Le considerazioni di Monica Puig a cinque anni dall’oro olimpico: “Non ero pronta”
04/08/2021 22:04 
16 commenti
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Monica Puig nella foto
Cinque anni fa, Monica Puig ha stupito il mondo. Aveva appena vinto l’oro olimpico ai giochi di Rio de Janeiro, diventando la primo atleta portoricana a occupare il posto più alto sul podio. Tuttavia, ciò che seguì furono momenti di grande sofferenza e ansia, come lei stessa confessa, ora che sta attraversando una fase molto complicata della sua carriera a causa degli infortuni. Puig si trova al 289° posto della classifica WTA e, a 27 anni, fa un viaggio indietro nel 2016.
“Ho vinto le Olimpiadi nel 2016 e in quel momento ho sentito che tutto era incredibile. Ma poi è arrivata la pressione, il riconoscimento che arriva con un tale successo, e tutto ciò è stato davvero difficile da affrontare. Quando è arrivato quel momento, ho capito che non ero pronta per una cosa così grande”, ha confessato in un’intervista al sito WTA.
In un resoconto emotivo, Puig ha aperto il libro e ha spiegato cosa le è passato per la testa. “Ho avuto molti momenti di pianto, molti giorni di frustrazione e tristezza cercando un modo per incanalare tutta l’energia e trasformarla in qualcosa di positivo. Eppure, alla fine di tutto, mi ha aiutato ad essere un atleta migliore, una persona migliore. Se ci penso, mi sembra che sia tutto vicino e lontano allo stesso tempo. È incredibile che siano già passati cinque anni, sono passati così in fretta. Ho dei ricordi lontani, ma ogni volta che posso guardo foto e video per rivivere ogni momento. Vincere quella medaglia, con così tanti latini lì, è stato incredibile”, ha evidenziato.
Tuttavia, ora è molto difficile per la Puig guardare le Olimpiadi. “È una sfida enorme, molto dura. Non importa quale sport o competizione olimpica io stia guardando, provo sempre molta tristezza per non essere lì. Questo è il dolore che ho dentro, e mi sento super depressa. Alla fine della giornata, devo pensare che cinque anni fa ho fatto qualcosa che rimarrà con me per il resto della mia vita e nessuno potrà portarmelo via. Ora devo pensarci da un altro punto di vista”, ha concluso.
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@ Ueda (#2891480)
Non ho calcolato quel depressa preso in fondo. Certamente prima non può essere presa come la depressione di cui si parla in continuazione. Parla di quel momento, potrebbe essere sbagliata la traduzione o più semplicemente ha utilizzato lei il termine sbagliato, volendo dire che si sente molto triste in quel momento
@ robdes12 (#2891204)
Si anche io apprezzo molto Camila, ma se leggi l’intervista non si trova da nessuna parte la parola depressione. Ha semplicemente detto che non era preparata alla futura pressione, ovvero al dopo, ed ha fatto fatica ad abituarsi, a saper gestire le pressioni. Questo l’ha mandata come è normale che sia in difficoltà, ma non ha mai parlato di depressione, è questa la grande differenza con altre giocatrici. Capisco benissimo Monica, molto meno Kyrgios, Paire, Tomic, Bublik e pure Osaka se vogliamo dirla tutta
@ Ueda (#2891139)
Dovevi quotarti da solo allora, la stessa cosa l’ha detta pure Nadal
Ma la depressione va di moda, come termine? Un semplice triste, sconsolata, nostalgica, turbata, demoralizzata, accasciata, cioè aggettivi che indichino una condizione temporanea di negatività emotiva non esistono più? Si deve per forza ricorrere al richiamo patologico, alla drammatizzazione psichiatrica? I campioni delle decadi precedenti, vedendo che non possono partecipare alle olimpiadi, si devono quindi sentire come la Puig? E quelli che per infortunio o contingenze non hanno potuto partecipare, pur essendo papabili favoriti, che cosa debbono fare? Ricorrere al conforto del chiostro? Ma la terza decade del 2000 è forse quella della lagna sportiva? Ancora un po’ e avremo anche i cavalli dei concorsi ippici esaminati quali portatori di terribili conseguenze comportamentali in seguito alla mancata affermazione o all’ansia da prestazione nei concorsi ippici. A parte che io sarei più che favorevole all’eliminazione dell’equitazione, che da wuwueffiano eterno considero sfruttamento di specie animale a fini inutili. Apprezzo sempre di più la classe di Camila, che, non amando le interviste, si limita ad abbozzare risposte e a risolverle nella forma più laconica e frettolosa possibile. Ma lo stile non è proprio diffuso nella wta di questi tempi.
