Matteo Berrettini nuovo testimonial di Hugo Boss (con la storia del marchio)
“Sono felice di annunciare la mia partnership con Boss per l’abbigliamento, in campo e off-court”. Così Matteo Berrettini scrive in un post su Instagram, annunciando l’accordo con il noto brand di moda tedesco, a conferma delle voci che già giravano da qualche giorno. Non era ancora sicura la data del debutto con la nuovissima linea sportiva Boss, invece il romano ha subito iniziato il suo 2022 con una t-shirt azzurra col l’iconico marchio. Non un debutto fortunato, vista la sconfitta con De Minaur in ATP Cup.
“È un onore collaborare con un marchio così potente e poter dare una mano a creare la mia propria collezione”, scrive il top 10 azzurro, “Presto vedrete molto altro”.
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Boss, dalla guerra al successo internazionale
Hugo Ferdinand Boss è il più giovane dei cinque figli di Luise e Heinrich Boss. I genitori lo segnarono alla volksschule e poi al ginnasio cittadino, dove Hugo si dedicò allo studio dell’economia. Il suo primo impiego fu in una fabbrica tessile a Metzingen e poi a Costanza. Nel 1908 Hugo Boss ereditò la bottega di famiglia e nello stesso anno sposò Anna Katharina Freysinger, con la quale avrà una figlia. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, Hugo Boss venne arruolato nell’esercito, prestando servizio con il rango di caporale.
Hugo creò la sua società di abbigliamento nel 1923 nella sua Metzingen, cittadina a sud di Stoccarda. Inizialmente l’ingresso nel mercato non fu un successo, anche per colpa della grave crisi economica che imperversava in Germania dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale. Infatti nel 1930 il proprietario dichiarò bancarotta e decise di rifondare totalmente la azienda anche grazie all’aiuto del partito nazista, a cui aveva da poco aderito. Ripartì con una manciata di macchine di cucire, ma molta voglia di fare. Con l’appoggio del partito, si buttò nel mercato militare, rafforzando velocemente la propria posizione.
Si deve alla sua penna la linea delle divise delle SA (Sturmabteilung=reparto d’assalto, note come camicie brune, primo gruppo paramilitare nazista), e in seguito fu il produttore delle divise delle SS e delle uniformi della gioventù hitleriana.
Nel 1945, con la sconfitta della Germania nella seconda guerra mondiale, Hugo Boss fu accusato di aver sostenuto la causa nazista e condannato a pagare una multa salata e privato del diritto al voto. Morì tre anni più tardi appesantito da quel marchio indelebile, ma la sua impresa andò avanti e pochi anni dopo riconvertì completamente la sua produzione, passando dagli abiti militari a linee di abbigliamento maschili di grande pregio.
In pochi anni, grazie all’eccellente qualità delle materie impiegate ad un look rigoroso e moderno, Hugo Boss divenne uno dei marchi più apprezzati a livello nazionale ed internazionale.
Nel 2011 l’azienda, diventata una delle principali a livello mondiale, si scusò pubblicamente per il suo passato oscuro, esprimendo profondo rammarico “per le persone che hanno subìto un danno e un forte disagio mentre lavoravano nell’azienda di Hugo Ferdinand Boss sotto il regime nazionalsocialista”.
Marco Mazzoni
TAG: Hugo Boss, Hugo Boss tennis, Marco Mazzoni, Matteo Berrettini, nuovo sponsor
Concordo pienamente, la malizia nella stesua dell’articolo é imbarazzante e fuori luogo
Impara l’italiano e riprova, grazie. Gibelix aka Mandrake, sempre incolto rimani.
@ Collezione Hugo Boss 1934 (#3015456)
Assolutamente d’accordo
Un po’ cattivello l’articolo. Credo alla redazione dovesse essere chiaro che pubblicando un articolo con riferimenti storici tanto “marchianti” la discussione sarebbe andata inevitabilmente verso la gogna pubblica. Tanto facile, d’altronde, in tempi di sfoghi social.
Articolo che non mi è piaciuto e non rende meriti a una redazione preparata. Direi di tornare al tennis.
p.s. sono di sinistra e ho avuto nonno partigiano.
LOL, non coprirti di ridicolo Andy: fatti un giretto su testi antichi, meno antichi e classici, e ne vedrai a vagonate di ‘cui’ al posto di ‘che’. A partire dal Sommo. Comunque, bravo perché così mi hai spillato uncommento. Un articolo e 40 non erano sufficienti.
