L’importanza dell’esperienza
In questi giorni abbiamo assistito alla conclusione del Roland Garros” , uno dei tornei più importanti nel circuito tennistico. Per quanto riguarda i nostri colori, abbiamo assistito all’eliminazione dei nostri due più giovani promettenti, Musetti e Sinner, per mano di due veterani del circuito, Djokovic e Nadal. Gli italiani erano partiti bene in entrambe le sfide, poi a un certo punto la luce si è spenta, e il veterano ha preso il sopravvento in entrambe le sfide. Quando si osservano match di questo tipo, spesso i commentatori utilizzano la parola “esperienza”, per indicare la capacità di un atleta di gestire i momenti importanti di un match. È tutto vero e corretto, ma cosa significa davvero?
Le funzioni esecutive vengono definite come quelle capacità cognitive che entrano in gioco in situazioni e compiti in cui comportamenti e abilità di routine non sono più sufficienti alla loro riuscita. In altre parole, rappresentano quei processi mentali in grado di produrre una risposta adattiva funzionale di fronte a condizioni ambientali nuove e impegnative.
Ciò che dunque fa la differenza tra un veterano e un giovane di talento, in quella che in gergo chiamiamo “esperienza”, è la capacità del primo di adattarsi più velocemente a una situazione nuova effettuando un passaggio (switch) da uno schema poco funzionale a uno più efficace, senza consumare eccessive risorse attentive. In questo modo il veterano sale di livello, trova il bandolo della matassa perché sa esattamente dove si trova, è già stato li in precedenza, per cui deve utilizzare le risorse cognitive solo per attivare il nuovo schema, senza consumarsi.
È la stessa differenza tra guidare per una vacanza o guidare per salvare una vita. Si ha un carico cognitivo estremamente diverso, pur compiendo la stessa azione.
Il giovane di talento, non avendo accumulato informazioni nel passato per poter riconoscere il cambiamento, continua a mantenere la stessa strategia che però perde la sua efficacia.
Comincia la frustrazione, il sistema cognitivo si sovraccarica.Cambiare significa fare uno sforzo per mantenere simultaneamente in memoria parecchie idee che richiedono azioni separate o che devono essere combinate insieme per la prima volta.
Le energie vengono consumate più velocemente, e la sconfitta si palesa come qualcosa di inevitabile.
Ma solo attraverso queste sconfitte che si potranno creare schemi mentali nuovi che permetteranno al giovane di talento di affrontare le sfide successive, non con frustrazione ma con metodo. Non nella confusione, ma nel controllo.
È l’importanza della gavetta, del non bruciare troppo le tappe, del fare esperienza.
Dott. Marco Caocci
Psicologo
TAG: Tennis e Psicologia
@ GIALAPPA SBANDY REMIX (#2851065)
In che senso eccezioni?
Becker ha avuto a che fare con il miglior Lendl, Wilander, Edberg, pure l’ultimo McEnrore, poi sono arrivati pure Agassi, Sampras, Courier, Chang, Bruguera, Muster, Ivanisevic, Stich etc. etc.
Già solo trovare Forget era problematica la cosa.
Ecco perchè era difficile vincere tanti tornei dello Slam in quel periodo.
Negli ultimi 20 anni i 3 mangiaslam hanno lasciato le briciole a Wawrinka, Murray e Cilic. Stop. In 20 anni, non in 6 o 7 !!!
Federer a Wimbledon non ci va proprio a rete.
Se Nadal, Djokovic e Federer, ovvero i tre mangiaslam, si fossero trovati nei periodi di Wilander, Becker, Edberg, Cash, Stich, Courier, Sampras, Agassi, Muster, Kuerten non sarebbero riusciti a vincere tutti quei titoli.
Sulla strada hanno trovato poca resistenza, praticamente gli Slam se li giocavano tra di loro, come arrivava un Soderling decente, Nadal ci lasciava le penne infatti.
