Wimbledon: la consacrazione di Berrettini, sconfitto da un “alieno” ma vero top player (di Marco Mazzoni)
Solo Applausi. Per Novak Djokovic, che vincendo il sesto titolo a Wimbledon e 20esimo Slam in carriera, si conferma tennista più forte dell’era moderna. Quasi imbattibile nei grandissimi appuntamenti. Solo applausi anche per Matteo Berrettini, che ha giocato con coraggio, qualità ed intensità dal punto all’ultimo 15 della sua prima finale Slam. Ha perso in quattro set, 6-7 6-4 6-4 6-3 lo score finale a favore del n.1, ma è uscito dal campo a testa altissima, tra applausi scroscianti e soprattutto con la consapevolezza di aver raggiunto un livello di gioco, fisico e mentale da top player.
“Questo è l’inizio della mia carriera” ha dichiarato a caldo Matteo. Condivido totalmente. Questo straordinario e storico risultato non viene dal caso, non è un exploit irripetibile, frutto di chissà quali congiunzioni astrali favorevoli. Berrettini fin dall’ATP Cup 2021 ha giocato un tennis di altissimo livello. In Australia solo un problema muscolare l’ha stroppato, chissà cosa avrebbe potuto “combinare”. Ha perso due mesi di tornei, quindi ha giocato bene sul rosso e su erba si è inchinato solo al più forte dopo aver vinto al Queen’s. Il terzo posto nella Race 2021 è la conferma di come Berrettini sia un Top10 forte, molto forte, e su ogni superficie.
L’ha dimostrato anche oggi, solo un Djokovic in formato “N.1” l’ha sconfitto. Era teso all’inizio Matteo, il suo braccio non scorreva veloce e potente, c’era da scuotersi, da reagire. La reazione è arrivata nel modo più importante: era sotto, ha rifiutato di fare da comparsa, da vittima sacrificale. È andato a prendersi il contro break ed ha vinto il tiebreak giocando da Campione vero. Il secondo set l’ha perso all’avvio, un minimo passaggio a vuoto che – da super-campione – Djokovic ha subito capitalizzato. Ma è piaciuto come Matteo non abbia mollato, si è preso un contro break ed è rientrato fisicamente in ritmo partita. Il terzo set… è stato decisivo. Chiuso 28 punti pari, a sottolineare il grande equilibrio. Il “Djoker” l’ha vinto perché è stato bravo a sfruttare la chance di break, ottenuta con una risposta di rovescio da “alieno”, ma anche grazie ad un tocco sciagurato di Berrettini.
Proprio il “tocco” oggi, in una prestazione SONTUOSA dell’azzurro vista la tensione per la “prima volta”, voglio molto bonariamente rimproverare a Berrettini. Quando giochi contro un extra terreste, in un torneo che ha vinto 5 volte e con la prospettiva di fare addirittura il Grande Slam, non puoi permetterti niente, nessun errore. Devi riuscire a massimizzare ogni momento, ogni situazione, riuscire a capire che se qualcosa non va, è bene passare oltre e provare altro. Berrettini ha provato sotto rete svariate volte di chiudere il punto con un “tocco” di volo o in avanzamento… senza contare che al di là della rete c’è un mostro per velocità, capacità di sprintare e toccare la palla trovando in modo misterioso equilibrio. Proprio nella palla del terzo set che gli è costato alla fine il break, poteva chiudere sotto rete con il suo “martello”. Invece si è fatto “ingolosire” dal toccare la palla, e l’altro come un gatto c’è arrivato e si è preso il punto. Bravo Djokovic, straordinario, contro altri rivali Matteo avrebbe fatto il punto; ma… visto quanto Berrettini è stato lucido, presente, attento, tatticamente ineccepibile per tutta la partita, questi 3-4 errori cruciali poteva e doveva evitarli. Sono stati importanti.
Ripeto, lungi da me puntare il dito contro Berrettini. Oggi è stato straordinario per intensità, qualità, tutto. Era prevedibile che potesse pagare in qualche modo lo scotto per la grandissima occasione. L’ha pagato davvero poco, perché è stato fantastico a rimontare nel primo set e giocare come un martello per tutto il match.
