Open Court: Gaudenzi apprezza i set corti, cosa tenere delle regole NextGen? (di Marco Mazzoni)
Oggi si disputano le semifinali della terza edizione delle NextGen Finals, con il nostro Jannik Sinner che sta rubando il palcoscenico grazie a prestazioni di altissimo livello. Oltre al valore tecnico della manifestazione, è interessante valutare di nuovo il nostro amato sport con le novità regolamentari introdotte in questo evento. Un format rivoluzionario che sta provocando accese discussioni tra appassionati e addetti ai lavori.
Rinnovare le storiche regole del tennis, o no? Su questo tema si è pronunciato in una recente intervista anche Andrea Gaudenzi, prossimo Presidente dell’ATP da gennaio 2020. Ecco le (poche) parole del romagnolo: “Non sono un tradizionalista, sono aperto all’innovazione. L’essenza di questo sport deve essere rispettata, ma devo dire che mi piacciono i set a quattro giochi. I momenti importanti arrivano sempre sul punteggio di 4 pari o 5 pari. Aumentando il numero di momenti cruciali si rende il tennis molto più divertente. Per questo il format che stiamo provando alle NextGen è interessante”.
Queste le sue parole. Al momento sono solo considerazioni personali, nulla di ufficiale da parte dell’ATP, ma è un discreto allarme per i cultori delle regole classiche, che assolutamente non vogliono toccare niente nel secolare regolamento del tennis.
Un fatto è certo: dietro le quinte qualcosa si sta muovendo, da diverso tempo. C’è voglia di cambiare, lo hanno dichiarato in modo più o meno netto sia chi sta nelle posizioni di comando del “giocattolo”, chi investe pesantemente nel tennis ma anche gli stessi giocatori. Quindi non è solo il puro business, trainato da sponsor e tv, come molti appassionati sospettano, a spingere per un gioco più veloce, partite più corte da giocarsi con regole un po’ diverse. Un input molto chiaro viene dagli stessi giocatori, che vorrebbero portare le partite sul tour ATP a una durata di 1h e 30, massimo 2 ore. Questo per equipararlo alle maggiori discipline mondiali (football, basket, ecc), ma anche perché il gioco è diventato massacrante sul piano fisico, troppi gli infortuni in un calendario asfissiante di 11 mesi filati di tornei. Nuove regole che portano a match più corti, secondo il loro punto di vista, sarebbe una soluzione ideale per tutti, spettatori inclusi.
Pur capendo il loro punto di vista, personalmente la vedo in modo un po’ diverso. Vero che oggi il tennis sul tour maschile è diventato infernale dal punto di vista fisico ed agonistico, ma la soluzione non è da ricercare stravolgendone regole storiche, che hanno elevato il nostro sport a disciplina entusiasmante, ma ritornando all’essenza del gioco stesso. Il tennis è nato per essere uno sport tecnico, di destrezza e rapidità; basterebbe riportare le condizioni di gioco a quelle di una ventina d’anni fa (campi più rapidi, superfici molto diverse tra di loro, palle più veloci) o eventualmente intervenendo sui materiali (chi afferma che non si può non sa cosa dice, basta vedere cosa hanno fatto da anni negli USA nel baseball e hockey) per ritornare a partite più snelle, con meno scambi a premiare la tecnica ed il gioco offensivo sull’atletismo e costanza di rendimento. Qua si entra in un ginepraio intricatissimo, e mi fermo qua.
Tornando al tema caldo delle nuove regole introdotte alle NextGen, dopo 3 anni di test ormai in molti si sono fatti un’idea più precisa, vedendo molte partite giocate da tennisti assai diversi tra di loro. Pur partito assai scettico sull’intero format, devo dire che non tutto in fondo è da buttare. Credo fortemente che questo formato, così come è nella sua interezza, non vada bene; ma qualcosa invece può funzionare, se riveduto e corretto. Infatti mi piacerebbe molto che l’ATP provasse, magari l’anno prossimo alle NextGen o in eventi Challenger/ATP250, a testare queste regole in partite ufficiali ma con qualche correttivo, per vedere l’impatto sul pubblico e sul gioco. Quali sono i correttivi da applicare? Ecco quel che a mio avviso funziona, e quello che invece proprio non va.
