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Nur Sultan, la “vecchia” Astana in un Kazakistan a tutto tennis (di Marco Mazzoni)

27/10/2020 11:16 22 commenti
Veduta di Nur Sultan, la "vecchia" Astana
Veduta di Nur Sultan, la "vecchia" Astana

Il nuovo calendario ATP post-Covid ci ha regalato qualche bella sorpresa. Il torneo 250 in Sardegna è stato un bellissimo regalo per il nostro movimento, mai così forte e in ascesa. Sulla terra del Forte Village abbiamo vissuto una settimana assai intensa, grazie alle belle prestazioni di Musetti e soprattutto Cecchinato, ad un passo dalla vittoria finale.

Scrutando il nuovo calendario, oltre alla conferma di molti indoor europei, è spuntato il 250 di Nur Sultan. Ok, bene per un nuovo torneo, ma in molti hanno pensato “dove diavolo si trova???”. Nur Sultan non è altro che il nuovo nome di Astana, avveniristica capitale del Kazakistan. Il cambio di nome è avvenuto lo scorso 23 marzo 2019, attraverso un decreto presidenziale in onore di Nursultan Ábishuly Nazarbaev, politico kazako che ha ricoperto il ruolo di leader e governante della nazione dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1990 fino al 2019. Il classico “uomo forte”, per molti una sorta di dittatore legalizzato da elezioni discutibili, come dimostra il fatto che dal 1991 è anche Presidente del Consiglio di Sicurezza del Kazakistan, un ruolo che manterrà a vita dopo aver lasciato la Presidenza a Qasym-Jomart Toqaev. Di fatto Nursultan resta il vero manovratore della politica nel paese, anche se da dietro le quinte.

Il tennis nel grande paese asiatico si è sviluppato in modo impressionante, andando persino più veloce dello sviluppo economico e sociale della nazione. Attualmente nella classifica ATP troviamo due tennisti con passaporto kazako nella top100: Alexander Bublik (n.49, 23enne di discreto talento) e Mikhail Kukushkin (n.91, altra racchetta che può regalare spettacolo). Di passaporto, sì, perché in realtà entrambi sono russi trapiantati in Kazakistan con un cambio di nazionalità repentino. Tre invece le ragazze tre le top100 WTA: Elena Rybakina (21enne di ottimo livello, oggi al n.19), Yulia Putintseva (feroce lottatrice 25enne, attualmente al n.28) e Zarina Diyas, 27enne n.79 con un passato a ridosso delle top30. Zarina è la unica “vera” kazaka, nata ad Almaty e cresciuta in giro per il mondo e ad Astana, dove fu costruito un centro tecnico di allenamento straordinario qualche anno fa; Elena e Yulia sono invece moscovite, anche loro trapiantate in Kazakistan grazie a “buone opportunità” di crescita.

Per scoprire qualcosa in più sul Kazakistan e sulla crescita vertiginosa del tennis nel paese dopo la sua indipendenza, riproponiamo parte di un articolo scritto nel settembre 2014, quando fu sorteggiato il tabellone 2015 di Coppa Davis. All’Italia toccò la trasferta ad Astana, una spedizione non fortunata visto che il nostro tram purtroppo perse la sfida 3-2.

Da allora di cose ne sono cambiate, alcuni giocatori citati hanno smesso, altri giovani si stanno affacciando dalle retrovie, primi prodotti del nuovo settore tecnico; ma resta il racconto di come furono poste le basi del tennis kazako: fortissimi investimenti in strutture e allenatori, inclusa una sorta di “campagna acquisti” tra i giocatori ex-sovietici, ben felici di accettare un cambio di passaporto verso un paese emergente e ricchissimo. Ecco qua l’estratto.

(settembre 2014)

La trasferta in Kazakistan oltre all’aspetto sportivo è molto intrigante per il fattore ambientale. Sarà l’occasione per aprire una piccola finestra su di un mondo poco conosciuto, quello del paese asiatico e di Astana, un luogo che sfido chiunque a trovare sulla cartina geografica senza indugio, come faremmo per Londra, New York o Rio de Janeiro. Del resto di turismo italico o internazionale da quelle parti ce n’è ancora poco, riservato a veri avventurieri (magari tostissimi bikers alla ricerca delle “rotte della Seta” di Marco Polo) o lungimiranti imprenditori, anche se il paese sta cercando di aprirsi al mondo visto il suo enorme tasso di sviluppo economico ed i grandi investimenti in infrastrutture e visibilità.

