Gaudenzi parla di nuovo del circuito Challenger: “È vitale al successo nel tennis”. La nuova distribuzione dei guadagni
Andrea Gaudenzi, Presidente dell’ATP, “corregge il tiro” sul delicato tema del Challenger Tour. In un’intervista rilasciata al Financial Times alcune settimane fa, aveva espresso un concetto a dir poco brutale: il Challenger Tour non attira abbastanza interesse quindi non è sostenibile economicamente. Parole che avevano scatenato un discreto putiferio nel mondo della racchetta, alimentando ancor più le “fiamme” di coloro che da tempo criticano l’ATP per la poco equa distribuzione dei guadagni tra il ricchissimo tour maggiore, e le briciole per coloro che cercando di arrivare ad un posto al sole.
In un’intervista – molto lunga – pubblicata oggi sul sito ATP, Gaudenzi affronta questo tema delicato con altra visione, più propositiva e positiva, affermando che per il tennis professionistico il Challenger Tour è vitale. Riportiamo alcuni concetti dell’intervista, che invitiamo a leggere in originale.
“Vorrei iniziare affermando che il Challenger Tour è vitale per il successo del tennis. È il percorso verso l’ATP Tour senza il quale il nostro sport non può prosperare. So in prima persona quanto sia dura la competizione a quel livello, avendo giocato molti Challenger durante la mia carriera. Ho il massimo rispetto per i giocatori e per i promotori di tornei di quel livello, che lavorano molto duramente.
Quando si tratta del numero di atleti sostenuti finanziariamente, è vero che il tennis non è allo stesso livello degli sport di squadra come il calcio, il football americano o il basket. Il miglioramento della redditività finanziaria ai livelli più bassi del tennis si riduce a una migliore promozione e supporto attraverso la ridistribuzione dei ricavi generati ai massimi livelli. Vorrei sottolineare che questa è assolutamente una priorità per l’ATP e, cosa importante, riteniamo che si possano compiere progressi significativi.
Abbiamo recentemente creato una nuovissima divisione Challenger dedicata all’interno dell’ATP, guidata da Richard Glover, ex CEO di Tennis South Africa. L’unico obiettivo della divisione sarà far crescere lo sport a quel livello. Ciò fa seguito a una valutazione completa e all’analisi finanziaria del Challenger Tour dell’anno scorso da parte di ATP Management, che ha esaminato le opportunità di ristrutturazione e aumento degli investimenti. Con il supporto del nostro Consiglio, il nostro piano è quello di sfruttare queste opportunità nel 2022.
Sebbene il Challenger Tour sia di per sé un prodotto sostenibile da oltre 30 anni, sono fiducioso che questo lavoro si tradurrà in miglioramenti significativi, incluso un aumento dei guadagni dei giocatori”.
Differenza tra sport di squadra e individuale, come discrepanza tra sostenibilità finanziaria degli stessi atleti: “Si tratta del coinvolgimento dei fan. Gli sport di squadra traggono vantaggio dall’avere seguaci fedeli, spesso basati sulla posizione, anche ai livelli più bassi. Le squadre hanno l’opportunità di giocare davanti ai loro tifosi di casa per gran parte dell’anno e costruire un seguito attorno a un’identità condivisa. Sono questi fan che acquistano regolarmente biglietti e merchandising, o guardano in TV, che fanno funzionare il modello di business. Al contrario, l’interesse dei fan è più guidato dalle star negli sport individuali.
Detto questo, il tennis genera ricavi significativi e, insieme al golf, figura tra gli sport individuali di maggior successo al mondo. Abbiamo più di 1 miliardo di fan: la nostra sfida e la nostra opportunità non è solo quella di attirare nuovi fan, ma anche di creare un coinvolgimento più profondo all’interno della nostra base di fan esistente”.
“In un anno tipico il Challenger Tour prevede più di 150 tornei, offrendo circa 12 milioni di dollari di montepremi. Al momento, troppo pochi giocatori si guadagnano da vivere a quel livello di questo sport. Perché questo cambi in modo significativo, i vari organismi del tennis devono lavorare come un fronte unito per garantire che la crescita dei ricavi ai vertici del nostro sport sia ridistribuita ai livelli più bassi. Ciò deve avvenire parallelamente all’aumento dei flussi di entrate esistenti a livello di Challenger.