Per vincere, avrebbe dovuto servire un po’ meglio, trovare una percentuale di prime più alta (almeno 2 prime su 3 in campo) e convertire più punti. Purtroppo, nella prima finale Slam, si è ritrovato di fronte la miglior risposta della storia moderna del gioco, e questo ha complicato “un tantino” il lavoro dell’azzurro…. Ma quante volte Matteo è stato splendido nel martellare col diritto, nel reggere anche nei contro piede, nel reggere sulla diagonale di rovescio. Un match come questo riesci a vincerlo se trovi contro mosse perfette nei dettagli, in cose piccole che diventano grandissime quando riesci a sommarle. In alcuni scambi importanti, magari Matteo poteva tagliare di più col back proponendo a “Nole” quella palla lunga e senza peso al centro che talvolta lui rigioca male col diritto. Qualche volta Berrettini è riuscito a fargliela giocare, ma spesso è stato stratorsferico Novak nel girarsi velocissimo, passo avanti e via in anticipo. Quante volte Novak ha risposto a pallate incredibili, costringendo Berrettini a prendersi l’ennesimo rischio in spinta. Quante volte Djokovic ha servito in modo chirurgico nei momenti chiave, palla esterna perfetta e via avanti a chiudere. L’apporto di Ivanisevic nel consolidare le qualità del serbo al servizio è sottostimato, ormai Novak vince moltissime partite con un ritmo nei game di battuta – soprattutto quando è in vantaggio – pazzesco.
Ci sarebbero tanti altri aspetti che si potrebbero analizzare e che spiegano il risultato, come la necessità di Berrettini di migliorare in risposta, soprattutto quella bloccata in allungo. Ma in una giornata così speciale, nonostante la sconfitta, preferisco esaltare la qualità e forza di Novak, campione non così amato ma immenso, il migliore con buona pace degli altri. Se Djokovic oggi per vincere il suo sesto Wimbledon ha dovuto giocare al suo meglio, ha dovuto lottare e correre, rischiare e alzare l’asticella, è stato grazie al nostro bravissimo Matteo Berrettini. Arrivare a giocarsi una finale ai Championships era un sogno. Giocarsela così bene, con grinta, coraggio e qualità, è stata la consacrazione. Berrettini un tennista fortissimo, uno che nei prossimi grandi tornei scenderà in campo per vincere. Grazie Matteo per questa cavalcata, per le emozioni che abbiamo vissuto. Sognare di tornare a vincere uno Slam al maschile non è più una Chimera, ma un obiettivo.
Marco Mazzoni
TAG: Marco Mazzoni, Matteo Berrettini, Wimbledon 2021
@ Armonica (#2872764)
Rispondevo a chi aveva giustamente trovato eccessive le critiche a Matteo e su queste è pesata la delusione di chi vedeva in Matteo il difensore del record di Federer..problema dei sostenitori di Roger che gli avevano addossato questa responsabilità, non certo di Berretto che avrà sicuramente pensato a portare a casa una partita molto complicata. Se avessi letto attentamente tutta la frase avresti meglio capito il senso di quello che volevo esprimere..comunque repetita juvant
@ tinapica (#2873037)
Concordo.. quei saltarelli nel mezzo dell’agone non sono stati un buon segnale…
e poi già dal primo set dove Nole ha regalato molto ed è riuscito comunque a vincere il game.
Quel game andava vinto con autorità … per mettere subito le cose in chiaro… Poi poteva perdere in tre, ben inteso, ma il livello si sarebbe alzato da subito e non è detto che le statistiche di Matteo non sarebbero giunte al 70% di prime… quando il gioco si fa duro…
Comunque solo Complimenti a questo ragazzo che ci darà altre soddisfazioni. Forza Matteo.
