Federer “trema” nei momenti decisivi? I numeri dicono altro. È il migliore nei tiebreak (di Marco Mazzoni)
È opinione diffusa (…anche secondo gran parte dei suoi tifosi più accaniti…) che Federer non sia così freddo nei momenti decisivi delle partite, soprattutto quando si gioca un duro testa a testa. Per molti i due match point non trasformati da Roger nella finale di Wimbledon 2019 sono ancora un vero e proprio incubo, come altre occasioni importanti sprecate dallo svizzero.
Tuttavia un dato numerico complessivo nella carriera di Federer ci racconta tutt’altro. Il collega britannico Chris Goldsmith ha stilato una classifica della percentuale di tiebreak vinti in carriera da quando vengono tenute le statistiche dei match maschili.
In vetta a questa statistica, che riguarda esattamente la capacità di chiudere un set molto equilibrato, troviamo… Roger Federer, con il 65,3% di tiebreak vinti. In pratica, 2 su 3. Appena sotto Novak Djokovic, insieme al grande campione statunitense Arthur Ashe. Tra i migliori ma con una percentuale peggiore Rafa Nadal, al 60,7%.
Ecco la classifica dei migliori 15
65,3% – Roger Federer
65,0% – Novak Djokovic
65,0% – Arthur Ashe
63,2% – Andres Gomez
62,8% – Pete Sampras
62,2% – Andy Murray
62,1% – Andy Roddick
62,1% – Guillermo Perez Roldan
61,9% – Milos Raonic
61,8% – John McEnroe
61,0% – John Newcombe
60,7% – John Isner
60,7% – Rafael Nadal
60,4% – Ivan Lendl
60,3% – Nicolas Escude
I numeri sono importanti, ma sempre ricordiamo che i numeri vanno saputi leggere. Restando all’indimenticabile finale dei Championships 2019, Federer perse i tre tiebreak (incluso quello decisivo sul 12 pari), e la sensazione personale in tutta la carriera dello svizzero resta quella di un Roger fortissimo, leggendario, ma soprattutto quando è riuscito ad imporre la sua classe, staccando il rivale prima di un “pericoloso” arrivo al fotofinish.
Inoltre escluso qualche eccezione (Perez Roldan e Gomez) o campioni tra i più forti, in questa classifica troviamo tennisti dotati di grandi servizi, colpo decisivo in ogni tiebreak. Ma non solo: il servizio resta sempre un colpo inserito in un contesto, e solo i “campioni” non tremano quando la tensione è altissima (tiebreak). Un esempio? Goran Ivanisevic, dotato di uno dei servizi più incredibili della storia, nella finale di Wimbledon persa contro Agassi nel ’92 non imbroccò un Ace nella stretta finale; idem nell’altra finale dei Championships persa vs. Sampras nel ’94, con i primi due set ceduti al tiebreak senza alcuna differenza alla battuta per il croato, mentre Pete fu un un vero “killer” con la prima in quei delicati frangenti. Non è un caso quindi che Sampras figuri in questa statistica, mentre Ivanisevic no.
Alla fine, saper vincere i tiebreak, sia col servizio che con grandi risposte e costruendosi il punto, resta un’arte suprema nel gioco. La differenza dei campioni.
Marco Mazzoni
TAG: Arthur Ashe, Goran Ivanisevic, Marco Mazzoni, Novak Djokovic, percentuale di tiebreak vinta, Pete Sampras, Roger Federer, tiebreak
@ Sandro (#2685704)
E i 5-6 anni in più rispetto agli altri due dove li mettiamo? Come desidererei vedere degli scontri a pari età…..Federer avrebbe 30 slams!
Ponzio sta andando a pesca :-))
@ Giorgio il mitico (#2685679)
È capitato anche a lui di avere un giorno in più di recupero.
Beh, con Nadal è 11 pari, con Djokovic è 12 a 16. Da considerare però che con Djokovic ha perso tutti gli ultimi 6 giocati (2 a Bercy 2018, 3 a Wimbledon 2019 e l’ultimo agli AO 2020), ma prima di questi è sempre stato in vantaggio.
Se questo ti sembra aver “regolarmente perso”… Mah!
personalmente la questione GOAT credo non si potrà mai dipanare con chiarezza. siamo di fronte ad un evento unico nella storia dello sport: avere i suoi tre migliori interpreti di sempre contemporaneamente. Nadal è il migliore in assoluto sulla terra ed ha dimostrato grandi qualità anche sulle altre superfici. Djokovic è una macchina da guerra ed è fortissimo su tutte le superfici. Federer (a mio parere il più completo dei tre) è altrettanto forte su tutte le superfici. Il tennis rimpiangerà la loro mancanza quando non ci saranno più . se penso agli anni di transizione in cui primeggiavano buoni tennisti come courier, muster, wilander o bruguera e li confronto a questi tre mostri mi viene da ridere
Un record, di uno che comunque ha 20 slam. Non sorprende. Tuttavia penso che la maggior parte li a via vinti nel periodo 2003-2010, prima che arrivassero gli altri grandi. Con Nole e Nadal, ai tie break, ha regolarmente perso.
Di veramente clamorosa con l’annullamento di MP, ricordo “solo” quella partita a Wimbledon contro Cilic, che poi è maestro nel buttarle nei momenti decisivi.