Sullo “Shorter Warm-Up” e lo “Shot Clock” direi che nessuno ha niente da ridire. Sul “Player Coaching” credo che si debba ascoltare il parere dei giocatori, e seguire la loro volontà. Può funzionare ed essere d’aiuto ai tennisti, ma senza la diretta tv, che mi sembra un voler spettacolarizzare e drammatizzare un momento sportivo (pure complicato nella tensione del match) a tutti i costi.
Poi arrivano i nodi al pettine, le vere riforme sostanziali. Sul “No-Ad scoring” sono assolutamente contrario. È la regola più impattante sul match, sull’andamento tattico e mentale. Sono nette le motivazioni che non mi convincono. Intanto il tennis è nato come disciplina in cui per vincere un game servono due punti in più dell’avversario. Togliere questo non accorcia poi più di tanto il tempo di gioco, ma stravolge totalmente un concetto basilare del gioco. E non è positivo. Inoltre il tennis è uno sport di situazione, non tutti i 15 sono uguali. Essere bravi a gestire palle break e vantaggi è una vera e propria arte nel tennis, è la differenza tra un campione ed un buon giocatore. Gente come Nadal, per citare il n.1 del mondo, ha vinto più Slam grazie alla sua forza mentale, tattica e tecnica in questa fase di gioco, strappando ai vantaggi giochi decisivi. E’ giusto che la sua maggior qualità sia premiata, come quella dei più forti agonisti. Giocarsi tutto sul punto singolo ha un impatto assai limitato sulla durata dell’incontro (si giocherebbe un numero di punti minore) ma snatura troppo il momento più decisivo e spettacolare di un game. I giochi con più punti ai vantaggi sono sempre i più elettrizzanti. Il punto secco cancella la fase che distingue il tennis dagli altri sport. Perché perdere una simile unicità in nome di partite “più rapide”? Aggiungo che al salire del livello, mediamente conta di più il servizio, e quindi il No-Ad potrebbe scatenare una predominanza della battuta. Quindi, No-Ad totalmente bocciato.
Quella dei “Set corti”, con qualche correttivo, potrebbe essere una innovazione interessante. È l’altra regola più impattante, altro stravolgimento storico della disciplina. Dopo tre edizioni di NextGen, la conclusione è che molti set ai 4 games sono assai completi e divertenti. Lo stravolgimento è nella gestione tattica dei match. Se perdi il servizio e stai sotto 0-3, ormai il parziale è andato… In un set “tradizionale” è difficile che lo si lasci andare, a meno di non trovarsi in uno slam, avanti 2 set a 0, e si opti per tirare il fiato e pensare già al quarto. Molto dipende anche dalla superficie, per il diverso impatto del servizio (terra o cemento molto veloce, o erba). Quel che non mi convince, e cambierei, è il momento del tiebreak: giocarlo sul 3 pari è prematuro, allora si potrebbe optare per un tiebreak a 10 punti, oppure assai meglio giocare il tiebreak sul 4 pari. Quel gioco in più non sarebbe affatto una differenza marginale, vorrebbe dire un turno di servizio in più. Inoltre nell’economia di un set a 4 games è fondamentale la presenza o meno del No-Ad, che rende il tutto fin troppo veloce.
La mia speranza è che si provi il format dei set a 4 game ma senza il No-Ad, e col tiebreak sul 4 pari invece del 3 pari. Credo che potrebbe essere una soluzione molto interessante. Avremmo set più snelli, ma rispettando la regola fondamentale del tennis (si vince un game sempre con 2 punti di scarto), e con molti momenti “elettrizzanti”. Provare questo formato in tornei veri, e con i campioni in campo, farebbe la differenza, avremmo dati “certi” per scegliere la direzione da prendere.
