Us Open: L’USTA vuole escludere i giocatori che abbiano anche un solo membro dello staff infettato dal coronavirus durante il torneo. L’ATP non è d’accordo
L’USTA non scherza e vuole che gli US Open si tengano in condizioni di massima sicurezza nonostante la situazione attuale dovuta al coronavirus.
Infatti, secondo il quotidiano spagnolo Marca, l’organizzazione americana del Grand Slam intende eliminare/escludere qualsiasi giocatore che abbia un membro dello staff infettato dal coronavirus durante il torneo.
Questo è un punto chiave e che genera discordia poiché l’ATP, l’entità che gestisce il tennis maschile, intende togliere punti al torneo se questa decisione sarà definitiva.
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Giustissimo. È il concetto di dittatura sanitaria. Le posizioni dei “medici” (in realtà politicanti o aspiranti tali) associati al comitato e al governo sono le più allarmiste ed emergenziali perché hanno tutto da guadagnarci. Di pari passo il governo si appoggia ai pareri di questi soggetti (dal governo stesso nominati) per giustificare i propri provvedimenti liberticidi. La situazione reale, che con un’emergenza non ha nulla a che vedere, ormai non conta più niente.
@ smash&lob (#2571976)
Zangrillo..le tasche piene colme dei dollaroni del Berlusca, se ne va a fare sto convegni, attento che non ci sia mai un adeguato contraddittorio per farlo zittire
Spiegate a Zangrillo che non esiste nessunissimissima evidenza scientifica che il virus sia cambiato in maniera consistente. Quello che è cambiato è il numero di persone ricoverate conseguenza di mesi di lockdown e isolamento precoce dei contagiati
Specifichiamo che il Prof. Zangrillo non e’ certo una voce fuori dal coro…ma moltissimi perclari professori la pensano come lui, come tantissimi clinici e medici di minor fama.
Chi li osteggia sono per lo piu burocrati legati alle posizioni del governo perche’ occupano cariche pubbliche e consulenze ben retribuite. Basta controllare i nomi e le cariche… le cose vanno di pari passo…sono per lo piu’ personaggi mediocri legati a doppio filo alla politica
Scusa, ma é un eventualità che non può succedere: se tutti sono negativi da piú di 15 giorni ed hanno vissuto in una “bolla”, uno non diventa positivo il giorno prima della finale
Capisco in un reparto di TI di Madrid o di Miami e’ tutt’ altra storia…,,li ci sono malati diversi con sintomi diversi…ahahahah leggere cose del genere…non e’ possibile
110 e lode con menzione
ma cos’e’ un torneo o il soggiorno in un gulag sovietico ?
Sottoscrivo in pieno
Ca..ata megagalattica.
Quindi: un tennista gioca e vince sei incontri (3 su 5) e mentre si prepara per la finale, il suo fisioterapista risulta positivo ad un test (magari è asintomatico e sta meglio di noi).
Il tennista fa il tampone ma è negativo, si sente da dio, ma viene eliminato dalla finale per via del fisioterapista; l’altro giocatore vince a tavolino.
Altri commenti sono superflui.
So che l’USTA vuole escludere anche chi ha un parente, fino al quinto grado, pregiudicato da ogni evento pubblico o privato.
Sono d’accordo su tutto tranne che sulla conclusione. Visto che Madrid non si fa, non ha più senso saltare New York. Certamente vuole preparare bene Parigi, tiene più alla 13a vittoria in Francia che alla 5a in USA. Ma se va a New York, non lo farà comunque da turista, e potete scommetterci che darà tutto. Senza Madrid avrà tutto il tempo per recuperare energie.
Per me Zangrillo, per il solo fatto che parla ai congressi assieme ai due negazionisti Salvini e Sgarbi, è assolutamente poco credibile, sotto tutti gli aspetti. E pure antipatico.
A Nadal non servono nè i punti né i soldi. Ha smesso da anni di guardare la classifica
Quest’anno vuole uno slam.
Agli Us.Open è sempre andato bene ( ne ha vinti 4 contro i 3 di Nole e i 5 di Roger ) ma da persona intelligente qual’è, sa bene che è difficile vincerli entrambi quest’anno e che quindi dovrà fare una scelta.