Chi ha avuto il coraggio di avventurarsi fin là è tornato con un carico di esperienze notevoli. La natura è estrema: si passa da una sterminata steppa arida a zone verdi e rigogliose, con splendide tracce della sua storia millenaria e delle tante influenze che hanno plasmato il paese – in primis quella islamica. La popolazione è varia come etnie, fiera delle proprie tradizioni e molto ospitale, pronta a vivere un futuro tecnologico in mezzo a sapori forti e tradizioni antichissime lasciate da arabi, ottomani, russi, mongoli e tanti altri ancora. Chi pensa ad Astana (la nuova capitale) e al paese come una landa desolata abitata da poveri allevatori ha un’immagine molto lontana dalla realtà attuale. Quella è una cartolina antica, delle immense lande semi desertiche che riempiono gli spazi sterminati (è la nona nazione più estesa al mondo, la più grande senza uno sbocco sul mare!) o del periodo post sovietico, che ha ingrigito tutto. Oggi il Kazakistan sta cambiando faccia velocemente, sfruttando gli enormi introiti delle sue immense ricchezze minerarie. Astana è un cantiere a cielo aperto, in cui svettano edifici avveniristici con uffici delle più importanti compagnie nazionali ed internazionali, inclusi shop all’ultima moda e ristoranti che si sono accaparrati (con lauti ingaggi) i migliori chef internazionali, per servire una cucina gourmet fusion soprattutto a ricchi uomini d’affari che spesso viaggiano da queste parti. Pure la night life pare sia molto vivace, animata da showgirls che niente hanno da invidiare a quelle delle principali mete turistiche mondiali. Si lavora a 360°, come ad esempio per trasformare il paese nel principale polo sciistico asiatico. I soldi per gli investimenti non mancano. Infatti in termini di risorse naturali il Kazakistan è il paese con la maggiore ricchezza pro capite al mondo, anche se come tutti i paesi in via sviluppo la distribuzione della ricchezza è totalmente diseguale, come la corruzione dilagante e un regionalismo profondamente radicato e che ostacola l’integrazione. Eppure la “vecchia” Europa ha capito immediatamente il ruolo strategico del paese per le sue ricchezze energetiche, tanto che i leader occidentali più volte hanno incontrato il discusso Presidente kazako Nazarbayev per implementare ed arricchire collaborazioni e investimenti. Il Kazakistan non nasconde l’ambizione di diventare paese leader nell’area, forte delle sue ricchezze e spregiudicato negli investimenti. Anche nello sport. Il nome Astana è notissimo agli appassionati del ciclismo grazie al Pro Team, squadra di cui ha fatto parte Alberto Contador, Aleksandr Vinokurov e il nostro Vincenzo Nibali, vincitore della Vuelta di Spagna 2010, del giro d’Italia 2013 e Tour de France quest’anno (2014).

Il tennis è la punta di diamante dello sviluppo sportivo e dell’immagine internazionale del Kazakistan. Fino a pochi anni fa il nostro sport nel paese era praticamente sconosciuto. Di campi ce n’erano pochissimi, in terra ma… non la terra battuta a noi amica, bensì una strana sabbia biancastra che i venti spazzavano via inesorabilmente. Racchette e palle erano scarti dalla Russia o fondi di magazzino presi chissà dove. Il settore tecnico era inesistente, come la cultura del gioco e il livello internazionale. Fino all’esplosione massiccia grazie all’intervento di Bulat Utemuratov, un miliardario uomo d’affari kazako e consigliere del presidente Nursultan Nazarbayev. Utemuratov, ottavo nella lista degli uomini più ricchi del mondo nel 2009 per Forbes, è letteralmente malato di tennis, un po’ come lo fu Boris Yeltsin, decisivo all’enorme sviluppo del tennis in Russia nei ’90s. Utemuratov fu nominato a capo del tennis kazako, e liquidò le sue azioni dell’Atf, quinta banca del Paese, investendo pesantemente nel “progetto Davis”: entrare prima possibile nel World Group e quindi cercare di vincere la coppa, massimo in 10 anni. Come fare, partendo da zero? Semplice: si compra. Tutto. Tecnici, materiali, campi, persino giocatori perché di aspettare non aveva proprio voglia, come tutti i neo-ricchi russi, profeti del tutto e subito, del “tutto ha un costo, e noi paghiamo…”. Fu attuata una politica spregiudicata di nazionalizzazione di giocatori russi (e qualche ucraino) “disponibili”, grazie anche ad ottimi rapporti con la ferdetennis russa, che lussureggiando con tanti giocatori acconsentì volentieri a mollarne qualcuno – politica poco ben poco lungimirante…