@ Livio (#2891112)
In effetti sembra che se un atleta racconta di sé, delle sue difficoltà, sia sempre un ipocrita. Se vinci devi essere felice, se non vinci è il tuo livello e comunque non lavori in fabbrica e quindi non lamentarti. Messa così il diritto a soffrire pare riservato a determinati redditi. Poi però non lamentiamoci se le interviste dei giocatori sono trite e ritrite: un commento più approfondito, un rivelare sè stessi, un’opinione anche politica ti espone, crea fazioni. Ed allora vamos con ” Ho provato a fare il mio gioco, l’avversario oggi è stato bravo, non mi pongo obiettivi ma vivo match dopo match… Ecc… Ecc… “
Il tabellone non era per niente giusto, ha battuto le migliori del mondo, semplicemente è una tennista mediocre che ha avuto la settimana della vita, non è la prima né l’ultima.
Puig non vinceva nulla nemmeno prima della medaglia quindi l’oro non c’entra niente, il paragone con Osaka e Biles è improponibile
Vinse quell’oro grazie ai cartelli messicani che puntarono puntarono tutto su di lei.
La Puig non aveva il livello per battere la Kerber del 2016 in quel momento n1 al mondo ( e 2 slam vinti quell’anno).
Costrinsero la Kerber a perdere perche i soldi in ballo erano troppi.
@ Mattia (#2891055)
Solo con il femminile? È successo solo alla Osaka e chi altro? Nel maschile invece mon succede mai niente:Kyrgios, Paire, Tomic e chi più ne ha più ne metta. Volete ritornare ai commenti delle Olimpiadi su Sinner, dove, secondo i molti, ha fatto bene ha saltare perché stava vivendo un Gravissimo periodo di crisi per due sconfitte? Dai. Se poi prendiamo la Puig stiamo parlando di una giocatrice che ha fatto la storia del suo Paese e ha realizzato un sogno ad occhi aperti restando pure nella memoria di moltissimi appassionati tennistici. È normale avere tensione. Ma visto che che non siete ovviamente informati sul nulla, Puig è fuori per infortunio da parecchio tempo tempo. Vuoi paragonarli agli altri tre? Ragazzo veramente sfortunati, che lottano contro una gravissima forma di depressione perché giocano senza pubblico. Dovremmo creare una giornata di lutto nazionale
Se non sapete nemmeno leggere quello che c’è scritto evitate di commentare
Davvero commenti senza senso. Proprio alcune sere fa, parlando a due campioni olimpici come Sara Simeoni e Yuri Chechi, Adriano Panatta ha raccontato come la sera stessa delle sue più belle vittorie, gli calavano addosso un senso di solitudine ed una tristezza profondissimi. Il successo può slatentizzare una depressione, di fatto è un trauma emotivo.
L’emozione maggiore è quella estetica, ragazza stupenda! Come tennista è stata al momento giusto nel posto giusto, ma non credo che vincere un oro alle Olimpiadi deprima…
Top 50? È stata miracolata per una settimana, può capitare, ma il suo livello è quello che occupa adesso
Ma basta! Solo nel femminile succedono ste cose
Ma tutte depresse e con la pressione ste sportive d’oggi?
Dire semplicemente che hanno giocato bene, erano in formissima quella settimana, entrava tutto, tabellone giusto, sfruttato momento…no?
Che dramma esistenziale!
Il peso della medaglia d’oro sembra quello dell’Anello di Padron Frodo.
È una top 50 al massimo del suo livello, nulla più.
Ma quella settimana è andata oltre se stessa mettendoci tanto cuore, e forse per questo la valuto meglio di altre giocatrici che hanno vinto sporadicamente uno Slam (Ostapenko, Kenin) ma che non hanno messo la stessa emozione.