La precisazione di Roberto Marcora
“Buonasera a tutti, ho deciso di intervenire perché penso che questo articolo non coincida con le mie idee riguardo alla questione di cui si sta discutendo. La persona che ha scritto questo pezzo infatti (non leggo nessuna firma), oltre ad avere tradotto dallo spagnolo in un pessimo italiano, ha travisato completamente il senso delle mie parole.
Invito chi ne avesse voglia a leggere l’intervista completa originale (http://www.puntodebreak.com/2018/11/26/jugar-mas-100-partidos-2018-acabar-perdiendo-dinero) nella quale dico, contrariamente a quello che scrive Livetennis, che trovo assolutamente normale il fatto che i soldi siano concentrati dove c’è più visibilità e richiamo di pubblico, sponsor ecc..Ho solamente ammesso in maniera sincera ed oggettiva, senza voler essere melodrammatico, che se non ci fosse stato mio padre a sostenermi in tutti questi anni probabilmente avrei smesso di giocare già da tempo. Non è un segreto che il numero 300 del mondo chiuda la stagione in rosso, e non c’era certo bisogno che arrivassi io a dirlo. Capisco benissimo infatti il punto di vista di tanti giocatori della mia stessa fascia, magari meno fortunati di me, che si “lamentano” (a ragione) dei loro scarsi guadagni, ma del resto si sa che il tennis è lo sport più duro e meritocratico che ci sia, ed è quindi inutile fare paragoni con altri sport. Per questo capisco anche la cinica posizione di ATP e ITF: per loro è importante che la gente veda giocare gli Zverev e gli Tsitsipas, mentre che giochi o non giochi Marcora n 284 non cambia assolutamente nulla. Non è una lamentela, è una constatazione. Questo è, a grandi linee, quello che ho cercato di spiegare ai giornalisti spagnoli senza voler fare nessun tipo di polemica in generale, ma che evidentemente non è stato interpretato in maniera corretta dai loro colleghi italiani. Un saluto a tutti! Arrivederci al 2019.”
Roberto Marcora
caro marcora io sono completamente dalla tua parte, sono un genitore che si è fatto il mazzo per far giocare suo figlio e un decennio fa le cose erano ancora peggio di oggi, dove, la federazione cque ti aiuta econeconimicamente fino ai 24 ANNI se vali. Prima fino ai solo 18 anni.Quindi stendiamo un velo pietoso
Che Marcora precisi o meno, che la sua fosse o non fosse una polemica, che la traduzione fosse corretta o imprecisa, il problema continua a sussistere: nel tennis girano tanti soldi ma sono concentrati in poche mani. E’ una cosa buona? E’ il modo migliore per sviluppare questo sport? E’ lecito da parte degli appassionati discuterne e lanciare ipotesi e proposte oppure dobbiamo subire passivamente ogni cosa che ATP, WTA o Federazioni varie ci vengono a propinare?
Ha ragione marcora …… sport povero e faticoso….ti auguro le migliori fortune !!!!
A me non va giù il punto di vista di Baracca, Pallettaro o altri per cui, se capisco bene: “lo sanno tutti che le regole di questa professione sono queste, lo sanno tutti, quindi adattatevi ragazzi e pedalare”.
Secondo me, non è normale e giusto che uno degli sport più giocati e seguiti al mondo permetta di vivere dei propri guadagni 150 giocatori al massimo in tutto il pianeta, con una concentrazione dei guadagni mostruosa verso l’élite.
Non mi va giù nemmeno l’opinione dell’ottimo Marcora (eh si, scusate, si può ammirare il giocatore e la persona ma dissentire su un’opinione) per cui: “si sa che il tennis è lo sport più duro e meritocratico, per cui è inutile fare paragoni”.
I giocatori che si lamentano di questa situazione di ripartizione totalmente sbilanciata ci sono, eccome, e per me hanno ragione.
C’è uno status quo, chiaro, sotto gli occhi di tutti. Ma gli status quo si possono anche criticare e, con un pò di impegno, cercare di cambiare.
così è la vita…bisogna accontentarsi e se uno non sfonda si deve adattare…
Serena Williams ha messo su famiglia senza aver bisogno di dire che finalmente la faceva finita coi sacrifici e poteva andare in vacanza.
