per batterli. Nemmeno nella boxe vince chi tira più forte.
Secondo me il primo set mostrato da Sinner contro Rublev è stato proprio il mix di cui parli: un gioco aggressivo e tendente alle linee, che era tipico del primo Sinner, unito a un servizio migliorato tantissimo (6 ace in un set e velocità media bella alta) e a variazioni con palle corte e gioco a rete.
Qualcosa di simile successe a Monika Seles. Poi si adatto’ bene. A 19 anni aveva già vinto 8 Slam. Per me sarà sempre la numero 1.
Sinner al 100% è un lusso che ammireremo a sprazzi, credo. Se strutturalmente il suo fisico dimostrerà fragilità dovrà centellinare i tornei che contano con una preparazione oculata sui campi a lui più congeniali. Esempio, su terrà fare un solo 1000 (Montecarlo), ed avere almeno un mesetto di fisio prima di Parigi, stesso dicasi per US Open, saltando il mese in erba. Per gli AO il programma 2022 andava già bene, secondo me. Wimbledon lo potrà giocare quando avrà vinto gli altri slam. Non credo di sognare.
Articolo molto interessante..
io approfondirei un altro aspetto..
il fisico di Sinner è in grado di reggere l’enorme potenza che sprigionano i suoi colpi?
Nadal ad esempio capì che non poteva essere difensivo per troppo tempo e cambiò modo di giocare, federer nella seconda fase di carriera aumento’ lì’anticipo nei suoi colpi e migliorò il servizio..
Per Sinner non converrebbe ad esempio introdurre l’uso del back nel suo gioco, del servizio in kick e delle traiettorie alte..
Oltre a un discorso di variazioni alleggerirebbe il suo fisico che dovendo sopportare sempre colpi di spinta alla lunga è sempre infortunato
Piaceva di più a tutti compreso lo stesso Sinner. Jannik ha detto che il suo gioco, con Piatti, si stava snaturando. Se ti ricordi gli ultimi match con lui erano tutti a fondocampo a remare. Non può tornare al gioco, sparapalle, dei primissimi momenti, ma la via intrapresa dovrebbe portarlo a giocare un gioco più aggressivo, come piace a lui. Questo significa aggiungere qualcosa al gioco, se no faresti la fine di Rublev, che gioca benissimo ma contro i forti ha pochissime armi. Se il cambiamento che sta tentando Jannik riuscirà sarà un grande guadagno per tutti. Speriamo trovi una quadra a livello fisico, ma per come è attento lui, io credo che succederà
Non è il caso di Sinner che da un punto di vista Mentale e di Gioco non ha problemi. Ha problemi fisicamente, ma anche in questo caso non è detto che sia per colpa del cambio dello staff tecnico. Avrebbe potuto avere problemi anche con Sirola. Ha precisato Sinner stesso che fino a fine 2021 è cresciuto ancora in altezza. Piace ai più parlare di Alcaraz, a me no ma lo faccio lo stesso, per evidenziare che che lo spagnolo è già strutturato fisicamente pur essendo più giovane del nostro, mentre Jannik non lo è ancora. Colmato questo aspetto fondamentale nel tennis contemporaneo Sinner si toglierà molte soddisfazioni.
A giudicare da ieri il servizio il nuovo allenatore lo sta mettendo a posto. Il resto è lagato al fisico di Sinner e tecnicamente ha poco a che fare con quello che Vagnozzi può portare essendo legato al resto dello staff!
Era inevitabile che Jannik si sarebbe impasticciato in questa stagione.
Il lato positivo è che vuol dire che sta provando a cambiare quelcosa, il lato negativo è che ci vuole testa e fegato per superare questa fase.
Quando ha cambiato coach a febbraio lo abbiamo detto subito” andrà incontro a sconfitte inaspettate” però quando arrivano e nelle modalità con cui arrivano è difficile conviverci…
Vai jannik!!!
a prescindere dal coach a me piaceva molto il primo sinner.comandava di più il gioco ed era più forte anche in risposta