Ai tempi di Becker ed Edberg, i Soderling li trovavi ogni turno.
Direi molto più facile vincere in questi ultimi 20 anni gli slam, che non rispetto al 20ennio precedente.
I Mental Trainer ( psicologo … ) sono ben presenti nel tennis. A parità di livello la psicologia fa la differenza eccome, la testa è un colpo in più. Come Wilander ha ” perso la testa ” … ( moglie che lo ha lasciato, morte del padre ) … ha perso la testa della classifica ed uscito dai primi 30.
Magari però non aveva lo psicologo, era già forte lui di testa.
La concentrazione di Wilander credo che sia naturale, uno psicologo non so se possa aiutare molto, ma potrei sbagliare.
Vladimir Voltchokv semifinalista anche lui dalle quali, non ha più dimostrato di avere delle grandi qualità ed è stato proprio una meteora. Abbiamo due esempi a Wimbledon di semifinalisti provenienti dalle quali, due esempi totalmente opposti l’uno con l’altro.
Vale come discorso, poi ci sono le eccezioni come Diego Nargiso e Vladimir Voltchkov
Non bevo più nemmeno la coca cola.
Acqua con sciroppi di fragola, granatina, arancia, mirtillo, pesca …
9-7 al quinto contro Joachim Nystrom, 6-2 al quinto contro Tim Mayotte, Leconte 6-4 al quarto set, Anders Jarryd 63 al quarto set, Kevin Curren 6-4 al quarto set era la 8.
Ha eliminato 3 delle prime 8 teste di serie.
Cammelloni sudafricani nemmeno l’ombra.
L’esperienza è la conoscenza di situazioni per averle già affrontate prima, e ti porta ad avere maggiori soluzioni per risolverle, appunto imparando dagli errori commessi, per evitarli, oppure dalle soluzioni indovinate, avendo capito che sono quelle giuste. Cioè : hai già visto prima per la prima volta, cose che stai ancora vedendo.
Ecco perchè i più bravi professionisti in qualsiasi campo, di solito, sono sempre quelli con più anni di lavoro alle spalle.
L’esperienza conta, ma in questo specifico caso non ha inciso molto l’inesperienza.
Appunto : Chang ha vinto da inesperto, giocando da esperto. Si è inventato il cucchiaio nel servizio, servendo da sotto, è andato sulla linea del servizio a metà campo a rispondere a Lendl facendogli fare doppio fallo sul match point, mangiava banane a tradimento, i pallonetti da fondo campo con Lendl a fondocampo ?
Eppure era inesperto e nello stesso modo eliminò Stefan Edberg.
Non ha più vinto niente, fino ad un certo punto, comunque, perchè gli hanno preso le misure.
Nadal ha vinto subito, senza esperienza.
I grandissimi anche senza esperienza vincono : con abilità tecnica.
‘na mazza : si da il caso che ho girato mesi e mesi nei tornei di tenni, ed al mattino andavo a vedere gli allenamenti, non andavo solo a vedere le partite.
Sono stato – per fare un esempio – ad Amburgo a vedere il torneo di tennis : mai andato in giro a visitare la città.
Ho parlato con vari coach, psicologi del tennis, mental trainer.
Qualcosa ne so, qualcosa ho imparato. Non so se per te sia la stessa cosa.
Esatto : qualche partita la vinci con l’esperienza a 35 anni, ma dove non saresti crollato totalmente, ma una partita in bilico.
Anche a 34 – 35 anni, comunque, Sinner e Musetti sarebbero crollati, nella stessa situazione.
Anche se ci rigiocano la prossima volta. Il difficile è che non si troveranno nella stessa situazione, perchè ò non sarenno avanti 2-0, oppure non schianteranno perchè staranno più attenti dopo essere andati in vantaggio. Perderanno lo stesso, ma non schiantando così.
Ma non per l’inesperienza.
Non era quello il punto. La mancanza di esperienza nell’articolo era focalizzata sul perdere mentre si era andati in vantaggio, schiantando. Ma anche li l’esperienza incide pochissimo.