Dall’anno prossimo Andrea Gaudenzi sarà al timone del tennis maschile. Vedremo se andrà incontro alle pressanti richieste dei giocatori, gli attori che ci fanno appassionare al nostro sport, ma con la forza di preservare l’unicità della disciplina. Cambiare è sintomo di intelligenza; ma ogni rivoluzione, per funzionare, deve intervenire sui problemi senza tagliare le radici alla base, altrimenti l’albero muore…
Marco Mazzoni
@marcomazz
TAG: Andrea Gaudenzi, Marco Mazzoni, NextGenATP, no ad, no adv, Nuove regole, Open Court, regole nextgen, set corti
@ Massimo (#2469549)
bisogna anche considerare
che se ci fosse una regola che dopo 4 o 5 o 6 DEUCE stabilisce il DECIDING-POINT
l’attenzione risale già prima di arrivare al dunque,
basta l’attesa di un possibile sudden-death dietro l’angolo per evitare che l’attenzione dello spettatore cali e questo finisca per concentrarsi sui messaggi del suo telefono.
Per capire quale sia il limite migliore (4 o 5 o 6 deuce) bisogna ovviamente fare dei test con un buon numero di tornei e anche per un buon numero di mesi.
mettere il DECIDING-POINT già dopo 2 DEUCE ad ogni modo è troppo presto perché avverrebbe troppo spesso e non si verrebbe a creare l’attesa di questo avvenimento raro, il quale deve essere il DECIDING POINT.
Il fatto poi che chi vince il punto precedente ha la scelta della direzione del servizio, dona un particolare interesse già al punto che precede il DECIDING-POINT.
Ad esempio questo sarebbe lo score se il DECIDING POINT si pratica dopo il quinto DEUCE (il 40:40 conta come primo DEUCE, quando il giudice di sedia dice DEUCE effettivamente è il secondo deuce, i successivi deuce vengono annunciati indicando anche il numero, ad esempio THIRD DEUCE, in tal modo lo spettatore sa che si sta avvicinando il DECIDING POINT)
Love All 0:0
15:0
30:0
40:0
40:15
40:30
40:40 (primo deuce)
Advantage server
DEUCE (effettivamente il secondo deuce, la parola deriva dal francese “à deux le jeu”, pareggio)
Advantage receiver
THIRD DEUCE
Advantage server (e qui normalmente l’attenzione dello spettatore inizierebbe a calare, ma siccome si viene a creare l’attesa per il DECIDING-POINT invece di calare l’attenzione risale)
FOURTH DEUCE
Advantage server
FIFTH DEUCE = DECIDING POINT receiver won the point and decides serve direction
GAME…
quindi con DECIDNING-POINT dopo il quinto DEUCE sono massimo 15 punti in totale, praticamente l’equivalente di un 8:6 di un tie break (OK un punto in più) che sta pienamente nella norma dei tie break interessanti
BTW
Vedo che la critica ad alcuni retaggi del 1880 in spirito gentlemen ti è risultata indigesta.
Non voglio criticare lo “spirito gentlemen” ben venga nella vita, ma nell’ambito di una competizione sportiva quello che è richiesto è principalmente il “fair play”.
Quindi quelle 2 o 3 cose (il LET al servizio, le scuse finte su colpi fortunati, il ripetere la prima dopo una breve interruzione pur avendola sbagliata etc.) che sono rimaste del tennis di quando ancora era un gioco nel quale in pochi sapevano servire decentemente da sopra (che diventa la norma sul finire del secolo) sarebbe ora che vengano rimosse.
Qui talvolta sembra che ci sia ancora gente che rimpiange il campo a forma di clessidra, che invece venne abbandonato già nei primi anni di Wimbledon.
Anzi parlando di forma del campo la sparo ancora più grossa, a mio parere il doppio a livello professionistico oggigiorno si potrebbe giocare anche sul campo di singolare sarebbe più veloce e spettacolare, e i colpi sarebbero veramente gli stessi identici del singolare. Nel senso che una risposta la devi proprio mettere in campo (nel campo di singolare) anche in doppio e non puoi tirarla larga di mezzo metro e fare punto comunque, lo stesso vale per passanti e volée.
In questo modo i giocatori verrebbero più a rete e un passante a quel punto è veramente un colpo da maestro, ci sarebbero anche più lob.