@ Marco Mazzoni (#3015224)
Grazie sincero per aver ripulito la spazzatura fra questi commenti!
Berrettini ha un atteggiamento da talent show e da bimbominkia? Forse ti stai confondendo con un greco coi capelli biondi e il pizzetto da moschettiere.
Caro Mazzoni, non te la prendere. Se tu non avessi scritto delle divise naziste realizzate da Hugo Boss (tra l’altro già elegantissime da allora) nessuno qui sarebbe insorto semplicemente perché nessuno conosceva la storia… in realtà nessuno conosce la Storia. Naturalmente gli “insorti” girano su Volkswagen, BMW e Mercedes (a proposito l’automobile su cui Hitler sfilava durante le parate naziste era una Mercedes Grosse, ammiratissima al tempo) e lodano le virtù delle loro automobili senza preoccuparsi di nulla. È il fenomeno della Resistenza fatta dal divano, la più importante ribellione di massa che passerà alla Storia.
Faccio un offtopic (anche perché pure l’articolo non è sul tennis giocato).
Completino bellissimo, non c’è che dire. Che accostamenti di colori, il righino abbinato, il giromanica in rilievo, il colletto che trasmette sensazione di aderenza ma anche dinamicità, tutto bellissimo.
Ci sta che Berrettini si sia staccato dalla Lotto, oggettivamente un po’ “altalenante” (verdone a tinta unita, fluo totale, quell’altra con le macchie nere e il logo in giallo che non ci azzeccava niente, i peggio riusciti; ma anche altre abbastanza belle che ho visto solo addosso a Matteo, forse il completino del RG 2020 era il meglio riuscito). Anche perché, a differenza di altri brand, il marchio di Montebelluna propina a tutti i suoi esponenti lo stesso capo, identico (vedi la Nike che a volte ha la stessa linea ma con variazioni nella disposizione dei colori, dei righini, a tinta inversa, con le sfumature … e i suoi sponsorizzati infatti non sembrano, nelle inquadrature televisive, tutti uguali e fatti con lo stampino).
@ Ago (#3015364)
Allora devi prendertela anche con Siemens, IG Farben, Bayer, ThyssenKrupp, etc….
Hugo
Un passato per Ugo Boss inconfessabile e da dimenticare. Come direbbe il grande Montanelli se vi capita di acquistare un articolo di tale azienda,ricordarsi di turare il naso. Siamo seri per favore.
@ Ago (#3015364)
Nessun dubbio che ognuno di noi abbia il dovere morale di trasmettere, io lo faccio con le mie figlie,la memoria di un passato non così lontano.
Non capisco però la polemica per lo sponsor tecnico di un atleta: il WTA di Stoccarda ha come sponsor la Porche ed il fondatore Ferdinand fu in rapporti con Himmler.
Ed il tizio creò, su richiesta di Hitler, l’auto del popolo : boicottiamo la Volkswagen?
Semmai è interessante come un brand d’alta moda si stia buttando nel tennis e quanti potrebbe seguire il precursore Armani.
Berrettini bimbominkia? Essere educati, seri, sorridenti pensavo fosse una bella cosa…
È solo a certi grandi pensatori che non si perdona […] il fatto di […].
Dove sono i grandi “correttori di congiuntivi” del sito? Annichiliti di fronte a tanta prosopopea? Anche se così in affanno con la grammatica?
Concordo. Meno spot fighetti e più corsa!
@ Marco Mazzoni (#3015224)
Punti di vista. Per me la memoria è un valore importante. Poi ognuno ha la sua sensibilità ma sicuramente non va dimenticato il passato, specialmente quando si riferisce a milioni di morti
Concordo, letto il titolo pensavo di trovare una sintesi dei cento anni di storia dell’azienda, non la sola rievocazione del triste passato (remoto) del fondatore.
Beh allora? La Banca Nazionale del Lavoro è stata fascista, ora che dite, la facciamo chiudere? E i Carabinieri erano state le guardie del re per tanto tempo, che facciamo li aboliamo? E i vostri bisnonni, siete certi che non avessero la tessera del partito fascista? E nessuno dei vostri avi che si sia macchiato di un crimine, ne siete proprio sicuri?
Ma la volete smettere con questa cultura retroattiva della cancellazione?? Dementi!
Sono un romantico e appena ho visto Berrettini col logo Boss mi sono intristito. Lotto ti ha aiutato quando non eri così importante, sarebbe stato carino rimanere con loro…
Ovvio gli daranno molti soldi in più, ma forse un top ten non guadagna già abbastanza?