Comunque, tanto per chiarire, non ho ossessioni. A volte, quando l’argomento è la dura vita del tennista, professionista, mi torna in mente qualche oscenità.
Si parla tanto di signori e signore nel tennis. Quando si è tali sarebbe il caso di ricordarsi di avere dei privilegi e non dire castronerie.
Se io lavoro, mi viene chiesto di fare strarodinari il sabato e proprio non ne ho voglia, non vado a lamentarti con un collega che ha perso il lavoro o un amico che lo sta cercando.
Secondo me i più penalizzati sono australiani e neozelandesi che escluso gennaio devono stare fuori dal continente per i restanti mesi, con tutto ciò che comporta questa lontananza da casa da un punto di vista economico
Perché probabilmente Marcora e la tua ossessione, fanno/facevano una vita diversa? Che girare come professionista ad alto livello, e fare itf in luoghi vacanzieri è un diverso, perché alla fine nessuno ripone in te aspettative?
Che una donna a 33 anni vuol metter su famiglia? Credo che meglio di lei (lo puoi benissimo fare il nome eh :p ) il suo vissuto non lo conosce nessuno e quel che dice è il suo vivere, che non credo ne tu ne io conosciamo…
Se ci fosse veramente una sorta di democrazia tennistica in seno all ATP ci sarebbero più soldi per i tennisti giovani e meno giovani che si trovano a lottare nelle retrovie, soldi che servirebbero per migliorare la qualità di tanti di loro
Bravi Smash&lob, Becuzzi e Cerin; il vostro riscontro dimostra che avete inteso il problema per quello che realmente è, che ho cercato di trasmettere e che non verte sul fatto che allo spettatore interessi o meno vedere 2 top 200 battagliare su un campo…ma permettere a questi ragazzi di poter almeno campare…visto che alle spalle esiste una delle federazioni internazionali più ricche come l’itf ed una accentratrice e comunque ricchissima come l’atp. chiedete ad un giocatore 800 al mondo cosa costi l’affiliazione annuale all’atp…e, in risposta, cosa abbia fatto l’atp a partire dal 2019 con il transition tour….
Binaghi non Bianchi, scusate
Se Bianchi ci legge, chiami Marcora in qualche commissione federale. Il ragazzo ha talento non solo tennistico.
Mi viene una riflessione.
Marcora paga per fare la vita del tennista professionista, e si ritiene comunque un privilegiato.
Altri professionisti si sono ritirati da milionari (o milionarie) dicendosi felici di smettere (a 35 anni!) con questa dura vita…
Idiozia bella e buona. Quei 20 30 vengono proprio da quel movimento e da quello junior! Ma come ragioni? Marcora sarà un 30enne ma là dietro ci sono emergenti junior che hanno le stesse, e anche peggio, difficoltà. Leggiti cosa dice Tartarini, maestro di Musetti, sul nuovo transition tour e gli junior……basta che vai su federtennis….20-30 tze..a te forse.
In questo caso il “divide et impera” la fa da padrone. Atp Wta e federazioni affiliate sono meccanismi ben oliati e con delle dinamiche ben precise. Il ceto (in questo caso giocatore) medio, se così si può definire il numero 280 del mondo che comunque deve avere del gran talento, non può e non deve emergere. I montepremi e soprattutto l’indotto sono destinati a dirigenti e top player i quali entrano necessariamente a far parte della lobby nel momento in cui sia per fortuna, talento, condizione fisica in un determinato momento, iniziano a far viaggiare la pallina più degli altri. Il meccanismo di autodifesa e di ingordigia a quel punto diventa irreversibile. il numero 1 miliardario, il numero 20 milionario, il numero 100 break heaven, dal numero 200 in su bilancio in rosso fisso da qui….all’eternità. Ma fin quando comandano loro…non ne esce nessuno da questo meccanismo, una sorta di dipendenza simile a quella del gioco d’azzardo tipo…continuo a provarci ad entrare nell’elite ma in realtà è come essere un giocatore d’azzardo che continua ad andare al casinò o giocare alle slot sperando prima o poi di fare la vincita che gli cambierà la vita. 1 su milione ce la fa…gli altri…giù per terra.