Sarebbe capitato anche a 35 anni, molto probabilmente.
@ pablo27 (#2850193)
“Dopo quel Roland Garros non ha vinto più niente”.
Forse se tu avessi scritto ” Non ne ha più vinto di Slam ” si sarebbe capito il tuo pensiero. Alla prossima!
Becker l’anno dopo, quello più difficile della riconferma, incontrò Lendl.
Il quale, battuto, lo definì un campione
@ Pier (#2849817)
Intendevo che non ha più vinto Slam, visto che è di questo che si stava parlando. Non sono stato mica io a scegliere questo argomento, a me Chang piaceva anche. Ma ha vinto uno slam a 17 anni e poi non ne ha più vinti, pur avendo avuto un’ottima carriera. Mi sembrava semplice da capire.
Quindi Federer che non ha raggiunto le semifinali slam in 18 occasioni prima di Wimbledon 2003, a quasi 22 anni, non sarebbe mai potuto diventare un campione ma solo un buon giocatore
@ Koko (#2849716)
Il cammellone nel 1985 eliminò, asfaltandoli, Mac e Jimbo, ovvero i vincitori degli ultimi 4 anni. E Boris l’anno dopo fece il bis. Nadal Roger Nole ecc, indiscutibili ma non c’erano delle pippe 40 anni fa, non sminuiamo sempre. Lendl non era poco cannibale, semplicemente c’erano superfici che premiavano maggiormente gli specialisti, non trascuriamo questo elemento. Federer, che amo, a Wimbledon a rete ci va meno di quelli di allora ad esempio.
@ pablo27 (#2849445)
Scusa ma… Chang non ha più vinto niente??? In un periodo di battitori fenomenali, con l’impegno di rallentare le superfici il signor Chang ha fatto 58 finali in tornei ATP vincendone 34 e di queste solo 4 sulla terra. Una vittoria Slam ma anche 3 finali e n. 2 ATP nel 1996.Credo ci sia poca memoria a volte e questo fa perdere la misura delle cose. Un giocatore se è un prospetto vincente deve vincere uno Slam da minorenne perché qualcuno vi è riuscito?Questa è la pressione negativa che a volte i ragazzi si trovano ad affrontare e con cui non sempre è facile convivere.
Ottimo saggio …condivido tutto, il concetto è applicabile anche fuori dagli schemi tennistici.
Boh! Io so solo che, partendo dalle qualificazioni, Jhon McEnroe arrivó alle semifinali a Wimbledon. In seguito dimostró che non fu un episodio fortunato ma l’inizio di una serie impressionante di vittorie. McEnroe è considerato uno dei più grandi tennisti di sempre. Nessuno degli italiani, giovani e meno giovani, é mai arrivato in semi a Wimbledon. Concludo sostenendo che se un tennista ha bisogno del supporto dello psicologo, é meglio che lasci perdere. Quanto ai nostri due giovani, Sinner e Musetti, potranno diventare buoni giocatori, ma mai campion
Boh!
Sono d’accordo con Koko sul fatto che la psicologia entri in gioco su una base tecnica rilevante, o quanto meno che da sola non basti a fare il salto di qualità. E concordo anche sul fatto che il discorso sia ben più complesso di quello che è stato descritto in modo “semplificato” in questo articolo. Quello che volevo approfondire era il concetto del termine “esperienza” da un punto di vista cognitivo”. Scoprire che il proprio tennis non funziona come è capitato a Sinner con Nadal, o scoprire che la partita dopo due set non è terminata e il traguardo non è così vicino come si pensava, genera frustrazione. La frustrazione aumenta il carico cognitivo sulla memoria di lavoro(che è la nostra memoria ram), e il movimento fluido dei colpi diventa pensato e non automatizzato, con un conseguente decremento della prestazione. Piano piano Sinner aggiungerà nuovi colpi al suo repertorio; al Roland Garros abbiamo visto un maggiore utilizzo della palla corta, ma se avete notato spesso evita di andare a rete a prendere il punto, sembrando quasi regredito. Gradualmente questi colpi verranno inseriti in schemi tattici più chiari che verranno automaticamente attivati a seconda della situazione in campo, e questo permetterà al giocatore di esprimere al meglio il suo potenziale
era ora che posassi quel benedetto fiasco.
