Medvedev: “Convertire la rabbia in campo in forza per vincere è la qualità dei campioni”
Daniil Medvedev ha iniziato a Toronto la sua campagna estiva sul cemento americano. Un momento della stagione per lui molto importante, visto che nel 2019 è “esploso” proprio con una cavalcata straordinaria in Nord America. Nel 1000 canadese Medvedev è la prima testa di serie. Dopo l’esordio vincente contro “l’ex” russo Bublik, aspetta al terzo turno il vincente di Sinner vs. Duckworth, in campo oggi alle 17. Essere considerato il favorito per il titolo non pesa affatto a Daniil, così ha confessato alla stampa dopo il successo di ieri. Ecco alcuni estratti del pensiero del russo.
“Più pressione per essere considerato il favorito? Assolutamente no. Quando sei nuovo sul tour e giochi il tuo primo Grande Slam, o i tuoi primi quarti di finale del Grande Slam, la tua prima finale in un Masters 1000, è lì che ti senti davvero sotto pressione. Non è una sensazione facile, ma a volte aiuta a giocare bene. Io non avverto tutto ciò da molto tempo, so già cosa vuol dire vincere un Masters 1000, so che devo giocare bene, combattere, correre molto e centrare molti colpi vincenti. Quando esco sul campo e inizio a giocare non bado al fatto di essere testa di serie, la 1, la 2 o quel che sia, cerco solo di vincere. Non importa il seeding e nemmeno la classifica, devi prepararti per la partita allo stesso modo. Sento zero pressione per essere la 1a testa di serie, semmai mi sento onorato, significa che ho fatto molto bene, che riesco a giocare un grande tennis, è già la seconda volta che mi succede in un Masters 1000″.
Conferma che la sconfitta alle Olimpiadi (vs. Carreno Busta) è stata una brutta botta… “È stato un momento difficile. Quando Novak ha perso ho guardato la quantità di cose che sono state scritte sui social network, soprattutto quando ha perso la partita per il bronzo, è assurdo. Ha perso ma ha affermato che nonostante il dolore, quella sconfitta lo avrebbe aiutato a lavorare di più e tornare più forte. Nel mio caso, il modo in cui ho salutato il torneo è stata una grossa delusione, non so se allo stesso livello di quella patita da Djokovic, ma quello che ho fatto è stato staccare un po’ da tutto. Ovviamente mi sarebbe piaciuto fare meglio, ma in questo momento il mio obiettivo è vincere questo torneo e poi gli US Open. È così che funziona, il tennis ha il vantaggio di avere 20 tornei all’anno, puoi vincerne cinque, sei o sette al massimo. non li vincerai mai tutti, ecco perché devi concentrarti sul dare il massimo ogni giorno e se si perde, si guarda avanti, alla prossima occasione per rifarsi”.
Secondo Medvedev, riuscire a convertire la rabbia in campo in uno stimolo positivo è fondamentale per diventare un grande. “Non sempre ci riesco, sfortunatamente, sarebbe meraviglioso se ogni volta che mi arrabbio in campo potessi capovolgere le cose e finire per vincere la partita. Il tennis si basa su questo, su quello che puoi fare in ogni momento. Oggi quando sono tornato in campo dopo la pioggia, ero ancora furioso con me stesso, avevo avuto un break point nella primo set e non ne ho approfittato. Ma anche se sei arrabbiato, devi fare del tuo meglio, continuare a combattere. In questo senso sono migliorato molto da quando ho lavorato sulla mia forza mentale con uno specialista, da allora i miei risultati sono solo migliorati. Questo è qualcosa che vediamo nei grandi campioni del nostro sport, la maggior parte di loro passa attraverso la rabbia, la cosa più difficile è pensare di aver perso una partita perché eri troppo arrabbiato, ma anche questo fa parte dello sport”.
Parole interessanti, come sempre quando Daniil esterna il suo pensiero. Se Jannik oggi riuscirà a passare il primo turno, contro Medvedev sarà una super-partita…
Marco Mazzoni
TAG: Daniil Medvedev, forza mentale, Marco Mazzoni, Masters 1000 Toronto 2021
2 commenti
Sempre un piacere leggere gli articoli di Mazzoni.
Interessante. Sto leggendo un libro sul trasformare il veleno in medicina. A volte pensiamo ad allenare il corpo ma anche la mente ha bisogno di lavoro. Il tennis è un gran bell’esempio di come usare sé stessi al meglio