Qualcuno potrà citare quelle contro Wawrinka (Finals), Sandgren (AO), Berdych (Miami) o simili, ma credo che lì, comunque oltre a non parlare di una partita dal peso specifico importante (SF/F Slam o F di un 1000), bisogna considerare il valor medio dell’avversario in quelle circostanze
Poi, se parliamo di situazioni di svantaggio nel punteggio, non per forza col MP a sfavore, tipo contro Millman agli AO scorsi (che secondo me a batterlo era più vicino lui che non Sandgren), lì forse il campo di partite “calde” vinte si allarga. Per esempio, può essere considerata una vittoria “quasi-sconfitta” anche la famosa finale degli AO 2017.
Più pesanti invece sono le partite perse con MP a favore o situazione di vantaggio, in tutti i casi.
Quella contro Del Potro a IW fu clamorosa veramente. Gli spezzo una lancia a favore sul match contro Raonic a Wimbledon 2016, vero che subito dopo quel match comunque si operò al ginocchio, ma mi pare che molto vicino alla vittoria fece 4 doppi falli nel game decisivo … per non parlare delle 3 sfide Slam contro Djokovic o della finale a Roma contro Nadal.
Federer non trema solo con chi ritiene inferiore… 20 partite perse con Match point a favore, tra cui i 4 famigerati incontri contro Nole e Rafa sono molto eloquenti.
@ Armonica (#2685525)
A wimb.2019 però è successa una cosa : Diokovic ha giocato la semifinale Venerdì (per i soliti motivi televisivi, sponsor ecc.), mentre Federer ha giocato la sua semifinale di SABATO.
Federer ha avuto la Domenica un giorno in meno per recuperare cosa che quando superi i trenta anni diventa uno svantaggio molto importante.
Altrimenti anche nel 2019 Federer spazzolava proprio tutti , come al solito.
Oddio, se non ho sbagliato a contare, nelle 20 finali slam vinte è a 17 tb vinti e 3 persi.
Nelle 11 finali slam perse è invece a 4 tb vinti e 10 persi.
In complesso siamo a 21 a 13: buona media, direi…
Il Re è sempre il migliore!!!
Diciamo che ha buttato nel cesso un bel po di partite dove stava dominando, senza le quali avrebbe qualche slam e qualche 1000 in più in bacheca… direi che cmq non si può lamentare
Federer si caga sotto quando deve chiudere, w19 la situazione più clamorosa. Che poi non è detto che perda, ma l’ho visto spesso complicarsi game finali in modo assolutamente inutile solo per braccinite
Federer non trema mai con gli inferiori, ma coi pochi grandi gli è capitato. Tipo nei match point contro Djokovic a W 2019, dove ha cercato di chiudere i punti precipitosamente, e malamente.
“Momenti decisivi” può significare tante cose: match point, set point, break point, debreak point, game point, terzo set, quinto set… quest’articolo è interessante ma il titolo è fuorviante
@ Barbadillo (#2685376)
Sì appunto quello che conta sono i tb importanti, non quelli giocati al 1° o 2° turno. Quindi andrebbe tutto rivisto.
Per me tie break e match point non sfruttati sono due cose diverse. Federer se non ho fatto male i conti ha perso 20 partite con match point a favore, e vinto 19 partite con match point contro. L’ultima di queste con Sandgren dove ne ha annullati 7, ma la maggior parte per braccino dell’avversario. Ha fatto però anche grandi rimonte e salvato match point contro campionissimi, ma negli slam, oltre a Sandgren, è famosa solo la rimontona con Cilic a Wimbledon e un pò meno la semi delle finals con Waw.
Ecco, credo che in nessun caso “importante” abbia mai vinto un torneo salvando dei match point
Quelli “importanti” persi male da Federer li conosciamo tutti, 3 finali di cui uno slam e due mille (Nadal a Roma e Del Potro a IW). E le altre due semi US Open con Djokovic?
Un bilancio molto magro per un candidato GOAT.
La mia teoria è che Federer in certe situazioni non riesce a fare il punto “brutto”. In tutte le 5 occasioni citate sopra ci sono sempre stati errori gratuiti, in quelle situazioni in cui, invece di giocar bene, si può anche provare a aspettare che si snervi l’altro, che anche se si chiama Djokovic prima o poi lo fa anche lui. E’ come se, sapendo di avere un arsenale di colpi più vario dell’avversario, si sentisse in dovere di fare per forza qualcosa di “ganzo”, quando basterebbe provare a ributtarla di la per 20 scambi.
In un tie-break la situazione è diversa, proprio perchè ha una grossa varietà di colpi a disposizione e tatticamente può sorprendere l’avversario continuamente. Nel punto secco, volerlo fare per forza, può essere deleterio.
Solo una mia opinione.
a memoria i tie break che doveva vincere negli slam li ha persi tutti o quasi, chiedere a djokovic, safin, nadal, del potro.
E ancora più interessante sarebbe fare la classifica considerando l’importanza dei match: è chiaro che vincere un tiebreak in finale al torneo di Roccaraso è diverso che in finale agli US open soprattutto se ti chiami Federer e per te Roccaraso non ha nessuna importanza se non meramente statistica.
Mazzò e mo ‘u scopr’??
Onestamente bisognerebbe aggiungere due statistiche : quanti match hai perso con matchpoints a favore e quanti ne hai vinti con matchpoints contro. E credo che il Re non sarebbe più in testa.
Sarebbe interessante rifare la stessa classifica per i tiebreak “decisivi” ovvero, quelli che decidono l’esito finale della partita.