Elisabetta Cocciaretto: “Indossare la maglia azzurra è sempre stato il mio sogno. L’esperienza nel WTA di Palermo? Incredibile”
Elisabetta Cocciaretto è stata ospite di Luca Fiorino, telecronista di SuperTennis TV, nel podcast “Tennis ai tempi del Coronavirus”: la tennista marchigiana, classe 2001, ha ripercorso i momenti più belli della sua giovane carriera, dalle esperienze in Fed Cup con la Nazionale italiana alla splendida parentesi australiana d’inizio anno, fino ad arrivare agli obiettivi futuri e ai miglioramenti da attuare nel suo tennis per diventare una giocatrice ancora più completa.
La prima chiamata in Fed Cup nel 2018: “Dopo aver giocato la semifinale agli Australian Open Juniores, il mio coach mi preannunciò che ci sarebbe stata la possibilità di essere convocata e poco dopo ho ricevuto la notizia ufficiale: è stata una bella notizia, ha reso meno amara la sconfitta. Indossare la maglia azzurra è sempre stato il mio sogno“.
L’ottimo rapporto, dal punto di vista dei risultati, con la città di Palermo: “Da Juniores, nel 2016, avevo raggiunto la finale in maniera inaspettata. L’esperienza nel torneo WTA è stata incredibile, mi sono qualificata e ho giocato al primo turno contro una Top-50, avendo modo di vedere come le grandi giocatrici sanno gestire la pressione nei momenti importanti. Nelle qualificazioni ho fatto due partite molto belle, c’è stato anche tanto tifo a mio favore“.
Le qualificazioni superate agli Australian Open 2020: “La prima partita contro Bibiane Schoofs era persa, ero molto negativa e tesa ma nonostante tutto ce l’ho fatta a portarla a casa. Sotto 7-6 5-4, il mio coach è entrato in campo dopo una mia frase bruttissima (sto pensando a tutto tranne che giocare a tennis) e mi ha detto che, se avessi ripetuto una cosa del genere, mi avrebbe tirato fuori dal campo e sarebbe tornato a casa. Da lì ho vinto il set 7-5 ed il terzo 6-3, ho cambiato modo di giocare e ho smesso di lamentarmi: non sono stata matura, ma ho vinto comunque. Le altre due partite con Di Lorenzo e Martincova sono state molto belle, ho giocato bene: sono sempre entrata in campo per vincere perché volevo qualificarmi a tutti i costi“.
La sfida con Angelique Kerber al primo turno: “Mi sono resa conto di quanto ancora dovessi migliorare per arrivare un giorno al loro livello. E’ più forte, ma non c’è questo abisso: la differenza è dal punto di vista fisico e mentale, è più preparata di me e sa gestire meglio le situazioni più difficili. Io ero contenta di giocare sulla Rod Laver Arena nella sessione serale, non mi stavo rendendo conto di nulla: ho pensato solo a giocare, ma ad un certo punto ho cominciato a temere la situazione ed è stato controproducente“.
Come far fronte alla pressione dei giornalisti: “Il giornalista parla e scrive su quello che il ragazzo fa, il suo lavoro è quello di proiettare il giocatore nel futuro. E’ il tennista che deve decidere se ascoltare o meno ciò che viene detto su di lui, invece di guardare ciò che si scrive sui social è fondamentale continuare a lavorare tutti i giorni per un obiettivo. Il ragazzo deve essere capace di dare o non dare peso a ciò che si dice. Ogni tanto si tende ad enfatizzare vittorie o sconfitte, lì magari si potrebbe evitare però dipende anche dalla maturità del giocatore“.
La miglior giovane nel circuito: “Mi ha impressionato Cori Gauff, la conosco bene perché spesso ci siamo allenate insieme. L’ho rivista ad Auckland dopo un anno, è rimasta molto umile e si dà da fare dalla mattina alla sera: è sempre professionale, è un’atleta che sicuramente diventerà molto forte“.
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4 commenti
Non la conosco ancora bene dal punto di vista tennistico, però a me da un senso di simpatia (che non vuol dire nulla nel tennis).
@ Gaz (#2553358)
Come al solito, concordo con te.
Intelligenza, lucidità e acume tattico (in una parola testa) sono le qualità più importanti di una tennista: rappresentano il 60% delle qualità di una giocatrice (il resto sono 20% tecnica e 20% fisico).
Quando leggo di utenti che si basano solo sull’altezza per valutare una tennista sorrido di fronte a tanta superficialità: quello che conta davvero non è essere alta 1,75/1,80 (per quanto indubbiamente rappresenti un vantaggio), ma è il saper leggere i match e i singoli momenti delle partite, capire che ogni 15 è diverso dall’altro e che ci sono dei 15 che decidono e indirizzano gli incontri, conoscersi e lavorare costantemente con una perseveranza e una caparbietà incrollabile per progredire e migliorarsi imparando da ogni match e soprattutto dal misurarsi con le avversarie più forti, da cui c’è solo da imparare.
Elisabetta Cocciaretto ha queste qualità basilari e sono un gran bel terreno su cui crescere
Ragazza inteligente che pur essendo molto giovane sembra aver gia’chiaro in mente certi meccanismi del tennis.
Parlando delle qualificazione agli AO prova di quanto la testa e’tutto.
Per quanto riguarda poi il rimuginare troppo sui punti persi ed esaltarsi troppo su quelli fatti era il difetto che avevo appunto notato quando la vidi al bonfiglio,una sicurezza che produce stabilita’e nessun dispendio di energie nervoso sulla quale ha ancora da lavorare.
Brava anche a capire da avversaria la tattica che usano top players per contenere all’inizio con il lavoro piu’duro la spregiudicatezza delle giovani in ascesa per poi pigiare al primo calo di tenuta mentale della giovane per mortificarla psicologicamente.
Quasi tutti dicevano che il sorteggio con la Kerber era stato sfortunato,fui tra i pochi a dire che poteva essere visto anche positivamente in quanto giocare sul centrale con la Kerber le avrebbe permesso gia’di conoscere se stessa e le sue capacita’emotive di fronteggiare un contesto del genere e poi nell’affrontare una top player avrebbe avuto un punto di riferimento importante di quanto ancora e su quali aspetti ci sia da lavorare,avrebbe avuto meno impatto di esperienza perdere(seppur giocando di piu’)su un campo periferico contro una tennista di secondo piano,ed appunto a questa domanda risponde che quel sorteggio era stato 50% negativo e 50% positivo.