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Riprogrammare il maggior numero possibile di tornei.
È questo l’obiettivo di Andrea Gaudenzi e dell’ATP Tour per la restante parte del 2020.
Un calendario da riprogrammare e tanti fattori in gioco ecco l’intervista al presidente ATP andata in onda ieri su SuperTennis.
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Un Gaudenzi che fa capire tante cose…
Dell’intervista è molto interessante, a parer mio, l’inizio quando si parla della ri-programmazione del calendario, con il presidente ATP che sembra piuttosto deciso a far giocare l’ATP Finals come da programma perché l’arena O2 di Londra, sede dell’evento, non si può riprenotare per altre date. E ovviamente anche perché l’evento porta nelle casse dell’ATP 15 milioni di euro circa, soldi necessari alla sopravvivenza del sistema tennis. In un’altra intervista Guadenzi ha specificato infatti che il tennis può sopravvivere fermandosi per un anno, ma non per due o tre.
Rimane tuttavia il problema di come decidere la lista dei partecipanti a Londra se, mettiamo caso, si giocherà a IW dopo le ATP Finals. Problema tecnico non da poco, direi..
Insieme al gigantesco problema di far giocare tennisti provenienti da diverse Nazioni con il rischio, in caso di mancanza per allora di un vaccino/cura efficace, di provocare l’ennesima ondata di ritorno del covid-19.
A questo punto, mettendoci nel caso peggiore, forse sarebbe meglio decidere per i tornei nazionali, disputando i tornei già esistenti, o crearne anche di nuovi nelle sedi disponibili, in modo da garantire un’ entrata ai tennisti, specialmente quelli di bassa classifica, per mantenere il sistema in funzione e non lasciarlo scivolare lentamente al collasso aspettando Binaghi-Godot e il suo “internazionale” d’Italia. Si potrebbe fare ad esempio su terra e quindi outdoor, sul modello francese e spagnolo, già a Luglio, se la ripresa dei tornei venisse ulteriormente posticipata.
Dichiarazione profonda e ricca di contenuti