fino al prossimo sorso, ovviamente 😉
O più semplicemente Becker giovanetto incontrò sudafricani cammelloni e strambi e nessun Nadal Djokovic o Federer!
Purtroppo anche un tipo serio e lavoratore come Jannik è un servo della gleba!
La maggior parte di noi uomini è nasce pulito e intorno ai 13-14 anni si diventa schiavi, l’altoatesino non fa eccezione.
Mi permetto di aggiungere un “Ci mancherebbe!”
Speriamo non lo distragga troppo!
L’ esperienza conta veramente il Giusto (oltre ad essere un concetto difficilmente definibile, per non dire astratto, in tutti gli sport), sicuramente mooooolto meno della freddezza, dell’ essere un vincente, dell’ incoscienza, della grinta.
ESEMPI (ce ne sono a sfare): Becker vincitore Wimbledon a 17 anni e Sampras a 19 anni etc etc.
Sicuramente fai bene a vedere la problematica come ben più complessa.Intanto la Russa ex Italica ha un coach di esperienza ripudiato inopinatamente dal team Giorgi dopo aver portato ad una rara vittoria Camila: Silvestre. Chiaramente non possiamo ignorare il ruolo del coach: se è valido può portare il tennista a livelli insperati, anche un Cecchinato non sbaglia più a Parigi. La psicologia entra in gioco su una base tecnica rilevante: Sinner, mai fenomeno giovanile da juniores ma pro gettato nel circuito (direbbe lui nella sua lingua geworfenheit con un certo filosofo Tedesco), non può agire psicologicamente se non ha ancora le armi tecniche da applicare nel variare tattiche! Si rivolge interrogativo al suo angolo come un bimbo che si è perso ma in quel momento nessun coaching istantaneo può suggerirgli al volo una elaborata strategia per uscire dalla stretta Nadaliana. La Russa ex Italiana è maturata parecchio con doti che già possedeva ed adesso domina a suo piacimento. Anche fisicamente è persino più atleta di Camila che è sempre rimasta più bambolina aggraziata vestita da mamma che atleta muscolata in maniera non necessariamente estetica. In sintesi la psicologia è una componente importante che si inserisce in un contesto molto complesso non riducibile a formule semplicistiche. Non che lo psicologo Lewin con il suo C = f (P, A) non ci avesse avvertito di questo!
Bravo! Bel post! Osservazioni molto interessanti.
@ sasuzzo (#2849317)
Secondo me dimentichiamo troppo spesso che Jannik è ancora giovanissimo e che gioca seriamente a tennis soltanto da 6 anni. Sei. In confronto a un Musetti, che invece gioca da quando ha 4 anni e ha molti anni di esperienza Juniores alle spalle (dove ha raggiunto anche ottimi risultati), direi che non c’è molto da aggiugnere se non il fatto che si debba avere tanta pazienza. Lasciamo crescere questo ragazzo, la terra rossa e l’erba sono due superfici dove ha bisogno di molto più tempo, più stagioni, per farsi un po’ di esperienza. Inoltre la pandemia e conseguentemente il blocco della stagione, sicuramente non hanno aiutato un ragazzino di allora 18 anni ancora in piena crescità, sia fisica che tennistica. Quindi basta avere un po’ di pazienza e i risultati secondo me arriveranno.
