Open Court: IBI20, un torneo ricco di sorprese (di Marco Mazzoni)
Sorprendenti. Questo l’aggettivo più calzante per gli IBI20, oggi arrivati alle semifinali. Alla vigilia la sensazione che potesse essere un torneo diverso dal “solito”, con i “soliti” sempre in fondo, aleggiava nell’aria. Il 2020 non è un annata qualunque, il nostro amato tennis alla fine è parte del nostro vivere, scorre con i problemi e le situazioni che affrontiamo ogni giorno. Il maledetto lockdown, l’impossibilità a viaggiare, la difficoltà nell’allenarsi e competere hanno prodotto una spallata allo status quo. Finora abbiamo avuto una finale Slam a NYC tutta nuova, ed un nuovissimo campione. Che possa succedere anche a Roma? C’è una discreta probabilità, anche se l’unico campione rimasto in gara è il “cannibale” Djokovic, pronto a vincere ancora un Masters 1000, ancora Roma, e riprendersi quella prima pagina gettata al vento con quella pallata gettata maldestramente… Tuttavia una vittoria del “Djoker” non è così scontata.
Novak ha faticato tanto in questo torneo, quasi mai è riuscito a trovare il picco di prestazione e soprattutto mantenerlo. Krajinovic è un buonissimo giocatore, nel loro incontro Filip è riuscito a metterlo sotto con il suo tennis preciso e geometrico. Ieri altra prestazione così così per il n.1: contro Koepfer ha mostrato dei vuoti clamorosi, amplificati dalla forma irreale del tedesco, tosto all’inverosimile e bravissimo ad azzeccare una settimana che, chissà, gli cambierà la carriera. La ragione dice che Djokovic possa solo crescere. Magari finora ha giocato sempre col freno a mano tirato, tantissime volte in carriera è entrato nei tornei con una condizione incerta per poi… BOOM…! alza il livello in un attimo e diventa ingiocabile. La sensazione (visto anche dal campo) è quello di un atleta ben preparato ma coi nervi scoperti. Basta un nonnulla per farlo esplodere o implodere, a seconda di come la vediamo. Come se la rabbia esternata in modo scomposto a US Open covasse da tempo e non riuscisse a trovare una via d’uscita. Una furia, una mancanza di serenità che al primo momento di tensione agonistica gli si rivolta contro, lo trascina in una palude infida ed esterna la parte peggiore di lui. È evidente che il 2020 (eccetto l’inizio di stagione perfetto) non sia andato esattamente bene sul piano personale, e questo forse adesso gli sta presentando il conto anche in campo. Vedremo oggi come andrà. Contro Ruud è favorito. Forse il rampante norvegese non ha le armi per stroncarlo; forse il ritmo arrotato perfezionato alla Rafa Nadal Academy può metterlo sotto stress, e chissà… Tra qualche ora sapremo. Ruud è uscito benissimo dalla vittoria su Berrettini, ultimo azzurro in gara dopo un torneo a fortissime tinte nazionali. Resterà nella memoria anche come il torneo di Musetti, dei record degli azzurri, e purtroppo anche come quello di una chance sprecata per Matteo… Non era facile la partita, ma trovare nei quarti di Roma un avversario “migliore” di Ruud non capiterà spesso.
Parte bassa, semifinale totalmente imprevista ma assolutamente intrigante. Schwartzman ieri ha CAMMINATO SULLE ACQUE. Ho avuto la fortuna di vedermela tutta sul Centrale insieme ad altre 40 persone (contate una x una…). Un Nadal non così malvagio è stato sconfitto sul piano del gioco e della spinta da un piccoletto con il motorino nelle gambe, la dinamite nel braccio ed un cuore immenso. Diego non mai tremato, nemmeno quando ha perso due volte il servizio nel secondo set, imponendo subito il contro break. Ha giocato la partita perfetta. Ha sfidato la potenza del diritto di Rafa per poi girare col rovescio sull’angolo aperto. Ha risposto con una continuità e lunghezza degna del miglior Djokovic. Ha retto l’impatto del “Rey” con una solidità mentale e fisica irreale. Nadal alla fine ha reso merito all’argentino ma è stato molto, troppo critico con se stesso. L’unico appunto che gli si può fare è quello di non aver ricavato granché con la prima di servizio, e di esser stato un po’ corto nel palleggio nel primo set. Ma i meriti di super-Diego sono stati nettamente superiori ai demeriti di Rafa. Infatti vorrei sottolineare un momento che forse in tv non si è visto: subito dopo il match point, tutto il clan Nadal (soprattutto il padre Sebastian, seduto vicino alla panchine dell’argentino) si è letteralmente alzato in piedi ad applaudire Schwartzman, dando il giusto tributo ad una prestazione mostruosa. Se quella di ieri è stata solo la 40esima partita su terra persa da Nadal sulla terra (dal 2002, INCREDIBILE!), beh, vuol dire che l’impresa resterà negli annali. Cosa aspettarsi allora oggi da Diego? Non facile saperlo. Come avrà dormito? Come avrà metabolizzato questa partita? Come sarà a livello fisico oltre che mentale dopo cotanto sforzo? Lo sapremo solo oggi. Da un lato potrebbe esser ancor più galvanizzato; dall’altro potrebbe esser un filo scarico, e… di fronte avrà un altro talento mancino in grandissima forma fisica e tecnica: Denis “Showtime” Shapovalov.