Dobbiamo anche riconoscere che non ci si può aspettare che il nostro sport fornisca un sostentamento a un numero illimitato di giocatori. Una linea deve essere tracciata da qualche parte. Quella decisione deve essere presa collettivamente tra le varie organizzazioni del nostro sport, e tutti nel tennis, compresi gli aspiranti giocatori, trarrebbero vantaggio dall’avere una comprensione più chiara di dove si trova quella linea. E poi si tratta di continuare a rafforzare guadagni, opportunità e mobilità per la prossima categoria di giocatori che attualmente non sono in grado di guadagnarsi da vivere con il tennis professionistico.
In termini di gestione del calendario, è fondamentale mantenere un’ampia diffusione geografica degli eventi Challenger. Gli eventi locali sono essenziali per i giocatori per ridurre i costi di viaggio”.
Gaudenzi respinge la critica che si pensi solo al tennis dei già ricchi: “I giocatori classificati tra 100 e 200 in singolo hanno effettivamente guadagnato in media il 14% in più in prize money nel 2021 rispetto al 2019, prima della pandemia. Nel 2021 si sono svolti 147 tornei a livello Challenger, soli 11 eventi in meno rispetto al 2019. Questi numeri dimostrano chiaramente la nostra attenzione nel supportare i livelli più bassi del tennis in questo momento difficile.
Guardando a lungo termine, il Piano strategico che abbiamo presentato a settembre 2020 definisce una visione chiara per lo sport, per cui la crescita ai vertici dovrebbe rafforzare la base della piramide sotto forma di un maggiore sostegno finanziario ai livelli inferiori. Questo supporto è una responsabilità collettiva e tutte le principali entità del tennis hanno un ruolo da svolgere lavorando più strettamente insieme”.
“Abbiamo la responsabilità di assicurarci che i migliori giocatori siano ben ricompensati in quanto generano la maggior parte del valore di intrattenimento per i fan durante i nostri eventi premium. Arrivare ai vertici di qualsiasi sport comporta un immenso duro lavoro e dedizione da parte degli atleti senza garanzie di successo. Vogliamo assicurarci che durante una carriera da 10 a 15 anni questi top performer siano stati adeguatamente ricompensati per aver raggiunto quel livello e aver guidato il valore dell’intrattenimento del nostro sport.
Detto questo, vediamo anche la possibilità di distribuire premi in denaro a un numero maggiore di giocatori? Assolutamente. Quando i giovani atleti prendono la decisione se perseguire o meno il tennis a livello professionale, ciò avrà un impatto sul fatto che lo considerino un’opzione di carriera praticabile. Potrebbe significare la differenza tra una futura superstar che continua nello sport o meno. Questo è solo uno dei tanti motivi per cui gli aumenti dei premi in denaro sono stati ponderati nei round precedenti negli ultimi anni per aiutare in questo e, in definitiva, fornire un percorso sostenibile verso la vetta.”
Ecco un passaggio fondamentale per la prossima redistribuzione dei guadagni sul tour: “Stiamo implementando un nuovo modello di montepremi agli ATP Masters 1000, ideato nell’ambito del Piano Strategico ATP, che è già entrato in vigore da quest’anno. Secondo il modello, i profitti dei tornei che superano i premi in denaro in loco in tutta la categoria saranno condivisi 50-50 tra tornei e giocatori, contribuendo a un potenziale nuovo Bonus Pool variabile che verrebbe pagato ai giocatori alla fine di ogni anno. La formula si basa su una nuova regola che richiede una revisione indipendente dei dati finanziari del torneo. Si tratta di un progresso rivoluzionario per la nostra organizzazione, che per la prima volta dall’inizio del Tour nel 1990 offre piena trasparenza finanziaria ai giocatori. Costituisce un importante passo avanti nell’allineamento degli interessi dei giocatori e dei tornei nell’ambito della partnership paritaria dell’ATP Tour”.
