Paolo Lorenzi: “La sfida con Nadal a Roma è un ricordo bellissimo. In futuro mi piacerebbe aiutare i giovani” (AUDIO)
Paolo Lorenzi è stato ospite di Luca Fiorino, telecronista di SuperTennis TV, nel podcast “Tennis ai tempi del Coronavirus”: il tennista italiano, impegnato fino a pochi giorni fa alle International Tennis Series di Bradenton, ha parlato della lunga sosta dovuta all’emergenza Coronavirus, non dimenticando gli episodi più belli della sua lunga carriera professionistica e, inoltre, aprendo le porte ad un possibile futuro da allenatore al fianco di qualche Next Gen.
Le International Tennis Series di Bradenton: “Anche qui in Florida c’è il lockdown, ma la situazione è diversa. Siamo più fortunati, si può uscire per andare al parco oltre a giocare nei campi privati. Stanno cercando di riaprire un po’ di più rispetto all’Italia, da ieri sono aperte anche le spiagge. L’idea di partecipare all’esibizione è nata da una chiamata che mi hanno fatto gli organizzatori, ho cercato di sfruttare l’occasione ma prima mi sono assicurato che non ci fossero rischi particolari. Ognuno usa le proprie palline e le palline vengono disinfettate, con le regole Next Gen si può vincere o perdere con chiunque: il problema maggiore è l’assenza del pubblico, non sono più abituato a questo ed è veramente difficile“.
L’amicizia con Enrico Becuzzi: “Insieme a lui ho giocato il doppio un po’ in tutto il mondo. Soprattutto fuori dal campo ci siamo divertiti tantissimo. Ho tanti bei racconti: a San Paolo, nel 2014, avevo appena vinto la semifinale del torneo ATP e ci avevano dato i biglietti per andare a vedere il carnevale, ma lui non voleva andare perché aveva paura di scaldarmi male alla mattina successiva. Lì ho fatto finale, è rimasto con me fino all’ultimo nonostante la sconfitta nelle qualificazioni“.
L’arrivo “in ritardo” ad alti livelli: “E’ una cosa che mi viene chiesta spesso. A 26-27 anni, quando sono entrato nei Top-100, avevo appena cambiato allenatore e preparatore atletico, spostandomi a Livorno. Avevo fanno una preparazione diversa dal solito, iniziando la stagione fuori dai 200 per chiudere al numero 83. Non me l’aspettavo perché non avevo iniziato bene la stagione. Ho sempre creduto di poter diventare forte, forse ha influito anche un po’ di fortuna“.
Il primo titolo ATP a Kitzbuhel: “E’ stata una bella soddisfazione, la più grande della mia carriera. Nel tennis si perde tutte le settimane, quelle poche settimane in cui si vince bisogna tenersele strette. Avevo appena perso in doppio in Davis con Fognini, dunque sono arrivato in Austria col morale basso: la vittoria è stata speciale“.
La sfida con Nadal agli Internazionali 2011: “E’ un bellissimo ricordo che mi porto dentro, a vedermi c’erano tutti i miei amici. Con Bellucci, il giorno prima, giocai sulla SuperTennis Arena stracolma perché si poteva entrare coi biglietti ground: sembrava un tifo da stadio. Con Nadal pensavo solamente a fare una bella figura, io ho giocato molto meglio rispetto al mio solito e ne ho approfittato: grazie a quella partita, ho capito che il mio livello sarebbe potuto salire ulteriormente“.
Un futuro da allenatore? “Non ho la più pallida idea di come potrei essere da allenatore. Se fossi in grado, mi piacerebbe aiutare i più giovani a passare a livello professionistico e a raggiungere risultati ancora migliori rispetto ai miei. In questi giorni mi sono allenato ogni tanto con Denis Shapovalov, gioca davvero molto bene: ci sono tanti tennisti che si potrebbero allenare, ma per il momento non ho particolari preferenze“.
ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE A PAOLO LORENZI –>
TAG: Luca Fiorino, Paolo Lorenzi, Tennis ai tempi del Coronavirus
…se cosi fosse sarebbe la prima scelta che condivido e approvo in pieno da quando la Fit è nata
Che coppia di doppio deve essere stata Lorenzi/Becuzzi!forza Paolino, regala ancora soddisfazioni al tennis azzurro, sei un vero esempio di abnegazione per i giovani!
Un Paolino che ha già il posto prenotato in Federazione nei piani alti…
Lorenzi, quando sarà il momento, deve fare assolutamente l’allenatore. Uno con la sua preparazione e tenacità sul campo, la sua capacità di adattarsi a ogni superficie e condizione è un patrimonio per tutti i tennisti. Ed è un piacere vederlo giocare.
Forza in federazione cé posto
Belin che Paolino!
Un Mito Paolino.
Se non nel tennis, prova nel triathlon
Paolo una volta terminata la carriera ,se decidesse di rimanere nel mondo del tennis potrà eccellere in qualsiasi cosa.Per intelligenza,cultura del lavoro e conoscenza sarebbe un coach da top player ma non solo
Ascoltata tutta d’un fiato la puntata.
Grazie Fiorino per questa splendida intervista a una persona meravigliosa come Lorenzi!