Il canadese ieri su Pietrangeli ha domato per la prima volta Dimitrov in una partita ad altissimo contenuto tecnico. Ha giocato pure bene Grigor, ma la strapotenza nella spinta e la quantità di soluzioni di Denis ha prevalso. Nei momenti in cui Shapovalov serve bene è stato incontenibile. Clamorosa la sua facilità di accelerare, anche spingendo palle senza peso o molto basse. Ho visto tutta la partita nella “beata solitudine” di un Pietrangeli vuoto. È stato uno spettacolo alto dal punto di vista tecnico. Un privilegio esser lì ad ammirare la bellezza di un tennis ricco di talento ed adrenalina, e la crescita di un giovane può far “saltare il banco”. Denis è sempre un tennista umorale, un po’ instabile, ma se entra “in the zone” diventa ingestibile. Shapo ha trovato ritmo con la prima e con la risposta, questo è il termometro del suo tennis. Quando i colpi di inizio gioco vanno, significa che c’è con la testa e allora son dolori… Anche sul rosso, perché può gestire benissimo i tempi di gioco e entrare sulla palla sia a tutta che arrotando sui top spin ricevuti. Misteriosa la sua abilità nel palleggiare con buona rotazione e cambiare in un attimo spingendo una pallata secca, piena, velocissima. Ieri sera Denis ha prodotto una serie di vincenti straordinaria. Che match sarà oggi contro Schwartzman? Intanto sarà una prima volta. È un contrasto di stile totale, quindi gli ingredienti per una bellissima partita ci sono tutti. La speranza è che Diego non sia troppo stanco/scarico, e che Denis non avverta troppo la pressione dell’evento. Fare un pronostico è impossibile, ma una cosa è certa: se entrambi giocheranno bene, sarà il tennis a vincere.
Buone semifinali a tutti.
Marco Mazzoni
TAG: Casper Ruud, Denis Shapovalov, Diego Schwartzman, IBI20, Marco Mazzoni, Masters 1000 Roma 2020, Matteo Berrettini, Novak Djokovic, Open Court, Rafael Nadal
Considero Shapo il più completo della Next Gen.(è un 1999)
Con l’aiuto dello psicologo sembra aver trovato la strada.
Number ONE sicuro.
Molto invidioso di lei caro Mazzoni ma è un privilegio che si è ben guadagnato, ci possiamo aspettare un suo articolo sugli italiani a fine torneo?
@ Un Due Tre Shapo (#2604292)
Facciamo chapeau
Scusate ho sbagliato sezione..
Mugu in fiducia @2
Bravo Mazzoni. Devo darti atto che al contrario di certi tuoi colleghi obesi di vanagloria non inventi notizie per dimostrare di avere ragione. Quel ‘Denis è sempre un tennista umorale, un po’ instabile, ma se entra “in the zone” diventa ingestibile’ è la più veritiera fotografia del ragazzo, da 5 anni a questa parte. Shapò!
Basta nole…Spero in una Vittoria di Shapo..
Shapo gioca 6 set e vince il torneo.
Concordo, e aggiungo che i veri valori in campo si vedono sempre negli slam: intanto perché il tennis è nato 3 su 5 e quello è il suo senso vero; poi perché gli slam hanno un valore economico nettamente superiore, quindi è quello il momento in cui gli atleti di vertice arrivano (o puntano ad arrivare) alla massima forma; infine perché i tempi di recupero tra una partita e l’altra sono standard (normalmente un giorno di riposo) come giusto che sia per atleti professionisti.
Tutto il resto, ovvero i tornei ATM, sono contorno (di valore i 1000, di quantità i 500 e i 250): tanto più quest’anno in cui i premi per chi arriva in fondo sono -70% solito.
Il Tennis è sport per giganti e Diego che ci azzecca? È l’antitennis per eccellenza.
Nel tennis attuale, soprattutto su terra, la preparazione fisica è determinante.
Come detto fin dall’inizio, la stagione strana e la collocazione di Roma fra i due slam, avrebbe portato sorprese. Le differenze fra chi è al top adesso e chi lo sarà fra due settimane si vedono. Così come il fatto che non tutti si sarebbero voluti spremere fino in fondo per questo torneo.
Non ultimo c’è da valutare che in termini di classifica, lo stimolo ad impegnarsi a fondo per questo torneo c’era soprattutto per chi lo scorso anno non aveva fatto bene.
I big3 sono al top per gli slam ed ad alto livello in alcuni 1000.
Se in un 1000 che hanno preparato bene, trovano un giocatore che dà loro fastidio e che è al proprio top, rischiano spesso di perdere.
Negli ultimi anni i top3 hanno mantenuto la loro egemonia negli slam, che giocandosi 3 su 5 privilegiano fondo, costanza e gestione dello sforzo rispetto alla esplosività.
Quindi che ci sarebbero state sorprese era scontato. E non era nemmeno facile indovinare quali.
Se le sorprese sono dovute alla situazione contingente o a valori effettivamente variati, ce lo dirà il Rolando e più probabilmente la prossima stagione.
Viva Schwartzolo, rivincita incarnata di tutti i bassetti del mondo
Ottima cronaca! E che vinca/vincano i migliori.
Dieghito se si ripete a quei livelli è il chiaro favorito. Certo il tennis è lo sport del diavolo e puoi giocare a livelli altissimi il giorno prima e “normali” il giorno dopo, ma quando ottieni lo scalpo di un buon Rafa sulla terra, poi puoi battere chiunque.
Djoko rischia grosso oggi con Ruud.
Prevedo una finale tra il norvegese e l’argentino, anche se non mi dispiacerebbe che Shapo riuscisse nell’impresa di vincere su un terreno per lui decisamente ostico.
Vai Diego, gioca solo come ieri senza nessun timore che puoi fare molto male !
A parte l’invidia per aver potuto vedere le due partite in quasi solitudine dico che il commento è perfetto come la partita di Diego.