stamattina pensavo esattamente la stessa cosa, alla fine se non ci si sta è ancge questione di costi, mentre tutti i ragionamenti li stiamo facendo sugli introiti. Limitare i challenger o addirittura i 250 per area geografica renderebbe molto meno costoso (e faticoso) il circuito, e permetterebbe di avere un calendario più fitto anziché più lungo, cosa di cui ormai si lamentano tutti i giocatori
la domanda non è se è giusto o no, ma se è più o meno funzionale allo sviluppo complessivo del tennis.
per qualcuno potrebbe essere “più giusto” destinare più risorse allo sport di base, per altri lo sviluppo in aree dove il tennis non può essere attrattivo per motivi economici, per altri garantire più tornei, per altri……….
il “modello grande fratello”, il primo vince tutto o il “modello superenalotto”, il primo vince quasi tutto hanno ugualmente senso, ed infatti sono comunemente adottati.
sono considerati addirittura più stimolanti.
aggiungo e chiudo, anzi chiedo:
per quale motivo fissare la soglia del “mantenimento decoroso” ai primi 300? non 200 0 500? anche 1000 è un bel numero.
p.s.: dico a Marcora che ha posto un problema evidentemente sentito e quindi è normale che se ne parli, ovviamente senza riferimento al caso singolo. sono molto colpito dal senso della misura delle sue dichiarazioni. se ragazzi di questo livello culturale ed intelligenza (ce ne sono altri tra i nostri tennisti di quell’età) decidessero di mettere le loro esperienze al servizio del tennis italiano, potrebbe essere la volta buona per quel ricambio generazionale anche a livello federale che sembrerebbe improcrastinabile.
in realtà neanche io, però va detto che oltre a una buona mano Roberto ha… una buona penna. E lo si intuisce anche dalle reazioni, oggi molto più ragionate e costruttive.
nel 1990, uno “Scala” o un “Valeri” vivevano nell’anonimato più totale, forse ne trovavi qualcosa nel trafiletto scritto in carattere 8 della Gazzetta o sul televideo.
Poi magari emergevano per fare capolino negli atp arrivando al numero 150 e ti accorgevi che esistevano…adesso di Marcora sai anche quanti doppi falli ha fatto nel 2o turno del 10k in Azerbajan….
Fondamentalmente frequentavano molto il circuito open, che allora pagava in modo interessante e poi facevano qualche satellite, magari in zona e se avevano capacità sbucavano in fretta.
Oggi in tantissimi fanno solo attività internazionale ed hanno dietro delle strutture molto più complesse e costose, anche perchè di “pastasciuttari” vincenti non ce n’è più mezzo ed è tutto più professionale, anche per il n.400 atp.
la metà degli iscritti ad un torneo, chiude la settimana di lavoro con una sconfitta e zero vittorie. e per farlo ha preso un aereo, ha viaggiato, è andato in albergo, si è preparato per la partita, e dopo la sconfitta ha fatto la stessa cosa per tornare indietro e ripartire.
così per anni. da soli, senza nessuno a cui frega nulla di te, tu con il tuo sogno e i conti che non tornano.
perché un giocatore che, per usare le parole di marcora, non frega niente a nessuno se gioca o meno, dovrebbe vivere di sport? perché gioca bene? anche un 2.5 gioca bene, anzi benissimo, e allora?
un professionista guadagna se le persone sono disposte a pagare per le sue prestazioni, altrimenti è uno che ci prova.
cosa ci sia di sbagliato, dio solo lo sa
se i top 20-30 guadagnano quelle cifre è perché la gente vuole vederli, ed è disposta a pagare per farlo.
il movimento che c’è dietro non conta nulla.
…i campionati italiani li hanno aboliti perchè non gliene fregava niente a nessuno e quelli di seconda categoria vengono disertati per giocare un 10k a Pula….
Sinceramente non avevo trovato nessun spunto polemico anche dalla precedente traduzione, sono discorsi cmq condivisibili l’ATP deve dare qualche introito in più almeno per i toreni Challenger.
