Mikael Ymer all’ATP: “Non importa da dove vieni, ma l’impegno che ci metti”
Il 21enne svedese Mikael Ymer ha rilasciato un’interessante intervista al sito ufficiale dell’ATP, in cui racconta il suo approccio al tennis e alla vita. Nonostante la giovane età, Mikael sembra un ragazzo assai maturo e con obiettivi che vanno ben oltre i successi sportivi.
“Gioco per me stesso, ma anche per la mia famiglia, il mio paese e, perché no, anche per la prossima generazione di ragazzi. E’ qualcosa a cui penso molto spesso. Non mi riferisco solo ai prossimi giovani tennisti svedesi, sarei molto felice di diventare una ispirazione per tutti i giovani del mio paese, essere un esempio di come lottare e avere un sogno, dando tutto per raggiungerlo. Vorrei poter spingere a credere in se stessi e che non importa da dove vieni o quale sia il tuo background o le possibilità economiche. Devi prenderti un rischio e darci dentro per raggiungerlo”.
La famiglia Ymer è originaria dell’Etiopia. Il padre Wondwosen ha un passato da calciatore e lavora in un’impresa di lattici, mentre la madre Kelem è dottoressa. Vivono a Stoccolma, ben integrati nella capitale svedese. Il padre aveva iniziato i due figli al calcio, ma ben presto il tennis prese il sopravvento, soprattutto grazie al fratello Elias, più grande di Mikael (best ranking a ridosso della top100 ATP un paio d’anni fa); incuriosito dallo sport della racchetta – in un’epoca di crisi nerissima per il tennis scandinavo dopo i fasti degli anni 70-00 – Mikel ha seguito le orme del fratello, scoprendo di aver un certo talento e iniziando il percorso verso il tennis Pro.
“Credo che il tennista abbia una mentalità che lo spinge a pensare a se stesso, e non solo per il fatto che il tennis sia uno sport individuale. Ma la cosa più importante, e che non dimentico mai, è restare un bravo ragazzo. Per me è fondamentale comportarmi bene ed avere buoni rapporti con tutti” racconta Mikael.
Per il 21enne, Stefan Edberg resta la principale fonte di ispirazione: “Il modo in cui ha condotto la sua carriera e l’umiltà con cui si è sempre presentato a tutti lo rendono ai miei occhi una vera leggenda ed esempio. Lui tratta tutti allo stesso modo, ed è sempre estremamente cordiale e gentile, non solo con me ma anche con tutta la mia famiglia. E’ una persona straordinaria”.
Ymer è uno dei giovani maggiormente cresciuti nel 2019, entrando nei migliori 70 giocatori del ranking, ma crede di aver ancora moltissimo da imparare: “Ho solo 21 anni, non posso pensare di conoscere già tutto quel che serve, soprattutto come persona. Ci sono molte cose su cui sto lavorando quando non sono in campo e sto cercando di capire che tipo di persona voglio diventare. Sto vivendo molte esperienze, ma la mia speranza è quella di arrivare un giorno ad appendere la racchetta al chiodo ed essere ricordato non solo come un ragazzo che aveva talento per colpire una pallina gialla… Come arrivarci? Non sono ancora sicuro del percorso, ci vorrà del tempo, ma la cosa principale è arrivare ad essere una persona che possa esser presa ad esempio”.
Marco Mazzoni
TAG: ATP, Intervista, Marco Mazzoni, Mikael Ymer, Stefan Edberg, svedesi, Ymer
8 commenti
Tutto condivisibile, assolutamente.
Solo che la frase del titolo: “Non importa da dove vieni, ma l’impegno che ci metti” è più un augurio, un speranza che non una realtà. Oggi come oggi da dove vieni purtroppo importa assai, e l’impegno che ci si mette tante, troppe volte non basta.
Lui ce l’ha fatta, e da ora in poi dipende solo da lui, ma quanti non riescono ad emergere solo perché nati nel posto sbagliato?
@ Annie (#2569185)
Anche il fratellino Rafael promette bene
Antonio, Ymer è originario del profondo nord della Svezia nella parte più selvaggia della Scandinavia chiamata Etiopia.
Carini, corretti e con buone potenzialità, mi farebbe piacere se entrambi avanzassero nella classifica ATP
Bravo Mazzoni, ottimo articolo. Un solo appunto (è proprio il pelo nell’uovo, non ti offendere). Parlando di Ymer non sta benissimo quel “in un epoca di crisi nerissima”, siamo ormai a questi livelli. Non mi piacerebbe che diventassi famosissimo, ti facessero una statua e poi l’abbattessero a causa di questo articolo … 😥
calciatore o maratoneta. Non so perché pensavo alla corsa, così mi sembrava di aver letto. Forse è solo uno stereotipo.
Skövde, 9 settembre 1998
Svedese ma di dove?