E subito dopo, siccome da romantico voglio bene al buon Berretto, mi sono chiesto: ma un “tenero” come lui, che sente molto la pressione, si sentirà a proprio agio con un logo così pesante? Anche perché mi sembra che sia l’unico sponsorizzato da Boss.
Quindi spero che Berretto, che negli impegni importanti sovente è stressato di suo, nel 2022 non sia stressato in qualunque torneo, almeno nella prima parte di stagione, dall’essere il solo a dover tenere alto il vessillo dell’azienda tedesca.
PS: Giulio Cesare e tanti altri imperatori hanno fatto stragi, in giro per quella che sarebbe poi diventata l’Europa.
Eppure ad un bel momento si è smesso di tenerne conto, fortunatamente…
pubblicità progresso
Anni fa in banca volendo investire in un basket di aziende avevo detto che non volevo inserire aziende del tabacco o che producevano armi. Ho solo prodotto ilarità perché a ben vedere se vuoi investire in un contesto capitalistico, aziende etiche che non corrispondono ad un impatto negativo, sul clima, sulle risorse, sui lavoratori sfruttati ecc. ecc. ce ne sono ben poche. O vogliamo parlare della Bayer e di quello che produceva durante la seconda guerra mondiale?
Nel mio piccolo trovo che abbia perfettamente ragione allorché ci si riferisca a soggetti che si siano realmente macchiati di certe adesioni.
Seppure in molti ambiti si direbbe che ciò purtroppo non sia sempre accaduto…
Ricordo ad esempio i casi di Montanelli e Bocca (pace all’anima loro), in gioventù fieri sostenitori del regime mussoliniano e, successivamente, divenuti penne immacolate della democrazia e cantori indiscussi di ogni rettitudine morale.
Condivisibile non sotterrare la storia anche quando scomoda e saper riconoscere allorché da questa siano comunque nati i germogli per una rinascita prima di tutto umana.
Volendo concentrare in poche righe la descrizione di una Azienda secolare, curiosa invece la scelta di dedicarle a ripercorrere pressoché unicamente gli eventi infausti che l’hanno vista tristemente complice del regime nazista negli anni trenta / quaranta.
Mi auguro che Hugo Boss negli ultimi settant’anni abbia già sviluppato e supportato progetti e partnerships ben più etici. Possibile in effetti che raccontarli susciti meno appeal nel lettore…
Bell’articolo.
Però anche il ricordo ossessivo del passato ha creato la xenofobia di cui il partito nazista si è nutrito.
Il passato dovrebbe essere uno stimolo per evitare gli stessi errori non un motivo di giudizio e leva morale per commettere altre tragedie.
Come è già stato accennato da qualcuno Hugo Boss non è una creatura a cui si può addebitare gli errori del passato ma un’azienda fatta di soggetti diversissimi ed appartenenti a nazioni diverse che non hanno nulla a che fare con Hitler, anzi dimostrano che con la classe ed il bello di essere altra roba.
@ Stefano Sella (#3015243)
Proprio lui, capirà per chi ha avuto famigliari vittima di quella mostruosità cosa sia stato vedere quelle immagini, pensi se poi ci si debba indignare perché Berrettini ha scelto questo marchio, siamo seri!
Ricordavo di Max Mosley paparazzato anni or sono mentre praticava sadomaso facendosi frustare da escort agghindate in stile SS, non vestite da prigioniere ebree. Se non erro non gli fu mai imputato nulla attenendo la questione alla sua sfera intima privata (per quanto si trattasse di inclinazioni, per me sgradevoli, quantomeno “originali”…)
Per curiosità ricorda invece di chi si trattava nell’altro caso che ha citato?
Io ricordo che Walt Disney era nazista ma nessuno sembra essere abbastanza coerente da scandalizzarsi per questo
Scusate ma una corretta analisi storica ci sta… Il marchio BMW con i quattro spicchi bianchi e azzurri deriva dall’elica di Herman Goering Feldmaresciallo della Lutfwaffe, la Fiat ha prosperato per decenni producendo veicoli per il Fascismo, la Bayer dopo la Guerra non ha poturo vendere l’Aspirina con marchio proprio negli USA, il grande direttore d’orchestra Herbert Von Karajan è stato boicottato per anni a causa del suo sostegno al Nazismo, e potremo andare avanti per molto.
Nessuna apologia di regimi orribili, ma sano realismo, se un’azienda fa pubbliche scuse, spetta a ognuno a seconda della sua sensibilità, accettarle o meno.