Parole importanti, vedremo come saranno accolte dai tennis, inclusa la “fronda” creata con la PTPA.
Marco Mazzoni
TAG: Andrea Gaudenzi, ATP, Challenger Tour, Marco Mazzoni, prize money
…Santo don Abbondio da Faenza!!!
…quindi secondo voi il don Abbondio italico bloccando e falsando le classifiche, le entry list e i tabellone dei tornei da 3 anni è persona intelligente?
…il drammma per tutti coloro che hanno veramente a cuore le sorti del nostro amato sport e che ci siano persone inadeguate come lui(non è un caso che la maggior parte dei players lo vorrebbe cacciare) a ricoprire tale incarico!!!
@ Giurasampras (#3029348)
Voltagabbana
@ GIALAPPA SBANDY REMIX (#3029520)
Boh! Si può aiutare dando più soldi a chi gioca i challenger, ma io preferisco che si aiuti dando la possibilità di entrare a livello atp se hai le caratteristiche.
Se il 500 del mondo avesse 3-4 possibilità all’anno di qualificarsi per uno slam, punterebbe la sua stagione per essere al massimo in quelle occasioni, superare gli avversari e salire di livello.
Altrimenti si tratta di passare stagioni girando il mondo e costruendosi la classifica.
Sono due prospettive diverse, ma mi pare più logica la strada che lascia le occasioni a chi le merita.
Sì, sì, non vedi le “qualifiche” perché accendi il pc il Venerdì, anziché Domenica 😆
Magari la prossima volta prova a non farti sgamare così platealmente che non segui più di tanto il tennis. 😆
Certi campi non li trasmettono perché le inquadrature fanno schifo. Punto. E a parte quattro fanatici che cercano di copiare i movimenti dei tennisti pro, non le guarderebbe nessuno, per cui non conviene mettere piazzare una telecamera.
Hanno uno standard un pochino più alto dei Challenger che nel 99% dei casi hanno inquadrature terribili e infatti non li guardano che quattro gatti. La mossa di Gaudenzi, di fare una pagina sul sito ATP collegata al canale dei Challenger non cambia niente al riguardo. E’ la solita trovata pubblicitaria di chi non sa come gestire questo sport.
Un mondo più equo ed un green pass falso per tutti!!
Beh dai è stato folgorato sulla via di Damasco……….volevo dire Belgrado!
Siccome, ahinoi, oggigiorno avere degli odiatori è sinonimo di successo, allora c’è chi se li crea… 😮 😳
Beh dai anche qui non ci lasciamo mancare niente: abbiamo Givaldo che è in grado di dire tutto e il suo contrario nello spazio di 2 righe dello stesso commento 😉
Intelligente sicuramente si ma a fare i propri interessi e quelli di pochi altri
Che dia lustro al tennis italiano ma anche NO!!!
Il lustro al tennis italiano lo danno i vari Berrettini, Sinner, Musetti, Fognini, Sonego…..
che sia intelligente, e molto, è sicuro. ma le dichiarazioni precedenti sui challenger sono la prova che anche le persone intelligenti possono dire grandi stupidaggini, o perlomeno poco rispettose di un movimento di cui lui per primo ha fatto parte.
Noi? Loro? Veramente sfoci nel ridicolo, e non ti offendo perché lo fai da solo con i tuoi post
Nel ciclismo comunque è ancora peggio. Fortuna comunque che i capitani passano il motepremi alla squadra che ha lavorato per farli vincere.
Detto questo.
Io è da anni che dico che i Challenger con atleti che svolgono la stessa vitaccia agonistica dei topo 50, distribuiscono proventi scarsi ai giocatori.
Si è giustificata la cosa dicendo che sono proprio dei ” Challenger ” cioè la sfida per entrare nel tennis che conta, se la perdi ci rinunci.
Cosa molto discutibile. Puoi anche perdere la sfida senza nemmeno averla portata a termine.