@ Markuxo. Siamo seri (#2849407)
Con quella che qui si definisce esperienza credo si intenda anche la consapevolezza. Il veterano forte sa che può vincere, che il giovane avversario sta giocando al massimo ma, soprattutto in un 3 su 5,questo “entusiasmo” Si esaurirà. Il giovane talentuoso, che magari sta giocando benissimo, è il primo a sorprendersi ed a chiedersi ” Quanto durerà?” Ed al primo errore “ecco ora comincio a sbagliare”.
Indubbiamente alcuni talenti precoci erano sfrontati (Becker e non Edberg ad esempio) ma è pur vero che davanti avevano campioni maturi che , rispetto ad oggi, palesavano già un logorio fisico a 28 anni e, credo, fossero talvolta un po’ presuntuosi. I grandi di oggi non prendono sottogamba nessuno, rari sono i passi falsi clamorosi.
@ Markuxo. Siamo seri (#2849407)
Ah davvero l’esperienza non conta nulla? Ma pensa. Questa mi mancava. E io che pensavo che fosse uno degli aspetti fondamentali in tutte le cose.
PS: gli slam a 19 anni li vincevano 40 anni fa perché era un altro tennis. Tra l’altro Chang, che pure mi stava simpatico, dopo quel Roland Garros non ha più vinto niente. Piuttosto si potrebbe citare Nadal, che non a caso è stato il più forte giocatore di tutti i tempi su terra e forse non solo. E quindi verrebbe da chiedersi: se non sei il più forte di sempre sei un brocco?
Concordo! Tuttavia, il dr Caocci aveva bisogno di un esempio facilmente comprensibile per spiegare i meccanismi della mente che il giocatore in erba non riesce più a dominare, quando quello più esperto gli cambia le carte in tavola.
Avrebbe anche potuto citare il caso della finale Sinner-Hurcacz (dove Hubert, un po’ più anziano, si comportò in modo più scaltro di Jannik che pure all’inizio lo stava dominando), ma sarebbe stato meno lampante.
Poi è vero quanto dici, che nell’affrontare Nadal o Djokovic anche i giocatori più esperti rimangono avvolti nella stessa ragnatela, ma ciò secondo me è riconducibile alle straordinarie capacità di questi due giocatori (che giustamente hai definito fenomeni!). Ma questo potrebbe già formare oggetto di uno studio a parte del dr Caocci 😉
Tranquillo, tipico effetto Dunning-Kruger.
Tutto vero, ma Musetti non è che ha dovuto cambiare tattica, ha solo finito la benzina e Djiokovic non ha cambiato granchè..ha preso atto che l’altro non stava più in campo. La disamina si attaglia più alla partita Sinner – Nadal tenendo presente però che Sinner non ha, fin ora, tante alternative al suo gioco monocorde, in più soffre la mancanza di un servizio che gli dia certezze. Per questo potrebbe spendere più energie ad immaginare tattiche alternative, perchè non ne ha.
Esperienza? Non conta nulla. Chang o Becker vincevono Slam minorenni, che esperienza avevono? Siamo seri.
Concordo pienamente il contenuto dello scritto. Spiegazione corretta e utile.
Strano però che Samsonova, ad esempio, a Berlino pur trovandosi per la prima volta ad andare avanti in un torneo WTA 500 (fino a l’altro ieri giocava per lo più itf, o tornei minori senza grandi successi) abbia messo in fila giocatrici molto più “esperte” come Keys, Azarenka, Bencic… Quello che dice il Dott. Caocci può anche essere vero, ma c’è dell’altro in un tennista, molto altro. C’è una capacità reattiva, certo, ma anche fisica e soprattutto tecnica. Se non hai colpi risolutivi che ti possano tirar fuori da situazioni difficili, e farti concludere positivamente un match in cui eri avanti nel punteggio (parlo di armi come il servizio di Berrettini o della stessa Samsonova), puoi reagire e adattarti velocemente a una situazione ma finisce lì…
Molto interessante, sono meccanismi che sembrano banali perché li abbiamo visti ripetersi decine di volte ma dietro i quali c’è un mondo.