PS anche mio padre è stato internato dopo l’8 settembre in Germania e ne ha portato i segni finchè è vissuto
@ DTER68 (#3015112)
Tutto apprezzabilissimo per carità ma eviterei strumentalizzazioni di questo tipo in questo ambito, per cui un commento del tutto fuori luogo
Scusate, ma a una azienda che riesce a rinascere dopo un passato del genere, diventa una icona di stile e classe apprezzata nel mondo, credo si debba fare solo un applauso.
Tornando a quello che ci compete, hanno almeno fatto una maglia azzurra decente, a differenza di Emporio Armani che veste il Fogna blu notte.
Spiace per Lotto, che non ha i mezzi per valorizzare un top 10 e spesso mandava la stessa maglietta identica per mesi.
Giustamente, ovviamente dal suo punto di vista, monetizza il più possibile il suo momento positivo perchè lo sa anche lui che non durerà a lungo… la gloria nello sport fa presto a passare… il solo rimpianto è che questi denari vadano al Principato invece che alla sua “patria”, buona solo per difenderne i colori…
È solo a certi grandi pensatori – cito Heidegger e Sombart su tutti – cui non si perdona, o meglio, cui certi gruppi di potere non perdonano il fatto di essere stati iscritti al partito nazista anche se per poche settimane (o anche mai nel caso, invero dibattuto, di Sombart), e in un periodo che ancora non faceva presagire le atrocità commesse più tardi. Evidentemente nulla fa più paura di un pensiero libero che mette a nudo la Storia dell’Occidentale e va alla radice di certi suoi valori (marci?) che ancora ci guidano (che guidano i gruppi di potere). Il pensiero libero fa paura, non un vestito o una macchina. Il pensiero va indottrinato. Non il modo di vestire. Dunque viva l’Hugo Boss denazificato e riabilitato. Viva Berrettini.
@ Ago (#3015171)
Che significa atteggiamento da talent show? È oggettivamente un bellissimo ragazzo è normale che attiri l’attenzione anche di chi non segue il tenni,proprio per questo motivo.L’azienda che l’ha scelto ha ovviamente tenuto conto di questo.
Chi dimentica è complice.
PUNTO!!!!
…e anche sotto questo articolo abbiamo aggiunto la quotidiana dose di qualunquismo e populismo.
Per fortuna, al suddetto, poco importerà della storia di Hugo Boss (giustamente, ad Hugo Boss oggi lavorano delle normalissime persone con le loro personalissime idee ed i loro personalissimi problemi).
Non penso proprio Berrettini sappia qualcosa sulla storia del marchio. A me risulta molto faticoso tifarlo perché ha un atteggiamento da talent show innato, se ci fosse il televoto farebbe strage. Sarà, ma a me da veramente la sensazione di essere un pò bimbominkia. Unito a questo sicuramente ha un entourage molto buono e abile a vendere il prodotto.
E’ un tennista, gli si puo’ chiedere di tennis non di avere una cultura storica adeguata a scelte economiche che ipotizzo siano gestite direttamente dalla ACEMAT Sarl nel Principato di Monaco
Saluti
Un bambino di 9(?) anni (forse un troll, in teoria non ci potrebbero stare su instagram, i bambini (ma anche i troll)) ha commentato “pensa a giocare ché ieri hai fatto una figura di me*da”.
Un bambino di 9 anni.
Devi chiederlo al gruppo Valentino-Marzotto che hanno acquisito il marchio Hugo Boss.
Si può parlare di tennis, o bisogna sempre finire a commentare l’aspetto fisico delle tenniste?
Per me, che ho avuto mio nonno Alberto deportato e sopravvissuto a Buchenwald per aver nascosto un suo amico ebreo assieme a suo padre invalido, è difficilissimo ma doveroso intervenire. Non va passato sotto silenzio il passato di questo marchio a monito per chi verrà dopo di noi, ma quello che ci distingue da quelle bestie è proprio la capacità di distinguere tra l’odio cieco e il rancore dalla volontà di non investire i posteri di responsabilità non loro. Non credo che ci sia da gridare allo scandalo visto che in formula uno per ANNI hanno avuto il figlio del fondatore del partito fascista inglese che come se non bastasse anni fa ha girato un video porno con ragazze vestite da internate ebree con tanto di divisa a strisce e nonostante questo le conseguenze? praticamente zero. Queste sono cose gravi.
Pace e Amore
Berrettini
HU’ boss.
Contratto di… ?
Anni ?
Naturalmente tutto… offshore…
A bellezza è il numero 1