Poi comunque, ci sono giocatori di alcune nazioni che invece tirano avanti una carriera a furia di Challenger, semplicemente perchè nella loro nazione c’è un challenger quasi ogni settimana.
In Italia abbiamo l’esempio lampante di come avevamo una marea di giocatori da challenger, ma pochi nei tornei ATP 1000, qualche tempo fa, perchè in Italia i costi sono più bassi per giocare nei challenger, rispetto ad esempio in Australia.
Una mia omonima, australiana di Melborune con padre valtellinese, aveva raggiunto la posizione n.700 del mondo, poi ha provato a giocare tornei per emergere e tentare la scalata della WTA, ma i costi a rimanere tanti mesi all’anno fuori dall’Australia erano troppi e poi ha smesso. Tanti australiani sono costretti a rinunciare a scalare i vertici del tennis professionistico, perchè hanno pochi settimane e pochi tornei da loro per poter costruire classifiche tali da salire nel ranking. Infatti, lo vediamo proprio nella crisi del tennis austrliano.
La stessa cosa è poi capitata anche agli USA. Ormai la maggior parte dei tornei si gioca in Europa ed i giocatori USA devono per forza uscire dal loro continenente per provare ad emergere.
Molti ci rinunciano.
Per questo andrebbero aiutati i Paesi un po’ ” emarginati ” a livello di challenger e future, perchè lontani dal fulcro del tennis che conta.
Poi io sono anni che dico che andrebbero messe delle ” tasse ” alle entrate dei tornei più grossi ed il 10 per cento del loro montepremi passarlo ai tornei challenger attorno alla sede dove si svolgono quelli li grossi.
…
Riguardo l’interesse dei challenger, in Spagna proprio zero, il pubblico si muove solo per vedere i loro top 10 e Nadal, non gliene frega niente di Bardellou, Hernandez o Granollers che giocano la finale del challenger di Barcellona. Vanno a vedere il Godò, il torneo ATP 500 di Barcellona per vedere Nadal, Ferrer, Moya, Ferrero, Corretja etc. etc.
In Italia invece il riscontro nei challenger c’è sempre stato a livello di pubblico, soprattutto nel Sud d’Italia, ma anche a Genova, Cordenons, Bergamo, San Marino di lingua italiana, Biella fino al semi italiano challenger di Lugano. Lo spettacolo c’è sempre stato, molte partite veramente interessanti.
Tanto per citarne una, la finale di Biella tra Volandri ed Acasuso che prima della finale era al n.40 del ranking mondiale.
Una bella cosa sarebbe suggerire ai circoli vicini ai tornei, di organizzare delle amichevoli tra nazionali con giocatori presenti in quei tornei, in modo da attirare il pubblico e l’interesse.
Ad esempio Italia contro USA, o contro Argentina, Spagna, Germania e chi più ne ha più ne metta.
Anche se non giocassero i Berrettini ed i Sinner, però vedere magari Caruso o Baldi o Napolitano giocare con una maglietta azzurra con dietro scritto Italia sarebbe simpatico per il pubblico.
ha ragione quando dice che i challenger non guadagnano, bisogna aiutarli, perché senza i Cha ci saranno meno appassionati di tennis e quindi meno sponsors per tutti i tornei.
ha ragione quando dice che i challenger non guadagnano, bisogna aiutarli, perché senza i Cha ci saranno meno appassionati di tennis e quindi meno sponsors per tutti i tornei.
