Intervista ad Andrea Vavassori (con audio completo)
Al termine del torneo challenger di San Benedetto del Tronto ho avuto il piacere di intervistare Andrea Vavassori, 24 anni numero 330 della classifica Atp in singolare e numero 120 in doppio.
Intanto volevo chiederti come è andata quest’anno al torneo di San Benedetto Del Tronto e come ti sei trovato?
Molto bene; come l’anno scorso sono venuti per tutta la settimana mio padre e mio fratello, ci siamo allenati insieme. Era da un pò di tempo che non li vedevo, dal challenger di Parma. Io in questo periodo sto giocando molto, quindi mi ha fatto molto piacere stare con loro.
Ho visto che quest’anno stai giocando con grande continuità anche in singolare, ci puoi parlare di questo cambiamento?
Si, è vero, nel 2019 con il nuovo sistema di classifica e avendo un buon ranking in doppio ho potuto giocare le quali in tanti challenger, poi, dopo Gerusalemme, ho fatto una serie positiva di tornei e ho acquisito fiducia dal momento che giocavo e battevo giocatori con classifica più alta della mia. Ora sento che posso giocare alla pari con molti giocatori a livello challenger.
Ti avevo visto giocare sempre a San Benedetto l’anno scorso nella più brutta sconfitta della tua vita, ora il tuo livello rispetto ad allora si è alzato tantissimo, qual è il segreto di questo miglioramento?
Quella partita è stata un incubo. Quinzi giocò benissimo, io lo attaccavo con una palla troppo leggera e lui mi passava sempre. Comunque quello che è cambiato dall’anno scorso è l’approccio mentale alla partita. Io sono molto emotivo, quello che riuscivo a fare in allenamento spesso non riuscivo a farlo in partita; adesso grazie anche al lavoro che sto facendo con il mio mental coach riesco ad esprimermi meglio in singolare.
Il progetto di mio padre è portarmi ad essere un giocatore atipico, in grado di giocare in modo molto vario: lui è sempre stato innamorato di Pat Rafter, mi faceva sempre vedere le sue videocassette e di come giocava a rete. Il miglioramento in singolare è anche una conseguenza dei tanti doppi che ho giocato, nei quali da due anni faccio sempre serve and volley.
Nel 2019 qual è stata la vittoria che ti ha dato più soddisfazione?
La partita più importante, che è stata anche il punto di svolta della stagione, è quella con Berloq al challenger di Vicenza. Io avevo già giocato un turno la mattina, una partita tirata di 3 set contro Huesler, e questo forse mi ha aiutato nel match del pomeriggio. Sono entrato in campo molto tranquillo e ho giocato davvero bene, anche a fondo campo. In più la soddisfazione è stata doppia perchè Berloq lo vedevo da ragazzo vincere il torneo allo Sporting dove facevo il raccattapalle.
Naturalmente ti devo chiedere quale è stata la sconfitta più dura di questo 2019?
Sono state 2 le sconfitte che mi hanno fatto più riflettere e anche spronato a lavorare di più a livello mentale. 1° turno in Repubblica Ceca contro Poljak, ho perso 6/4 al terzo perchè non avevo preparato bene la partita e avevo sottovalutato l’avversario. Poi la settimana dopo, alle Prequali di Roma giocando il doppio con Basso, abbiamo perso prematuramente, facendo molti errori.
Mi puoi parlare del tuo team?
Ho un team a carattere familiare.
Mio padre è stato il mio coach fin da piccolo, Massimo Libardoni è il mio preparatore atletico, poi Gabriele Dutto che lavora con mio padre nel circolo di Pinerolo, il mental coach è Giancarlo Santiglia e mi segue da 5 anni (adesso però ci sentiamo con frequenza giornaliera), Fabrizio Boccato è mio zio e mi segue da quest’anno nella parte dello yoga e della respirazione, Paolo Moro responsabile dell’attrezzatura. Poi vorrei ringraziare Lanfranco Vittone il presidente del mio circolo, per la disponibilità e per il fatto che non ci fa mai mancare il supporto del circolo.
Quali sono gli obiettivi della tua carriera, dove ti piacerebbe arrivare?
Il sogno è raggiungere la top 100 a breve, diciamo nel giro di 4 anni. Mentre in doppio diventare uno dei più forti italiani di sempre e vincere uno Slam come hanno fatto Bolelli e Fognini.
Il torneo che non hai mai giocato e che ti piacerebbe giocare?
L’obiettivo di quest’anno è quello arrivare a disputare le qualificazioni in singolo e il torneo di doppio agli Australian Open magari con Lorenzo Sonego o Matteo Berrettini.
In particolare con Lorenzo Sonego siamo cresciuti insieme e abbiamo vinto insieme il challenger di Andria.
In bocca al lupo, Andrea, e grazie ancora per la tua disponibilità.
Ascolta “Intervista ad Andrea Vavassori” su Spreaker.
Enrico Fagioli
TAG: Andrea Vavassori, Interviste LiveTennis
Sonego e berrettini che pensino al singolo. Il doppio giusto in qualche rara occasione slam e poco altro per fare un po’ di cassa
@ Pierre Herme’ the Picasso of pastry (#2398546)
Per me bolelli deve prendere un doppista di livello mondiale per fare un paio di stagioni di alto con obiettivo master finale
Grande RUMENO ( o TURCO ) entrambi fantastici :-)))
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Sonego , BBB o Bolelli , sarebbe bello avere un doppio che vince gli ATP , obbiettivo top 100 doppio a mio parere raggiungibile a breve:-))
Volevo dire un professionista/ doppista affermato.
Complimenti , intervista molto bella
Bravo Laver
2019 davvero positivo per Vavassori , secondo me in singolo può andare 250-300 , in doppio e’ uno dei + forti dei nostri, gli auguro di diventare un professionista , un Lindsted de noialtri….
@ idea (#2398233)
Bolelli ha la classifica per giocare il doppio in ATP 250, Vavassori no.
Vavassori ha la classifica per giocare il singolo e il doppio a Segovia.Bolelli non gioca il singolo.
Ci sono molti anni di differenza tra i due, e stili di vita diversi.
Sonego mi sembra una scelta più compatibile, dati età e voglia di sputar sangue.
Ma per ora, Vavassori deve solo entrare nei 100 di doppio, poi si può ragionare.
questa è una gran bella domanda
Ciao nell’intervista audio ci sono anche altre domande, Andrea è un ragazzo molto a modo, è stato un vero piacere intervistarlo.
Papà Vavassori Santo Subito !
bella intervista.
mancano le domande sul lavoro che sta svolgendo dal punto di vista tecnico, magari anche con un po’ di esercizi che ama e che non ama svolgere, e sui conti della spesa.
Perché non fa coppia con Bolelli?
Sembra un ottimo doppista, io pesterei sull’acceleratore cercando di salire ancora di livello in doppio trovando magari uno per fare coppia fissa, mentre il singolo lo userei giusto per fare esperienza e raccogliere anche quelle centinaia di euro a cui ha accesso come specialista.