@ Annie (#2872692)
Più che la bimba era il papà della bimba a sprizzare di gioia…
Posso sbagliarmi ma Berrettini mi sembrava un pugile in un match contro un Supercampione (poi nemmeno troppo ieri (senza togliere niente al Grande Djokovic)) che si accontentava di arrivare alla fine dell’incontro senza rischiare realmente tutto. E’ brutto dirlo ma è stato un incontro che (sul piano della crescita tennistica… certamente) lascerà poco a Berrettini… a parte i rimpianti per non essersi spinto fino al limite massimo.
Voi l’”Occhio della tigre” l’avete visto? Io no.
Comunque potrà darci sempre delle grosse soddisfazioni in futuro… FORZA MATTEO.
@ Costante principe (#2872640)
Io la butto lì, anche se penso che riceverò molte critiche…ci fu un momento in cui Berrettini si mise a giochicchiare, tentando un colpo di tacco ad una pallina (fallendolo…) e saltando a zompa grillo per evitare la palla che gli stava arrivando addosso dopo che Nole aveva preso la rete con la prima di servizio. Si era nella IV partita, nel gioco con cui Djokovic avrebbe confermato lo strappo a suo favore, ottenuto nel gioco precedente con due punti da manuale del tennis-ragnatela (di cui Borg è l’inventore ma che il Serbo ha saputo portare a livelli altrimenti impensabili).
Da lì in poi è come se Berrettini si fosse improvvisamente ammosciato e nel giro di pochi punti il suo sguardo da grintoso (forse non da tigre, ma da gatto col pelo rizzato sì!) si fece corrucciato ed ombroso, come se tutte le fatiche e le incertezze fin lì accumulate in un serbatoio fossero esplose al di fuori, d’un botto.
Io apprezzo la leggerezza di spirito in un gran giocatore che sa anche divertirsi mentre disputa la finale di Wimbledon, sia chiaro. Ma forse, a maggior ragione se si è in chiara inferiorità, è preferibile mantenere la concentrazione su quel che si fa.
Djokovic infatti non ci pensa proprio a ridacchiare od a giochicchiare nei suoi incontri.
Altrettanto (non) fa Federer.
Nadal, dei tre, è il solo che ogni tanto si mette a fare il giocoliere con la pallina. Ma lo fa solo quando è in netto vantaggio.
Secondo me Berrettini, a livello psicologico ancor prima che fisico, aveva già finite le energie ma stava (egregiamente) ancora in piedi perché la concentrazione gli dava la giusta tensione per continuare a produrre gioco efficace contro “il mostro”. Probabilmente però nel suo sub-conscio sapeva di non averne più ed allora scelse inconsapevolmente quel momento per arrendersi, senza però arrendersi nella consapevolezza.
Forse mi faccio troppi viaggi mentali ma a me quella coincidenza temporale tra quei due gesti di alleggerimento emotivo ed il tracollo che da lì in poi ne segui pare molto strana.
Beh, per la verità il Centrale di Wimbledon è esaurito per ogni finale del singolare maschile, tutti gli anni.
@ Armonica (#2872761)
Lascia stare e non parlare di smartphone. All’inizio e in altre 3 o 4 occasioni occorreva la cattiveria agonistica che lui purtroppo non ha mai esibito..
Poi apprezzo tantissimo Berrettini… ma le statistiche dicono che qualcosa di più poteva fare.
… Resta sempre una finale a Wimbledon… ben inteso. Posso sbagliare.
@ Tibur (#2872831)
Si và bene per un italiano, concordo e li tifo con il cuore, ed ho conosciuti Matteo qd aveva 18 anni ed era già fantastico, ma se rispetti la mia idea di gioco, per me Nole è tutt’altro che noioso, a me piace il gioco atletico, potente ed elastico e secondo me và battuto sul campo, non per ritiro
Sicuramente per te non è divertente visto che, tifando contro, quasi sempre Novak ti delude, battendo quelli che tifi.
Dire che Musetti (!??) e meglio di Nole è fuori di ogni logica.
@ Hair49 (#2872577)
Leggo solo ora: non ti hanno neanche subissato di dislike perché è così assurdo ciò che dici da non valerne la pena.