Ma infatti è questo l’elemento centrale…poi che Marcora si lamenti o meno per me non è così rilevante nel discorso più complessivo relativo alla redistribuzione delle risorse affrontato, dai più, nel precedente articolo.
Marcora, essendo un po’ più fortunato, avendo alle spalle una famiglia che lo può sostenere, può continuare la sua avventura, ma senza si sarebbe dovuto probabilmente arrendere.
Per cui, lo snodo del discorso è chiedersi se sia giusto o meno che solo i primi 150 del renking possano vivere di tennis…la mia risposta è no!
Atleti alla Marcora, a mio modo di vedere, meriterebbero di essere economicamente autonomi, prescindendo insomma dalle risorse economiche della propria famiglia.
Un 300 al mondo deve essere un professionista vero…perché giocano a tennis veramente bene e sono ottimi atleti.
Dato che i soldi complessivamente ci sono, una riforma che possa garantire non a 150, ma a 500 di essere finanziariamente autonomi, sarebbe a mio modo di vedere auspicabile.
Tutti sappiamo che di Marcora vs. Bonadio interessa solo a noi fans più “sfegatati”…tv, pubblico di massa e sponsor sono proiettati al tennis di vertice…ma questa non è certo una loto colpa…chi deve trovare un più giusto equilibrio non sono certo sponsor e pubblico, ma ATP e ITF…che non dovrebbero abbandonare questa vastità di ottimi atleti al loro destino.
Nessuno chiede che un 300 al mondo guadagni 10k netti al mese…ma insomma uno stipendio da impiegato (detratti tutti i costi) penso che sia giusto 🙂 ….o no?
L’unica differenza tra l’articolo e la precisazione è che Marcora constata questi fatti ma non se ne lamenta. A lamentarsene (“a ragione” peraltro) non è lui, ma gli altri giocatori della stessa fascia che non sono fortunati quanto lui (economicamente). In sintesi il tennis è meritocratico, per chi se lo può permettere.
Bravo Robi…persona e giocatore dai grandi valori…ti vogliamo più su in classifica perché lo meriti…buon 2019
@ Chittammuorto (#2234121)
assolutamente d’accordo ma soprattutto non dimentichiamo che se i 20 30 top guadagnano quelle cifre è grazie al movimento che c’è dietro e che non viene equamente compensato. paradossalmente perchè non si costruiscono più i monumenti di una volta. semplice non ci sono più gli schiavi
Stima per Roberto!
Massimo rispetto per lui!!
Era inutile che il caro e da me sempre ammirato Roberto facesse la precisazione e rendesse ‘in bella copia’ ciò che in maniera comunque veritiera e forse un poco più cruda aveva scritto il giornalista spagnolo. qui non si dibatte se gli appassionati desiderino vedere più Zverev o Marcora; il senso è che oltre i cento-cento cinquanta al mondo, il giocatore ci rimette o fa pari e patta…e secondo il mio modesto parere l’ATP o ITF dovrebbero fare di più per promuovere l’attività delle centinaia di giocatori che hanno fatto del tennis la propria professione e che per tanti motivi vengono oltre la cento cinquantesima posizione del ranking. poi filosofia o meno, le cose stanno cosi..
Belle parole, complimenti!
Roberto ragazzo intelligente, lo si sapeva da tempo.
Su tutto il resto stendiamo un velo pietoso. Ci vorrebbe maggiore serietà nel fare certe cose, ma ormai tutto è aperto a tutti.
La durezza di cui parla Marcora non è sinonimo di “fatica”.
Il tennis è duro perché sei solo contro il tuo avversario e contro te stesso, ed è duro perché ogni settimana finisci il tuo lavoro con una sconfitta (a meno di vincere il tuo torneo, cosa che avviene raramente). È quindi una durezza psicologica da affrontare ogni volta, oltre che una durezza economica ormai ben nota.
Io credo che molti tennisti lottino continuamente contro la voglia di smettere.
Grande ma… Per quanto riguarda sport duri, pensa al ciclismo.
Mah e cosa ci sarebbe di diverso rispetto all’articolo? Onore a voler puntualizzare ma non vedo lo scandalo della traduzione.