Ovviamente a livello ricreativo si può tranquillamente continuare a giocare con il corridoio del doppio (e anche con i set lunghi senza tiebreak, con il LET al servizio e chi più ne ha più ne metta), ma francamente anche a quel livello io personalmente preferisco il campo normale di singolare, trovo che anche nel doppio tra “tristonazzi” sia più divertente 😉
a chi non ci crede consiglio di provarlo, magari anche le regole proposte
@ Ranuccio Tommasoni (#2471258)
Ma si, basta con questi retaggi da gentleman dell’Ottocento, avanti con le cafonaggini del Duemila… abbasso il maestro Manzi, viva Maria De Filippi.
Puah, e poi qualcuno si lamenta di Kyrgios!
@ ilpallettaro (#2469214)
Ben detto!
Mi rendo conto che non è attuabile, ma lasciare la seconda di servizio solo per i tie break (sul 4 pari del set) potrebbe esattamente alla situazione da te auspicata, sarebbe anche semplice da attuare.
Per la maggior parte del set c’è gioco e le battute sono ribattibili (visto che c’è solo un servizio), poi quando si arriva al tie break si rivedono achei degli ace visto che torna in gioco anche la prima di servizio.
Per chi non digerisce i risultati con il 4 al posto del 6 nei set, e allo stesso tempo vuole conservare anche lo zero c’è una soluzione alternativa a far partire i set dal 2 pari.
Si potrebbe partire con il tradizionale “Love all” ovvero 0:0, poi quando si arriva al 4:0 o 4:1 o 4:2 con la fine del set, il vincitore prende 2 game simbolici in più, in questo modo il risultato appare come 6:0 o 6:1 o 6:2
Risolto sia il problema di conservare il 6 nel risultato, come anche il desiderio di quelli come “furborovescio” che vogliono conservare gli zeri e 6:1 di bagel e breadstick
il 7:5 equivale al 5:3, in quel caso si possono aggiungere 2 game simbolici ad entrambi i giocatori, come anche nel caso di tiebreak, il quale sarebbe un 5:4 che diventa 7:6
in pratica manca solo il 6:3 che andrebbe preso 🙄
beh non tutte le ciambelle riescono con il buco 😉
Bisogna solo segnalare con una nome che il set non è stato giocato con tradizionali i set lunghi, basterebbe dare un nome allo “scoring system”, ad esempio “Pro Score”
Faccio un esempio, un risultato del tipo
4:0 2:4 5:4 3:5 4:1
diventerebbe
6:0 2:6 7:6 5:7 6:1 PS
(dove PS sta per “Pro Score”)
oppure scritto nel modo come appare in TV
________________
😎 | pro’s | 6 2 7 5 6
👿 | score| 0 6 6 7 1
—————————
ovviamente il nome Pro Score (o pro’s score), non è importante, è la prima cosa che mi è venuta in mente, molto probabilmente ci sono nomi migliori, basta trovare un nome corto, chiaro ed internazionale
Per risolvere il problema che i giocatori professionisti attuali hanno con la regola del NO-LET basterebbe tendere molto la rete, i questo caso una palla che tocca la rete va quasi sempre fuori prende una traiettoria molto alta che non mette fuori gioco il ribattitore.
Ancora più semplice sarebbe sostituire il cavo della rete a con due sbarre d’acciaio (o carbonio) orizzontali, unite tramite un bullone ad una sbarra verticale al centro della rete.
A quel punto non c’è più bisogno di tendere molto il cavo (cosa che richiede dei pali ben ancorati e solidi, oltre ad uno strumento di misura per controllare se il cavo e teso in modo soddisfacente) , le due sbarre d’acciaio o carbonio (più leggero) permettono di ottenere lo stesso risultato di un cavo ben teso.
Se la palla sfiora soltanto il la rete, rallenta solamente un po’ il servizio ma non influisce in modo particolare sulla direzione della palla.
Se invece la palla colpisce nettamente la rete il servizio o non passa, o rimbalza in modo talmente forte che quasi sempre va fuori. Nei pochi casi che la palla rimanga in campo dopo un ribalto alto alla rate, ne scaturisce una palla che il ribattitore può facilmente sfruttare per un winner.
Ed é giusto che sia così.