Non credo gli convenga andare a perdere tempo negli Usa
Sì e vuole giustamente vincere il Rolando, dove non può sbagliare. E se rischia di comprometterne la vittoria andando agli USO non ci va.
@ smash&lob (#2571976)
Il personaggio citato è certamente persona preparata e capace però sta guardando la cosa solo dall’interno del suo reparto all’ospedale.
Sicuramente quanto dice è vero, ma appunto solo relativamente al ristretto ambito che gli compete.
Estendere le sue affermazioni al di fuori di questo, in tutta Europa o in tutto il mondo, è un grave errore da parte di chi ne riporta le parole. Lui stesso se ne guarda bene da commetterlo.
Non è possibile perdere punti nel 2020.
Non può perdere punti, neanche se perdesse al primo turno.
Nadal vuole solo vincere uno slam per agguantare Federer, assolutamente non gli interessano i punti ATP.
Ma.figuriamoci
@ Andrea (#2571985)
RAFAEL NADAL.. ha solo da perderci in termini di punti e non ha bisogno di soldi
@ roberto (#2571968)
Fammi il nome di un giocatore che, potendo scegliere, preferirebbe rinunciare al prize money piuttosto che ai punti.
A mio parere, se la conditio sine qua non che pone la USTA è: “vuoi partecipare assieme al tuo team agli US Open? Bene, tutto il team deve essere negativo”, allora è ragionevole.
Fossi un tennista ringrazierei la USTA che si sta prodigando nel far disputare uno slam, peraltro attuando tutte le necessarie misure di sicurezza.
Forse ha senso per i soldi che vengono elargiti ai giocatori.
Siamo alla follia più totale!
Divisivo, provocatore («Ma io dico solo la verità»), personaggio mediatico. Il dottor Alberto Zangrillo, 62enne, medico di fiducia di Silvio Berlusconi, primario di Terapia intensiva e rianimazione all’Ospedale San Raffaele di Milano e prorettore dell’Università VitaSalute di Milano, in ogni occasione in cui rilascia una dichiarazione sul Coronavirus non manca di innescare un vespaio di polemiche. Sarà ospite, insieme al direttore generale Marco Elefanti e al primario di riabilitazione geriatrica del Policlinico Gemelli, Francesco Landi, del festival «Mistero dei monti» di Madonna di Campiglio, oggi pomeriggio alle 17.30 al Salone Hofer (prenotazione obbligatoria e gratuita, posti limitati, obbligo di autodichiarazione e mascherina). «Covid-19. Discesa sul campo» il titolo dell’incontro. Non ci sta a passare per negazionista rispetto all’emergenza sanitaria, Zangrillo, ma rivendica di parlare di evidenze in base al lavoro suo e della sua équipe al San Raffaele con l’osservazione e la cura diretta dei pazienti (oltre 1.200): «Il virus esiste ma la malattia è cambiata. I focolai ci sono ma hanno poco significato: i contagiati non sono malati». «L’emergenza sanitaria non c’è più, ma non ho mai detto che il virus non esiste più: già ad aprile dissi che dovremo conviverci finché non ci sarà un vaccino» non finisce di ripetere nelle interviste che rilascia e lo ha ribadito anche in un incontro in Senato, qualche giorno fa, dove è intervenuto a fianco del leader leghista Matteo Salvini e di Vittorio Sgarbi. Per Zangrillo oggi «il virus circola poco e clinicamente è inesistente, sono pochi i casi gravi. Emergenza vorrebbe dire situazione grave e drammatica. Invece i contagi ci sono ma la malattia è molto debole. Tra contagio e malattia c’è un’enorme differenza» ha ribadito ai convegni che l’hanno visto ospite in questi ultimi giorni prima della tappa campigliana. Zangrillo contesta soprattutto la psicosi da virus ed è convinto che in autunno non ci sarà una seconda ondata di Covid tale da dover far preoccupare. «Ho sbagliato nei toni, chiedo scusa, ma nessuno è mai riuscito a contraddirmi» ha concesso nei giorni scorsi.
sarà anche nulla ma di fatto uno slam senza punti che senso ha?
Ok anche se la probabilità di avere un membro contagiato, diciamoci la verità, con tutte le precauzioni che prenderanno, sarà quasi nulla
Non capisco il senso di questa iniziativa. Se il membro di uno staff e’ infetto e il giocatore no…il giocatore gioca e l’infetto va in isolamento…