Il tennis meritocratico? Non credo che in Italia un bambino con talento (vero) ma senza conto in banca (dei genitori) possa fare tanta strada…
Attendo insulti in 3…2…1…
Immaginate che a Genova invece di organizzare il challenger si decide di fare il primo campionato italiano di tennis con assegnazione del titolo di campione Italiano. Credo che la cosa se ben organizzata potrebbe portare diritti televisivi e in conseguenza sponsor importanti. 500000 euro arriverebbero più facilmente che per un qualsiasi ATP. Ci potrebbero essere 1000 euro per i 32 italiani perdenti al primo turno, 3000 per i 16 del secondo, e già chi arriva agli ottavi prenderebbe 7000 euro. Ci pensate…
Grazie Roberto per la precisazione, comunque mi sembra sia giusto continuare la riflessione: mi piacetebbe poter pensare che un giovane che vale i migliori 300 al mondo, possa giocare a tennis pur non essendo ricco. Il tennis è uno sport universale e un tale scompenso nei guadagni è inaccettabile. Per esempio gli sport invernali hanno molto meno seguito del tennis, ma i proventi sono meglio distribuiti. I paragoni servono per capire se ci sono pecche e possibilità di miglioramento. Per esempio bisognerebbe rendere i challenger dovrebbero diventare dei circuiti continentali, preclusi a giocatori di altri continenti, gli Itf dovrebbero restare a livello nazionale e bisognerebbe creare un torneo che assegni il titolo di compione nazionale in modo da deviare gli interessi anche verso giocatori locali invece di concentrare tutto sui soliti campioni. Un campionato nazionale, fra sponsor e prestigio potrebbe valere come un Atp 250.
applausi a scena aperta.
si potrebbe aggiungere, che se uno prova la carriera professionistica lo sa benissimo e lo sa da prima, percui lamentarsi è patetico. il tennis pro, quello che vede i giocatori puntare ai prize money, è questa roba qui: vivono in 100/150 tra gli uomini e in 50/100 tra le donne, il resto è wannabe, è provarci finché ce la fai, sono futuri maestri bravissimi e maestre bravissime, ma che giochi marcora – come dice marcora – non frega niente a nessuno.
parole da scrivere nella pietra in ogni tennis club.
e che non verranno mai scritte per non disturbare il business delle finte fucine di fenomeni, dove gli unici che ci guadagnano sono i sedicenti guru.
Spettacolare, bravissimo. per fortuna che ci ha pensato Roberto a fermare il flusso degli inutili paragoni con gli altri sport perché sennó non se ne usciva più. comunque molto corretto, non é un atteggiamento lamentoso o altro, é solo una semplice constatazione dei fatti, lo seguiró con piú frequenza dal prossimo anno
Caro Roberto, la tua precisazione è encomiabile: purtroppo è un vizio giornalistico piuttosto diffuso – non solo in Italia – travisare alcune oneste e ineccepibili considerazioni come le tue per costruire un “affaire”, in modo tale da sollecitare le parti più vili dei lettori, avide di polemiche, indignazioni e proteste.
Il tuo intervento poteva essere oggetto di un articolo molto interessante, senza che venisse volgarmente travisato: è per me di grande ispirazione leggere queste tue dichiarazioni; finalmente una persona che non si lamenta del naturale gioco delle forze del mercato (che poi rispecchiano le normali leggi del comportamento umano, né più né meno), constatando però oggettivamente quali siano le conseguenze. D’altronde, nessuno è obbligato a giocare a tennis, e se oltre 1500 persone nel mondo lo fanno professionalmente perdendoci dei soldi ogni anno, ciò significa che per qualche motivo per loro va bene così. Altrimenti, farebbero altro.
Tu sei una persona molto onesta e per me questo tuo intervento vale infinitamente di più di presunte crociate politiche portate avanti da qualche nome blasonato in nome di fumosi principi, presumibilmente mal compresi.
Ti faccio quindi i miei più sinceri complimenti e ti auguro di compiere determinanti miglioramenti tennistici nei prossimi mesi, chiedendoti per favore, se ti è possibile, di restare così onesto per sempre.
Grazie.
Aloha
Sei un grande Roby l anno prossimo entrerai nei top 100 te lo meriti
Grande Roberto, schietto e pulito, come il tuo tennis!