Mica è colpa del ribattitore se il servitore ha toccato nettamente la rete, ripetere un servizio tale è un relitto dell’ottocento da gentlemen.
Invece si pò capire che ai professionisti dia fastidio se il servitore riesce a vincere un punto al servizio dopo che la palla ha toccato nettamente la rete e ne viene trasformata in una palla corta che il il ribattitore non può raggiungere, ma questo non avviene più se il cavo é molto teso, o se il cavo viene sostituito da una struttura ad Y rigida che sorregge la rete.
Gioco a tennis da 45 anni , non se ne puo’ più di games ai vantaggi interminabili , partite che non finiscono mai, a tutti i livelli.
Il no ad lo si puo’ giocare magari sulla seconda o terza parita’ ma va’ introdotto di certo!il vero step change e’ questo,
@ ilpallettaro (#2470018)
Si, bravo, però a me non hai risposto; forse perché era più facile rispondere ad Andrew.
Io ti ripeto la domanda: sei sicuro che cambiare il sistema dei punteggi servirà a stimolare la richiesta di ferie e permessi per vedere le partite che ora non segue nessuno? Della serie: ragazzi, durante la pausa caffè ci facciamo una bella sveltina di tennis giù al foro?
@ furborovescio (#2469724)
sei presente anche su twitter?
In tal caso possiamo continuare su twitter questa o altre conversazioni, che magari danno fastidio ad altri utenti
mi trovi sotto
twitter (punto) com (back slash) hrothger4hand
il deciding point dopo 2 deuce arriva troppo presto, perché arriverebbe troppo spesso, deve essere una cosa particolare che riaccende l’attenzione quando questa sta iniziando a calare.
Non deve essere una cosa che arriva quasi inevitabilmente, come è con il deciding point sul primo deuce (cosa che equivale ad una ejaculatio praecox continua e cronica, non una cosa interessante o desiderata), e non sarebbe molto diverso sul secondo o terzo deuce.
Bisogna seguire un po’ la “law of scarcity” del business, “supply&demand”, un po’ lo stesso ragionamento che sta dietro al successo di brand come Ferrari etc.
Va beh diciamo che un deciding point dopo il sesto deuce è sicuramente più raggiungibile di una Ferrari 😆 ma l’idea di base è quella.
Il deciding point è un punto come un altro, solo che essendo più raro risulta più interessante. Certo, è anche un big point, come una Ferrari è un macchina di lusso e non solo un automezzo, poi è anche un punto speciale potendo essere sia breakpoint che matchpoint, ma pur sempre un punto da vincere rimane, ciò che lo rende veramente spettacolare è se avviene raramente durante un match, diciamo più meno 3 o 4 volte in ogni match.
Se diventa una cosa inflazionaria non funziona più come stimolante, l’analogo con la Ferrari sarebbe l’idea bislacca del Berlusca di salvare la Fiat producendo delle Fiat-Uno travestite da Ferrari 😆 …l’ha detto veramente a metà degli anni duemila
Capisco la tua obiezione su bagel e breadstick, e ci può stare, ma bisogna trovare un compromesso.
Ad ogni modo non è una cosa importante, o si mantengono i “sei” oppure gli “zeri”, nella sostanza non cambia nulla.
Mentre con il tiebreak sul 3 pari e il resto a 4 si cambia l’aritmetica del tennis, in pratica ogni set inizia con il 3 pari, il tiebreak 4:3 rimane un 7:6 ma un 4:0 sarebbe un 7:3, un 4:1 è un 7:4, e solo un 4:2 torna ad essere un risultato tradizionale risultando equivalente ad un 7:5.
In pratica partire dal 3 pari è troppo, le partite diventano già interessanti dopo il 2 pari, è solo la parte fino al 2:2 che risulta indigesta per giovani e neofiti.
Meglio quindi partire dal 2 pari, ovvero giocare il tiebreak sul 4 pari.
Queste modifiche non servono per rendere il tennis più interessante a vecchi appassionati e malati di tennis, per noi tutto va benissimo come era, o quasi, anche per me personalmente.
Non è così invece per le nuove generazioni e per gente che potenzialmente potrebbe avvicinarsi al tennis venendo da altri sport.