Il business plan fu ben congegnato. Primo passo: le strutture. Campi costruiti a iosa, ovunque, anche in zone remote che necessitavano con urgenza di strade o acquedotti. Oltre alla diffusione capillare per creare un paese “tennis oriented”, si sono costruiti alcuni centri tecnici e strutture d’eccellenza, per far fronte al clima estremo (freddissimo d’inverno e caldissimo d’estate) del paese, come l’incredibile Astana’s Daulet Tennis Complex. Costruite anche foresterie e alloggi, il paese è enorme e gli spostamenti non sono facili. Quindi si passò ai tecnici: furono ingaggiati moltissimi allenatori per costruire una base nel paese, inclusi alcuni tecnici di altissimo livello per i “neo Kazaki” in arrivo, per far credere loro nel progetto, che questo non era una capriccio di un annoiato uomo d’affari ma la volontà di creare un sistema tennis, di massimo livello e vincente. Tra i tecnici, uno dei più noti è stato Eric Van Harpen, ex coach di Arantxa Sanchez, Conchita Martinez ed Anna Kournikova, impegnato molte settimane all’anno con la federtennis kazaka. Un paio d’anni fa disse: “Senza Bulat, il Kazakistan non sarebbe sulla mappa del tennis! Vero che sono state investite somme enormi, impossibili per la maggior parte dei paesi, ma il progetto è serio, la passione enorme e c’è tanta voglia di fare bene”. Però quando si cerca di indagare di più sulla “campagna acquisti” giocatori, ossia coloro che hanno cambiato passaporto, tutti tendono a glissare. La faccenda non è chiarissima, anche se per uno nato in un paese ex URSS il cambio di nazionalità anche a livello legale è piuttosto semplice. Le voci in merito non sono tutte concordanti. Alcuni in Russia non l’hanno presa così bene, altri invece hanno quasi incoraggiato il sistema kazako, come il capitano di Davis russo Shamil Tarpischev che nel 2010 dichiarò alla tv: “Il sistema ha aiutato molti tennisti nati in Russia a crescere, grazie agli ingaggi da parte della federazione kazaka. Tutto il movimento ne beneficerà”. Sulla stessa lunghezza d’onda la campionessa di Roland Garros Anastasia Myskina: “Il denaro è un fattore decisivo nel tennis, inutile prendersi in giro. Un giocatore per crescere e poi mantenersi deve girare, avere un coach, un fisioterapista, uno staff, delle strutture in cui allenarsi. In Russia in questo momento la situazione è bloccata, molti tecnici sono andati via e non c’è più il fermento di qualche anno fa. Il Kazakistan è un paese amico, vicino, che ha investito tanto ed è giusto che abbia buoni giocatori, anche se nati in Russia”. Non solo uomini. Tante sono le ragazze russe diventate kazake, come Yaroslava Shvedova (passata all’onore della cronaca anche per il suo clamoroso “Golden set” rifilato alla nostra Errani a Wimbledon…) o la giovane promettente Yulia Putintseva. Proprio la moscovita Shvedova ha dichiarato tempo fa: “Non ero una top player per la federtennis russa, così mi ha dato via libera. Adesso non ho più pensieri sul lato economico e per le strutture dove allenarmi, e così sono totalmente libera e concentrata sul mio gioco”. Zero pensieri economici… ma quanto guadagnano questi nuovi kazaki per aver accettato il “disturbo” del cambio di nazionalità? Nessuno ha confermato, ma si parla di 1 milione di dollari all’anno, ottenendo una base di risultati minimi. I vari kazaki sono totalmente abbottonati sul tema, come Evgeney Korolev che intervistato qualche anno fa sul tema rispose seccamente “1 milione? Non lo posso dire… ma posso affermare che sono russo e sarò sempre russo. Questo è un business. Ho ricevuto un’ottima proposta dalla federazione kazaka e sono felice di rappresentarli. Stanno costruendo città, non solo campi da tennis, è gente ricca e ambiziosa, e si prendono cura di noi tennisti, si informano di cosa abbiamo bisogno e provvedono, tutte cose che in Russia non erano più possibili…”. Rincara la dosa la Karatantcheva, che nel 2012 disse: “Il centro di Astana sembra il paradiso. Van Harpen ha pazienza e conosce il gioco, qua sì che un tennista può crescere bene”. Però i metodi adottati dal sistema junior sono selettivi: “Ti danno tutto, supporto tecnico, strutture, ma devi migliorare e dare il massimo. Se in un anno o poco più non cresciti, sei out” dicono i tecnici, oggi presenti in tutte le aree del paese grazie a centri periferici che sono stati costruiti ovunque. Nota la storia di Golubev, che è cresciuto a Bra fin da giovane con l’ottimo coach Puci. Proprio il “kazako piemontese” è molto positivo sulla crescita del tennis nel suo nuovo paese: “Il processo di crescita del tennis in Kazakistan è cosa recente, ma ci sono tutte le condizioni perché abbia successo, ed in tempi piuttosto veloci. I migliori giovani sono spesso a contatto con noi, vedono come lavoriamo e quel che serve per emergere, e di sicuro faranno tesoro di tutte le risorse messe loro a disposizione per crescere. Il mio consiglio a loro è quello porsi alti obiettivi e non lasciare niente di intentato per raggiungerli”.