distribuzione adeguata dei premi??? ma un 250 al mondo che al primo turno di quali ad un challenger perde e porta a casa 110 euro lordi ha una qualificazione adeguata del proprio lavoro e impegno? Sapete quanti giocatori atp di fascia 220-300 stanno cercando ingaggio con squadre per giocare le varie serie A a 600, 800, euro a match, per portare a casa quattro lire (e le giocano in Spagna, Italia, Austria, Francia…) e finanziarsi i challengers??? Chiedete a Bortolotti che ha vinto 4-5 tornei challenger di doppio tra fine 2021 e 2022 quanto si mette in tasca a fine torneo, tasse e trattenute incluse…!!!!!! Il vortice non guarda in faccia a nessuno, questa è la verità, chi ci vuole stare a ste regole gioca, si finanzia, il papa’, qualcosa il circolo, qualche sponsor che aiuta più per beneficienza che altro…gli altri agonizzano…altro che riforma e ridistribuzione dei premi. Ci sono open che pagano di più; fa bene un giocatore 2.1 come Speronello e sulla sua scia tanti altri a giocare attività open, gioca 3 partite, guadagna 2000 euro, spese di vitto e alloggio pagate e via ad un altro open.. il sistema va rifondato ma all’ATP non interessa molto..l’importante è avere il calendario pieno, 5 tornei uno dietro l’altro in un hub tennistico, wc comperate e vendute dalla organizzazione ai giocatori e a chi offre di più..tutti lo sanno…sistema recrudescente e antieconomico per la gestione di qualsiasi giocatore di categoria challenger, tranne che per quei pochi che usano la piattaforma challenger un paio di anni per spiccare il volo nel circuito maggiore. Pietosi
Sante parole
🙂
Mi sembra che si sia ricreduto.
Se è così, è segno di duttilità mentale.
Bravo Gaudenzi.
Bravo Andrea, persona intelligente che dà lustro e peso al tennis italiano. Nella vita sotto rete gli rimprovero solo di non essersi mai fidato del suo altrimenti buonissimo rovescio lungolinea, colpo che gli avrebbe garantito qualche soddisfazione in più. Cmq mentre in tanti lo bubano, lui è lì a comandare il nostro amato sport.
Praticamente una marcia indietro con supercaxxola finale del “bonus pool” (per i Master 1000, tra l’altro, non per i Challenger) 😆
Vien da dire “eppur si muove!”. Scherzi a parte, ha espresso molti concetti interessanti e degni di approfondimento. Vado a leggermi l’intervista completa.
Senza la Ppta col cavolo che cambiava registro
…che dice…
Rispettate Djokovic che lotta da sempre con l’atp per una più giusta restribuzione dei guadagni e non, invece soldi solo per l’elite del tennis vedesi Nadal Federer Djokovic etc…
https://youtu.be/6RtaY48M3Jg
Tutto quello che si legge su Diokovic sono solo per denigrarlo…
E voi ci cascate come gli sciocchi…
F II rza Djokovic e chi come lui lotta nel suo piccolo per un mondo più equo…
…la retro marcia fatta sul circuito challenger è la prima cosa giusta da quando siede su quella poltrona ora speriamo che non siano solo parole ma faccia anche i fatti…
…che si ravveda anche sulle classifiche e ripristini immediatamente le entry list e le teste di serie dei tornei correttamente e che non continui a fare il don Abbondio sul caso Peng e che metta fine ai suoi progetti cervellotici di nuove regole del gioco più bello del mondo…
gaudenzi…lascia stare…ci penserà djokovic…
Ma sta bene?
Tutto ed il contrario di tutto in un mese.
Veramente perplesso.
@ Givaldo Barbosa (#3029341)
H mancante.
(È un attimo che la pattuglia di odiatori si compatti su una dimenticanza…)
Spero sia un errore di traduzione, perché quando dice “seguaci” mi si è accapponata la pelle e mi son venuti in mente tutti quelli che in questi giorni difendevano con il prosciutto negli occhi il loro idolo Novak.
Per il resto sulla redistribuzione dei premi non sono d’accordo ma io non sono nessuno.
Dovrebbero anzi rendere più allettanti i tornei minori.
Ricordo che nel 2022 con abbonamento ATP Tennis ancora non ci è possibile vedere tutti i match nè le qualifiche.
Non ho mai capito perché alcuni non siano coperti.
E si parla di 250 e 500 eh! Mica Challenger.
Per il resto è una mezzo retromarcia furba sul discorso assurdo precedente.
Speriamo che ora certi forumisti incattiviti e col vizietto populistico inquisitorio mollino la presa Djokovic che tanta ragione di vita a dato loro in questi giorni… e si concentrino su Gaudenzi.
Tanto, qualunque sia il bersaglio, importante è che sfoghino.