Le statistiche in questo senso sono preoccupanti, a seguire il tennis in TV sono quasi solo pensionati.
Quindi i cambiamenti devono essere mirati a facilitare l’approccio al tennis da parte di neofiti e ragazzi con una spanna d’attenzione molto più bassa di quella che era la norma fino agli anni ottanta, in pratica prima dell’avvento di video games di massa, MTV etc. …ora con internet, streaming, social media & company siamo su altri pianteti rispetto a quei tempi.
Per questo è importante togliere cose come il LET al servizio (non è il risparmio di tempo il senso di questa mossa), i rituali snervanti che coinvolgono l’asciugamano, il farsi dare tutte le palle per sceglierne una prima di servire… in pratica il gioco deve essere molto più fluido.
Anche la partenza del match deve essere molto più rapida per questi motivi.
È inutile creare un “build up” elaborato con effetti audio e luci per poi fare un riscaldamento di 10 minuti e magari poi uno dei giocatori prima di partire dopo il riscaldamento esce pure per andare in bagno come ha fatto più volte Mikael Ymer. A quel punto tutto il “build up” è sfumato, per rimanere in analogie amorose, è come fare dei gran preparativi con carezze e baci etc. per poi passare a dieci minuti di meteo regionale prima di passare al dunque.
I match invece devono iniziare come dei match di pugilato (almeno quelli dei tornei principali e sui campi principali).
Per questo se un match va in scena sul centrale o sul secondo campo più importante, il riscaldamento va fatto su un campo secondario prima di entrare sul centrale.
Poi i giocatori vanno in due locker-room/waitng-room separati, esce prima lo sfidante (ovvero quello con il ranking più basso) appena esce viene pesato e ne viene misurata l’altezza (ovviamente con le scarpe addosso, ma senza borsone, basta che salga su di una bilancia con statimetro, gli appoggiano il misuratore sulla testa e la procedura è fatta in 3 secondi), poi viene intervistato e mandato sul campo. Naturalmente non come uno scolaretto con lo zaino gigante sulla schiena e le cuffiette sulle orecchie.
Lo zaino, il borsone e le bevande le piazza e prepara già prima il suo coach (o uno fidato del suo team) e le posiziona sulla panchina ben prima dell’entrata in campo, e della partenza del “build up” con effetti luci ed audio.
Il giocatore entra in campo scattante con la racchetta già in mano e senza borse o cuffie, riscaldato e pronto per giocare, e non esiste che poi si cambia le scarpe come fa Kyrgios.
Lo sfidante aspetta sotto rete l’entrata in campo dell’altro giocatore, stessa procedura poi.
Appena arrivato a rete l’altro giocatore c’è il lancio della moneta, niente ulteriore riscaldamento visto che i giocatori si sono appena riscaldati su un campo vicino.
Parte immediatamente il match.
Naturalmente per i match su campi secondari non c’è bisogno di fare tutto questo show, e si può fare tutto come ora con il tradizionale riscaldamento sul campo di gioco.
le ferie e i permessi, questi sconosciuti.
semplicemente, a milano e hinterland – che fa milioni di abitanti – a vedere musetti eravamo in 10. a vedere lorenzi, anche meno.
poi però tutti a sostenere quanto sia importante salvaguardare il punteggio, voi che non avete mai visto una partita intera in vita vostra.
a parte il fatto che a vedere musetti a milano eravamo in una manciata di persone, è quello che sto dicendo: nome di richiamo, location giusta, palazzetto moderno, regole che rendono la partita piena di momenti decisivi, musica negli intervalli, insomma sport professionistico.
l’opposto di quello che si trova nei challenger, dove ci sono tutte le regoline che vi piacciono tanto, ma che nessuno di voi ha voglia di andare a vedere anche quando si entra gratis. perché quando l’organizzatore chiede 10 euro per entrare, apriti cielo.
Be si, decide Gaudenzi da solo. Se gli piace si fa, sennò niente.
Ma 3 set su 5 dappertutto?
non vedete che è l’attacco dell’ATP all’ITF per distruggere i tornei dello Slam..
Io sono per il no a tutto, che giochino meno tornei.