Caro chobin,un pezzo da rileggere ogni qualvolta si commentano le sconfitte inopinate dei nostri ragazzi, grazie infinite per aver condiviso con noi la tua esperienza
complimenti marco bel articolo
Bellissima spiegazione. Grazie
La mancanza di esperienza non la vedi contro i due fenomeni. Con loro perdono tutti o quasi. Nei tornei più piccoli contro avversari gestibili i nostri due giovani tendono ad esagerare e ad avere poca pazienza. Berrettini questo step lha superato.
La mancanza di esperienza non la vedi contro i due fenomeni. Con loro perdono tutti o quasi. Nei tornei più piccoli contro avversari gestibili i nostri due giovani tendono ad esagerare e ad avere poca pazienza. Berrettini questo step lha superato.
Invece di complimentarsi per la chiarissima e razionale analisi del concetto dell’esperienza, ci si aggrappa alle ragnatele temporali per sminuire il contenuto di questo articolo illuminante.
Semplice invidia?
Non ti devi scusare. Non é colpa tua se alcuni non comprendono la sostanza del tuo articolo e commentano un errore irrilevante.
Grazie per averlo pubblicato.
@ Giorgione (#2849305)
Ahaha, ritorno al passato più che sl futuro
Mi sa che hanno cambiato l’inizio dell’articolo …
Direi che più che inesperienza, conta la pressione.
Sinner e Musetti giocano contro Djokovic e Nadal, avessero giocato contro due giocatori di livello inferiore, non avrebbero sentito la pressione derivante dalla possibilità di fare il colpaccio.
Questa è fonte di distrazione, e la distrazione è il contrario della concentrazione. Non ti fa pensare solo a quello che devi fare, ma entrano nella mente fattori esterni che ti disturbano, e non ti permettono appunto di concentrarti su quello che devi fare.
Vai in panne.
Spesso, capita anche che PSICOLOGICAMENTE, vorresti aver già vinto un incontro che stai conducendo anche nettamente, e questo accade non solo contro Nadal e Djokovic, figuriamoci quando di la ci sono due manuali del tennis sovrumani !
Sono 2-0 contro Djokovic, ma dai … devo ancora giocare un set … e sparisci dal campo.
Le fatiche diventano 10 volte più pesanti.
…
Per specificare cosa sia la concentrazione, vi faccio un esempio pratico realmente successo.
Sassuolo.
C’è in campo Alessio Di Mauro contro il bombardiere bulgaro Ivaylo Traikov.
Di Mauro è sotto di un set e mi sembra forse anche di un break nel secondo.
Ero li vicino.
Ho detto ad Alessio, che tra l’altro era li da solo senza coach.
OK, abbiamo violato le regole del coaching, ma lo fanno tutti nei tornei, una parolina è tollerata.
” fai il tergicristallo, mandalo a destra e sinistra, fallo correre “.
Oh, magari era il peggior consiglio tecnico che potessi dargli, ma cosa è successo ?
E’ successo che non ha più pensato al punteggio che era diventato problematico, e che quello non si fermava più, serviva come un Becker ispirato.
Ha pensato ( si è concentrato, focalizzato su una cosa ) su quello che doveva fare : spostare l’avversario a destra e sinistra.
E’ finita che Alessio di Mauro ha vinto in tre set, giungendo poi in finale.
Probabilmente, nei match giocati da Sinner e Musetti, il fatto che si trovassero di fronte due avversari come Djokovic e Nadal e di poter superarli, li ha distratti da quello che dovevano fare, e quelli di la lo sanno benissimo ( esperti o non esperti, lo so anche io che non ho mai giocato una sola partita da pro ), hanno iniziato a non sbagliare più una pallina ed hanno smontato il castello di carta dall’altra parte.
Lezione da parte del NON psicologo Gabri lo Sbandieratore.
…
P.S. nelle partite di tennis mi piace sempre leggere l’aspetto psicologico del match, vedere negli sguardi dei giocatori paure, segnali di cedimento, personalità, carattere etc. etc.