L’enorme fermento tecnico pare stia riscuotendo successo nel paese. Da sport praticamente sconosciuto, oggi tutti seguono il tennis in tv, come dimostra il fatto che il Kazakistan sia il paese che negli ultimi anni ha avuto il maggior tasso di sviluppo al mondo nella diffusione di satelliti e tv via cavo, proprio per seguire i loro beniamini armati di racchetta. Del resto un cittadino medio negli ultimi 20 anni ha visto aumentare il proprio reddito pro capite del 1200%, incluse la possibilità di viaggiare al di fuori del paese per scoprire il mondo, anche grazie alla passione per il tennis. Non è un caso che le agenzie di viaggi offrono pacchetti per Londra, Parigi, New York ecc. proprio in occasione dei più grandi tornei, e sono i più richiesti in assoluto”.

Marco Mazzoni

 


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22 commenti. Lasciane uno!

totò (Guest) 28-10-2020 08:06

A distanza di 6 anni, si può dire che , per ora, il progetto tennistico di creare una scuola kazaka in grado di sfornare campioni sia fallita. Devono continuare a “comprare” giocatori russi ( Bublik, Popko, Skatov) e, inoltre, la Coppa Davis è stata di fatto cancellata ( maledetti!!!).

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Chittammuorto (Guest) 27-10-2020 22:25

@ ItalyFirst (#2641646)

Eh, ti dico solo che c’erano Sergio Palmieri e Barazza che cercavano di fermarlo ma non c’era nulla da fare… volavano cabaret di tartine, bibite in
Bottiglia e lattina, cuscini, ante di armadietti, …di tutto….

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Ranuccio Tomassoni 27-10-2020 22:03

Letturra interessante come sempre, tra l’atro in Kazakistan c’è la base spaziale russa che fino a poco fa serviva anche agli americani per prendere il taxi russo fino alla stazione spaziale internazionale.

Una curiosità storica, da quelle parti nel medioevo a partire dal IX secolo si era formato un regno chiamato dei Cazari, del quale i capi si erano convertiti all’ebraismo.

Ci sono anche altri collegamenti storici con l’area che hanno a che fare con “soldati Cazari” in Bulgaria e con la peste del 1300 arrivata in Europa dalla Crimea sotto assedio, ma ci sono poche certezze a riguardo.

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Losvizzero 27-10-2020 17:42

Sembra una bella città da visitare.
Però per l’ennesima volta si fanno nuovi atp ovunque tranne che a Milano

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Alberto Bonimba (Guest) 27-10-2020 14:55

Complimenti per l’articolo.

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Muoribocca (Guest) 27-10-2020 14:38

Alla Fogna bisogna mandare il conto per tutto quello che ha rotto!?!?