Che vadano a modificare il ranking system calcolando i best12 o 10 piuttosto
@ ilpallettaro (#2469736)
Ma, fammi capire, tu credi sul serio che accorciando gli incontri, la gente andrebbe invece a vedere i challenger, anche solo in tv, il mercoledì mattina?
Al massimo, se volessi fare la pazzia di saltare il lavoro (…o la scuola, per i più giovani), lo farei per vedere 3 ore di lotta di un Lorenzi, e non per una partita, avvincente quanto vuoi, di tre quarti d’ora.
Eh già, pensa, per esempio, che sfiga ha avuto McEnroe a non aver potuto beneficiare di queste nuove regole; lui non è mai riuscito ad imporre il suo talento quando la partita (sui 5 set) si allungava…..
vi rendete conto o no che sono motivazioni ridicole?
Come molti prima di me hanno fatto notare, la regola più brutta è quella del killer point. In ottica marketing, purtroppo, quella è la regola che rende le partite più veloci, fast food e che potrebbe essere la prima ad essere implementata (speriamo di no!). Infatti, fare i set a 4 con i vantaggi non comporterebbe, a mio avviso, alcun calo del tempo complessivo di gioco. Anzi, con i vari tiebreak vecchia maniera, la partita sarebbe comunque lunga. Non basterebbe aumentare quindi i momenti topici. Proposta: e se quantomeno accorciassimo i tiebreak? Set vinto a 4 game, con vantaggi. Tiebreak sul 3 pari ma vince il primo che arriva a 4 (ad oltranza) anche perché il tie a 7 mi pare sia un retaggio del punteggio del set fino a 7 … si, lo so, è veloce ma sarebbe l’unico modo per accorciare un po’ la durata delle partite mantenendo l’essenza del tennis. Chiaro che il tiebreak se parti male rischi di perderlo però è partita “vera”.
Ciao!
@ ilpallettaro (#2469737)
Non ci vuole un genio del marketing per capire che lo stadio pieno e il picco d’ascolto siano dovuti esclusivamente alla presenza di Sinner.
Davvero c’è qualcuno che crede che sia invece effetto delle nuove regole? La gente sarebbe andata anche solo per vederlo giocare a tamburello… ovvero a garantire successo servono solo campioni e personaggi.
Ma ti viene mai il dubbio che le persone normali il mercoledì mattina lavorino o studino, in base alla loro età?
che tu vada, non che tu vai.
disoccupato ed ignorante
quello è perchè sei disoccupato. ma non demordere, appena avrai un’occupazione salterai i ch del mercoledi mattina anche tu
(Continuo)
..ha già deciso di accorciare i set per questioni dite palinsesto ci sarà poco da fare.
Spero solo che almeno nel tempio del mio Wimbledon le tradizioni resistano il più possibile, a cominciare dall’abbigliamento rigorosamente bianco.
A me piace il tennis con qualsiasi regola.
Dopo tanti anni mi diverto ancora a sfidare i giovani “a muro”.
Mi sono letto tutti i commenti, evidentemente influenzati dal focus sulle regole delle Next Gen Finals.
Mi pare di poter sintetizzare che l’unica nuova regola condivisa all’unanimità sia il no asciugamano dai ball boys.
Per il resto molti pareri diversi.
Se chi comanda lo sport ( cioè il business)
@ Andreas Seppi (#2469243)
stadio pieno, picco d’ascolto per supertennis, partite avvincenti che vengono commentate la mattina nei bar, nei circoli, ovunque.
ma scherziamo?! vuoi mettere con il challenger di bratislava, giocato davanti a nessuno? ma dai … quello sì che è il nostro sport: davanti a nessuno, che sul 3-0 con doppio break se ne va anche l’allenatore.
che bello!
immagino che tu vai a vedere un sacco di partite dei challenger in italia, e guardi un sacco di partite in streaming sul canale del circuito challenger.
appassionatissimo sul 3-0 con doppio break un collarini-baldi, segui tutti gli scambi con grande attenzione. grande! hai ragione, va tutto bene così e le migliaia di partite challanger con zero spettatori le vedo solo io, per non parlare dei futures che francamente mi viene il mal di stomaco.