Spesso, contano di più le energie mentali che i colpi, oltre a quelle fisiche. Le strategie vengono meno rispetto alla psicologia.
Puoi giocare sulla diagonale del rovescio finchè vuoi, se inizi a pensare a tutt’altro che alla strategia, vai in panne.
…
A livello amatoriale … ero a Castiglione della Pescaia nel 2005 a lavorare. Mi ero iscritto al TC Castiglione della Pescaia dell’amico Angelo Tanganelli.
C’era un match decisivo. Il giocatore castiglionese era sotto 2-5 al terzo.
Gli ho detto : ” fregatene del punteggio, al limite perdi, ed è pure normale. Tu gioca punto su punto, poi vediamo come va a finire … “.
Parte … 3-5 4-5 5-5 … è successo che ha vinto il terzo set in rimonta.
Si è concentrato : tutto li. Il punteggio del tennis aiuta. Un 2-5 è poi un solo break spesso, e recuperato il break si riprende in mano il match.
…
stessa cosa è successa in Coppa Italia a Tirano. Io ed un mio amico in doppio eravamo 2-5. Abbiamo vinto in rimonta.
…
Madesimo ? Torneo doppio giallo rosa. Io in coppia con una signora. Siamo arrivati in finale a sorpresa.
Tutte le partite le dicevo ” chissenefrega, lei pensi solo a tirare di la la palla, che al resto ci penso io “.
Oh : NON SBAGLIAVA PIU’ UNA PALLINA.
…
La pressione in finale ? Avevamo due avversari più forti di noi, ma io ho giocato malissimo, non riuscivo a trovare il tennis dei turni precedenti.
Abbiamo perso ? Per colpa pia, non certo per colpa della mia compagna di doppio, che era addirittura sulla sessantina come età.
Mi sono scusato, purtroppo capita di beccare la giornata dove la palla non si riesce ad addomesticare. Il servizio non entra, si sbagliano colpi banali e tacchete, sparisce la concentrazione.
CONCENTRAZIONE.
Conta anche l’esperienza, ma la concentrazione nello sport e nel tennis, che è uno sport ad alto contenuto psicologico, la fa da padrone.
La psicologia è uguale per tutti, per i pro, come per i dilettanti amatori.
Anche i pro hanno due braccia, due gambe etc. come noi, non è che ne hanno una in più. Idem il cervello e la psicologia.
Rispondono come noi a certi stimoli e situazioni.
Poi è chiaro che l’abitudine a giocare ad alto livello aiuta.
Ma anche uno esperto come Federer, io l’ho visto perdere in tre set a Basilea, contro Ljubicic, al terzo set.
E’ entrata in gioco la psicologia della pressione del punteggio, rispetto all’esperienza.
Dimenticavo : il TC Castiglione della Pescaia, quell’anno vinse i campionati regionali di Categoria C. Prima volta nella storia del circolo.
Io ero li a fare il tifo … ogni tanto mi capita di tifare per chi vince …
Sono sicuro che Djokovic stavolta farà fuori Nadal al termine di una partita memorabile e farà il double grand slam, vedrete!
@redazione
Mi permetto di far notare che le assillanti intromissioni pubblicitarie (e dallo stile truffaldino) dubito giovino alla reputazione del sito.
Questo è valso per Musetti, certo non per il Sinner degli ultimi 2 3 mesi.
Scusate, ho scritto io pezzo. era stato inviato alla redazione prima che terminasse il torneo 😀
Quando porti la delorean dal meccanico che non conosce il flusso canalizzatore
@ Regis (#2849303)
:)))))
In questi giorni ci stiamo avvicinando alla conclusione del Roland Garros”
“.. e io so già chi vince”
“In questi giorni ci stiamo avvicinando alla conclusione del Roland Garros”
Ragazzi le 3 partite dell’ talia nei gironi dell’europeo le vinceremo 3/0 3/0 e 1/0 fidatevi e sbancherete