Manerbio risorge tra esperienza e gioventù
Gioia e un pizzico di commozione. Con questi sentimenti, lo staff del Trofeo Dimmidisì di Manerbio (46.600€, terra) ha accolto il primo atto ufficiale della 42esima edizione del torneo, la 17esima nel circuito internazionale. Dopo la dolorosa rinuncia dell’anno scorso e la paura di non farcela, ricevere l’entry list dell’ATP è stata una grande emozione.
Se il dazio da pagare per un’edizione saltata era questo, è andata bene così: la nuova collocazione in calendario è decisamente migliore rispetto alla precedente, perché non si scontra con le qualificazioni dello Us Open e dunque può ambire a una fascia di giocatori (quelli tra la 100esima e la 200esima posizione) che prima era quasi irraggiungibile. Oltre alla gioia, c’è anche grande soddisfazione nel leggere i nomi dell’entry list: con ben otto top-200 ATP, Manerbio festeggia il suo miglior parco giocatori di sempre. In un affascinante mix tra esperienza e gioventù, la storia più curiosa dell’evento (intitolato ai grandi manerbiesi Antonio Savoldi e Marco Federico Cò) riguarda i 21 anni di differenza tra Paolo Lorenzi e Lorenzo Musetti. Il primo, classe 1981, torna a Manerbio dopo ben 15 anni (l’ultima apparizione risale al 2004) e cercherà punti importanti per riavvicinarsi ai top-100 ATP (attualmente è n.114). Dopo alcune stagioni straordinarie, che lo hanno portato a ridosso dei primi 30, l’inossidabile senese continua a giocare su ottimi livelli e nei Challenger può ancora fare grandi cose, oltre a scrivere un pizzico di storia: nella classifica dei più titolati di sempre, è in terza posizione con 21 titoli alle spalle del taiwanese Yen Hsun Lu (29) e dell’israeliano Dudi Sela (23). È nato nel 2002 il baby fenomeno Lorenzo Musetti, più fulgida stella del tennis italiano. Dopo la sbornia di popolarità dopo il trionfo all’Australian Open, si è lanciato con profitto nel professionismo ed è già al n.371 ATP dopo la bella semifinale raggiunta a Milano. In questo momento è fuori di tre posizioni dal tabellone principale, ma è già certo di avere una wild card. Insomma, in un modo o nell’altro, al Tennis Club Manerbio ci sarà anche lui. E chissà che transitare da queste parti non gli porti fortuna, visto che soltanto tre anni fa ha giocato a Manerbio un certo Stefanos Tsitsipas… Il resto dell’entry list è di buonissimo livello: guidata dal portoghese Pedro Sousa (n.109 ATP), conta su giocatori di ogni continente: oltre all’Europa, c’è il Sudamerica di Federico Coria (fratellino di Guillermo), Andrea Collarini e Facundo Arguello, gli Stati Uniti di Evan King, l’Africa dell’egiziano Mohamed Safwat e addirittura l’Oceania dell’australiano Aleksandar Vukic. Dovesse acciuffare un posto in tabellone anche l’uzbeko Khumoyun Sultanov, ci sarebbe anche l’Asia. Come tutti gli ATP Challenger, Manerbio aderisce alla riforma dei tornei di categoria che prevede un main draw a 48 giocatori e le qualificazioni ridotte a due partite. Il tutto a beneficio dello spettacolo e della qualità media degli incontri. L’Italia è già certa di avere nove giocatori in tabellone, peraltro con nomi “pesanti”. Su tutti Salvatore Caruso, splendido protagonista al Roland Garros, in cui ha superato Munar e Simon prima di cedere a Novak Djokovic. Ormai “Sabbo” è sempre più vicino ai top-100, così come Lorenzo Giustino, salito al numero 130. Sta giocando una buonissima stagione anche Federico Gaio, mentre gli appassionati saranno sorpresi dalla spettacolarità del tennis di Andrea Vavassori, uno degli ultimi “panda” del serve and volley. Da seguire anche i lombardi Andrea Arnaboldi e Alessandro Bega, oltre al pugliese Andrea Pellegrino, classe 1997 e giocatore di buona prospettiva che non è ancora riuscito a emergere come meriterebbe. Ultimo – ma non certo per importanza – il romano Gian Marco Moroni, 21enne dalle enormi ambizioni. Frecce importanti per riportare in Italia un torneo che non vinciamo dal 2000, quando si impose Stefano Tarallo. Anche l’ultima finale è piuttosto datata (Marco Crugnola nel 2010). Tra gli stranieri, il giocatore dal passato più importante è l’olandese Thiemo de Bakker, ex N.40 ATP che vanta scalpi importanti (tra loro Tsonga, Verdasco e Berdych) senza dimenticare il francese Mathias Bourgue, autore di un gran match al Roland Garros contro Andy Murray. Tra i giovani, oltre a Musetti (e in attesa del quadro completo delle wild card), c’è curiosità di vedere all’opera l’ungherese Zsombor Piros, classe 1999 e considerato uno degli under 20 più talentuosi. L’appuntamento è dal 5 all’11 agosto e per Manerbio sarà un dolce rientro nel panorama internazionale, conquistato per la prima volta nel 1999 e orgogliosamente riconquistato dopo aver vissuto momenti difficili. Ma adesso è tempo di pensare al futuro.
Entry List
TAG: Challenger Manerbio, Challenger Manerbio 2019
Comunque salvo si e iscritte anche a Sopot la settimana prima di Manerbio quindi solo terra per ora
@ mac (#2389509)
Beviti una camomilla
@ Cri72 (#2389527)
poi ci siamo tanto arrabbattati sulla programmazione di Fabbiano,non possiamo farlo anche su Caruso…avra` anche lui i suoi giri..
@ Cri72 (#2389527)
sono d`accordo con te..alle quali dell`US open sara` tds e prepararsi sul cemento sarebbe opportuno..speriamo che vada a giocare Portorose o vancouver…come spero faccia anche Fabbiano
@ Bjorn borg (#2389472)
En aspetta un attimo salvo ha più volte ammesso di preferire il cemento americano mi sarei aspettato Aptos e Vancouver prima delle quali a new York.oppure Segovia e portorose sul cemento ma non continuare sulla terra anche d agosto
come al solito non riesci a tener ferme le dita . meglio farsi sentire con una sontuosa bestialità che osservare un dignitoso silenzio.
Attaccato al challenger su terra ? Scusa ma ha appena superato il primo turno Atp a Umago e giocato a Wimbledon e RG. Cosa pretendi di piu’ dal n 120 al mondo ? E se con questa classifica non entra negli atp e non ha wc, deve stare fermo perche’ i challenger non vanno bene ?
Inoltre Caruso é molto competitivo solo se ha la gamba giusta. Possib
Possibile che in questo
periodo preferisca allenarsi e soprattutto giocare su superfici meno traumatiche.
Non mi pare sia un giocatore che rinuncia a viaggiare e neppure a confrontarsi con i più forti.
Discorso simile va fatto per Fabbiano, che sulla terra é peggio di Salvo, ma ci gioca a volte per motivi di opportunità.
È la settimana di Montreal, e non ha ancora la classifica per entrare nelle quali.
A livello challenger c’erano 2 comodi challenger su terra in Europa, alternative challenger in Giappone e Aptos in USA…
Se non ricordo male la trasferta in USA in passato l’ha fatta, ma più avanti…
Tarallo che talento sprecato ma Caruso una volta pensava di essere un giocatore da veloce ora rimane attaccato ai challenger su terra bah…