Muori bocca

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+1: costamass
ItalyFirst (Guest) 27-10-2020 14:32

@ Tony_65 (#2641562)

Anche questo e’ vero.
Eravamo strafavoriti…

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ItalyFirst (Guest) 27-10-2020 14:30

Scritto da Chittammuorto
@ ItalyFirst (#2641533)
Sono stato in kazakhstan tante volte per lavoro; ero insieme alla squadra nazionale italiana per quel maledetto incontro di Davis; eravamo alloggiati tutti al radisson. Fogna era sotto 4-1 al quinto contro il mio amico Nedo (Nedovyesov), con cui ho ricordato quella domenica qualche settimana fa al challenger di Parma… 2 pari Fogna sotto 4-1 al quinto…recupera, va 5 a 4 e servizio…succede di tutto, forse gli trema il braccio, l’altro aiutato da chiamate assurde si aggiudica l’incontro..sono le 9,30 di sera… kazakhstan in festa, la giornata era stata particoalre perchè al mattino c’era pieno di poliziotti in borghese che perquisivano tutto lo splendido stadio dato che si sventolava la notizia che il Presidente Nazarbayev sarebbe venuto ad assistere all’incontro…cosa che poi fece e lo ricordo ancora seduto su una enorme poltrona in pelle nella tribuna VIP, praticamente solo e contornato dalle guardie del corpo…. finito l’incontro Fogna rientra nello spogliatoio e distrugge tutto quello che ha a tiro di naso… rientrammo tutti mesti in hotel alle 23… qualche ora di sonno e alle 5 del mattino il volo di rientro con tutti i protagonisti e Corrado…a Francoforte Fogna, Bole, Seppi in coincidenza per gli States..
Grandi emozioni ma trasferta stregata contro squadra nettamente inferiore, ma capace sempre di esaltarsi nei confronti di quella Davis che ci manca come l’aria…
dulcis in fundo, il regalo di una maglietta (lotto) del kazakhstan ricevuto ad Astana dal mio carissimo amico Andrey Golubev

GRANDISSIMO REPORTAGE!!!
Avrei voluto vedere il Fogna negli spogliatoi..
E soprattutto sentirlo commentare a caldo la partita!

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Ovvie considerazioni (Guest) 27-10-2020 14:17

Scusate l’OT, si hanno news su Querrey cuor di leone?

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Sottile 27-10-2020 13:48

Scritto da Tony_65

Scritto da ItalyFirst
Me la ricordo la trasferta di Davis della nazionale italiana.
I giudici di linea chiamamvano o tutto dentro o tutto fuori a favore dei giocatori del Kazzakistan. Roba scandalosa.
Per fortuna “occhio di falco” qualcosa aiutava a sistemare, altrimenti sarebbero stati tutti dei gran 6-0 per loro. In ogni caso, i nostri hanno sbroccato mica poco.

Ricordo la sconfitta decisiva di Fognini, contro un giocatore di molto inferiore a lui, peccó di presunzione e perse il punto decisivo.

Che strano, Fognini solitamente uno dai nervi saldi nei momenti che contanto 😉

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+1: Betafasan
Lo smadonnatore di Taggia (Guest) 27-10-2020 13:30

Una delle tante popolazioni turcofone della regione che a mio parere presto o tardi cadrà sotto l’influenza di quel panturchismo tanto sponsorizzato dal partito di Erdogan.
Uno che in politica estera è piuttosto spregiudicato.

Gli auguro di rimanere un nazione filo-tennistica, visto che dalla testimonianza di Mazzoni sembrano già possedere quantomeno le strutture e i tecnici per farlo. Però ci sono cose più essenziali dello sport a cui dare precedenza…

12
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Tuco (Guest) 27-10-2020 13:18

Indubbiamente una città e un paese dove il tennis ha un’antica tradizione. O forse no, quella non si può comprare…

11
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Andrea (Guest) 27-10-2020 12:50

Scritto da 3.4
praticamente comprano tennisti e gli danno passaporto. Molto Bene.

E da noi si discute sull’italianità di giocatori nati e cresciuti in Italia, che parlano italiano, e che dichiarano di essere e sentirsi italiani..

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Chittammuorto (Guest) 27-10-2020 12:32

@ ItalyFirst (#2641533)

Sono stato in kazakhstan tante volte per lavoro; ero insieme alla squadra nazionale italiana per quel maledetto incontro di Davis; eravamo alloggiati tutti al radisson. Fogna era sotto 4-1 al quinto contro il mio amico Nedo (Nedovyesov), con cui ho ricordato quella domenica qualche settimana fa al challenger di Parma… 2 pari Fogna sotto 4-1 al quinto…recupera, va 5 a 4 e servizio…succede di tutto, forse gli trema il braccio, l’altro aiutato da chiamate assurde si aggiudica l’incontro..sono le 9,30 di sera… kazakhstan in festa, la giornata era stata particoalre perchè al mattino c’era pieno di poliziotti in borghese che perquisivano tutto lo splendido stadio dato che si sventolava la notizia che il Presidente Nazarbayev sarebbe venuto ad assistere all’incontro…cosa che poi fece e lo ricordo ancora seduto su una enorme poltrona in pelle nella tribuna VIP, praticamente solo e contornato dalle guardie del corpo…. finito l’incontro Fogna rientra nello spogliatoio e distrugge tutto quello che ha a tiro di naso… rientrammo tutti mesti in hotel alle 23… qualche ora di sonno e alle 5 del mattino il volo di rientro con tutti i protagonisti e Corrado…a Francoforte Fogna, Bole, Seppi in coincidenza per gli States..
Grandi emozioni ma trasferta stregata contro squadra nettamente inferiore, ma capace sempre di esaltarsi nei confronti di quella Davis che ci manca come l’aria…
dulcis in fundo, il regalo di una maglietta (lotto) del kazakhstan ricevuto ad Astana dal mio carissimo amico Andrey Golubev

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pablito 27-10-2020 12:18

Scritto da Rovescius
Bublik mi sembra più che un “discreto talento”direi un grande talento

Un po’ “cavallo pazz..erello”.

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Rovescius 27-10-2020 12:03

Bublik mi sembra più che un “discreto talento”direi un grande talento

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Tony_65 (Guest) 27-10-2020 12:03

Scritto da ItalyFirst
Me la ricordo la trasferta di Davis della nazionale italiana.
I giudici di linea chiamamvano o tutto dentro o tutto fuori a favore dei giocatori del Kazzakistan. Roba scandalosa.
Per fortuna “occhio di falco” qualcosa aiutava a sistemare, altrimenti sarebbero stati tutti dei gran 6-0 per loro. In ogni caso, i nostri hanno sbroccato mica poco.

Ricordo la sconfitta decisiva di Fognini, contro un giocatore di molto inferiore a lui, peccó di presunzione e perse il punto decisivo.

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Tony_65 (Guest) 27-10-2020 12:01

Scritto da ItalyFirst
Me la ricordo la trasferta di Davis della nazionale italiana.
I giudici di linea chiamamvano o tutto dentro o tutto fuori a favore dei giocatori del Kazzakistan. Roba scandalosa.
Per fortuna “occhio di falco” qualcosa aiutava a sistemare, altrimenti sarebbero stati tutti dei gran 6-0 per loro. In ogni caso, i nostri hanno sbroccato mica poco.

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Markux se mi (Guest) 27-10-2020 12:00

Con i soldi si fa quasi tutto e i kazaki ce lo ricordano. Grazie

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07Ancy 27-10-2020 11:40

Scritto da ItalyFirst
Me la ricordo la trasferta di Davis della nazionale italiana.
I giudici di linea chiamamvano o tutto dentro o tutto fuori a favore dei giocatori del Kazzakistan. Roba scandalosa.
Per fortuna “occhio di falco” qualcosa aiutava a sistemare, altrimenti sarebbero stati tutti dei gran 6-0 per loro. In ogni caso, i nostri hanno sbroccato mica poco.

Eh. Mi ricordo.

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3.4 (Guest) 27-10-2020 11:37

praticamente comprano tennisti e gli danno passaporto. Molto Bene.

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+1: MarcoP
ItalyFirst (Guest) 27-10-2020 11:27

Me la ricordo la trasferta di Davis della nazionale italiana.
I giudici di linea chiamamvano o tutto dentro o tutto fuori a favore dei giocatori del Kazzakistan. Roba scandalosa.
Per fortuna “occhio di falco” qualcosa aiutava a sistemare, altrimenti sarebbero stati tutti dei gran 6-0 per loro. In ogni caso, i nostri hanno sbroccato mica poco.

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+1: MarcoP, Just is Back